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316 - cappelli - Medik.Net

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La riabilitazione delle difficoltà linguistiche in esito a trauma<br />

cranioencefalico: un caso di afasia ottica<br />

Introduzione<br />

Nel presente lavoro viene descritto il percorso riabilitativo neuropsicologico<br />

di una ragazza di 15 anni con esiti complessi di trauma<br />

cranio-encefalico da incidente della strada.<br />

In particolare dalla complessità clinica e degli interventi terapeutici<br />

realizzati, abbiamo enucleato una parte del percorso di trattamento.<br />

L’intervento riabilitativo che descriveremo è stato centrato sulla<br />

diagnosi e sul trattamento di un’afasia ottica, un disturbo della denominazione<br />

di oggetti specifico per la modalità visiva. Nel caso clinico<br />

presentato il disturbo afasico coesisteva con altre difficoltà neuropsicologiche<br />

a carico delle funzioni esecutive.<br />

Il modello concettuale di riferimento dal quale discendono le<br />

strategie adottate nel progetto riabilitativo ipotizza l’esistenza di un<br />

continuum tra i disturbi visuo-visivi, ascrivibili all’agnosia visiva, e<br />

quelli visuo-verbali, riferibili all’afasia ottica. Entrambi questi disturbi<br />

sono espressione di un danno o di una disconnessione del sistema<br />

visivo ventrale implicato nell’identificazione di oggetti che dalla corteccia<br />

visiva primaria si estende al lobo temporale inferiore (Goodale<br />

& Milner, 2006; Ungerleider & Mishkin, 1982).<br />

L’agnosia visiva consiste nella perdita della capacità di riconoscere<br />

persone o oggetti già noti ed il loro uso appropriato malgrado<br />

l’integrità degli organi di senso, come risultato della mancata elaborazione<br />

delle informazioni fornite dalla vista conseguenti a lesioni<br />

delle aree associative visive. Il paziente con agnosia visiva, dunque,<br />

non è in grado di riconoscere o identificare visivamente un oggetto<br />

malgrado abilità visive (e.g., l’acuità visiva, l’ampiezza del campo<br />

visivo, l’elaborazione e l’attenzione visiva) adeguate ed in assenza di<br />

problematiche linguistiche e di memoria. Nei casi di agnosia visiva<br />

pura, lo stesso oggetto può essere identificato tramite altri canali<br />

sensoriali, ad esempio attraverso la modalità tattile.<br />

L’afasia ottica consiste in un deficit di denominazione limitato a<br />

stimoli presentati in modalità visiva: lo stimolo visivo non raggiunge i<br />

centri linguistici dell’emisfero dominante per essere processato. Le<br />

lesioni cerebrali più comuni associate a questo deficit del linguaggio,<br />

che determinano una disconnessione visuo-verbale, cioè danneggiano<br />

la possibilità che l’informazione visiva raggiunga il giro angolare<br />

dell’emisfero dominante (aree del linguaggio lateralizzate usualmente<br />

nell’emisfero sinistro) possono interessare la corteccia visiva striata<br />

(più spesso la sinistra), il corpo calloso, la sostanza bianca sottoangolare<br />

o il Nucleo Genicolato Laterale (dando luogo a combinazioni<br />

di profili disfunzionali comprendenti o meno l’alessia o l’anomia<br />

per i colori) L’afasia ottica si manifesta come un difetto di denominazione<br />

di stimoli visivi mentre il loro riconoscimento risulta integro.<br />

EUR MED PHYS 2008;44(Suppl. 1 to No. 3)<br />

F.R. CAPPELLI, I. AMICUZI, G. APICELLA, P. DI GIULIO, L. BARCA, E. CASTELLI, M. STORTINI<br />

Dipartimento di Riabilitazione Pediatrica OPBG IRCCS, Roma<br />

Nell’afasia ottica, dunque, lo stimolo è ben riconosciuto ed è indenne<br />

la capacità di fornire informazioni su di esso quando viene proposto<br />

tramite una modalità verbale, mentre di fronte a questa stessa richiesta<br />

l’agnosico visivo è esitante, sostiene di non riconoscere l’oggetto<br />

e procede per approssimazioni. Inoltre, per le combinazioni lesionali<br />

sottostanti, pazienti con afasia ottica presentano, spesso, anche una<br />

compromissione delle abilità di lettura che si manifesta con un processamento<br />

lettera-per-lettera (in cui l’analisi della parola intera è<br />

pregiudicata e lo stimolo viene elaborato in maniera analitica attraverso<br />

l’elaborazione di ogni singola lettera alla volta) o una peculiare<br />

compromissione di denominazione dei colori.<br />

Storia Clinica<br />

M.D. (15 aa) è giunta presso l’Unità Operativa Complessa di Neuroriabilitazione<br />

Pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù<br />

(Palidoro) nel mese di Gennaio 2006 a distanza di circa 3 mesi dall’incidente<br />

della strada avvenuto il 29 Ottobre 2005 in cui era passeggera<br />

su un motorino e non indossava il casco. La diagnosi all’ingresso<br />

era: Gravi esiti di trauma cranico in un quadro di politrauma<br />

da incidente stradale”. All’esame obiettivo si riscontrava: stato di<br />

vigilanza con modesta interazione con l’ambiente, assenza di ritmo<br />

sonno-veglia strutturato, mutismo post-traumatico, anisocoria per<br />

dx>sn, pupilla dx non reagente alla luce, deficit del III nervo cranico<br />

destro con midriasi, ptosi parziale e abduzione dell’occhio, scarsa<br />

motilità ai quattro arti, con ROT accentuati all’arto inferiore dx con<br />

achilleo polifasico a dx e a sn, riflesso rotuleo a sn non elicitabile,<br />

limitazione della flesso estensione del ginocchio dx, dorsiflessione<br />

dell’alluce come risposta a riflesso cutaneo plantare dx e sn, tremore<br />

a scosse ampie all’arto superiore sn.<br />

Nei tre mesi immediatamente successivi all’incidente la paziente<br />

aveva eseguito presso altra UO:<br />

– accertamenti neuro-radiologici (TC e RMN cerebrale) che evidenziavano<br />

un ‘danno assonale diffuso parietale posteriore sinistro e<br />

frontale destro, a livello del centro semiovale, dello splenio del<br />

corpo calloso con estensione a destra in sostanza bianca periventricolare,<br />

in sede talamica destra e nucleo capsulare, in sede<br />

mesencefalica sinistra, nel peduncolo cerebellare sinistro’ (nella<br />

dinamica dell’incidente la regione cerebrale primariamente interessata<br />

dall’urto era la temporo-occipitale sn);<br />

Vol. 44 - Suppl. 1 to No. 3 EUROPA MEDICOPHYSICA 1


CAPPELLI LA RIABILITAZIONE DELLE DIFFICOLTÀ LINGUISTICHE IN ESITO A TRAUMA CRANIOENCEFALICO: UN CASO DI AFASIA OTTICA<br />

Tabella I. – Protocollo di valutazione.<br />

Aree valutate Prove Abbreviazione<br />

Livello cognitivo CPM _<br />

Linguaggio Comprensione lessicale - CL (Basso)<br />

batteria Basso<br />

Comprensione lessicale di CLPsa (Basso)<br />

parole semanticamente affini<br />

– batteria Basso<br />

Comprensione nomi - batteria BADA CN (BADA)<br />

Comprensione della lettura Clettura<br />

Comprensione morfosintattica - CM (T.T.)<br />

Token test<br />

Comprensione morfosintattica – CM (BADA)<br />

batteria BADA<br />

Produzione lessicale denominazione PLDs (Basso)<br />

sostantivi Basso<br />

Produzione lessicale denominazione PLDs (BADA)<br />

sostantivi BADA<br />

Produzione lessicale PLDdv (BADA)<br />

denominazione su descrizione<br />

verbale BADA<br />

Produzione lessicale denominazione PLDa (Basso)<br />

azioni Basso<br />

Produzione lessicale denominazione PLDa (BADA)<br />

azioni BADA<br />

Memoria Test delle 15 parole di REY r.i. TRey r.i.<br />

Test delle 15 parole di REY r.d. TRey r.d.<br />

Funzioni esecutive Fluenze fonetiche e categoriali Ffc<br />

– intervento di impianto di sensore parenchimale per il monitoraggio<br />

della pressione intracranica,<br />

– riduzione e stabilizzazione delle fratture mandibolari,<br />

– intervento di PEG e tracheotomia.<br />

La ventilazione meccanica si era protratta fino al 20 Novembre 2005.<br />

Successivamente al trasferimento presso la UOC di Neuroriabilitazione<br />

Pediatrica è stato elaborato un progetto riabilitativo personalizzato<br />

riguardante: le funzioni di base, le abilità neuropsicologiche e<br />

le problematiche psicologiche relative al vissuto della famiglia. Il<br />

ricovero per il trattamento riabilitativo si è protratto fino al 2 Febbraio<br />

