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Valutazione e riabilitazione neuropsicologiche nell'amnesico - MediK

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<strong>Valutazione</strong> e <strong>riabilitazione</strong> <strong>neuropsicologiche</strong> nell’amnesico<br />

globale in assenza di disordini<br />

delle funzioni esecutive: studio di un caso singolo<br />

Introduzione<br />

La <strong>riabilitazione</strong> dei disordini della memoria è tra le più comuni<br />

ma anche tra le più complesse tipologie di <strong>riabilitazione</strong>. In primo<br />

luogo, questo è dovuto al fatto che la memoria non è un sistema<br />

unitario ma bensì un insieme complesso costituito da numerose<br />

componenti che rendono più difficile identificare e sviluppare strategie<br />

adeguate ed efficaci volte alla <strong>riabilitazione</strong> dei disordini mnesici.<br />

In secondo luogo, nella <strong>riabilitazione</strong> dei disordini mnesici, è importante<br />

tenere presente che non è coinvolto solamente il paziente, ma<br />

anche la famiglia e l’intero team riabilitativo. Basti pensare, per<br />

esempio, a quanto sia frustrante per il paziente non essere più in<br />

grado di riconoscere un proprio caro e, specularmente, a quanto<br />

possa essere emotivamente devastante per il familiare non essere a<br />

sua volta riconosciuto. In breve, quindi, i disordini mnesici non hanno<br />

un forte impatto solamente in ambito fisico o cognitivo, ma coinvolgono<br />

anche tutta la sfera sociale ed emotiva della persona.<br />

Negli ultimi 30 anni c’è stata una vera e propria evoluzione nella<br />

letteratura neuropsicologica e cognitiva riguardante i modelli sulla<br />

memoria, modelli che divengono sempre più utili per sviluppare<br />

trattamenti neuropsicologici ed interventi compensatori efficaci. Una<br />

classica distinzione all’interno della memoria è quella tra Memoria a<br />

Breve Termine (MBT) e Memoria a Lungo Termine (MLT). Una specificazione<br />

del concetto di memoria a breve termine, in particolare<br />

della funzione di Working Memory, si deve a Baddeley (si veda Baddeley,<br />

1974, 1986) 1,2 .<br />

In breve, per MBT si intende il ricordo di informazioni appena<br />

presentate e che debbono essere rievocate immediatamente ed in<br />

modo corretto. Per MLT, invece, si intende il recupero di informazioni<br />

immagazzinate per lunghi intervalli di tempo, a volte anche per<br />

sempre3,4 .<br />

Modelli successivi, invece, tendono ad essere più “dinamici”, nel<br />

senso che pongono l’accento sul concetto di “processi mnesici” piuttosto<br />

che su quello di stadi. In questo modo il focus si sposta sulla<br />

valutazione funzionale dell’eziologia e sulla localizzazione del deficit<br />

mnesico, per poter, così, meglio determinare la natura degli interventi<br />

specifici che debbono essere attuati. In questo modo, viene<br />

definita una più funzionale tassonomia (Tab. I) dei processi mnesici,<br />

utile nella descrizione clinica dei deficit e delle sindromi associate ai<br />

disordini di memoria, accessibili a tutto il team riabilitativo, ai familiari<br />

del paziente ed al caregiver5 .<br />

I deficit di memoria conseguenti a lesioni cerebrali (traumi,<br />

ictus…) prendono il nome di amnesie. A seconda dell’eziologia e<br />

delle sedi della lesione, è possibile distinguere diversi quadri clinici<br />

che caratterizzano diverse tipologie di sindromi amnesiche. L’amne-<br />

EUR MED PHYS 2008;44(Suppl. 1 to No. 3)<br />

G. ZANI, L. ROMA, T. TOSINI, A. CANTAGALLO<br />

Modulo di Neuropsicologia Riabilitativa,<br />

Dipartimento di Neuroscienze / Riabilitazione,<br />

Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara<br />

Tabella I. – Tassonomia funzionale dei processi mnesici e delle<br />

modalità di memoria (Adattato da: Johnstone & Stonnington, 2001).<br />

Tassonomia delle modalità mnesiche<br />

Memoria uditivo-verbale Si intende la capacità di ricordare informazioni<br />

che sono state presentate oralmente.<br />

P.es.: rievocare una lista di parole che vengono<br />

lette dall’esaminatore, etc.<br />

Memoria visiva Si intende la capacità di ricordare informazioni<br />

che sono state presentate visivamente. P.es.:<br />

rievocare figure geometriche, ecc.<br />

sia globale si riscontra generalmente dopo lesioni, solitamente bilaterali,<br />

