parte seconda - Ministero dell'Interno - Libertà civili e immigrazione
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I migranti africani nel mondo del lavoro dipendente italiano. Un quadro d’insieme<br />
torio e, quindi, sul mondo del lavoro italiano. Ne dà conto, su un altro piano, il fatto che<br />
i nuovi assunti di origine africana rappresentino il 12,2% del totale dei nuovi assunti di<br />
origine immigrata, vale a dire una quota ridotta di circa 5 punti rispetto al peso degli africani<br />
sul gruppo degli occupati.<br />
Il confronto dei dati relativi alle assunzioni con quelli relativi alle cessazioni dei rapporti<br />
conferma ulteriormente la tendenza al ridimensionamento della presenza (o meglio<br />
della crescita) di lavoratori africani regolarmente inseriti nel mondo del lavoro dipendente,<br />
prima di tutto in termini relativi, ma non solo. Influisce significativamente su questa<br />
tendenza l’emergere della crisi economico-occupazionale che ha segnato gli ultimi mesi del<br />
2008 e che ha interessato maggiormente il settore industriale.<br />
In ogni caso, i dati suggeriscono la progressiva riduzione degli spazi di inserimento in<br />
favore di migranti africani, in linea con andamento che ha segnato già gli anni precedenti.<br />
Il saldo occupazionale relativo ai lavoratori di origine africana è stato infatti (per la<br />
prima volta) negativo, sia pure per sole 857 unità, a fronte di un saldo positivo per l’insieme<br />
dei lavoratori nati all’estero (+34.207 unità), per quanto dimezzato rispetto al 2006<br />
(+61.000).<br />
La contrazione ha riguardato esclusivamente gli uomini (-2.203), mentre per le donne<br />
il saldo è positivo di 1.347 unità, a riprova dell’influenza su questi andamenti della crisi<br />
del settore industriale (edilizia inclusa). Disaggregando il dato per ambito occupazionale,<br />
ne abbiamo conferma: la differenza tra assunzioni e cessazioni in capo a lavoratori africani<br />
è negativa nell’industria per quasi 9.000 unità (-8.978) e nei servizi per quasi 3.000 (-<br />
2.890), mentre il saldo è positivo in agricoltura (+2.335) e nel gruppo delle attività non<br />
definite (+8.677).<br />
Quindi, quello che finora ha rappresentato un fattore di vantaggio per i lavoratori africani,<br />
ovvero il prevalente inserimento nel tessuto industriale del Nord, in grado di garantire<br />
occupazioni tendenzialmente più stabili e tutelate, ora, in fase di recessione, si sta<br />
rivelando un elemento di svantaggio, in quanto rappresenta l’ambito più colpito dalla contrazione<br />
della base occupazionale tutt’ora in pieno corso.<br />
A FRICA – ITALIA. SCENARI MIGRATORI