2007 ed è stato articolato in diverse fasi di intervento ognuna<br />

riferita ad un progetto-programma periodicamente modificato relativamente<br />

all’evoluzione del quadro clinico.<br />

Possiamo considerare momenti particolarmente significativi nella<br />

storia clinica:<br />

– marzo 2006: TC di controllo, nessuna modificazione rispetto ai<br />

precedenti controlli,<br />

– giugno 2006: chiusura della tracheostomia,<br />

– luglio del 2006: comparsa dei primi segnali verbali e somministrazione<br />

del primo protocollo di valutazione neuropsicologica (si<br />

veda il paragrafo successivo),<br />

– ottobre 2006: RM, si documenta: ‘evidente e diffusa riduzione dell’iperintensità<br />

a livello dei giri fronto-parieto-occipitali. Residuano delle<br />

piccole aree di iperintensità in sede fronto-temporale ed una parziale<br />

riduzione delle cavità ventricolari. Lievemente meno apprezzabile<br />

l’ipointensità in corrispondenza dei peduncoli cerebellari’.<br />

Materiali e metodi<br />

Valutazione neuropsicologica ed ipotesi diagnostiche.<br />

Nel Luglio del 2006 viene somministrato il primo protocollo di<br />

valutazione volto ad indagare le seguenti aree: livello cognitivo, linguaggio,<br />

memoria, funzioni esecutive. Il protocollo è composto di<br />

15 prove riportate nella Tabella I.<br />

Emergono difficoltà in tutte le aree esplorate e prevalenti nell’area<br />

linguistica, dove si evidenzia un disturbo di tipo afasico con particolare<br />

compromissione della denominazione di oggetti e figure. Qualitativamente<br />

gli errori di denominazione interessano sia il sistema<br />

semantico sia aspetti legati al riconoscimento visivo; infatti quando<br />

gli oggetti vengono esplorati con modalità tattile o ne viene proposto<br />

il gesto d’uso la denominazione è più corretta. Si ipotizza, dunque,<br />

un quadro assimilabile ad una afasia ottica. Tale ipotesi diagnostica è<br />

suffragata dal quadro RM ed in particolare dalla lesione parietale<br />

posteriore sinistra, frontale destra e dello splenio del corpo calloso.<br />

Nelle successive somministrazioni del protocollo (eseguite ad<br />

Ottobre 2006 e Gennaio 2007) si riscontrano ancora evidenti problemi<br />

nella denominazione di oggetti e figure, in particolare intracategoriali<br />

(frutta, animali, colori e città).<br />

L’evoluzione del quadro linguistico si caratterizza inoltre per un<br />

miglioramento del linguaggio spontaneo a livello dei contenuti, dell’accuratezza<br />

lessicale e dell’espressione verbale spontanea. Si segnalano<br />

ancora difficoltà di coordinazione pneumo-fonica. La strutturazione<br />

sintattica risulta adeguata e M. è in grado di riassumere oralmente<br />

brevi testi. Nella figura 1 sono riportati i risultati in percentuale<br />

delle tre somministrazioni del protocollo.<br />

Un incremento significativo delle prestazioni in ogni area è evidenziabile<br />

dall’osservazione del Grafico e dal confronto tra le due<br />

somministrazioni (Fig. 2).<br />

Nota. Valori prossimi allo 0 indicano una prestazione costante tra<br />

le due somministrazioni, valori superiori allo 0 indicano un incremento<br />

nella prestazione, valori inferiori indicano un peggioramento<br />

nella prestazione.<br />

Abilità cognitive: non risultano particolarmente compromesse fin<br />

dalla prima somministrazione del protocollo, ed a sei mesi di distanza<br />

si osserva un leggero miglioramento nella prestazione al CPM.<br />

Area linguistica: si apprezza un incremento consistente nella comprensione<br />

di lettura (prova non eseguita nella prima somministrazione<br />

ed eseguita adeguatamente nella terza). Miglioramenti emergono<br />

anche, nell’ordine, nella denominazione di azioni, descrizione verbale,<br />

comprensione morfosintattica, denominazione di sostantivi e comprensione<br />

di parole semanticamente affini. Nelle altre prove si osserva<br />

una lieve variazione positiva. Si osserva un live peggioramento<br />

nelle denominazione di sostantivi della batteria B.A.D.A.<br />

Abilità di memoria e funzioni esecutive: si apprezzano miglioramenti:<br />

la prova di fluenza fonetica e categoriale non era stata eseguita nella<br />

prima somministrazione e viene eseguita adeguatamente nella terza.<br />

Trattamento Riabilitativo<br />

Nel corso del ricovero la paziente è stata seguita relativamente agli<br />

aspetti comunicativi, linguistici e neuropsicologici con trattamenti quotidiani<br />

