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Regolazione enzimatica - Biotecnologie

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Prof. Maria Nicola GADALETA<br />

E-mail: m.n.gadaleta@biologia.uniba.it<br />

Facoltà di Scienze Biotecnologiche<br />

Corso di Laurea in<br />

<strong>Biotecnologie</strong> Sanitarie e Farmaceutiche<br />

Biochimica e Tecnologie Biochimiche<br />

DISPENSA N. 18<br />

ENZIMI VI: <strong>Regolazione</strong> <strong>enzimatica</strong>


REGOLAZIONE ENZIMATICA<br />

Come viene regolato il flusso di molecole che si trasformano in altre molecole<br />

all’interno di una cellula vivente, data la straordinaria complessità delle<br />

interrelazioni metaboliche ?<br />

da: Berg J.M. et al. (V ed.)<br />

M.N. Gadaleta


E. coli costruisce tutte le molecole ad esso necessarie: proteine, lipidi, acidi<br />

nucleici, a partire da: glucosio, NH 3 , H 2 O e sali minerali attraverso una<br />

intricata rete metabolica.<br />

Nella rete metabolica ci sono punti in cui una molecola può essere substrato di<br />

più enzimi. Per es. nell’uomo il glucosio presente negli alimenti può essere<br />

convertito in: glicogeno<br />

GLUCOSIO lipidi<br />

attraverso 4 diverse vie metaboliche.<br />

amminoacidi non essenziali<br />

CO 2 e H 2 O<br />

Ogni via metabolica è caratterizzata da numerose reazioni; ogni reazione è<br />

catalizzata da un enzima specifico. Non tutte le vie metaboliche procedono al<br />

massimo della loro attività in ogni momento.<br />

Per es., dopo un pranzo, nell’organismo c’è notevole disponibilità di<br />

glucosio: non tutte le molecole vengono trasformate in ugual misura nei<br />

prodotti terminali delle vie metaboliche suddette; al contrario, esistono<br />

meccanismi omeostatici controllati molto accuratamente dall’organismo che<br />

fanno sì che:<br />

M.N. Gadaleta


a) il tasso ematico di glucosio sia sempre costante;<br />

b) una quota appropriata di questo zucchero venga utilizzata<br />

a scopi energetici;<br />

c) esistano sempre riserve di glicogeno;<br />

d) la quantità di glucosio eventualmente residua venga<br />

trasformata in lipidi di riserva.<br />

D’altra parte, quando l’ambiente esterno fornisce prodotti già fatti<br />

per la cellula è altamente dispendioso sintetizzare quei prodotti e<br />

quindi lasciare attive quelle vie metaboliche; sorge la necessità di<br />

disattivarle.<br />

M.N. Gadaleta


La velocità di una via metabolica dipende dalla<br />

concentrazione dei suoi enzimi sintetizzati in quantità<br />

costanti (Enzimi costitutivi) e dalla presenza di enzimi<br />

regolatori.<br />

Il livello intracellulare degli enzimi regolatori delle vie<br />

metaboliche è generalmente molto basso. Spesso gli enzimi<br />

regolatori di vie metaboliche presentano un tempo di<br />

semivita molto breve. Per es. carbossicinasi 5h: questo<br />

permette di avere fluttuazioni della velocità di una via<br />

metabolica molto maggiori di quella ottenuta attraverso<br />

l’attivazione o inibizione di enzimi sintetizzati in quantità<br />

costanti (Enzimi costitutivi).<br />

M.N. Gadaleta


– La velocità con cui una via metabolica decorre può<br />

essere regolata anche per mezzo dell’attivazione o<br />

inattivazione ormono-dipendente dell’espressione<br />

genica di nuovi enzimi, con conseguente aumento o<br />

diminuizione della velocità della loro biosintesi. Enzimi<br />

inducibili – Enzimi repressibili.


