La riabilitazione precoce intensiva dopo intervento di ... - MediK
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<strong>La</strong> <strong>riabilitazione</strong> <strong>precoce</strong> <strong>intensiva</strong> <strong>dopo</strong> <strong>intervento</strong><br />
<strong>di</strong> protesi d’anca: valutazione dei risultati<br />
C. SERVODIO IAMMARRONE, P. VILLANO, C. CAVALLARO, P.G. MANNA, E. RAIANO, F. SERVODIO IAMMARRONE<br />
Introduzione<br />
L’<strong>intervento</strong> <strong>di</strong> sostituzione protesica dell’anca è <strong>di</strong>venuto uno dei<br />
più frequenti in chirurgia ortope<strong>di</strong>ca per il trattamento <strong>di</strong> fratture del<br />
collo femorale, coxartrosi evolute ed invalidanti, esiti destruenti <strong>di</strong><br />
processi flogistici articolari e <strong>di</strong> artrite reumatoide ed infine <strong>di</strong> patologie<br />
osteonecrotiche su base vascolare.<br />
L’<strong>intervento</strong> nelle coxopatie degenerative è mirato al ripristino in<br />
tempi abbastanza brevi della escursione articolare, in genere fortemente<br />
ridotta e dolorosa, ed al recupero <strong>di</strong> performances motorie<br />
adeguate alle con<strong>di</strong>zioni generali del paziente tali da restituirgli abilità<br />
confacenti e migliorarne globalmente la in<strong>di</strong>pendenza e la qualità<br />
della vita.<br />
Ai fini del raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto<br />
in<strong>di</strong>viduale è <strong>di</strong> fondamentale importanza una corretta assistenza riabilitativa<br />
che sia professionale, <strong>precoce</strong> ed <strong>intensiva</strong> mirata all’addestramento<br />
per il recupero dell’autosufficienza specie nelle ADL ed in<br />
particolare al recupero della deambulazione autonoma con ausili,<br />
della capacità <strong>di</strong> fare in autonomia i cambiamenti posturali e i passaggi<br />
letto/se<strong>di</strong>a e viceversa e la salita e <strong>di</strong>scesa delle scale con<br />
appoggio al corrimano, quando questa abilità era già precedentemente<br />
possibile. Per attuare in maniera ottimale il progetto riabilitativo<br />
in<strong>di</strong>viduale è necessaria una adeguata assistenza sanitaria ed<br />
infermieristica tale da ottenere <strong>precoce</strong>mente la stabilizzazione clinica<br />
postoperatoria del paziente consentendogli <strong>di</strong> eliminare o limitare<br />
le possibili complicanze e <strong>di</strong> collaborare all’iter riabilitativo.<br />
<strong>La</strong> nostra esperienza si riferisce alla <strong>riabilitazione</strong> <strong>intensiva</strong> postchirugica<br />
dei pazienti nei quali sono stati praticati interventi <strong>di</strong> artroprotesi<br />
<strong>di</strong> anca presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Federico<br />
II” <strong>di</strong> Napoli, dove tali interventi sono in genere eseguiti nelle coxopatie<br />
da artrosi e post necrotiche e nelle fratture del collo femore<br />
soprattutto <strong>di</strong> anziani.<br />
Sono stati valutati i pazienti operati nell’arco <strong>di</strong> circa 6 mesi e sottoposti<br />
ad un protocollo riabilitativo post-operatorio “fast” standar<strong>di</strong>zzato,<br />
finalizzato alla prevenzione delle possibili complicanze conseguenti<br />
all’<strong>intervento</strong> <strong>di</strong> protesi d’anca e al ripristino della deambulazione<br />
autonoma e delle abilità funzionali in ambiente domestico.<br />
E’ stato preso in esame un campione <strong>di</strong> 30 pazienti operati <strong>di</strong> protesi<br />