mirati a raggiungere obiettivi coerenti all’evoluzione del quadro<br />

clinico riabilitativo. Tale percorso può essere suddiviso in quattro fasi.<br />

Fase uno (febbraio-maggio 2006): si è cercato di promuovere il mantenimento<br />

del contatto visivo, di evocare risposte si/no non verbali e<br />

di prolungare i limitati tempi di reazione. Contemporaneamente è iniziato<br />

un intervento mirato all’avvio dell’alimentazione per OS e di stimolazione<br />

bucco-facciale (il training fono-articolatorio iniziato in questa<br />

fase è continuato anche nelle fasi successive).<br />

Fase due (giugno-luglio 2006): a livello neurovisivo si è cercato<br />

di migliorare l’inseguimento e la localizzazione con particolare<br />

riguardo all’emispazio destro. A tal fine è stata sfruttata l’integrazione<br />

audio-visiva utilizzando lo strumento G.P.S., tramite il quale sono<br />

state inizialmente presentate nell’emispazio destro delle sequenze di<br />

stimoli luminosi e sonori e successivamente solo delle sequenze<br />

luminose (si veda anche Frassinetti et al., 2005). Le attività riguardanti<br />

lo sguardo sono sempre state inserite in contesti di azioni<br />

caratterizzati da una marcata rilevanza del raggiungimento del target<br />

2 EUROPA MEDICOPHYSICA October 2008


LA RIABILITAZIONE DELLE DIFFICOLTÀ LINGUISTICHE IN ESITO A TRAUMA CRANIOENCEFALICO: UN CASO DI AFASIA OTTICA CAPPELLI<br />

Figura 1. – Risultati relativi alle 3 soministrazioni del protocollo di valutazione.<br />

Nota. Per la decodifica delle abbreviazioni dei test si veda la Tabella I.<br />

che consisteva nel puntamento e/o nell’indicazione con l’arto superiore<br />

sinistro di numeri, immagini, lettere, etc. Sono stati proposti<br />

compiti di esplorazione visiva quali il barrage, la ricerca di target in<br />

sequenza ed il matching di oggetti e figure.<br />

A livello della motricità bucco-facciale e della fonazione è iniziato<br />

un training riguardante la motricità bucco-facciale (facilitazioni propriocettive),<br />

la coordinazione respiratoria, la vocalizzazione e le<br />

prassie orali.<br />

A livello linguistico sono stati avviati i primi esercizi di riconoscimento<br />

ed associazione di immagini familiari. Al fine di promuovere la<br />

comprensione di parole e frasi nucleari utilizzando materiale visivo è<br />

stata utilizzata la metodica P.A.C.E. Sono emerse specifiche difficoltà di<br />

riconoscimento di target visivo (si veda il protocollo di valutazione). Al<br />

termine di questa fase con la comparsa della produzione verbale è stata<br />

rilevata la presenza di un disturbo afasico modalità-specifico, relativo<br />

alla denominazione di target presentati in modalità visiva.<br />

Fase tre (agosto-dicembre 2006). A livello linguistico-neurovisivo<br />

sono stati proposti esercizi di denominazione di target visivi, di<br />

oggetti descritti verbalmente, di elementi appartenenti alla medesima<br />

categoria semantica, di personaggi dello spettacolo, etc., e attività di<br />

strutturazione di frasi ampliate e di produzione orale di brevi testi. Il<br />

training è stato anche caratterizzato da compiti di gestione di<br />

sequenze di numeri, lettere ed immagini.<br />

Fase quattro (dicembre-febbraio 2007). Gli obiettivi di trattamento<br />

hanno riguardato la produzione orale di brevi testi (riassunti, brevi<br />

cronache di esperienze personali), l’avvio alla video scrittura (P.C.<br />

con tastiera facilitata), le attività di associazione parola scritta/immagine,<br />

la lettura di parole singole con strategia lettera per lettera, l’elaborazione<br />