a strutture cerebrali che fanno parte del circuito cortico-sottocorticale<br />

di Papez (Fig. 1): la formazione dell’ippocampo, il fornice, i<br />

corpi mamillari, il fascio mamillo-talamico, i nuclei talamici dorsomediali<br />

ed il giro del cingolo. La regione ippocampale è situata nella<br />

parte mesiale dei lobi temporali, mentre i nuclei talamici e i corpi<br />

mamillari sono strutture diencefaliche. Anche lesioni della regione<br />

fronto-basale dell’encefalo possono dare origine ad amnesia 3 .<br />

L’amnesia globale si caratterizza soprattutto per:<br />

– presenza di amnesia anterograda (completa o parziale; selettiva<br />

per materiale verbale o visuo-spaziale);<br />

– possibile presenza (ad entità variabile) di disordini nella rievocazione<br />

delle informazioni acquisite prima dell’evento patologico<br />

(amnesia retrograda;<br />

– possibile presenza di confabulazioni (provocate o spontanee);<br />

– possibile presenza di anosognosia;<br />

– capacità residua di apprendimento di nuovi compiti percettivomotori;<br />

– assenza di disturbi della memoria a breve termine;<br />

– assenza di disturbi di memoria implicita;<br />

– assenza di disturbi della memoria procedurale;<br />

– assenza di disturbi della memoria semantica;<br />

– linguaggio e livello intellettivo preservati.<br />

Diverse sono le eziologie che possono causare lesioni responsabili<br />

dell’insorgere della sindrome amnesica: traumi cranici, esiti di<br />

Vol. 44 - Suppl. 1 to No. 3 EUROPA MEDICOPHYSICA 1


ROBECCHI-MAJNARDI DOLORE, TRATTAMENTO RIABILITATIVO, SPORT ED ATTIVITÀ LAVORATIVA IN ESITI DI DISCECTOMIA LOMBARE: UN FOLLOW-UP...<br />

Figura 1. – Il circuito cortico-sottocorticale di Papez.<br />

interventi chirurgici, episodici ischemici, lesioni vascolari o tumorali,<br />

anossia, sindrome di Korsakoff, sindrome di Alzheimer, morbo di<br />

Parkinson ed encefalite erpetica.<br />

Per quanto riguarda la <strong>riabilitazione</strong> dei disordini mnesici, è<br />

importante considerare che non esistono uniformi approcci riabilitativi,<br />

in quanto ogni paziente amnesico possiede una sua ineliminabile<br />

variabilità del contesto cognitivo, variabilità che necessita di trattamenti<br />