Il controllo di una via metabolica si attua attraverso :<br />

a) il controllo della disponibilità dei suoi enzimi<br />

b) la modulazione dell’attività dei suoi enzimi


a)La cellula può regolare la quantità assoluta di enzima<br />

presente in un determinato momento stimolando :<br />

la sua biosintesi ( la regolazione a livello dell’espressione<br />

genica prevede un processo complesso: è una regolazione di<br />

tipo lento , richiede minuti) e/o<br />

la sua degradazione<br />

o<br />

attraverso l’attivazione di zimogeni (vedi chimotripsina).<br />

M.N. Gadaleta


da: Champe<br />

Gli enzimi inducibili sono quelli i<br />

cui geni sono espressi soltanto in un<br />

determinato stadio dello sviluppo o<br />

in particolari condizioni<br />

fisiologiche. Per es. in seguito a un<br />

aumento della glicemia, si ha un<br />

aumento dell’insulina che induce<br />

nel fegato la espressione della<br />

glucocinasi, un enzima che indirizza<br />

il glucosio nella sua forma di<br />

deposito, che è il glicogeno,<br />

riportando la glicemia alla<br />

normalità.<br />

La glucochinasi è un isoenzima<br />

della esochinasi presente solo nel<br />

fegato le cui cinetiche rispondono<br />

alla fosforilazione del glucosio in<br />

condizioni di elevata glicemia.<br />

M.N. Gadaleta


da: Baynes<br />

M.N. Gadaleta


da: Baynes<br />

M.N. Gadaleta


) La cellula può modulare l’attività degli Enzimi<br />

attraverso specifici ligandi .<br />

Gli enzimi la cui attività oltre che essere regolata da pH, [S], [cofattori,<br />

Mg+2, K+] e [coenzimi], è modulata da specifici ligandi sono detti<br />

enzimi regolatori o regolati.<br />

L’attività catalitica di un enzima è modulata grazie<br />

1) alla flessibilità conformazionale delle proteine (per esempio stato T<br />

stato R) ,<br />

2) alla loro dinamicità in risposta a ligandi o effettori (regolazione<br />

allosterica) e<br />

3)alla loro capacità intrinseca di trasmettere modificazioni<br />

conformazionali tra siti spazialmente distanti all’interno della molecola<br />

(effetto cooperativo).<br />

M.N. Gadaleta


Gli enzimi regolatori subiscono una:<br />

regolazione allosterica<br />

regolazione covalente<br />

regolazione attraverso proteine controllo<br />

M.N. Gadaleta


La regolazione allosterica prevede cambiamenti conformazionali della<br />

molecola proteica, in seguito a interazioni di ligandi in siti diversi dal<br />

sito attivo,che coinvolgono solo formazione e rottura di legami deboli:<br />

la transizione di conformazione che modula l’attività dell’enzima è<br />

veloce,richiede pochi secondi.<br />

La regolazione covalente prevede cambiamenti conformazionali in<br />

seguito a formazione e rottura di legami covalenti: coinvolge almeno<br />

due enzimi, lenta,richiede minuti.<br />

La regolazione mediante proteine controllo: quando ad attivare o<br />

disattivare un enzima sono non piccole molecole, ma proteine (vedi<br />

calmodulina, rapida, secondi).<br />

M.N. Gadaleta


1. REGOLAZIONE ALLOSTERICA<br />

L’attività degli enzimi allosterici è regolata dal legame reversibile di uno<br />

specifico ligando detto effettore allosterico.<br />

Il ligando viene riconosciuto da uno specifico sito allosterico sull’enzima<br />

diverso dal sito attivo.<br />

Un enzima può avere diversi siti allosterici ed essere regolato da più<br />

effettori allosterici.<br />

L’effettore allosterico non è un interruttore che “accende” o “spegne”,<br />

cioè “attiva” o “disattiva” un enzima allosterico, ma, piuttosto, un<br />

dispositivo di regolazione della “luminosità” (cioè dell’intensità<br />

dell’attività di una enzima): è meglio detto modulatore.<br />

M.N. Gadaleta


Nella maggior parte dei casi gli enzimi allosterici sono enzimi polimerici<br />

che mostrano anche l’effetto cooperativo.<br />

Allosterismo: cambiamento conformazionale che si verifica in un<br />

protomero, in risposta ad una interazione ligando-sito allosterico.<br />

Cooperatività: implica un cambiamento conformazionale di<br />

un protomero, indotto dall’interazione con un effettore che, a sua<br />

volta, induce un protomero adiacente ad assumere una nuova<br />

conformazione con una diversa affinità per il ligando effettore o per<br />

un secondo ligando.<br />

M.N. Gadaleta


Allosterismo cambiamenti nella struttura terziaria<br />

Cooperatività cambiamenti nella struttura quaternaria<br />

Proteine allosteriche: proteine che subiscono una regolazione di tipo<br />

allosterico e/o che mostrano il fenomeno della cooperatività: quasi sempre i<br />