di semplici calcoli ed attività di problem solving aritmetico<br />

e logico-verbale. È stata inoltre valutata la possibilità di utilizzare<br />

un ausilio (joystick) con la funzione di mouse.<br />

Evoluzione e trattamento dell’afasia ottica<br />

La maggior parte del lavoro riabilitativo è stato svolto nella terza<br />

fase, quando si sono ritenute superate le difficoltà visuo-percettive.<br />

Gli esercizi proposti hanno riguardato la denominazione (di oggetti<br />

reali, di oggetti esplorati tattilmente, su descrizione verbale semantica,<br />

di oggetti d’azione, di foto di oggetti, di disegni a linea, di oggetti<br />

in prospettiva usuale ed inusuale, di foto di animali, di azioni reali,<br />

di colori, del colore di oggetti denominati e di scene), il matching<br />

visuo-verbale (di oggetti reali, di foto di oggetti, di animali, di colori),<br />

il riconoscimento (matching semantico di oggetti reali e di foto<br />

di oggetti, associazione semantica di oggetti reali e disegni di oggetti,<br />

categorizzazione semantica di disegni a colori e foto di oggetti), e<br />

la percezione (matching morfologico di disegni a colori, di colori,<br />

Figura 2. – Incremento prestazioni luglio 2006 - gennaio 2007.<br />

di volti, di figure geometriche, confronto tra foto di oggetti in visione<br />

usuale-inusuale, matching di figure sovrapposte).<br />

Al termine del trattamento si osservava una diminuzione degli<br />

errori di denominazione e la comparsa di strategie per estrapolare la<br />

categoria semantica di appartenenza del target. Permanevano, anche<br />

se in misura ridotta: un’estensione dei tempi di latenza ed una lentezza<br />

esecutiva che si estendeva anche al versante motorio. La produzione<br />

verbale appariva sufficientemente intellegibile, anche se<br />

ancora caratterizzata da difficoltà di coordinazione pneumo-fonica e<br />

di articolazione. M. aveva acquisito gli strumenti linguistici necessari<br />

per comunicare in maniera corretta e coerente contenuti personali<br />

ed era in grado di descrivere eventi e situazioni. La comprensione<br />

linguistica era adeguata.<br />

Le ricadute funzionali del disturbo afasico consistevano in rare<br />

anomie compensate da circonlocuzioni e non sembravano influenzare<br />

negativamente le interazioni verbali.<br />

Conclusioni<br />

Al termine del trattamento riabilitativo la capacità di riconoscimento/denominazione<br />

su base visiva della paziente aveva subito un<br />

miglioramento. La paziente, infatti, denominava il 90% degli oggetti<br />

reali presentati e la discrepanza tra il riconoscimento di oggetti e di<br />

animali era ridotta. Nel compito di riconoscimento di azioni d’uso di<br />

oggetti, M. tendeva ancora a dare una descrizione generale dell’azione<br />

ma se guidata nell’analisi visiva dell’immagine accedeva facilmente<br />

al riconoscimento dell’azione specifica. I familiari della paziente<br />

riferivano che la ragazza non mostrava difficoltà di riconoscimento<br />

nella vita quotidiana: M. descriveva e rievocava molte informazioni a<br />

partire dalle cose che vedeva. Le difficoltà di riconoscimento e denominazione<br />

visiva, dunque, non sembravano pesare negativamente sul<br />

funzionamento di M. nella vita quotidiana, probabilmente grazie alle<br />

informazioni contestuali, extravisive e alle sue conoscenze pregresse.<br />

Riteniamo che l’efficacia del programma riabilitativo realizzato<br />

dipenda da parametri determinanti quali la frequenza quotidiana del<br />

trattamento, la sua precocità e specificità, e l’approccio globale alle<br />

problematiche complesse dei pazienti con esiti di TC.<br />

Bibliografia<br />

Frassinetti F, Bolognini N, Bottari D, Bonora A, Làdavas E. Audiovisual integration<br />

in patiens with visual deficit. Journal of Cognitive Neuroscience,<br />

2005;17:1442-5.<br />

Goodale M., Milner D. One brain – two visual systems. The Psyhcologist,<br />

2006;19:660-3.<br />

Ungerleider LG, Mishkin M. Two cortical visual systems. In D. J. Ingle, M. A.<br />

Goodale, & R. J. W. Mansfield (Eds.), Analysis of visual behavior 982; pp.<br />

549-86. Cambridge, MA: MIT Press.<br />

Vol. 44 - Suppl. 1 to No. 3 EUROPA MEDICOPHYSICA 3

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