totale <strong>di</strong> anca selezionando solo quelle impiantate per coxartrosi ed<br />
inoltre sono stati sud<strong>di</strong>visi due gruppi <strong>di</strong> 15 pazienti dei quali un<br />
gruppo sottoposto anche ad un programma riabilitativo preoperatorio<br />
in maniera da confrontarlo con un gruppo altrettanto omogeneo<br />
che avesse praticato il solo protocollo <strong>precoce</strong> post-operatorio. Nell’ambito<br />
dei due gruppi sono stati inseriti in maniera random sia<br />
femmine che maschi. <strong>La</strong> <strong>riabilitazione</strong> preoperatoria è stata riservata<br />
EUR MED PHYS 2008;44(Suppl. 1 to No. 3)<br />
Cattedra <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Fisica e Riabilitativa,<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> “Federico II”, Napoli<br />
ai pazienti più anziani in quanto più compromessi sotto il profilo<br />
funzionale e con minore efficienza muscolare ed autonomia. Il programma<br />
riabilitativo <strong>dopo</strong> <strong>intervento</strong> è stato condotto in maniera del<br />
tutto simile nei due gruppi al fine <strong>di</strong> valutare la eventuale <strong>di</strong>fferenza<br />
nei risultati raggiunti. Tale programma è stato comunque personalizzato<br />
per adattarsi alle specifiche esigenze <strong>di</strong> ciascun paziente al fine<br />
<strong>di</strong> consentirgli la migliore autonomia nelle ADL al rientro al proprio<br />
domicilio e il reinserimento ottimale nel contesto familiare e sociale.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Il campione esaminato nel presente lavoro è composto da 30<br />
pazienti, 15 maschi e 15 femmine selezionati in maniera da valutare<br />
anche i possibili fattori aggiuntivi <strong>di</strong> rischio legati al sesso. L’età<br />
me<strong>di</strong>a del campione è 69.43 anni (±7,13 DS), i maschi hanno un età<br />
me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 69,86 anni (± 6,74 DS), le femmine 71,5 (± 9,19 DS). Tra i<br />
soggetti in esame 25 (83,34%) hanno una <strong>di</strong>agnosi d’ingresso <strong>di</strong><br />
coxartrosi non specificata, 2 sono secondarie a <strong>di</strong>splasia congenita<br />
dell’anca (6,66%) e 3 (10%) a necrosi della testa femorale. In tutti i<br />
pazienti sono state impiantate protesi cementate con accesso laterale.<br />
Per evitare la influenza negativa sul processo <strong>di</strong> <strong>riabilitazione</strong> <strong>di</strong><br />
fattori <strong>di</strong> rischio aggiuntivi, abbiamo volutamente escluso pazienti<br />
che avessero patologie car<strong>di</strong>ovascolari e <strong>di</strong>smetaboliche o altre<br />
comorbi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> entità tale da compromettere l’esecuzione <strong>di</strong> un protocollo<br />
accelerato <strong>di</strong> <strong>riabilitazione</strong> postoperatoria. Il tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
degenza, è stato 10,5 (± 2 DS) giorni, mentre la degenza postoperatoria<br />
è risultata me<strong>di</strong>amente pari a 5,03 giorni (±1,09 DS). Sono stati<br />
esclusi dal campione i pazienti con turbe importanti delle funzioni<br />
cognitive che sono state indagate me<strong>di</strong>ante la esecuzione del MMSE<br />
(Mini Mental State Examination) che ha fatto rilevare valori (da 24 a<br />
30) contenuti nell’ambito della normalità nel 90 % dei pazienti tranne<br />
tre con valori lievemente inferiori (tra 20 e 24). Tutti i pazienti<br />
hanno cominciato la <strong>riabilitazione</strong> a letto il giorno stesso dell’<strong>intervento</strong><br />