individualizzati. Una volta stabiliti i principi individuali, si può<br />

scegliere il metodo riabilitativo più appropriato. Si possono distinguere,<br />

in linea generale, due grosse categorie: i metodi di adattamento<br />

(metodi esterni) e i metodi di rieducazione (metodi interni) 6,7 .<br />

I metodi di adattamento possono essere distinti in: a) adattamento<br />

ambientale: comprende gli ausili esterni passivi, ovvero qualcuno<br />

adatta l’ambiente per il paziente; b) ausili mnemonici: anch’essi<br />

ausili esterni, ma attivi, in quanto gestiti direttamente dal paziente.<br />

I metodi di rieducazione comprendono due tipi di strategie interne:<br />

a) strategie apprese spontaneamente, che comprendono per<br />

esempio l’Effetto Recency (gli ultimi items di una lista vengono rievocati<br />

per primi); b) strategie artificiali: dopo che il paziente<br />

apprende delle mnemotecniche, le applica mentalmente.<br />

In questo articolo verrà presentato il caso di una paziente, E.C.,<br />

con amnesia globale dovuta ad encefalite erpetica. Il quadro già di<br />

per sé disabilitante della paziente, era aggravato dalla presenza di<br />

anosognosia non tanto per i propri deficit cognitivi, quanto piuttosto<br />

per gli effetti che tali disordini avevano nella vita quotidiana (sfera<br />

sociale e lavorativa).<br />

La paziente è stata sottoposta ad un attento ed approfondito Esame<br />

Neuropsicologico che ha evidenziato un quadro di amnesia globale,<br />

caratterizzato da importanti disordini nell’acquisizione ed<br />

apprendimento di nuove informazioni verbali (amnesia anterograda<br />

selettiva per materiale verbale, vedi tab.1), in assenza di amnesia<br />

retrograda e di disordini delle funzioni esecutive. Si è pensato quindi<br />

di strutturare un trattamento riabilitativo che avesse come punto<br />

di partenza l’accrescimento della consapevolezza, in modo da stimolare<br />

la motivazione stessa cercando di migliorare la capacità della<br />

paziente nell’elaborare ed usare le informazioni ed il materiale proposto,<br />

favorendone la generalizzazione funzionale nella vita di tutti i<br />

giorni. Solo in seguito, sono stati proposti esercizi cognitivi specificatamente<br />

mirati al recupero dei disordini mnesici.<br />

Caso Clinico<br />

E.C. è una donna di 53 anni, laureata in medicina e chirurgia che<br />

vive con il marito e con il figlio. In anamnesi si riscontra: dal 1980 è<br />

affetta da Artrite Reumatoide; nel 1990 le è stato diagnosticato Lupus<br />

Erimatoso Sistemico (LES); e dal 2003 è portatrice di aneurisma del<br />

setto interatriale.<br />

Agli inizi di aprile 2008 viene ricoverata per Encefalite Erpetica<br />

(positività ad HSV1) confermata anche dalla RM Cerebrale effettuata<br />

in regime di urgenza, la quale ha evidenziato alterazione di segnale<br />

con estensione cortico-sottocorticale in sede temporo-mesiale ed<br />

insulare sinistra. L’uncus risultava tumefatto in assenza di segni di<br />

erniazione ed il corno temporale sinistro appariva parzialmente obliterato.<br />

Si apprezzava anche minima alterazione di segnale sottocorticale<br />

anche in sede frontale sinistro. E’ stato effettuato un ElettroEncefaloGramma,<br />

che ha registrato almeno cinque crisi elettrocliniche<br />

focali a partenza dalle regioni parieto-temporali sinistre, con modesta<br />

tendenza a diffondere anche controlateralmente. Dopo circa venti<br />

giorni dal ricovero, E.C. è colpita da tossidermia acuta diffusa e<br />

Sindrome di Steven Johnson .<br />

A giugno 2008 giunge all’osservazione della nostra struttura,<br />

Modulo di Neuropsicologia Riabilitativa, per una sintomatologia soggettiva<br />

caratterizzata prevalentemente da: 1) Dolori diffusi; 2) Secchezza<br />

delle fauci; 3) Lieve confusione mentale e 4) Disturbi mnesici.<br />

All’esame Obiettivo si evidenziano:<br />

– Eloquio spontaneo: anomie prevalentemente per i nomi propri<br />

(p.es. paesi, cognomi) e meno frequentemente per i nomi comuni.<br />

Si apprezzano rare parafasie fonemiche;<br />

– Deficit di memoria prospettica e memoria anterograda;<br />

– Deficit di working memory.<br />

A partire da tale sintomatologia, la paziente è stata sottoposta ad<br />

Esame Neuropsicologico per la determinazione delle funzioni attentive,<br />

mnesiche, linguistiche ed intellettive. In base ai differenti test,<br />

indaganti la componente verbale, sono emersi deficit della sfera<br />

mnesica, con principale alterazione a carico della memoria a lungo<br />

termine, dell’apprendimento verbale e della Working Memory. Tali<br />

funzioni sono state indagate attraverso la somministrazione dei test<br />

riportati nella Tabella II.<br />

Il Supra-Span Verbale è stato indagato con la somministrazione<br />

del test di Buschke-Fuld, condotto secondo la tecnica del “selective<br />

reminding”: dopo la prima lettura completa della lista di 10 parole<br />

2 EUROPA MEDICOPHYSICA October 2008


VALUTAZIONE E RIABILITAZIONE NEUROPSICOLOGICHE NELL’AMNESICO GLOBALE IN ASSENZA DI DISORDINI DELLE FUNZIONI... ZANI<br />

