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parte seconda - Ministero dell'Interno - Libertà civili e immigrazione

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Gli imprenditori africani in Italia: luci e ombre di un fenomeno in crescita<br />

quello imprenditoriale, determinando, spesso, la scelta del tipo di attività da avviare. A<br />

Milano, ad esempio, gli egiziani sono titolari di molti negozi di kebab, mentre a Torino,<br />

città con una maggiore presenza di marocchini, questi ultimi sono proprietari di macellerie<br />

di carne halal. Solitamente si lavora con parenti ed amici e se, come spesso ribadito, i<br />

marocchini reinvestono il capitale sociale all’interno della comunità stessa, aiutando i compatrioti;<br />

meccanismi di passaparola all’interno delle comunità su chi offre e cerca lavoro si<br />

creano, ad ogni modo, in tutte le collettività.<br />

Conclusioni<br />

Le collettività africane in Italia presentano caratteristiche imprenditoriali simili: qualche<br />

differenza esiste tra il Nord e il Centro-Sud e questo, evidentemente, in conseguenza<br />

della diversa vitalità economico-produttiva delle due aree. Parallelamente si registrano,<br />

comunque, diversi approcci al lavoro autonomo.<br />

Gli africani, commercianti e costruttori in particolare, hanno portato e portano in Italia<br />

molto delle loro terre d’origine: aprono, ad esempio, imprese “etniche” allargate in cui vendono<br />

sia prodotti quasi sconosciuti al pubblico italiano, sia beni di produzione locale.<br />

Questa commistione di culture e tradizioni favorisce la conoscenza e lo scambio reciproco<br />

e rende i commercianti africani agenti d’integrazione. È sempre meno raro trovare sulla<br />

nostra tavola alimenti tipici dei loro Paesi d’origine, come il cuscus, accanto alla pasta. È<br />

valido anche il contrario: il nostro cibo entra sempre di più a far <strong>parte</strong> dell’alimentazione<br />

africana, anche grazie all’<strong>immigrazione</strong> di ritorno. Lo stesso si può dire per l’edilizia: i cantieri<br />

contribuiscono allo sviluppo della piccola e media imprenditoria e, in qualche modo,<br />

rappresentano anche dei luoghi d’aggregazione e d’incontro.<br />

Le figure imprenditoriali non esauriscono la loro importanza nella sola economia del<br />

Paese d’<strong>immigrazione</strong>: possono tra l’altro contribuire alla costruzione di reti commerciali<br />

transnazionali. Davanti alla scelta transazionale, però, si presentano molti problemi, per<br />

cui sembrerebbe utile avviare politiche di formazione per migliorare la cooperazione e soddisfare<br />

il desiderio di molti immigrati d’investire anche nel Paese natale.<br />

Un ultimo fenomeno da mettere in rilievo, che evidenzia il dinamismo degli africani ed<br />

emerge soprattutto nel settore della ristorazione, è quello relativo alla derivazione di<br />

imprese <strong>seconda</strong>rie, e spesso analoghe, attraverso processi di divisione dall’impresa primaria.<br />

Accade di frequente che, dopo aver avviato un’attività con un certo successo, un<br />

imprenditore decida di aprirne un’altra simile, affidando la titolarità della <strong>seconda</strong> o a un<br />

suo socio o a un parente. Un marito che apre un negozio alla moglie, ad esempio, o un fratello<br />

minore che si stacca dalla ditta del maggiore.<br />

Da quest’analisi dell’imprenditoria africana possiamo, in conclusione, sostenere che non<br />

si tratta di un fenomeno passeggero ma che anzi è, con molta probabilità, destinato ad<br />

aumentare, andando ad inglobare nuove nazionalità e nuovi attori che spingono per affermarsi.<br />

Le donne, in particolare, hanno iniziato, con dinamismo e coraggio, percorsi di<br />

emancipazione attraverso la riuscita professionale e sono orientate ad occupare sempre più<br />

un ruolo da protagonista sul palcoscenico imprenditoriale.<br />

A FRICA – ITALIA. SCENARI MIGRATORI

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