e l’hanno continuata ininterrottamente adattandola alla evoluzione<br />
del decorso ed alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stabilità clinica e <strong>di</strong> compliance<br />
del singolo paziente fino al momento della <strong>di</strong>missione. Il<br />
protocollo riabilitativo preoperatorio riservato ai 15 pazienti del campione<br />
più anziani è consistito <strong>di</strong> esercizi per la rieducazione respiratoria,<br />
il rinforzo delle reazioni posturali e dei muscoli antigravitari, il<br />
Vol. 44 - Suppl. 1 to No. 3 EUROPA MEDICOPHYSICA 1
SERVODIO IAMMARONE LA RIABILITAZIONE PRECOCE INTENSIVA DOPO INTERVENTO DI PROTESI D’ANCA: VALUTAZIONE DEI RISULTATI<br />
rinforzo della muscolatura degli arti superiori e <strong>di</strong> istruzione agli<br />
esercizi da effettuare nell’imme<strong>di</strong>ato postoperatorio.<br />
Il programma riabilitativo postoperatorio è stato condotto in<br />
maniera analoga nei due gruppi del campione ed è volto al recupero<br />
funzionale ottimale del paziente nel periodo relativamente breve<br />
della degenza postchirurgica ed alla contemporanea riduzione e prevenzione<br />
delle complicanze possibili in tale fase.<br />
Nella <strong>riabilitazione</strong> post-protesica sono <strong>di</strong> norma previsti anche<br />
esercizi <strong>di</strong> rieducazione e facilitazione neuromuscolare propriocettiva<br />
che tuttavia non sono facilmente praticabili in un protocollo accelerato<br />
come quello eseguito nella nostra esperienza.<br />
Al termine del ricovero viene proposta al paziente una intervista<br />
relativa alla sua sod<strong>di</strong>sfazione riguardo la degenza, il proprio stato <strong>di</strong><br />
salute ed gli obiettivi in<strong>di</strong>viduali raggiunti con il percorso riabilitativo;<br />
viene anche fornito un opuscolo con i consigli per le modalità <strong>di</strong><br />
gestione delle attività in ambito domiciliare e per le pratiche riabilitative<br />
da continuare a casa <strong>dopo</strong> la <strong>di</strong>missione.<br />
Nell’imme<strong>di</strong>ato post-operatorio vengono poste in atto tutte le<br />
misure mirate alla profilassi delle complicanze al fine <strong>di</strong> prevenire:<br />
– TVP: attraverso la mobilizzazione <strong>precoce</strong>, l’utilizzo della calza<br />
elastica a compressione graduale e <strong>di</strong> farmaci anticoagulanti quali<br />
l’eparina a basso peso molecolare;<br />
– lussazioni: limitando posture anomale che prevedano un eccessivo<br />
grado <strong>di</strong> libertà nei tre piani dello spazio dell’articolazione<br />
coxo-femorale;<br />
– piaghe da decubito e <strong>di</strong>strofie cutanee attraverso: la <strong>precoce</strong><br />
mobilizzazione a letto, la costante attuazione dei cambi posturali<br />
e la rapida messa in carico del paziente per facilitare la ripresa<br />
del controllo della statica attiva nella postura eretta e appena<br />
possibile della deambulazione, prima assistita e quin<strong>di</strong> autonoma<br />
con l’uso <strong>di</strong> ausili idonei da utilizzare con in<strong>di</strong>cazioni personalizzate<br />
in base alle caratteristiche del singolo paziente.<br />
Tutti i pazienti vengono preventivamente istruiti nei giorni precedenti<br />
l’<strong>intervento</strong> sugli obiettivi da perseguire e raggiungere, sui<br />
tempi e le modalità del percorso riabilitativo ed infine su come evitare<br />
complicanze post-operatorie, soprattutto la lussazione dell’impianto.<br />