Tabella II. – Protocollo riassuntivo delle prove mnesiche somministrate<br />

a E.C.<br />

Test Punt. Punt. Punt.<br />

Grezzo Corretto Equivalente<br />

Prove Verbali<br />

Supra- Span Verbale<br />

(Buschke-Fuld):<br />

MLT totale 60 26 0<br />

MLT stabile 17 0 0<br />

MLT differita 3 1,5 0<br />

Memoria di Prosa<br />

(Capitani et al., 1994)<br />

Punt. Gerarchico 0 0 0<br />

Punt. Non Gerarchico 2 0 0<br />

MLT Verbale (Mauri et al., 1997)<br />

Parole correlate semanticamente:<br />

Rievocazione Immediata 22 14,3 Cut-off < 25,14<br />

Rievocazione Differita 0 0 Cut-off < 3,44<br />

Oblio 100% 100% Cut-off > 60,56%<br />

Riconoscimento 17 15,3 Cut-off < 22,02<br />

Parole non correlate semanticamente:<br />

Rievocazione Immediata 23 15,9 Cut-off < 27,97<br />

Rievocazione Differita 1 0 Cut-off < 4,75<br />

Oblio 80% 80,6% Cut-off > 43,27%<br />

Riconoscimento 18 16,7 Cut-off < 22,58<br />

Test di Rivermead 2/12 Deficit molto<br />

grave<br />

Prove non Verbali<br />

Supra- Span spaziale (Corsi): 14.5 10,25 2<br />

Figura di Rey (Caffarra et al., 2002)<br />

Copia 34 33 4<br />

Riproduzione Differita 6 6,50 0<br />

Working Memory<br />

PASAT (Paced Auditory Serial Test) 44 Cut-off scolarità ≤<br />

23.32<br />

Span Verbale (Parole Bisillabiche) 4 3,25 1<br />

Span Spaziale (Corsi) 5 5 4<br />

Memoria di Cifre<br />

Avanti 5 PP = 8 Cut-off ≤ 4<br />

Indietro 4 PP = 8 Cut-off ≤ 4<br />

Listening Span Test 15/40 Borderline<br />

n-back:<br />

lettere n.v.<br />

parole n.v.<br />

da parte dell’esaminatore e la prima rievocazione parziale da parte<br />

della paziente, l’esaminatore ripete solo quelle parole della lista che<br />

non sono state rievocate dalla paziente nella prova precedente,<br />

mentre la paziente deve cercare di ripeterle tutte. Dall’analisi delle<br />

risposte, è possibile distinguere le parole rievocate mediante la MBT<br />

(MLT totale), quelle rievocate mediante MLT (MLT stabile) e quali<br />

parole non vengono rievocate per un deficit dei meccanismi di recupero<br />

(MLT differita) 8 . Osservando i punteggi di profilo di E.C. sono<br />

apprezzabili disordini sia in MBT, che in MLT in assenza di strategie<br />

di apprendimento.<br />

Una seconda prova somministrata per l’indagine della componente<br />

mnesica, è il test di Memoria di Prosa (Capitani et. al., 1004) 9 , un<br />

brano monotematico composto da blocchi separati di unità informative<br />

tra loro collegati. Vengono considerati due sistemi di punteggio:<br />

uno riguarda la riproduzione superficiale del testo (punteggio nongerarchico),<br />

