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Gds_1 Anno 2011 - Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia

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icade su una formazione argillosa azzurrina <strong>di</strong> consistenza<br />

me<strong>di</strong>amente plastica che include piccoli cristalli<br />

<strong>di</strong> gesso secondario (Pliocene me<strong>di</strong>o), sottostante<br />

alle bancate <strong>di</strong> calcareniti del terrazzo marino che<br />

affiorano poco lontano, contestuali a Monte Rotondo.<br />

La posizione geografica del sito è definita dalle coor<strong>di</strong>nate:<br />

Lat 37°30’05.00”N; Long 13°09’15.35”E.<br />

Cenni storico-archeologici del territorio<br />

Abbiamo poche testimonianze documentate del<br />

Paleolitico <strong>di</strong> Sciacca, certamente, quando gli effetti<br />

della glaciazione <strong>di</strong> Wurm si estinsero definitivamente<br />

i territori della <strong>Sicilia</strong> ed in particolare quelli meri<strong>di</strong>onali,<br />

furono frequentati verosimilmente dall’uomo<br />

Sapiens, che trovò queste aree ben adatte alle necessità<br />

primor<strong>di</strong>ali della vita quoti<strong>di</strong>ana in forza soprattutto<br />

della ricchezza e <strong>di</strong>ffusione della fauna e della flora.<br />

Infatti, nella parte a Nord e Nord-Est <strong>di</strong> Sciacca sono<br />

stati ritrovati numerosi resti <strong>di</strong> cinghiali e cervi, databili<br />

in questo periodo (Politi A1 ). Negli anni sessanta<br />

una accurata esplorazione all’interno della grotta “Lisaredda”<br />

ha permesso il ritrovamento <strong>di</strong> una cospicua<br />

presenza <strong>di</strong> resti faunistici che indussero a ritenere il<br />

sito uno stanziamento cavernicolo. In una località sita<br />

tra Sciacca e Menfi – Bertolino <strong>di</strong> mare, contrada<br />

Cavarretto sono stati rinvenuti manufatti, datati nel<br />

Paleolitico inferiore, con le caratteristiche del ciottolo<br />

lavorato, riferibili alla facies della Plebble Culture e<br />

degli hacheraux (accette). Ancora a Capo San Marco,<br />

a Rocca Ficuzza, al Nadorello, a Sud del monte Kronio<br />

e nelle vicinanze della Grotta Gallo, risultano ritrovati<br />

da Giulio Perotti2 alcuni chopper (ciottoli lavorati),<br />

pietre scheggiate a forma <strong>di</strong> utensili ed amigdale.<br />

Il passaggio al Neolitico viene a manifestarsi, come<br />

testimoniano le sequenze stratigrafiche, con le prime<br />

testimonianze <strong>di</strong> manipolazione dell’argilla (prime<br />

presenze <strong>di</strong> ceramiche, seppur molto ru<strong>di</strong>mentali),<br />

nuove strategie <strong>di</strong> caccia con mezzi più perfezionati,<br />

prime coltivazioni. Secondo una serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> con analisi<br />

ra<strong>di</strong>ometriche3 eseguite in rinvenimenti nella <strong>Sicilia</strong><br />

occidentale presso la Grotta dell’Uzzo (Tp), possiamo<br />

in<strong>di</strong>care la metà del VI millennio a.c. come la<br />

data dell’inizio della periodo Neolitico. Alcune testimonianze<br />

<strong>di</strong> stanziamenti neolitici nel territorio <strong>di</strong><br />

Sciacca vengono registrati negli anni ’60 in contrada<br />

Tranchina con frammenti <strong>di</strong> lamine, <strong>di</strong> selci o <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong>ana.<br />

