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Vol. 3 – Anno 2012 – Numero 3 Fratello, amico o nemico? <strong>Fogli</strong> <strong>Campostrini</strong><br />
‘concettuale’, e non di ‘contenuto’, si affretta a precisare <strong>il</strong> suo autore, ché la distinzione<br />
amico/nemico (Freund/Feind) stab<strong>il</strong>isce un ‘criterio’, non derivab<strong>il</strong>e da altri, per<br />
determinare lo spazio autonomo del ‘politico’. Schmitt non si è mai interrogato sull’origine<br />
di tale ‘logica opposizionale’ 53 , che a lui doveva apparire ‘naturale’, dal momento che la<br />
riscontrava nell’estetica – che si basa sulla separazione del bello dal brutto –, nell’etica –<br />
che si fonda sul contrasto bene-male –, nell’economia – che oppone l’ut<strong>il</strong>e al dannoso –, e<br />
nella logica stessa che neppure sarebbe pensab<strong>il</strong>e senza la distinzione-opposizione del<br />
vero dal falso 54 . È questa la base teorica su cui Schmitt fonda l’autonomia del ‘politico’ –<br />
non più salda, dal punto di vista della ‘fondazione logica’, della crociana f<strong>il</strong>osofia dei<br />
distinti! La frag<strong>il</strong>ità di questa dottrina si mostra non appena Schmitt tenta di chiarire <strong>il</strong><br />
concetto di “nemico”. In senso politico, dice, nemico non è l’inimicus, ma l’hostis, non<br />
l’echthrós, ma <strong>il</strong> polémios. Quindi esemplifica: «nemico è solo un insieme di uomini che<br />
combatte almeno virtualmente, cioè in base ad una possib<strong>il</strong>ità reale, e si contrappone ad<br />
un altro raggruppamento umano dello stesso genere. Nemico è solo <strong>il</strong> nemico pubblico»<br />
(CP, p. 111). Definizione di ‘nemico’ e definizione di Stato si co-appartengono. V’è Stato<br />
se vi è (poi ci soffermeremo su questo “vi è”) nemico, ma non c’è nemico, hostis,<br />
polémios, se non per lo Stato. Da qui la distinzione ‘essenziale’ per Schmitt tra pólemos e<br />
stásis, guerra tra Stati e guerra civ<strong>il</strong>e – distinzione da lui ripresa da Platone, ma<br />
attribuendole ben altra estensione semantica e storica (cfr. CP, p. 111-112 e passim).<br />
Essenziale perché laddove <strong>il</strong> conflitto del pólemos costituisce e rafforza lo Stato, le<br />
discordie della stásis lo indeboliscono e lo distruggono. Quello, dunque, è positivo,<br />
‘naturale’, katà physin, quelle negative, innaturali, parà physin . Nella Repubblica<br />
platonica, da cui Schmitt l’attinge, questa terminologia è legittima: guerra, pólemos,<br />
essendo quella che i Greci combattono con i barbari, con i non-Greci, stásis, invece, è la<br />
guerra che <strong>il</strong> Greco combatte contro <strong>il</strong> Greco, la lotta intestina. La guerra fratricida. Ma,<br />
quale legittimità ‘storica’ può pretendere l’estensione di questa distinzione al mondo<br />
moderno? Fu ‘guerra esterna’, ‘naturale’, katà physin, quella che gli Stati europei<br />
combatterono tra loro dal 1914 al 1918? Non è un problema di metodologia storica, quello<br />
che qui pongo; è un problema ‘storico-politico’. Un problema ancor vivo nella coscienza<br />
europea, quando Schmitt elaborava la sua teoria del politico; un problema che aveva<br />
diviso le più alte intelligenze europee al momento dell’invasione tedesca del Belgio<br />
neutrale all’inizio del primo conflitto mondiale 55 , e sul quale, in anni molto più tardi,<br />
Schmitt si soffermerà, non senza esprimere forte preoccupazione per <strong>il</strong> futuro 56 .<br />
53 La cui critica, come vedremo nelle pagine seguenti, è fondamento e fine di tutta l’analisi di Derrida: cfr. PA,<br />
spec. p. 276; it. 289-290.<br />
54 Cfr. C. Schmitt, Il concetto di ‘politico’ (= CP), in Le categorie del ‘politico, cit., p. 108<br />
55 Rinvio, in merito, al mio saggio “La conciencia europea frente a la primiera guerra mundial: Thomas Mann y<br />
Benedetto Croce”, in “Revista de Occidente”, settembre 1994, n° 160, pp. 37-56 (in versione italiana,<br />
modificata, cfr. V. Vitiello, Non dividere <strong>il</strong> sì dal no. F<strong>il</strong>osofia e letteratura, Roma-Bari, Laterza, 1996, pp. 73-86<br />
Rivista online della <strong>Fondazione</strong> <strong>Centro</strong> Studi <strong>Campostrini</strong> ‐ Verona – Italy<br />
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