mentre l’altro riguarda la sua comprensione più profonda<br />

(punteggio gerarchico). E.C. rievoca pochi elementi del brano, sia<br />

in rievocazione immediata che differita, tanto da ottenere punteggi,<br />

gerarchici e non gerarchici, ben al di sotto dei limiti normativi.<br />

Un’altra prova volta ad indagare la Memoria a Lungo Termine Verbale<br />

è quella che prevede l’apprendimento di liste di parole non correlate<br />

semanticamente e correlate semanticamente (Mauri et al.,<br />

1997) 10 : è interessante notare come non emergano differenze significative<br />

nelle prestazioni nelle due tipologie di liste (correlate vs. non<br />

correlate). Infatti E.C. ha prestazioni patologiche in entrambe le liste,<br />

sia in rievocazione immediata che differita, con un’elevata percentuale<br />

di oblio. Prestazione patologica anche nel riconoscimento delle<br />

parole della lista, quando inserite in mezzo ad altre parole che fungono<br />

da distrattori.<br />

Dal punto di vista funzionale, è stato somministrato il Test di<br />

Memoria Comportamentale di Rivermead 11 . Questa batteria globale<br />

prevede lo svolgimento di 11 prove volte a misurare le abilità necessarie<br />

per un buon funzionamento dei processi mnesici in situazioni<br />

quotidiane (pes. ricordare un nome, ricordare un appuntamento…),<br />

evidenziando quindi quelle situazioni che possono creare disabilità<br />

alla paziente nella vita di tutti i giorni. E.C. ottiene punteggi ben al<br />

di sotto dei limiti normativi, evidenziando un grave deficit che si<br />

ripercuote su tantissimi ambiti della vita quotidiana, come il lavoro<br />

o, molto più semplicemente, il fare la spesa.<br />

Per quanto riguarda l’apprendimento visuo-spaziale, sono stati<br />

somministrati: 1) il test per l’apprendimento supra-span spaziale 8 ; 2)<br />

Figura di Rey 7,12 . La prima prova consiste nel presentare una serie<br />

prefissata di 8 cubetti che il paziente ha il compito di riprodurre<br />

immediatamente dopo ogni presentazione, fino al raggiungimento<br />

del criterio di apprendimento. La seconda prova, invece, consiste nel<br />

riprodurre senza la presenza del modello (riproduzione differita) una<br />

figura priva di significato, che la paziente ha precedentemente copiato.<br />

E.C. ottiene un punteggio che rientra nei limiti normativi nell’apprendimento<br />

supra-span spaziale e nella copia del modello della<br />

Figura di Rey. La prestazione, invece, cade notevolmente nella riproduzione<br />