Interessanti sono i rinvenimenti <strong>di</strong> ceramica<br />

1 Politi A., La preistoria dell’agro saccense, Seskera, anno I, n° 1, 1964.<br />

2 Perotti G., Nelle profon<strong>di</strong>tà del Monte Kronio, AA.VV. Le Terme <strong>di</strong><br />

Sciacca, Palermo 1996.<br />

3 D. Cocchi Genick, Manuale <strong>di</strong> Preistoria, Neolitico, volume II Octavo,<br />

Firenze 1994, pp. 270-275. M. Cipolloni Sampò, Il Neolitico nell’Italia<br />

Meri<strong>di</strong>onale e in <strong>Sicilia</strong>, in A. Gui<strong>di</strong> - M. Piperno (a cura <strong>di</strong>),<br />

Italia preistorica, Laterza, Roma-Bari 1992, pp. 334-365.<br />

g<strong>di</strong>S<br />

1 • <strong>2011</strong><br />

gennaio-aprile<br />

Fig. 2. Schizzo pittorico del sito megalitico.<br />

monocroma rossastra (tardo neolitico) attribuiti per gli<br />

evidenti elementi cromatici e stilistici, con fini anse<br />

a tronchetto, allo stile Diana, <strong>di</strong>ffuso in tutta la <strong>Sicilia</strong><br />

(villaggio Pirrone sul Dirillo, Ragusa; Megara<br />

Hyblea, Matrensa, Biancavilla, Catania; piano Vento,<br />

Agrigento). L’archeologo-speleologo S. Tinè 4 , sempre<br />

negli anni sessanta, definisce i ritrovamenti <strong>di</strong> ceramica<br />

all’interno delle grotte del monte San Calogero:<br />

“Stile o facies del Kronio”, che risulta del tutto simile<br />

e pressoché contemporanea alla facies <strong>di</strong> Stentinello,<br />

affiorante nel siracusano ed inquadrabile sempre<br />

nel Neolitico, come i rinvenimenti <strong>di</strong> c.da San Marco.<br />

A partire del III millennio a.c. il quadro evolutivo<br />

archeologico dell’area si presenta più articolato e<br />

<strong>di</strong>versificato. In questa area Sud della <strong>Sicilia</strong> occidentale<br />

si impone come manifestazione particolarmente<br />

importante la facies del bicchiere campaniforme alla<br />

quale risulta associato nell’Isola, ma anche in tanti<br />

altri siti europei, il fenomeno della presenza dolmenica,<br />

seppur sparuta. Così scrive S. Tusa 5 sulle strutture<br />

dolmeniche siciliane e sul rapporto con la cultura<br />

del Bicchiere Campaniforme: “... in molti casi tali<br />

sepolcri, analogamente alla <strong>Sicilia</strong>, sono associati a<br />

ceramiche campaniformi offrendo utili in<strong>di</strong>cazioni a<br />

proposito della <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> tale tipologia al livello<br />

me<strong>di</strong>terraneo ... in questa area dell’isola riesce a<br />

penetrare portando con sé, certamente, anche valori<br />

4 Tinè S., Saggi <strong>di</strong> scavo nella Galleria del Fico della grotta “Stufe<br />

<strong>di</strong> San Calogero” sul monte Cronio <strong>di</strong> Sciacca, in Società Alpina<br />

delle Giulie, 1962; Lo stile del Cronio in <strong>Sicilia</strong> lo stile <strong>di</strong> Ghar<br />

Dalam a Malta e la successione del Neolitico nelle due isole, in Atti<br />

XIII Riun. Scient. Ist. Ital. <strong>di</strong> Preistoria e Protostoria, Siracusa-Malta<br />

22-26 Ottobre 1968, Firenze 1971.<br />

5 Tusa S., Sole, astri e preistoria in <strong>Sicilia</strong>: rapporti tra morfologia<br />

ed orientamento nelle architetture rituali siciliane dal IV millennio al<br />

II millennio a.c., rel. all’Accademia Naz. Dei Lincei, 15/05/2000, convegno<br />

“L’uomo antico ed il cosmo”.<br />

5

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