Tipi di fotografie astronomiche - Andrea Pagnoni
Tipi di fotografie astronomiche - Andrea Pagnoni
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La fotografia astronomica<br />
come ricerca scientifica<br />
A che cosa serve la fotografia astronomica?<br />
Fondamentalmente possiamo <strong>di</strong>videre il suo utilizzo in tre parti ben <strong>di</strong>stinte: la fotografia estetica,<br />
che mira solamente ad ottenere belle riprese <strong>di</strong> soggetti astronomici, e che è la protagonista <strong>di</strong><br />
questa Tesi, la fotografia impiegata nell’astronomia <strong>di</strong> posizione, utile a stu<strong>di</strong>are le traiettorie<br />
dei corpi celesti, e la fotografia impiegata in astrofisica (fisica degli astri), che sostanzialmente<br />
attraverso l’analisi della luce emessa o assorbita dai vari corpi consente <strong>di</strong> stabilirne la genesi,<br />
le <strong>di</strong>mensioni, la massa, la velocità e l’età.<br />
Quest’ultimo aspetto è forte e presente tutt’oggi, e la maggior parte del lavoro in tal senso<br />
viene svolto dalle strutture professionali specializzate, come i gran<strong>di</strong> osservatori in cui sono<br />
posizionati potenti strumenti che tentano <strong>di</strong> guardare sempre più lontano nello spazio, e <strong>di</strong><br />
conseguenza, più lontano nel tempo. Non deve sorprendere l’accoppiamento spazio-tempo<br />
come fossero due cose strettamente legate. In effetti, più il soggetto che guar<strong>di</strong>amo è lontano,<br />
più tempo impiegherà la sua luce ad arrivare fino a noi. La velocità della luce è <strong>di</strong> circa 300.000<br />
chilometri al secondo, e per quanto sia <strong>di</strong> gran lunga la cosa più veloce all’universo, le <strong>di</strong>stanze<br />
in esso in gioco sono talmente gran<strong>di</strong> che anche tale velocità risulta poca cosa; ad esempio la<br />
luce che parte ora dalla stella più vicina a noi (Sole escluso), Proxima Centauri, viaggerà per<br />
più <strong>di</strong> quattro anni prima <strong>di</strong> arrivare sulla Terra. Quando arriverà, quin<strong>di</strong>, noi vedremo la stella<br />
non come sarà in quel momento preciso, ma così come era quando quella luce è partita, cioè<br />
quattro anni prima, in un tempo passato. Le galassie sono <strong>di</strong>stanti milioni e miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> anni luce,<br />
per cui le ve<strong>di</strong>amo com’erano da giovani, dando agli astronomi informazioni importantissime<br />
sulle prime fasi <strong>di</strong> vita dell’Universo. Il tempo viene quin<strong>di</strong> considerato la vera e propria quarta<br />
<strong>di</strong>mensione spaziale.<br />
Una ricerca forte è presente anche<br />
tra gli astrofili, che essendo tanti e<br />
sparpagliati per i vari continenti, hanno<br />
un fortissimo potere indagatore. I loro<br />
campi vertono ovviamente su quelle<br />
tematiche alla portata dei loro strumenti<br />
amatoriali, sfornando a volte foto<br />
ugualmente interessanti. Gli astrofili<br />
ad esempio si de<strong>di</strong>cano alla ricerche<br />
<strong>di</strong> comete (la cometa Hale Bopp, che<br />
passò nel 1997, venne scoperta proprio<br />
da due astrofili). Oppure alla ricerca <strong>di</strong><br />
supernove che esolodono in galassie<br />
lontane. Eseguendo ripetute <strong>fotografie</strong><br />
La cometa Hale-Bopp che passò nel 1997<br />
a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> più giorni dello stesso<br />
soggetto, si potrebbe scoprire una<br />
supernova e seguirne lo sviluppo. Anche le perturbazioni nelle atmosfere dei pianeti vicini<br />
e gli sciami meteorici interessano gli astrofili, che ad esempio, cercano i bagliori generati da<br />
meteoroi<strong>di</strong> che cadono nella mezzaluna buia, se la fase lunare lo consente.<br />
Le immagini che vengono ottenute dai professionisti per la ricerca sono completamente <strong>di</strong>verse<br />
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