Il nostro protocollo post-operatorio viene attuato <strong>precoce</strong>mente,<br />
già poche ore <strong>dopo</strong> l’<strong>intervento</strong> tenendo conto delle con<strong>di</strong>zioni<br />
cliniche del paziente. <strong>La</strong> <strong>riabilitazione</strong> viene praticata nel reparto<br />
<strong>di</strong> degenza e prevede almeno due sedute <strong>di</strong> fisioterapia quoti<strong>di</strong>ane<br />
della durata <strong>di</strong> circa un’ora ciascuna, viene opportunamente personalizzata<br />
ed eventualmente <strong>di</strong>lazionata nell’ambito della stessa<br />
giornata per adattarla anche alla tolleranza del paziente ed al suo<br />
grado <strong>di</strong> collaborazione, variando il numero, la durata e gli intervalli<br />
delle sedute, la frequenza, l’intensità e la <strong>di</strong>fficoltà degli esercizi proposti.<br />
Giorno dell’<strong>intervento</strong><br />
A letto<br />
– movimenti passivi e attivi assistiti e/o liberi per la flesso-estensione<br />
della tibio-tarsica;<br />
– contrazione isometrica dei muscoli glutei e quadricipiti femorali;<br />
– pompaggi delle caviglie;<br />
– mobilizzazione passiva e attiva assistita cauta dell’arto operato<br />
mantenuto in una doccia <strong>di</strong> gommapiuma per evitare malposizioni<br />
durante i primi giorni postoperatori.<br />
Primo giorno successivo all’<strong>intervento</strong>:<br />
A letto: agli esercizi precedenti che vengono incrementati per frequenza<br />
e durata si aggiungono:<br />
– flessione passiva ed attiva assistita del ginocchio e dell’anca;<br />
– scivolamenti attivi sul tallone;<br />
– sollevamenti arti a ginocchia estese.<br />
Da seduto:<br />
– flesso estensione attiva delle ginocchia;<br />
– contrazione isometrica dei muscoli quadricipite e bicipite femorale;<br />
– abduzione passiva e rinforzo isometrico dell’arto, specie del<br />
me<strong>di</strong>o gluteo.<br />
Secondo giorno dall’<strong>intervento</strong><br />
A letto; agli esercizi precedenti si aggiungono:<br />
– spinte con i talloni sul piano del letto;<br />
– sollevamenti degli arti a ginocchia estese-flesse a trenta gra<strong>di</strong>;<br />
– abduzione attiva-assistita delle anche.<br />
Il paziente viene messo in pie<strong>di</strong> e pratica<br />
– deambulazione con girello all’interno della stanza;<br />
– abduzione attiva-assistita delle anche.<br />
Terzo giorno dall’<strong>intervento</strong><br />
Gli esercizi precedenti vengono incrementati per intensità e durata<br />
e la deambulazione con girello viene eseguita fuori della stanza <strong>di</strong><br />
degenza su percorsi più lunghi si fanno eseguire gli spostamenti letto-se<strong>di</strong>a<br />
se<strong>di</strong>a-letto in modo da aumentarne progressivamente l’in<strong>di</strong>pendenza<br />
nei movimenti.<br />
Quarto giorno dall’<strong>intervento</strong><br />
Si ripetono gli esercizi precedentemente descritti e si mette in<br />
pie<strong>di</strong> il paziente con l’ausilio dei bastoni canadesi.<br />
Quinto giorno dall’<strong>intervento</strong><br />
Agli esercizi precedenti il paziente viene educato a salire e scendere<br />
le scale con l’ausilio dei bastoni canadesi.<br />
Sesto giorno dall’<strong>intervento</strong><br />
Il paziente che ha acquisito con buona autonomia le abilità motorie<br />
incluse nel progetto riabilitativo in<strong>di</strong>viduale viene in genere<br />
<strong>di</strong>messo. Nei pazienti ancora degenti, in genere più anziani o con<br />
problemi <strong>di</strong> peso e quin<strong>di</strong> con minor grado <strong>di</strong> autosufficienza si<br />
