Reflusso gastro-esofageo: trattamento manuale e ... - Medik.Net
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ORZES REFLUSSO GASTRO-ESOFAGEO: TRATTAMENTO MANUALE E KINESITERAPICO<br />
Figura 1. – Tecnica di riduzione con paziente seduto (spiegazione nel testo). Figura 2. – Tecnica di riduzione con paziente seduto (spiegazione nel testo).<br />
zione prima disfunzionale (tosse continua o a crisi) ed in seguito<br />
laringite cronica posteriore.<br />
-L’ernia può dare un mal di gola “atipico”, cioè una sintomatologia<br />
algica a livello medio cervicale che si irradia posteriormente e<br />
che produce quel senso di tensione, di costrizione, di tenaglia, molto<br />
spesso imputato a generica faringite “sinemateria” alla visita<br />
O.R.L. magari in soggetto diatonico. Per comprenderlo è forse utile<br />
pensare: 1) che la muscolatura sopra e sotto ioidea può essere considerata<br />
un ammortizzatore per l’osso ioide (se funziona correttamente);<br />
2) che la catena retta anteriore dinamica 7 comprende la lingua,<br />
la mandibola, il diaframma ecc; 3) alla mole di connessioni<br />
fasciali (es. fascia cc. media che è parte integrante del sistema fasciale<br />
endo-esocranico).<br />
Un’alterazione strutturale e/o disfunzionale anche a distanza dal<br />
punto dove l’algia viene somatizzata, può produrre spasmo muscolare<br />
e riduzione della mobilità che a livello sensazione può essere percepito<br />
come senso di tensione e/o di mal di gola “atipico”.<br />
Disfunzioni secondarie<br />
È abbastanza frequente1-2,9 riscontrare alterazioni di altri distretti<br />
in concomitanza con questa patologia. È talvolta difficile capire il<br />
nesso etiologico che lega queste disfunzioni, tuttavia vanno valutate<br />
ed eventualmente trattate<br />
mediante terapia <strong>manuale</strong>, poiché possono essere concausa e<br />
sostenere parte, anche importante, della sintomatologia.<br />
1) C3-C5 per implicazione frenica e vagale [es. attraverso il fascio<br />
spino-talamico che induce sofferenze (contrattura, alterazioni della<br />
vascolarizzazione, del ph, degli elettroliti ecc.) al segmento a cui<br />
afferisce attraverso informazioni alterate alle corna laterali e/o anteriori<br />
del midollo] con ev. cervico-brachialgie, P.S.O. etc. 2) 1°costa<br />
sn per tensione della fascia connettivale cervico-toracico-pleurica. 3)<br />
7°costa sn o 7° articolazione condrocostale (proiezione anteriore<br />
della regione cardiale). 4) 11°costa sn (zona posteriore di proiezione<br />
cardiale). 5) D5-D7 [zona <strong>gastro</strong>esofagea della catena gangliare laterovertebrale<br />
(non è possibile definire con precisione queste aree<br />
poiché il sistema simpatico si diffonde in più segmenti, comunque<br />
riassumiamo l’opinione di 1-2,17-21 ). 6) Emidiaframma sn ipomobile<br />
con riflessi coinvolgenti la sacro-iliaca sn, attraverso l’ ileo-psoas, il<br />
quadrato dei lombi etc. 7) Ileo-psoas in ipertono per coinvolgimento<br />
dell’emidiaframma corrispondente (inserzioni D12-L3 comuni). 8)<br />
4°spazio intercostale sn (da qui l’esofago e la fascia cervicale<br />
profonda si staccano dalla colonna e questo segmento è fondamentale<br />
crocicchio di catene muscolari etc.[22]. 9) D12-L3 (per coinvolgimento<br />
dei pilastri diaframmatici); per 2 spesso fissazioni L1-L2; la<br />
manipolazione di L1 (spesso fissata in gastralgie, ulcere, ernie iatali)<br />
ha un effetto immediato sul diaframma che, rilassandosi, libera le<br />
tensioni dello sfintere <strong>esofageo</strong> che così funziona meglio.<br />
Trattamento <strong>manuale</strong><br />
In letteratura c’è abbastanza poco; dobbiamo citare i pochi testi<br />
che parlano di questo, i numerosi corsi frequentati e la nostra esperienza<br />
personale. Si lavora manualmente sulla parte bassa dell’esofago<br />
sia perché è l’unica parte accessibile manualmente sia perché è a<br />
questo livello che si accumulano gli effetti delle forze derivate dalle<br />
alterazioni della pressione toraco-addominale.<br />
1° tecnica9,23,24 . Paziente seduto alla giusta altezza, rilassato col<br />
dorso che poggia sull’addome-torace dell’operatore. Questo, cingendo<br />
il paziente, prende appoggio con il pollice sn (o con la punta dei<br />
polpastrelli delle ultime 4 dita di entrambe le mani) sotto l’arcata<br />
costale a livello della 6°cartilagine costale; il pollice dx rinforza l’appoggio<br />
della mano sn. Si cerca l’appoggio palpatorio e si incrementa<br />
progressivamente la spinta sulla regione epigastrica. L’operatore<br />
cifotizza il paziente sia con le braccia che con il proprio tronco e fa<br />
penetrare i pollici più profondamente. Quando si è sulla regione<br />
cardiale, si induce una estensione dorsale premendo in giù coi pollici<br />
(verso l’anca dx e l’interno). Si può ripetere 3-4 volte anche se<br />
dopo la 1°il paziente sarà molto più difeso. Scopo è trazionare verso<br />
il basso il cardias tramite uno stiramento cranio-caudale dello stomaco<br />
e ripristinare una certa forma di equilibrio funzionale delle strutture<br />
esofago-diaframmatiche malfunzionanti1-2 completa la manovra<br />
suddetta da seduto, ruotando il busto a sn e inclinandolo a dx (per<br />
allungare ulteriormente l’ipocondrio sn). Lavora lentamente e ritmi-<br />
4 EUROPA MEDICOPHYSICA October 2008