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parte seconda - Ministero dell'Interno - Libertà civili e immigrazione

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Gli immigrati qualificati africani<br />

invece un’enorme difficoltà a vedere riconosciuto il proprio titolo di studio e spesso, per<br />

potere svolgere la professione per la quale si sono già formati in patria, debbono conseguire<br />

anche una laurea italiana.<br />

Un altro punto che accomuna tutti gli intervistati, pur nella estrema differenziazione<br />

delle singole posizioni, è una quasi totale sfiducia da un lato nella capacità della politica<br />

italiana, in tutte le sue forme, ad affrontare il fenomeno dell’<strong>immigrazione</strong> e dall’altro nella<br />

politica dei Paesi d’origine a garantire in patria condizioni che non rendano necessaria l’emigrazione<br />

per una <strong>parte</strong> significativa della popolazione.<br />

Infine, anche se per ragioni assai diverse le une dalle altre, tutti gli intervistati sono<br />

estremamente preoccupati, come è naturale, dall’evoluzione della politica internazionale e<br />

dalle conseguenze che ne possono derivare sui rapporti tra gli italiani e gli immigrati provenienti<br />

da Paesi arabi portando, a partire dall’11 settembre 2001, almeno alla chiusura nei<br />

riguardi degli stranieri, se non anche ad espliciti atteggiamenti razzisti.<br />

Per approfondire ulteriormente lo studio delle immigrazioni altamente qualificate in<br />

Italia provenienti dall’Africa, sono state effettuate nel corso dell’ultimo anno alcune interviste<br />

ad immigrati congolesi laureati o comunque ad alta qualificazione.<br />

Molti dei risultati ottenuti nel corso della precedente indagine sono stati confermati da<br />

queste interviste. È ad esempio stata fatta rilevare da tutti gli intervistati la difficoltà<br />

estrema nell’ottenere il riconoscimento dei propri titoli di studio, perfettamente validi<br />

invece in Francia e in Belgio. Questo mancato riconoscimento porta a volte a situazioni<br />

assurde, come quella denunciata da uno dei nostri intervistati il quale, laureato<br />

nell’Università di Kinshasa in Ingegneria Agraria ed arrivato in Italia con un regolare visto<br />

per motivi di studio per frequentare un dottorato di ricerca in Agraria, si è visto rifiutare<br />

l’iscrizione in quanto la propria laurea non era riconosciuta: a questo punto, considerato il<br />

numero di esami che avrebbe dovuto superare per ottenere una laurea in Agraria prima di<br />

potere essere iscritto al dottorato, l’immigrato ha preferito iscriversi ex-novo alla facoltà di<br />

Economia e, ottenuta la laurea in questa disciplina, iscriversi al relativo dottorato con un<br />

progetto di ricerca finalizzato all’Economia Agraria. Egli spera poi di potere tradurre in<br />

realtà questo progetto nel proprio Paese, dove per altro, prima di emigrare, lavorava già<br />

come ricercatore nell’Università. Un’altra intervistata, che aveva ottenuto il diploma superiore<br />

in Congo e vi aveva frequentato due anni di Economia all’università, rifugiata in Italia<br />

per motivi conseguenti alla guerra civile, durante la quale le erano stati uccisi entrambi i<br />

genitori, non avendo modo di avere riconosciuti non solo gli esami sostenuti ma neppure<br />

il diploma, avendo sposato un connazionale con una posizione economica abbastanza solida<br />

in Italia ed avendo avuto subito due bambini, ha preferito lasciare gli studi, dedicarsi<br />

alla famiglia e svolgere saltuariamente lavori non qualificati dopo aver seguito diversi corsi<br />

di formazione professionale.<br />

Un’altra questione sulla quale le interviste agli immigrati provenienti dal Congo concordano<br />

con quelle di coloro che provengono dal Maghreb riguarda le scarse opportunità che<br />

il mercato del lavoro italiano offre agli immigrati altamente qualificati: anche coloro che<br />

sono in possesso di una laurea italiana infatti denunciano di incontrare molte difficoltà nel<br />

potere ottenere un impiego adeguato alle loro qualificazioni o, se lo ottengono, ad ottenere<br />

un salario pari a quello di un italiano con pari qualificazione: un dottore di ricerca<br />

impiegato come analista in un’impresa che si occupa di valutazione di progetti internazio-<br />

A FRICA – ITALIA. SCENARI MIGRATORI

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