due fenomeni sono connessi anche perché quasi tutte le proteine allosteriche<br />

sono polimeriche.<br />

Può esistere un effetto allosterico in assenza di cooperatività: per es. nella<br />

alcooldeidrogenasi (ADH): in questo enzima i cambiamenti conformazionali<br />

indotti in un protomero non si trasmettono ai protomeri adiacenti. E’, tuttavia,<br />

molto raro.<br />

Effettori/modulatori allosterici : positivi = attivatori<br />

negativi = inibitori<br />

M.N. Gadaleta


Il cambiamento conformazionale di un enzima può essere indotto<br />

oltre che da un effettore allosterico dalle molecole di S.<br />

In questo caso, come nel caso di Hb, il sito di legame per O 2 presente<br />

in ciascun protomero, corrisponde al sito di legame per S in un<br />

enzima allosterico.<br />

I cambiamenti conformazionali indotti su ciascun protomero dal<br />

legame del S (o di O 2 nel caso di Hb) sono meglio definiti interazioni<br />

cooperative omotropiche.<br />

M.N. Gadaleta


Effettori/modulatori omotropi ed eterotropi<br />

L’influenza esercitata da molecole di S, attivatori o inibitori sul<br />

legame di altre molecole di S, attivatori o inibitori prende il nome di<br />

interazione omotropa, interazione quasi sempre positiva.<br />

L’influenza esercitata da un ligando sul legame di ligandi diversi,<br />

per es. da un inibitore allosterico sul legame di S o da un inibitore<br />

allosterico sul legame di un attivatore allosterico, prende il nome di<br />

interazione eterotropa e può essere tanto positiva che negativa.<br />

M.N. Gadaleta


da: Baynes<br />

M.N. Gadaleta


Gli enzimi allosterici non seguono la cinetica di MM<br />

da: Nelson & Cox<br />

Il comportamento cinetico<br />

sigmoide riflette la presenza di<br />

interazioni cooperative tra le<br />

diverse subunità dell’enzima. Il<br />

substrato S può comportarsi da<br />

modulatore omotropo positivo in<br />

quanto le subunità dell’enzima<br />

agiscono in modo cooperativo.<br />

(K 0,5 )<br />

M.N. Gadaleta


EFFETTO COOPERATIVO<br />

E’ stato dimostrato in proteine di trasporto (Hb)<br />

proteine enzimatiche<br />

e in molte altre proteine oligomeriche.<br />

FUNZIONE:conferire alla proteina una regolabilità per meglio<br />

rispondere alle esigenze fisiologiche dell’organismo.<br />

Esistono variazioni fisiologiche della concentrazione di S:secondo<br />

l’equazione di Michaelis e Menten quando c’è poco S l’attività<br />

dell’enzima è bassa, quando S aumenta, l’attività dell’enzima aumenta.<br />

M.N. Gadaleta


Ma le variazioni di concentrazione dei S possono essere:<br />

1 tali da regolare la V 0 dell’enzima in risposta alle esigenze metaboliche<br />

cellulari secondo la cinetica di Michaelis e Menten (curva iperbolica). Effetto<br />

cooperativo non necessario<br />

2 molto piccole; insufficienti a regolare la V 0 secondo la cinetica di Michaelis e<br />