differita della Figura di Rey, in quanto la paziente omette sia<br />

elementi della macrostruttura che i dettagli interno dell’armatura.<br />

Per quanto riguarda la Working Memory, si osservano buone prestazioni<br />

in compiti di Span (sia verbale che spaziale), che riflette una<br />

buona capacità della MBT di E.C.. Un altro buon risultato, ben al di<br />

sopra dei limiti normativi, si osserva nel Paced Auditory Serial Addition<br />

Task (PASAT), un compito volto ad indagare l’attenzione divisa<br />

ma che coinvolge anche la memoria di lavoro. Data una sequenza<br />

acustica di 61 numeri (compresi tra 1 e 9) ad un ritmo compreso tra<br />

4000 e 1800 msec., compito della paziente è quello di calcolare e<br />

dire, in contemporanea con la loro presentazione, la somma di ogni<br />

due numeri consecutivi 3 .<br />

Osservando la tabella, si può notare come, invece, la prestazione<br />

cada notevolmente nel Listening Span Test e nel n-back test. Il primo<br />

è un compito che consiste nel giudicare la verità o la falsità di ogni<br />

frase subito dopo averla sentita e di ricordare, alla fine di ogni<br />

sequenza di frasi (da un minimo di due ad un massimo di sei frasi,<br />

ripetute per tre volte), l’ultima parola di ognuna. Quindi alla paziente<br />

erano richiesti due compiti: 1) ascoltare attentamente le frasi per<br />

esprimere, alla fine di ognuna, un giudizio vero/falso; 2) rievocare<br />

in ordine tutte le ultime parole delle frasi. L’n-back test, invece, è un<br />

compito che permette di misurare gli effetti di un carico cognitivo<br />

sulla prestazione della memoria di lavoro. Il termine n-back si riferisce<br />

al numero degli stimoli indietro (n), rappresentati da lettere o<br />

parole, che la paziente doveva ricordare durante la prova. Per esempio,<br />

3-back richiede contemporaneamente l’immagazzinamento di<br />

informazioni riguardanti la lettera appena vista (o parola), ed il<br />

richiamo delle lettere (o parole) viste tre volte prima. Si può notare<br />

come la paziente abbia una prestazione borderline nel Listening<br />

Span Test, mentre l’n-back test non sia stato nemmeno valutabile,<br />

indice questo che riflette i disordini di Working Memory di E.C.<br />

Vol. 44 - Suppl. 1 to No. 3 EUROPA MEDICOPHYSICA 3


ZANI VALUTAZIONE E RIABILITAZIONE NEUROPSICOLOGICHE NELL’AMNESICO GLOBALE IN ASSENZA DI DISORDINI DELLE FUNZIONI...<br />

Infine sono state indagate le componenti attentive, linguistiche ed<br />

esecutive. Per quanto riguarda il linguaggio (comprensione e produzione),<br />

sono stati somministrati i test di Fluenza (per categoria semantica<br />

e per categoria fonemica), le prove di denominazione del<br />

B.A.D.A. ed il Token Test. La prestazione a tali prove non è risultata<br />

essere patologica, nonostante l’emergere di qualche rara anomia e<br />

parafasia fonemica. I risultati ottenuti alle Matrici Progressive di Raven<br />

ed al Test dei giudizi verbali, hanno evidenziato come il livello intellettivo<br />

sia verbale che non verbale siano conservati. Infine, per quanto<br />

riguarda le funzioni attentive, è emerso un generale rallentamento ma<br />

con accuratezza preservata, sia in compiti carta-penna (Test delle<br />

Matrici) che nella Batteria di Test per l’Esame dell’Attenzione (TEA).<br />

In conclusione è possibile sostenere che i maggiori disordini di<br />

E.C. siano a carico della Working Memory e della memoria nel lungo<br />

termine di tipo verbale, con assenza di strategie di apprendimento.<br />

Tale quadro neuropsicologico è del tutto compatibile con gli esiti di<br />

lesione Temporo-Mesiale ed Insulare sinistra. E.C. mostrava una consapevolezza<br />

di tipo progettuale senza strategie di compenso, ovvero<br />

presentava un certo grado di anosognosia riguardante gli effetti che i<br />

propri disordini avevano sulla conduzione delle attività di vita quotidiana,<br />

soprattutto, del proprio lavoro. A tutto ciò si associano anche<br />

cambiamenti nella gestione volontaria del proprio stato emozionale,<br />

caratterizzato da un maggior stato ansioso, da una più marcata labilità<br />

emotiva e da una diminuzione della motivazione. Tutto ciò ha,<br />

evidentemente, un significativo impatto disabilitante dal punto di<br />

vista funzionale, della gestione, della pianificazione e dell’esecuzione<br />

di attività di vita quotidiana, sia semplici che complesse (come<br />

per esempio il lavoro e la guida dell’automobile).<br />

A partire da tali evidenze, si è programmato un intervento riabilitativo<br />

neuropsicologico specifico quotidiano (di circa 1 ora al giorno,<br />

per 3 mesi) con i seguenti obiettivi:<br />

1. migliorare la memoria prospettica per eventi non routinari (con<br />

l’ausilio di agenda e di un quaderno che raccoglie le attività che<br />

di volta in volta vengono assegnate in auto-trattamento o svolte<br />

in seduta riabilitativa);<br />

2. migliorare i processi di pianificazione delle ADL II;<br />

3. migliorare la capacità di Working Memory attraverso esercizi specifici;<br />

4. migliorare l’apprendimento verbale nel lungo termine attraverso<br />

strategie cognitive.<br />

Le sedute riabilitative erano inizialmente impostate sulla rilevazione<br />

da parte di E.C. dei problemi di memoria che si presentano quotidianamente<br />

ed occasionalmente, al fine di trovare assieme le strategie<br />

e le modalità migliori per superarli. Solo in seguito, sono stati<br />

proposti esercizi sempre più specifici atti al miglioramento della<br />

capacità di organizzare attività ed appuntamenti e per “rinforzare” la<br />

memoria. Prima di procedere all’applicazione in toto di esercizi<br />

impostati sullo sviluppo o il recupero di strategie cognitive più specifiche<br />

