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Vol. 3 – Anno 2012 – Numero 3 Fratello, amico o nemico? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />

genealogia di Michel Foucault 16 . Com’è noto, Lacan sostiene che le “posizioni” masch<strong>il</strong>e e<br />

femmin<strong>il</strong>e non derivano direttamente dalla biologia, ma appartengono all’“ordine<br />

simbolico” e che quest’ultimo è a sua volta posto in essere dalla struttura edipica – cioè<br />

da quel divieto dell’incesto che, per Jacques Lacan come per Claude Levi-Strauss,<br />

costituisce <strong>il</strong> momento inaugurale di ogni cultura e di ogni soggettività. Butler assume in<br />

parte queste tesi strutturaliste, ma a Lacan contesta di dare per scontato che <strong>il</strong> divieto<br />

dell’incesto implichi anche la proibizione dell’omosessualità. Soprattutto, a Lacan Butler<br />

contesta di non tenere conto del fatto che l’“ordine simbolico” è in realtà un ordine<br />

sociale, che non trascende la cultura ma è a sua volta culturale 17 . Dal metodo genalogico<br />

di Foucault (a cui resta ancorata in tutto <strong>il</strong> suo percorso teorico) Butler apprende, infatti,<br />

che la sessualità non è una realtà immutab<strong>il</strong>e comune a tutti gli esseri umani, ma un<br />

“dispositivo” di sapere-potere, un prodotto storico. Al femminismo essenzialista Butler<br />

contrappone quindi la tesi costruttivista, e altamente controintuitiva, secondo cui la<br />

differenza di genere deriva non da un’elaborazione culturale delle differenze corporee, ma<br />

da una matrice di potere che Butler, seguendo Adrienne Rich 18 , chiama “eterosessualità<br />

obbligatoria”. Per Butler, <strong>il</strong> dominio degli uomini sulle donne (quel dominio che le<br />

femministe chiamano “patriarcato”) è l’esito dell’“eteronormatività”: sarebbe cioè <strong>il</strong><br />

desiderio eterosessuale, elevato a rango di struttura normativa fondamentale, a rendere<br />

culturalmente significativa la differenza sessuale e a determinare la condanna morale di<br />

quei soggetti che a questa struttura normativa non si conformano. Pertanto, secondo<br />

Butler, <strong>il</strong> femminismo, quando non si interroga sulla costruzione culturale della<br />

soggettività femmin<strong>il</strong>e e quando non accoglie al centro delle proprie riflessioni e delle<br />

proprie lotte politiche le questioni dell’omosessualità, della transessualità, del<br />

transgenderismo e dell’intersessualità, finisce per sostenere surrettiziamente le stesse<br />

strutture di potere che dichiara di voler demolire. Le conclusioni a cui approda Gender<br />

Trouble sono note: Butler celebra la drag queen 19 come eroina di una politica sovversiva<br />

del genere che usa le armi della parodia. Facendosi beffe dell’imperativo di coerenza tra<br />

sesso e genere, sfidando <strong>il</strong> copione dell’eterosessualità obbligatoria, la drag queen rivela<br />

16 In Gender Trouble di Foucault Butler ut<strong>il</strong>izza soprattutto: La volonté de savoir, Paris, Gallimard, 1976; ed. it.<br />

La volontà di sapere, M<strong>il</strong>ano, Feltrinelli, 1978; e l’introduzione all’edizione inglese di Herculine Barbin, Being<br />

the Recently Discovered Memoirs of a Nineteenth-Century Hermafrodite, New York, Colophin, 1980; ed. it. Il<br />

vero sesso, «Aperture. Punti di vista a tema», 3, 1997.<br />

17 Per un approfondimento del complesso rapporto tra Butler e la psicoanalisi mi permetto di rimandare al mio<br />

articolo Vulnerab<strong>il</strong>ity of the Subject, Opacity of Desire: Judith Butler Dislocating Psychoanalysis, in «Journal of<br />

European Psychoanalysis», n° 29, 2009.<br />

18 Rich A., Compulsory Heterosexuality and Lesbian Existence, «Signs», 5, 1980; ed. it. Eterosessualità<br />

obbligatoria ed esistenza lesbica, «Nuova DWF», 23-24, 1985.<br />

19 “Drag queen” è un termine inglese che designa attori e cantanti che si esibiscono in abiti femmin<strong>il</strong>i sfarzosi<br />

e di cattivo gusto, mettendo in scena una femmin<strong>il</strong>ità esagerata nelle movenze, nelle acconciature e nel trucco<br />

e al tempo stesso non nascondendo del tutto <strong>il</strong> proprio corpo masch<strong>il</strong>e sotto gli abiti di scena.<br />

Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />

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