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Numero 1 – OTTOBRE 2012 Il Bartolomeo - Liceo Classico B. Zucchi

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POLITICA<br />

La voce del collettivo<br />

<strong>Il</strong> collettivo studentesco, questo sconosciuto, è nato<br />

19 anni fa da studenti che, rifacendosi all’universitario<br />

Jan Palach, datosi fuoco durante la primavera di<br />

Praga, decisero di intraprendere un percorso di<br />

autodeterminazione e rielaborazione della figura<br />

dall’alunno per far si che prendesse coscienza di sé,<br />

del dovere e del diritto e per valorizzarne l’etimologia.<br />

Studeo significa infatti “amare, avere la passione di”:<br />

la passione per le materie non come nozioni, ma<br />

come elementi che favoriscano la propria crescita<br />

civica, dovere sancito dall’articolo 4 della Costituzione<br />

Italiana. A ciò rifacendosi, il gruppo che il Giovedì si<br />

trova ,se concesso,nella modesta aula “ricevimento<br />

genitori”, cerca pazientemente, e con impressionante<br />

capacità di ascolto e proprietà di linguaggio, una<br />

formula alternativa di partecipazione alla vita<br />

scolastica, da proporre agli studenti, che non tenga<br />

conto di tabù ma che denunci senza peli sulla lingua i<br />

veri problemi che riguardano tutti noi: quello della<br />

mafia, tanto per cominciare. Ha avuto successo,<br />

infatti, la proposta di Alessandro Mirone di visionare<br />

“I cento passi”, la storia di Peppino Impastato,<br />

durante la prima assemblea dell’anno. “Tutte le volte<br />

che guardo questo film non riesco a non<br />

commuovermi, anzi più lo guardo e più penso: È<br />

PROPRIO QUESTO il messaggio che voglio che il<br />

collettivo trasmetta: la forza di volontà, la capacità di<br />

portare avanti qualcosa anche se hai tutti contro.”<br />

Mentre lo ascolti non puoi proprio ignorare la<br />

passione nella voce. Giovedì 20 Ottobre, una trentina<br />

di persone ha deciso di spendere due orette, inclusa<br />

una pausa causa momentanea fusione del proiettore,<br />

per cogliere l’occasione di assistere a una storia di<br />

umanità e di “italianità”, schiacciata su una parete<br />

illuminata dalla luce solare, a due centimetri dal<br />

proprio naso. È stato ricordato che tutti, volente o<br />

nolente , fanno parte del collettivo e che chiunque<br />

partecipi all’assemblea ha lo stesso diritto<br />

decisionale, che sia un assiduo avventore o un nuovo<br />

adepto, perché si pensa che ciò responsabilizzi i<br />

cittadini e li aiuti a collaborare. Quella della<br />

matematica, in cui si impone il 50%+1, è la<br />

democrazia peggiore. Quella migliore è quella di chi è<br />

responsabile, dove si tiene conto delle opinioni di<br />

tutti, anche se sono una minoranza, se ciò non inficia<br />

<strong>Numero</strong> 1 - <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2012</strong><br />

la libertà altrui. <strong>Il</strong> 23, invece, si è tenuta una regolare<br />

assemblea in cui, affrontando l’ordine del giorno,<br />

sono state individuate alcune problematiche della<br />

scuola, ad esempio: cosa fare con le porte di<br />

emergenza guaste? Perché chi partecipa a certe<br />

attività pomeridiane come il <strong>Bartolomeo</strong> riceve un<br />

credito, mentre chi dedica un’oretta a settimana, il<br />

giovedì pomeriggio, per tutti gli altri, no? Si apre la<br />

vexata questio: e se poi si venisse solo per il credito?<br />

A noi sembra che, per correttezza, un’istituzione<br />

favorita dallo statuto degli studenti e delle<br />

studentesse, all’articolo 2, dovrebbe avere in gioco<br />

le stesse carte delle altre attività extracurricolari.<br />

Altro problema: perché i professori possono tenere<br />

la propria bicicletta all’interno dell’istituto, il preside<br />

addirittura l’auto,mentre gli studenti devono esporsi<br />

ai pericoli del parcheggio della biblioteca, un punto<br />

critico della sicurezza cittadina, eppure lasciato<br />

incustodito dal comune di Monza?<br />

Si è deciso di scrivere una lettera firmata “Collettivo<br />

Jan Palach” che solleciti le autorità scolastiche a<br />

ragionare con noi, della cui stesura si discuterà nelle<br />

prossime assemblee. Si è passati poi ai problemi di<br />

entità nazionale: il costo dei libri è aumentato e la<br />

scuola, data l’esistenza di un tetto massimo di<br />

spese,indica come “consigliati” testi in realtà<br />

necessari ai corsi, cosicché formalmente non<br />

rientrino nella somma della spesa totale e i controlli<br />

ministeriali possano essere passati. Comprendiamo<br />

che per i nostri studi siano necessari molti testi, ma<br />

aborriamo questo metodo in quanto non risulta né<br />

trasparente né comprensivo nei nostri confronti.<br />

Inoltre, e di questo non intendiamo accusare<br />

ovviamente la scuola ma semmai chiederle<br />

appoggio, il costo dei biglietti dei pullman e dei treni<br />

è aumentato, si sono moltiplicate le tasse da pagare<br />

per gli abbonamenti (10 € in più all’anno per un’altra<br />

“tessera di riconoscimento”), e le compagnie, tra<br />

loro in conflitto, non permettono che biglietti validi<br />

per una linea siano usati per un’altra. Riteniamo<br />

questa cosa vergognosa perché il trasporto è un<br />

servizio pubblico e noi non dovremmo essere le<br />

vittime degli interessi delle aziende private. Ultimo e<br />

forse più scottante dei punti, il PDL Aprea, sul quale<br />

pochi sanno qualcosa, ma che costituisce un serio<br />

pericolo per la scuola pubblica.<br />

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