per la memoria, si è resa necessaria l’applicazione di tecniche<br />

più olistiche, secondo le quali i disordini cognitivi debbono essere<br />

considerati in congiunzione con gli aspetti sociali ed emozionali 7 .<br />

Per tanto è stato necessario incrementare la consapevolezza di E.C.<br />

ed accompagnarla gradualmente all’accettazione ed alla comprensione<br />

delle proprie difficoltà mnesiche. Una volta raggiunti questi<br />

obiettivi si sono utilizzati metodi di adattamento che comprendevano<br />

l’utilizzo di ausili mnemonici (agenda e quaderno), che lei stessa<br />

doveva gestire direttamente ed attivamente (anche al domicilio). Si è<br />

partiti da una fase di apprendimento dell’uso dell’ausilio stesso, per<br />

poi passare all’applicazione vera e propria ed infine all’adattamento.<br />

Per quanto riguarda, invece, i metodi di rieducazione con strategie<br />

interne, si è impostato il trattamento sull’utilizzo di strategie artificiali.<br />

Infatti, mentre le strategie apprese spontaneamente erano<br />

conservate, così come era osservabile sia durante la valutazione neuropsicologica<br />

che durante lo svolgimento degli esercizi, è stato<br />

necessario introdurre strategie artificiali, come per esempio associare<br />

una parola ad un’immagine mentale. Il trattamento di E.C. è stato<br />

basato anche su altre tecniche cognitive, come:<br />

– Lo Spaced Retrieval, in cui si faceva rievocare alla paziente le<br />

informazioni ad intervalli di tempo via via crescenti (inizialmente<br />

stabiliti dalla paziente stessa).<br />

– La Facilitazione mediante Ripetizione, un metodo che sfrutta la<br />

memoria implicita per cui alla paziente vengono fornite delle<br />

informazioni che ella non ricorda di aver ricevuto in precedenza,<br />

ma che poi risultano essere presenti ed efficaci a livello inconsapevole,<br />

così da favorire un più rapido apprendimento di informazioni<br />

simili o correlate.<br />

– La tecnica PQRST (Preview, Question, Re-read, State, Test),<br />

secondo la quale si addestra il paziente a compiere una profonda<br />

ed accurata analisi delle informazioni contenute in un brano (per<br />

esempio, individuazione dei concetti chiave, creare una sequenza<br />

logica…) per verificare, successivamente, quante informazioni è<br />

riuscito a ritenere.<br />

– Metodi di Categorizzazione.<br />

Per quanto riguarda la Working Memory, sono stati ideati e sviluppati<br />

esercizi specifici per il trattamento di questa funzione:<br />

– Data una lista di numeri (da 1 a 10) presentata oralmente dall’Operatore<br />

della Riabilitazione (O.R.), la paziente doveva ripetere<br />

solo i numeri dispari (o pari) presenti nella lista;<br />

– Data una lista di numeri (da 1 a 10) presentata oralmente<br />

dall’O.R., la paziente li doveva ripetere riordinandoli in ordine<br />

crescente (o decrescente);<br />

– L’O.R. leggeva delle liste contenenti lettere e numeri; la paziente<br />

doveva ascoltare e ripetere solo quelle liste che contenevano una<br />

lettera o un numero (o due lettere e due numeri) specifico stabilito<br />

dall’O.R.;<br />

– Data una lista di parole lette dall’O.R., la paziente doveva ripetere<br />

solo quelle contenenti (o che iniziassero con) una specifica consonante,<br />

o che contenessero una doppia;<br />

– Data una lista di lettere, presentate oralmente dall’O.R., compito<br />

della paziente era ripeterle ordinandole in ordine crescente/<br />

decrescente;<br />

In conclusione si può sostenere che l’approccio riabilitativo<br />

impostato per E.C. era volto, dunque, a stimolare la motivazione (in<br />

parte già presente) e, soprattutto, la consapevolezza della paziente,<br />

al fine di migliorare la sua capacità nell’elaborare ed usare le informazioni<br />