continua il protocollo intensificando gli esercizi precedenti.<br />
Gli esercizi vengono ripetuti più volte nel corso della stessa giornata<br />
sia con l’aiuto del terapista, sia in autogestione da parte del<br />
paziente per gli esercizi più semplici <strong>dopo</strong> sua accurata istruzione. Si<br />
cerca <strong>di</strong> mantenere lo stesso terapista per tutta la durata del trattamento<br />
in ricovero in maniera da stabilire un rapporto ottimale <strong>di</strong><br />
fiducia e <strong>di</strong> collaborazione tra paziente e terapista e facilitare l’attuazione<br />
del programma riabilitativo in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> massima sicurezza<br />
psicologica per il paziente stesso. Al terapista viene affidata quoti<strong>di</strong>anamente<br />
una scheda personalizzata per ogni paziente con la<br />
<strong>di</strong>stribuzione degli esercizi da eseguire nell’arco del periodo <strong>di</strong><br />
degenza nella quale vengono riportati gli obiettivi da raggiungere e<br />
devono essere annotate le eventuali <strong>di</strong>fficoltà incontrate nell’attuazione<br />
del protocollo. Quoti<strong>di</strong>anamente il terapista relaziona sul recupero<br />
del paziente ed insieme al me<strong>di</strong>co valuta la efficacia ed efficienza<br />
del trattamento attuato e le eventuali mo<strong>di</strong>fiche da apportare<br />
al ritmo, intensità e durata degli esercizi proposti in base alla compliance<br />
del paziente stesso. I familiari vengono istruiti opportunamente<br />
su tutte le modalità applicative degli esercizi e su come devono<br />
essere eseguiti i cambiamenti posturali, i passaggi letto/se<strong>di</strong>a, l’uso<br />
dell’alzawater e gli esercizi da continuare a domicilio.<br />
Risultati<br />
Nella valutazione dei risultati abbiamo preso in considerazione:<br />
– rimozione del catetere vescicale che viene applicato <strong>di</strong> norma a<br />
tutti i pazienti operati. Nelle femmine viene mantenuto me<strong>di</strong>a-<br />
2 EUROPA MEDICOPHYSICA October 2008
LA RIABILITAZIONE PRECOCE INTENSIVA DOPO INTERVENTO DI PROTESI D’ANCA: VALUTAZIONE DEI RISULTATI SERVODIO IAMMARRONE<br />
mente per 2,7 (± 0,81 DS) gg. dall’<strong>intervento</strong>, nei maschi per 1,13<br />
(± 0,35 DS) gg. Riteniamo <strong>di</strong> particolar importanza la rimozione<br />
<strong>precoce</strong> del catetere per facilitare gli esercizi e gli spostamenti e<br />
nel contempo per ridurre il rischio <strong>di</strong> infezioni urinarie;<br />
– posizione seduta: viene raggiunta in me<strong>di</strong>a <strong>dopo</strong> 1,4 gg. (± 0,5<br />
DS) dall’<strong>intervento</strong>. I maschi raggiungono questo obbiettivo in<br />
me<strong>di</strong>a <strong>dopo</strong> 1,33 gg. (± 0,48 DS), le femmine <strong>dopo</strong> 1,46 (± 0,51<br />
DS);<br />
– posizione eretta, trasferimenti letto/se<strong>di</strong>a e viceversa e deambulazione<br />
con girello sono tutte <strong>di</strong> solito effettuate nella stessa giornata,<br />
in me<strong>di</strong>a cioè <strong>dopo</strong> gg. 2,83 (± 0,79 DS) dall’<strong>intervento</strong>. I<br />
maschi raggiungono questo obiettivo in me<strong>di</strong>a <strong>dopo</strong> 2,8 (± 0,83<br />
DS), le femmine 2,86 (± 0,77 DS);<br />
– deambulazione con bastoni canadesi viene concessa in me<strong>di</strong>a a<br />
gg 4.8 (± 0,8 DS) dall’<strong>intervento</strong>; questi valori sono più bassi nei<br />
maschi 4,8 (± 0,83 DS) rispetto alle femmine 4,86 (± 0,77 DS)<br />
