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1° parte - Udine Cultura

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trici (soprattutto cloroficee e cianobatteri) o semplicemente ruoli poco definiti,<br />

come quello delle specie denominate accompagnatrici, trasgressive da<br />

altre cenosi, aliene, invasive, ecc.<br />

La capacità di costruire l’habitat in queste specie algali è conseguente al meccanismo<br />

di mineralizzazione della parete cellulare sotto forma di carbonato di<br />

calcio e di magnesio e con forme cristalline prevalentemente di natura calcitica<br />

nelle corallinacee e aragonitica nelle peissonneliacee e nelle udoteacee. Il<br />

meccanismo nelle alghe calcaree sembra originato da strutture vescicolari del<br />

citoplasma (reticolo endoplasmatico e apparato di Golgi).<br />

Si è accertato sperimentalmente che la mineralizzazione non è conseguente<br />

all’attività fotosintetica, essendo presente anche in specie parassite ed eterotrofe.<br />

Il fenomeno della calcificazione contribuisce ad equilibrare il deficit di<br />

anidride carbonica che accompagna la fotosintesi e a mantenere quindi il<br />

potenziale alcalino nell’acqua di mare.<br />

Dai dati sperimentali molto preliminari, riportati nello studio spagnolo sopra<br />

ricordato si ricava che sono state ottenute misure di produzione di calcare<br />

comprese tra 465 g di CaCO 3 /m 2 /anno in comunità infralitorali con dominanza<br />

di Halimeda tuna e di Mesophyllum alternans e 170 grammi in popolamenti<br />

circalitorali con dominanza di Lithophyllum stictaeforme. I tassi di maggiore<br />

accumulo (tra 0,006 e 0,83 mm/a) si sono misurati in ambienti del circalitorale<br />

superiore caratterizzati da fenomeni di risalita di acque profonde e limpide<br />

(up-welling).<br />

Halimeda tuna<br />

Parte tassonomica Thalassia Giaccone · Giuseppe Giaccone<br />

Le alghe costruttrici del coralligeno.<br />

Le alghe calcaree viventi in Mediterraneo<br />

e riportate anche in letteratura come<br />

costruttrici di habitat (bioconstructor o<br />

engineer species) nel coralligeno sono:<br />

Halimeda tuna, Lithophyllum<br />

stictaeforme, L. incrustans,<br />

L. (=Titanoderma) pustulatum,<br />

Lithothamnion philippii, Mesophyllum<br />

alternans, M. lichenoides, Neogoniolithon<br />

brassica-florida, Peyssonnelia<br />

polymorpha, P. rosa-marina, Spongites<br />

fruticulosus, Sporolithon ptichoides.<br />

Di queste specie Lithophyllum<br />

stictaeforme e Mesophyllum alternans<br />

svolgono la maggiore attività di<br />

costruzione della formazione coralligena<br />

sia vivente sia fossile (almeno dal<br />

Pliocene inferiore). Pertanto si riportano<br />

di seguito il portamento e l’ecologia delle<br />

specie più comuni, rinviando per le altre<br />

specie di alghe calcaree alle guide<br />

disponibili.<br />

Lithophyllum stictaeforme<br />

Le forme più sviluppate (oltre 5-10 cm di<br />

diametro) presentano una serie di lamelle<br />

semicircolari e lobate in palchi<br />

parzialmente sovrapposti. Lo spessore<br />

delle lamelle nella porzione centrale<br />

raggiunge i 2 mm, ma il bordo si presenta<br />

più sottile e quasi affilato. La superficie è<br />

ondulata e a volte anche accartocciata.<br />

Quando l’alga è in riproduzione la fascia<br />

prossimale al bordo appare coperta da<br />

minute protuberanze appuntite.<br />

L’adesione al substrato dell’intero<br />

individuo è soltanto per punti e ciò facilita<br />

il distacco manuale di grandi esemplari<br />

che si presentano relativamente<br />

consistenti e poco fragili. Il colore nei<br />

campioni freschi va dal violetto intenso al<br />

rosa fuxia: i campioni secchi perdono<br />

rapidamente il colore e diventano<br />

biancastri (bianco sporco).<br />

Lithophyllum stictaeforme<br />

Lo sviluppo ottimale della specie si ha su<br />

substrati suborizzontali nel circalitorale e<br />

nell’infralitorale inferiore. Forme<br />

incrostanti o laminari senza o con scarse<br />

lamelle sovrapposte, a volte a forma di<br />

specchio concavo, si possono trovare<br />

nelle grotte superficiali o in pareti rocciose<br />

dell’infralitorale superiore. Può svilupparsi<br />

anche come epifita attorno ai rizomi di<br />

Posidonia o ai cauloidi di fucali e inoltre<br />

può incrostare le rodoliti nelle formazioni<br />

ad alghe calcaree libere.<br />

Mesophyllum alternans e/o M. lichenoides<br />

Queste due specie non possono essere<br />

distinte sulla base del portamento; i<br />

caratteri distintivi, infatti, sono visibili<br />

soltanto nell’anatomia del tallo, dopo<br />

opportuna preparazione, con osservazioni<br />

al microsopio (ottico o elettronico). La<br />

differenza principale sta nelle cellule del<br />

cortex, cioè degli strati intermedi, che si<br />

presentano con una alternanza di cellule<br />

di diversa dimensione nella prima specie<br />

e della stessa dimensione nella seconda<br />

specie. I singoli talli non sono molto estesi<br />

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