ed il materiale proposto, favorendone la generalizzazione<br />

funzionale nella vita di tutti i giorni.<br />

Risultati e discussione<br />

Al termine di una prima fase di <strong>riabilitazione</strong> la paziente ha<br />

mostrato un notevole miglioramento della consapevolezza dei propri<br />

disordini, tanto da arrivare, autonomamente, alla decisione di lasciare<br />

il lavoro, a fronte di uno stato emozionale caratterizzato da un<br />

buon livello di motivazione e collaborazione, pur persistendo stati di<br />

labilità emotiva. Dal punto di vista dei disordini mnesici, si è osservato<br />

un miglioramento nella gestione delle attività di vita quotidiana.<br />

Ad ottobre (6° mese dalla lesione, dopo 3 mesi di trattamento) verrà<br />

effettuata una valutazione di controllo per verificare l’eventuale<br />

recupero dei disordini nella MLT e nella Working Memory. Nel frattempo<br />

E.C. prosegue il trattamento riabilitativo specifico, maggiormente<br />

rivolto alla rieducazione nell’utilizzo sia di ausili esterni, che<br />

servono da guida per un migliore orientamento spazio-temporale e<br />

per un miglioramento nella memoria prospettica, che di ausili interni,<br />

ovvero di strategie cognitive (mentali), elaborate o applicate dal<br />

paziente per facilitare la memorizzazione. Esercizi analoghi a quelli<br />

svolti in sede di <strong>riabilitazione</strong>, potranno essere effettuati anche in<br />

auto-trattamento, con il supporto anche dei familiari.<br />

4 EUROPA MEDICOPHYSICA October 2008


VALUTAZIONE E RIABILITAZIONE NEUROPSICOLOGICHE NELL’AMNESICO GLOBALE IN ASSENZA DI DISORDINI DELLE FUNZIONI... ZANI<br />

Data la complessità della memoria, intesa come funzione costituita<br />

da diversi sottosistemi, è necessario valutare attentamente quali<br />

obiettivi proporre, quali tecniche adottare e come gestire la <strong>riabilitazione</strong><br />

dei disordini mnesici. Una volta individuati i problemi che<br />

causano maggiore disabilità, è necessario valutare: 1) quali eventuali<br />

strategie il paziente adotta per superarli; 2) se i problemi sono acutizzati<br />

da ansia o depressione; 3) se è associata anosognosia o confabulazione;<br />

4) se è ipotizzabile che il paziente riprenda la sua vita al<br />

lavoro, a casa o a scuola; 5) se sia possibile provare a restituire la<br />

funzione persa o se si dovranno insegnare strategie compensatorie.<br />

La valutazione dell’efficacia dei trattamenti dei disordini mnesici è<br />

ancora un problema aperto. Non esisto metodi universalmente efficaci<br />

ed accettati, in parte perché le tecniche utilizzate in sede di trattamento<br />

sono artificiose e non sempre generalizzabili, in parte perché<br />

diviene impossibile pensare ad approcci riabilitativi uniformi ed<br />

applicabili a tutti i pazienti, proprio per l’individualità stessa del contesto<br />

cognitivo proprio alla persona. In letteratura esistono linee guida<br />

alle quali fare riferimento per impostare il proprio progetto riabilitativo<br />

ed i propri obiettivi (si veda Cicerone, 2000 e 2005; Cochrane,<br />

2002) 13-15. A fianco di ciò, però, diviene necessario tenere in<br />

considerazione diversi aspetti propri della persona, come per esempio,<br />

la personalità pre-morbosa o l’insieme e la gravità di disordini<br />

neuropsicologici associati, stimolando la consapevolezza e la motivazione<br />

in un ottica di generalizzazione funzionale<br />

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15. Cochrane Library Cognitive rehabilitation for memory deficits following<br />

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Vol. 44 - Suppl. 1 to No. 3 EUROPA MEDICOPHYSICA 5

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