– salita e <strong>di</strong>scesa delle scale con corrimano ed assistenza: me<strong>di</strong>amente<br />
al 5° giorno postoperatorio (± 1,09 DS), i maschi me<strong>di</strong>amente<br />
in gg. 5,06 (± 1,09 DS), le femmine in gg. 6,33 (± 1,13 DS).<br />
<strong>La</strong> <strong>riabilitazione</strong> è continuata fino alla <strong>di</strong>missione che ha visto<br />
l’85% dei pazienti raggiungere un ROM adeguato ed un buon livello<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza, soprattutto per gli spostamenti in ambito intradomiciliare,<br />
mentre qualche <strong>di</strong>fficoltà maggiore si è riscontrata per la<br />
capacità <strong>di</strong> salire e scendere le scale. Nessun paziente ha sviluppato<br />
infezioni. Nei pazienti più anziani per i quali era preve<strong>di</strong>bile una<br />
minore autonomia ed un più lungo periodo <strong>di</strong> malattia artrosica<br />
associata a minore efficienza muscolare abbiamo attuato un programma<br />
riabilitativo preoperatorio come precedentemente descritto.<br />
Questi pazienti con una prognosi riabilitativa peggiore sia in relazione<br />
all’età che ad una frequente comorbi<strong>di</strong>tà hanno raggiunto risultati<br />
pressocchè sovrapponibili al gruppo dei pazienti più giovani senza<br />
vedere prolungata la degenza postoperatoria, né significativamente<br />
ridotti gli obiettivi funzionali raggiunti. In questi pazienti tali obiettivi<br />
sono stati raggiunti con solo qualche giorno <strong>di</strong> ritardo rendendo<br />
ragione della variabilità nella me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>anzi presentata. Nelle donne,<br />
per le quali è stata osservata una tendenza a raggiungere più lentamente<br />
e con maggiore <strong>di</strong>fficoltà gli obiettivi previsti dal progetto riabilitativo<br />
in<strong>di</strong>viduale, va considerato un fattore <strong>di</strong> rischio aggiuntivo<br />
legato al peso corporeo che è risultato più elevato rispetto al peso<br />
forma considerato ideale per età e sesso in un numero più elevato<br />
<strong>di</strong> soggetti (nel 73,3% delle pazienti femmine rispetto al 26,6% dei<br />
maschi).<br />
Discussione<br />
Il protocollo riabilitativo proposto, sempre inserito in un progetto<br />
riabilitativo in<strong>di</strong>viduale che tenga conto delle con<strong>di</strong>zioni generali del<br />
paziente, delle abilità precedenti e <strong>di</strong> quelle realisticamente raggiungibili<br />
anche in base alle capacità cognitive e <strong>di</strong> collaborazione, viene<br />
<strong>di</strong> norma attuato entro i tempi previsti <strong>di</strong> una normale degenza postoperatoria<br />
ed ha quin<strong>di</strong> i caratteri della precocità e della intensività.<br />
L’età avanzata, la coesistenza <strong>di</strong> due o più comorbi<strong>di</strong>tà e le capacità<br />
cognitive con<strong>di</strong>zionano comunque il raggiungimento degli outcome<br />
previsti, come del resto già noto dalla letteratura1,2 . In particolare il<br />
deca<strong>di</strong>mento delle funzioni cognitive e la concomitanza <strong>di</strong> uno stato<br />
depressivo rappresentano fattori <strong>di</strong> rischio importanti sia perchè <strong>di</strong><br />
solito prolungano la degenza me<strong>di</strong>a del paziente, sia perchè influenzano<br />
negativamente la prognosi a fini dell’outcome3,4 . A tale scopo<br />
abbiamo selezionato solo pazienti senza significativo deterioramento<br />
delle funzioni cognitive, in modo da rendere la casistica il più omogenea<br />