Menten: necessità di un effetto omotropo cooperativo positivo che amplifichi<br />

la risposta dell’enzima alle variazioni di concentrazioni di S<br />

3 troppo grandi per regolare la V 0 secondo la cinetica di Michaelis e Menten:<br />

necessità di un effetto omotropo cooperativo negativo per ammortizzare le<br />

variazioni di concentrazione di S.<br />

La sigmoidicità della curva può variare da enzima ad enzima e, quindi, varia la<br />

regolabilità.<br />

Esistono effetti cooperativi misti (prima positivi, poi negativi) che permettono una<br />

maggiore regolabilità a bassa [S] e una minore regolabilità ad alta [S].<br />

M.N. Gadaleta


1 80 1 9<br />

1 7000<br />

A) curva iperbolica di Michaelis e Menten. Una variazione di [S] di circa 80<br />

volte fa variare la Vo dal 10% al 90% del valore della Vmax .<br />

B) curva sigmoide con moderato EFFETTO COOPERATIVO POSITIVO. Una<br />

variazione di [S] di circa 9 volte fa variare laVo dal 10% al 90%dellaVmax .<br />

Le curve sigmoidi sono a volte così ripide che un aumento veramente piccolo<br />

di [S] provoca una accelerazione della velocità di catalisi molto maggiore che<br />

in un enzima semplice.<br />

C) curva iperbole simile dell’EFFETTO COOPERATIVO NEGATIVO. Per un<br />

aumento di velocità dal 10% al 90% occorrerebbe un aumento di [S] di 6000-<br />

7000 volte (es. Gliceraldeide 3P DH).<br />

M.N. Gadaleta


CINETICA DELLE PROTEINE<br />

ALLOSTERICHE<br />

In conseguenza dell’interazione tra<br />

sito di legame per S, sito di legame<br />

per A (modulatore positivo) e/o<br />

sito di legame per I (modulatore<br />

negativo) il diagramma della<br />

velocità iniziale di reazione (v 0 ) in<br />

funzione di [S] è rappresentato da<br />

una curva sigmoide.<br />

Lo stesso dicasi per gli enzimi e per gli effetti di S,A e I<br />

da: Nelson & Cox<br />

M.N. Gadaleta


ASPARTATO TRANSCARBAMILASI (ATCasi):<br />

un enzima allosterico regolato da<br />

S con effetto omotropo cooperativo positivo e da<br />

modulatori eterotropi positivi e negativi,ATP e CTP.<br />

da: Berg J.M. et al. (V Ed.)<br />

(necessarie per la biosintesi<br />

degli acidi nucleici) M.N. Gadaleta


da: Nelson & Cox (IV Ed.)<br />

M.N. Gadaleta


da: Berg J.M. et al. (V Ed.)<br />

M.N. Gadaleta


Effetto omotropo cooperativo negativo<br />

La cinetica di alcuni enzimi allosterici, sebbene simile ad una iperbole<br />

equilatera, non può essere descritta dall’equazione di Michaelis e<br />

Menten (risulta più appiattita e sale molto lentamente, non è una<br />

iperbole equilatera). Il fatto che la curva di saturazione cresce così<br />

lentamente si spiega col fatto che il legame di una molecola di S rende<br />

più difficile il legame delle successive molecole di S.<br />

Esempio:<br />

Gliceraldeide 3fosfato deidrogenasi: 4 siti per NAD +<br />

Gliceraldeide 3fosfato deidrogenasi = enzima regolato da NAD + (che<br />

può essere considerato un substrato dell’enzima) con effetto omotropo<br />

cooperativo negativo<br />

Effetto omotropo cooperativo negativo: il legame della prima molecola<br />

di NAD + diminuisce l’affinità delle altre subunità per NAD + .<br />

M.N. Gadaleta


INIBIZIONE DA PRODOTTO TERMINALE O RETROREGOLAZIONE<br />

O REGOLAZIONE A FEEDBACK<br />

Un chiaro esempio di come operi un meccanismo di regolazione è<br />

rappresentato dalla inibizione a feedback della biosintesi della L-isoleucina<br />

nei batteri: questo processo si realizza in 5 stadi, ciascuno dei quali è legato<br />

ad una reazione <strong>enzimatica</strong>.<br />

Il prodotto finale (L-isoleucina) inibisce il primo enzima in modo tale che,<br />

