Capitolo IV. Uno dei centosessanta - Dott. Faustino Nazzi
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lucidamente, portandola allo scoperto, la rete di mistificazioni, inganni, censure e rimozioni<br />
che il mondo <strong>dei</strong> «sani» ignora, per una sorte di autoinganno collettivo, che sostiene la sua<br />
visione ottimistica del progresso, il suo vitalismo.<br />
La figura dell'«inetto», come i temi della vecchiaia e della morte, intendono contestare il<br />
vitalismo del superuomo dannunziano. Non le grandi idee, per cui non c'è più spazio, non le<br />
grandi decisioni, che di grande hanno solo il loro infantilismo, non le scelte definitive, perché<br />
di definitivo c'è solo la morte, ma la rinuncia, la non decisione, l'attesa fiduciosa che<br />
l'imminente resa <strong>dei</strong> conti del troppo grande favorirà la sopravvivenza dell'«inetto», mentre<br />
spazzerà via i superuomini fasulli, irrigiditi negli scafandri delle loro ideologie.<br />
Purtroppo questo è un messaggio incompreso, negletto da troppi triestini, agitati dagli<br />
incubi di un glorioso passato e dal progressivo ridursi del loro presente.<br />
Il tentativo di incolpare il mondo intero del proprio destino baro ricade purtroppo sugli<br />
infelici vicini, sul cortile di casa. L'asfittica città respira con asmatici polmoni anche<br />
l'ossigeno della periferia, creando uno squilibrio psico-ecologico corrispondente a quello che<br />
le alghe determinano nelle acque marine. I friulani sono la riserva d'ossigeno della città di<br />
Trieste. Ma non lo è da meno l'Italia intera che deve subire il ricatto di forze violente ed<br />
oscure che non possono seguire le vie democratiche per ottenere quello di cui abbisognano<br />
per sopravvivere. Non per nulla è lì che fiorisce la più insinuante ed oscura delle<br />
organizzazioni: la massoneria.<br />
Un po' di calma, verrebbe da suggerire, un po' di castigatezza, un'accettazione della propria<br />
mediocrità come sintomo non trascurabile di un nuovo modo di essere sani in questo mondo<br />
intasato.<br />
4. La crisi del fascismo<br />
La diagnosi del male triestino ci porta inevitabilmente ad un rilettura della nostra storia<br />
recente e dello specifico friulano della Resistenza, per scoprire se non vi sia fin d'allora un<br />
presupposto delle vicende che siamo venuti raccontando.<br />
Il bollettino qui citato porta il n. 82 e la data 6-2-1950. Secondo l'Olivieri, compito della<br />
sezione informazioni, guidata dal col. Cosmacini, era la<br />
«raccolta di informazioni nella zona organizzata, nel Territorio libero di Trieste o nella zona di oltre<br />
frontiera e la redazione di un bollettino MENSILE informazioni. Con le notizie che pervenivano e con<br />
quelle raccolte dal capo della sezione informazioni, con propri informatori, tutti opportunamente<br />
vagliati, furono redatti 160 bollettini informazioni» (Ivi, p. 54).<br />
Da ciò si deduce che se questo n. 82 è del febbraio 1950, l'ultimo della serie, procedendo<br />
mensilmente, deve cadere, mese più mese meno, nell'agosto del 1956. L'organizzazione «O»<br />
venne sciolta il 4-10-1956 «in quanto i compiti, assolti in un momento particolarmente<br />
difficile per il Paese, erano esauriti, per aver l'Esercito riacquistato piena efficienza e quindi<br />
per essere nelle condizioni di assicurare la difesa del Paese» (Ivi, p. 56). «Per tutto il 1955 e per<br />
gran parte del 1956», il personale dell'organizzazione si dedicò ad «approfondire la<br />
conoscenza sui filoslavi, sui comunisti e sui loro simpatizzanti, i quali potevano eseguire<br />
azioni di sabotaggio, ovvero collaborarvi» (Ivi).<br />
A parte le madornali sciocchezze dette in questa relazione (nel caso, esercito efficiente,<br />
sabotaggi ecc.) è certo che l'ufficio informazioni fu sempre fedele alla scadenza mensile <strong>dei</strong><br />
suoi elaborati. Si tratta del meccanismo che giustifica lo stipendio. Da un appunto d'apertura<br />
del n. 82, che dice: - Siamo costretti a sospendere la compilazione del Bollettino per assoluta<br />
mancanza, da parecchi mesi, di mezzi -, sembrerebbe che contingenze particolari, come la<br />
carenza di liquido per pagare gli informatori, abbiano potuto interrompere il «flusso mensile».<br />
Tuttavia sembra più una minaccia per sollecitare tempestivi invii di denaro piuttosto che un<br />
incidente veramente occorso: non è credibile che un servizio di tanta importanza funzioni a<br />
scartamento ridotto.