possibile eliminando un importante fattore <strong>di</strong> rischio per l’outcome<br />
finale.<br />
I dati riportati confermano quanto già evidenziato in letteratura<br />
che i tempi necessari ad ottenere il recupero funzionale sono sensibilmente<br />
<strong>di</strong>versi nei maschi rispetto alle femmine risultando il sesso<br />
femminile fattore <strong>di</strong> rischio aggiuntivo, oltre l’età e le funzioni cognitive<br />
per il recupero funzionale.<br />
È altrettanto chiaro dalla letteratura che la mobilizzazione <strong>precoce</strong><br />
e un trattamento riabilitativo intensivo e tempestivo sono <strong>di</strong> fondamentale<br />
importanza per un ottimale recupero funzionale del<br />
paziente protesizzato 5 . <strong>La</strong> riduzione dei tempi <strong>di</strong> <strong>intervento</strong> ed una<br />
assistenza riabilitativa ben condotta consentono non soltanto <strong>di</strong><br />
ridurre i tempi <strong>di</strong> degenza post-operatoria, <strong>di</strong> limitare o azzerare le<br />
complicanze correlate a questa fase particolarmente delicata, ma<br />
soprattutto <strong>di</strong> conseguire entro tale periodo, per un elevato numero<br />
<strong>di</strong> pazienti, il ritorno al proprio domicilio con una sod<strong>di</strong>sfacente<br />
autonomia evitando la necessità <strong>di</strong> ulteriore degenza in strutture <strong>di</strong><br />
<strong>riabilitazione</strong> estensiva. I nostri rilievi circa la vali<strong>di</strong>tà della <strong>riabilitazione</strong><br />
<strong>intensiva</strong> <strong>precoce</strong> <strong>dopo</strong> la chirurgia protesica, che vale in<br />
generale per quella ortope<strong>di</strong>ca maggiore, sia ai fini della lunghezza<br />
della degenza, dei tempi <strong>di</strong> recupero, del livello quantitativo e qualitativo<br />
del recupero raggiunto ed infine dei costi in termini <strong>di</strong> risparmio<br />
della spesa sanitaria trovano ampia conferma dai dati della letteratura<br />
1,6,7 .<br />
Conclusioni<br />
I risultati ottenuti con il protocollo proposto si sono <strong>di</strong>mostrati<br />
molto favorevoli sia ai fini del recupero del movimento, sia al raggiungimento<br />
della stabilità articolare. Tutti i pazienti hanno conseguito<br />
una buona autonomia sia nella deambulazione sia nei trasferimenti<br />
se<strong>di</strong>a-letto, letto-se<strong>di</strong>a. Nessun paziente ha lamentato persistenza<br />
del dolore e il grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione, valutato tramite un<br />
intervista, è stato elevato raggiungendo l’86 % del totale del campione<br />
esaminato. <strong>La</strong> <strong>riabilitazione</strong> <strong>precoce</strong> ed <strong>intensiva</strong> attuata con un<br />
progetto in<strong>di</strong>viduale adattato alle con<strong>di</strong>zioni generali del paziente ed<br />
attentamente monitorizzato è, sulla base della esperienza riportata,<br />
fondamentale per il buon esito dell’<strong>intervento</strong> ai fini del recupero<br />
funzionale e dell’autonomia dei pazienti trattati ed inoltre riduce i<br />
costi necessari per far fronte alla cura delle complicanze post-operatorie<br />
che risultano assai limitate e <strong>di</strong> minor rilievo, abbassano i tempi<br />
<strong>di</strong> degenza me<strong>di</strong>a limitando al minimo la necessità <strong>di</strong> ulteriore<br />
degenza presso strutture <strong>di</strong> <strong>riabilitazione</strong> estensiva.<br />
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Vol. 44 - Suppl. 1 to No. 3 EUROPA MEDICOPHYSICA 3