quando la concentrazione dell’aminoacido L-isoleucina comincia a diventare<br />

significativa, il processo di sintesi si interrompa.<br />

M.N. Gadaleta


<strong>Regolazione</strong> retroattiva nella via di biosintesi della L-<br />

isoleucina.L’inibizione a feedback può essere di tipo<br />

competitivo o allosterico e, in ogni caso, porta ad un<br />

aumento della K m dell’enzima che può superare quello<br />

della [S] in vivo, portando ad una diminuzione o<br />

all’azzeramento della velocità della reazione catalizzata.<br />

M.N. Gadaleta


2. REGOLAZIONE COVALENTE(1)<br />

Nella regolazione covalente, modificazioni covalenti<br />

(rottura o formazione di nuovi legami) catalizzate da E<br />

convertono l’una nell’altra la forma attiva e inattiva degli<br />

E regolati. E’ una regolazione più lenta di quella<br />

allosterica (richiede alcuni minuti).<br />

Esistono diversi tipi di modificazione che hanno luogo a<br />

carico di amminoacidi specifici (vedi figura).<br />

M.N. Gadaleta


Acetilazione Acetilazione<br />

Lys<br />

Lys<br />

M.N. Gadaleta


da: Berg J.M. et al. (V Ed.)<br />

M.N. Gadaleta


REGOLAZIONE COVALENTE(2)<br />

La maggior parte delle modificazioni covalenti sono reversibili per cui per<br />

ognuna di esse sono richiesti due E: una chinasi e una fosfatasi per la<br />

fosforilazione, una acetiltransferasi e una acetilasi per la acetilazione, ecc.<br />

da: Champe<br />

PROTEIN CHINASI (PK) = enzimi che<br />

fosforilano altre proteine utilizzando ATP<br />

(o altri nucleosidi trifosfati) come substrato.<br />

Quaranta dei 280 residui della PKA formano<br />

un nucleo catalitico conservato, comune a<br />

quasi tutte le proteine chinasi conosciute.<br />

Le PK costituiscono una delle più grandi<br />

famiglie di proteine: se ne conoscono più di<br />

550 nella specie umana.<br />

Questa molteplicità di E permette di<br />

ottimizzare la regolazione secondo lo<br />

specifico tessuto, momento o substrato.<br />

M.N. Gadaleta


Serinchinasi,<br />

Serinchinasi,<br />

treoninchinasi,<br />

treoninchinasi<br />

tirosinchinasi


La fosforilazione è un mezzo molto efficiente per regolare l’attività<br />

delle proteine bersaglio<br />

da: Berg J.M. et al. (V Ed.)<br />

M.N. Gadaleta


La fosforilazione è un mezzo molto efficiente per regolare l’attività<br />

delle proteine bersaglio<br />

da: Berg J.M. et al. (V Ed.)<br />

M.N. Gadaleta


3.<strong>Regolazione</strong> mediante proteine controllo<br />

Esistono importanti enzimi oligomerici in cui è presente un particolare<br />

protomero con attività regolatrice; queste subunità non hanno di per sé attività<br />

catalitica, ma, la loro associazione con i protomeri con funzione catalitica,<br />

permette la modulazione dell’attività catalitica del complesso attraverso<br />

cambiamenti conformazionali indotti. Es. proteinchinasi A, calmodulina<br />

(PKA)<br />

(PKA)<br />

da: Berg J.M. et al. (V ed.)<br />

M.N. Gadaleta


La calmodulina funge da subunità regolatrice<br />

di molte proteine complesse, per es. della<br />

glicogeno fosforilasi chinasi o glicogeno sintasi<br />

chinasi 2 e della PK Ca +2 -calmodulina<br />

dipendente<br />

La calmodulina è a sua volta modulata dal<br />

calcio (considerato un terzo messaggero nel<br />

trasferimento dell’informazione metabolica)<br />

da: Champe<br />

M.N. Gadaleta


Gli enzimi regolatori sono a loro volta regolati.<br />

Per es. le proteine chinasi regolano l’attività di molti enzimi attraverso la<br />

