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parte seconda - Ministero dell'Interno - Libertà civili e immigrazione

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I migranti africani nel mondo del lavoro dipendente italiano. Un quadro d’insieme<br />

generale di originari dell’Africa meridionale (8,5% del totale), nel caso laziale alla presenza<br />

di egiziani (11,8% del totale) e originari dell’Africa orientale (17,2%).<br />

Nel Mezzogiorno è invece la Sicilia la Regione con il maggior numero di lavoratori di<br />

origine africana (3,5% del totale a fronte di una media del 2,9%), principalmente per effetto<br />

della rilevante presenza di tunisini, che lavorano sull’isola in oltre un settimo dei casi<br />

(15,4%, 9.495 persone).<br />

Il dettaglio provinciale rende ulteriormente conto del protagonismo dell’area lombarda,<br />

con la Provincia di Milano che raccoglie, da sola, un settimo dell’intera presenza (14,2%),<br />

una quota ben superiore a quella, già elevata, relativa all’insieme dei lavoratori nati all’estero<br />

(10,1%) e che rimanda alla notevole presenza di lavoratori egiziani, qui presenti in<br />

oltre in due quinti dei casi (44,7%, 21.964 persone), ovvero in numero superiore agli stessi<br />

marocchini (20.915, il 9,8% dei marocchini occupati nel Paese). Segue l’area romana,<br />

che pure non rappresenta un polo migratorio privilegiato per le migrazioni africane, con<br />

una quota di lavoratori nati in Africa quasi dimezzata rispetto a quella relativa all’insieme<br />

delle collettività immigrate (5,3% vs 9,2%). Con una quota analoga, prossima a un ventesimo<br />

del totale (4,8% vs 2,9%), un’altra Provincia lombarda: Brescia, che si distingue per<br />

la concentrazione di lavoratori ghanesi (8,9% del totale degli occupati ghanesi in Italia),<br />

senegalesi (8,2%) e ancora egiziani (7,1%).<br />

I settori di inserimento: la concentrazione nel ramo industriale<br />

Su un piano generale i lavoratori di origine africana si distinguono rispetto all’insieme<br />

degli occupati nati all’estero per un più marcato inserimento nel settore industriale, dove<br />

lavorano in oltre i due quinti dei casi (41,7%) a fronte di un valore medio pari a un terzo<br />

del totale (33,6%) e, parallelamente, per una <strong>parte</strong>cipazione relativamente ridotta nel terziario,<br />

dove sono comunque inseriti in quasi la metà dei casi (49,1% vs 54,4%), e in agricoltura<br />

(6,3% vs 7,7%). È del 2,8% il peso percentuale di coloro per i quali non si conosce<br />

il settore di inserimento (media: 4,2%).<br />

L’occupazione nel settore industriale (ma anche in agricoltura) è più diffusa tra gli originari<br />

dell’Africa settentrionale, che vi lavorano nel 44,6% dei casi, e, in <strong>seconda</strong> battuta,<br />

tra i lavoratori provenienti dalla <strong>parte</strong> occidentale del continente (41,2%), che nell’insieme<br />

rappresentano circa il 90% della presenza. Per i migranti dell’Africa orientale e meridionale,<br />

invece, l’industria (con l’agricoltura) costituisce un bacino di impiego poco rilevante,<br />

che raccoglie quote ridotte di lavoratori (rispettivamente, 19,2% e 26,9%), a fronte di<br />

una massiccia <strong>parte</strong>cipazione nel settore dei servizi, dove questi lavoratori si concentrano<br />

in oltre due terzi dei casi (rispettivamente, 71,8% e 67,2%) e che rimanda alla maggiore<br />

presenza di lavoratrici donne.<br />

In ogni caso, i dati attestano come oltre un quinto (circa il 22%) degli immigrati addetti<br />

al settore industriale sia di origine africana.<br />

Purtroppo i dati disponibili permettono di scendere nel dettaglio dei singoli comparti<br />

economico-produttivi di inserimento solo per i gruppi nazionali più numerosi. In ogni caso,<br />

si consideri che le prime nove collettività (Marocco, Tunisia, Senegal, Egitto, Ghana,<br />

Nigeria, Algeria, Costa d’Avorio e Etiopia), ovvero quelle che contano più di 10.000 occupati,<br />

raccolgono l’87,7% del totale degli occupati nati in Africa.<br />

Nell’insieme, gli occupati riconducibili a queste collettività presentano una distribuzio-<br />

A FRICA – ITALIA. SCENARI MIGRATORI

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