fosforilazione, ma che cosa induce l’attivazione delle PK?<br />

Il cAMP è uno degli attivatori delle proteinchinasi (PK-cAMP dipendenti)di cui<br />

modifica la struttura quaternaria.<br />

L’attivazione di una via metabolica è spesso un processo a più tappe iniziato da<br />

molecole segnale che collegano l’ambiente extracellulare con l’ambiente cellulare<br />

per es. gli ormoni.<br />

In generale gli ormoni proteici (insulina, glucagone) e ormoni come l’adrenalina<br />

non entrano nelle cellule ma hanno recettori (molecole proteiche che le<br />

riconoscono) sulle membrane delle cellule bersaglio. Si comportano da ligandi del<br />

recettore.<br />

M.N. Gadaleta


da: Berg J.M. et al. (V Ed.)<br />

M.N. Gadaleta


da: Champe<br />

Molti recettori segnalano il riconoscimento di uno specifico ligando<br />

(ormone o “primo messaggero”) innescando una serie di reazioni che<br />

hanno come risultato finale una altrettanto specifica risposta<br />

intracellulare.<br />

M.N. Gadaleta


I “secondi messaggeri”, es. cAMP, sono la prima<br />

espressione di una cascata di eventi che trasduce il<br />

legame dell’ormone in una risposta cellulare.<br />

Il sistema dell’adenilato ciclasi è particolarmente<br />

importante nella regolazione delle vie del<br />

metabolismo intermedio.<br />

Il cAMP è considerato un antico segnale di “fame”:<br />

nei batteri avvia l’espressione di geni che portano<br />

all’attivazione delle vie cataboliche.<br />

Proteine G: trasducono il messaggio del recettore<br />

legato all’ormone in attivazione dell’adenilato<br />

ciclasi.<br />

da: Champe<br />

M.N. Gadaleta


• La concentrazione del cAMP è regolata dall’adenilato<br />

ciclasi e dalla fosfodiesterasi ciclica.<br />

• Quest’ultima è attivata dal Ca +2 e<br />

inibita da caffeina e teofillina.


Adenilato ciclasi<br />

Fosfodiesterasi<br />

ciclica


<strong>Regolazione</strong> mediante<br />

attivazione di zimogeni


Alcuni<br />

da: Berg J.M. et al. (V ed.)<br />

: Attivazione Irreversibile:è un partic0lare tipo<br />

di regolazione covalente<br />

Il processo è detto anche di maturazione: infatti la scissione proteolitica<br />

favorisce l’acquisizione della struttura tridimensionale funzionalmente<br />

attiva dell’enzima, in quanto concorre alla formazione del sito attivo.<br />

M.N. Gadaleta


da: Stryer<br />

L’attivazione degli zimogeni<br />

pancreatici ha luogo nell’intestino,<br />

cioè laddove essi devono<br />

funzionare.<br />

Una maturazione precoce<br />

porterebbe all’autodigestione del<br />

pancreas con esiti letali.<br />

M.N. Gadaleta


M.N. Gadaleta


M.N. Gadaleta


REGOLAZIONE mediante<br />

COMPARTIMENTAZIONE DELLE VIE METABOLICHE


COMPARTIMENTAZIONE DELLE VIE METABOLICHE<br />

Un altro meccanismo che ha la cellula per regolare il proprio<br />

metabolismo è la compartimentazione delle vie metaboliche.<br />

In genere, le vie anaboliche e quelle cataboliche sono localizzate in<br />

organelli o compartimenti cellulari diversi per agevolare il loro<br />

controllo ed evitare che siano attivate contemporaneamente;<br />

infatti, non avrebbe senso per la cellula che, ad es., l’ossidazione<br />

degli acidi grassi avvenisse contemporaneamente alla loro<br />

biosintesi e nello stesso compartimento cellulare: se ciò si<br />

verificasse ci troveremmo di fronte ad un ciclo futile.<br />

M.N. Gadaleta


Invece, la separazione (compartimentazione) della biosintesi degli<br />

acidi grassi (citoplasma) dalla loro ossidazione (mitocondrio)<br />

permette di controllare i due processi per mezzo della<br />

regolazione del trasporto di intermedi comuni ad entrambi<br />

attraverso la membrana dei mitocondri: per es. gli acil-CoA<br />

(derivati degli acidi grassi legati al CoA) non diffondono<br />

attraverso la membrana mitocondriale, che possono attraversare<br />

solo grazie all’esistenza di uno specifico sistema di trasporto: il<br />

sistema navetta della carnitina (vedi fig. 16.16).<br />

Così, se la situazione metabolica richiede la biosintesi, piuttosto<br />

che l’ossidazione degli acidi grassi, la cellula può controllare,<br />

attraverso segnali ormonali o di altro tipo, il sistema di trasporto<br />

degli acidi grassi in modo da adattarlo alle esigenze cellulari.<br />

M.N. Gadaleta


da: Champe<br />

Il malonilCoA (primo prodotto della biosintesi degli acidi grassi) blocca<br />

la carnitinapalmitoiltransferasi I (CPT I) impedendo l’ingresso degli<br />

acilCoA nei mitocondri e quindi la loro degradazione.<br />

M.N. Gadaleta


• REGOLAZIONE della sintesi e della<br />

demolizione del glicogeno :<br />

1) <strong>Regolazione</strong> allosterica della<br />

glicogeno sintasi e della glicogeno<br />

fosforilasi .<br />

2) <strong>Regolazione</strong> ormonale<br />

(glucagone, adrenalina, insulina) che si<br />

attua attraverso una regolazione<br />

covalente da parte della PKA


<strong>Regolazione</strong> allosterica della<br />

glicogeno sintasi e della<br />

glicogeno fosforilasi .<br />

Fegato:sensore Fegato:sensore<br />

della glicemia:<br />

un alto livello di glucosio nel sangue<br />

inibisce la demolizione del glicogeno<br />

Muscolo:l’attività Muscolo:l’attività<br />

fisica (aumento ( aumento di Ca+2<br />

e di AMP) AMP)<br />

favorisce la demolizione del<br />

glicogeno<br />

La contemporanea attivazione<br />

della glicogeno fosforilasi<br />

e inattivazione della glicogeno<br />

sintasi evita un ciclo futile<br />

da: Champe<br />

M.N. Gadaleta


attraverso la via cAMP-dipendente.<br />

da: Champe<br />

M.N. Gadaleta


da: Champe<br />

Il cAMP attiva le protein-<br />

chinasi c-AMP dipendenti.<br />

La concentrazione della proteina<br />

fosforilata è regolata dall’azione<br />

della protein-chinasi cAMP<br />

dipendente (PKA) e della PKA<br />

fosfatasi.<br />

M.N. Gadaleta


Gli enzimi regolatori modulati covalentemente possono amplificare<br />

notevolmente un segnale chimico mediante un effetto di AMPLIFICAZIONE A<br />

CASCATA.<br />

L’amplificazione a cascata è dovuta al fatto che: ogni molecola di enzima agisce,<br />

in un dato tempo, su migliaia di molecole di S; quando però S è un altro enzima<br />

una serie di 3-4 passaggi possono portare a una enorme amplificazione del<br />

segnale iniziale. La fosforilasichinasi e la glicogenofosforilasi sono coinvolte in<br />

un’amplificazione a cascata in due passaggi:<br />

essi fanno parte di una cascata che comprende altre due tappe e che amplifica il<br />

segnale dell’adrenalina. M.N. Gadaleta


L’amplificazione del segnale<br />

iniziale è pari al prodotto del<br />

numero di turnover dei diversi E<br />

coinvolti nella cascata metabolica.


M.N. Gadaleta


ISOENZIMI<br />

Altro tipo di regolazione del metabolismo (riguarda l’espressione genica).<br />

Isozimi o isoenzimi = forme multiple di un E che si trovano in un singolo<br />

organismo (es. in organi diversi) o anche in una singola cellula (es. in<br />

organuli diversi).<br />

• Catalizzano la stessa reazione<br />

• Hanno proprietà cinetiche diverse<br />

• Rispondono diversamente ai modulatori allosterici<br />

• Hanno diversa composizione in AA (sono il prodotto di geni diversi)<br />

• Se il pI è diverso sono separabili elettroforeticamente<br />

M.N. Gadaleta


Gli isoenzimi hanno proprietà e<br />

caratteristiche cinetiche diverse.<br />

Esochinasi,costitutiva ,ubiquitaria<br />

Km per il Glu:0,05mM<br />

Glucochinasi o EsochinasiD,indotta,<br />

solo nel fegato, da iperglicemia,<br />

Km per il Glu:10mM<br />

La distribuzione delle diverse<br />

forme isoenzimatiche risponde<br />

a)a esigenze di controllo fine delle<br />

velocità metaboliche mediate dalle<br />

risposte diverse di isozimi a<br />

modulatori allosterici diversi, nello<br />

stesso tessuto:<br />

es. l’esochinasi D o glucochinasi<br />

del fegato non è inibito dal Glu-6P<br />

come la esochinasi del fegato e<br />

degli altri tessuti.<br />

M.N. Gadaleta


)a esigenze metaboliche diverse nei differenti organi<br />

es. lattico deidrogenasi (LDH)<br />

5 isozimi nel ratto e in altri animali<br />

acido piruvico + NADH + H + acido lattico + NAD +<br />

LDH<br />

PM = 134.000 4 catene PM = 33.500<br />

M = muscolo H = heart = cuore (forme prevalenti)<br />

M4 , M3H, M2H2 , MH3 , H4 I diversi isozimi della LDH differiscono per K m e V max verso l’acido piruvico.<br />

Nel muscolo scheletrico e nel tessuto embrionale prevale la glicolisi anaerobia<br />

glucosio acido lattico<br />

M 4 ha bassa K m e alta V max per il piruvico<br />

trasforma rapidamente piruvico acido lattico<br />

Nel muscolo cardiaco la glicolisi è fortemente aerobia<br />

glucosio CO 2 + H 2 O senza formazione di lattico<br />

H 4 ha alta Km e bassa V max per il piruvico<br />

M.N. Gadaleta


LDH1 = H4 LDH4 = H3M LDH2 = H3M LDH5 = M4 (anche fegato)<br />

LDH 3 = H 2 M 2<br />

da: Baynes<br />

M.N. Gadaleta


c) metaboliche diverse nei differenti comparti cellulari:<br />

es. aspartato aminotransferasi (AAT) mitocondriale e citoplasmatico<br />

malico deidrogenasi (MDH) mitocondriale e citoplasmatico<br />

d) metaboliche diverse, durante il differenziamento e lo sviluppo ,di tessuti<br />

adulti dalle loro forme embrionali e fetali:<br />

es. profilo isoenzimatico LDH fetale diverso da quello adulto<br />

profilo isoenzimatico delle cellule cancerose simili a quelli fetali<br />

piuttosto che a quelli adulti.<br />

M.N. Gadaleta


Non solo E ma molte proteine possono esistere in forme<br />

multiple.<br />

Oggi si conoscono molte isoforme di proteine ed enzimi. Il<br />

loro studio è importante nella ricerca delle basi molecolari<br />

del differenziamento.<br />

Pattern isoenzimatici in diagnostica: importanti perché gli<br />

isoenzimi caratterizzano i diversi tessuti<br />

M.N. Gadaleta


FINE


e) metaboliche di sincronizzazione, attraverso risposte diverse delle forme<br />

isoenzimatiche a modulatori allosterici diversi:<br />

es. biosintesi di AA diversi dall’aspartato in E.coli<br />

A – 3 isoenzimi modulati a “feedback” da<br />

affettori diversi<br />

B – 2 isoenzimi<br />

C – 2 isoenzimi<br />

A = aspartochinasi<br />

B = omoserina DH<br />

C = treonina deidratasi<br />

M.N. Gadaleta


M.N. Gadaleta


da: Champe


da: Champe


da: Champe<br />

La contemporanea attivazione<br />

della glicogeno fosforilasi e<br />

inattivazione della glicogeno<br />

sintasi evita un ciclo futile.<br />

M.N. Gadaleta


da: Champe


da: Champe


da: Devlin (II Ed.)<br />

M.N. Gadaleta

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