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Numero 1 – OTTOBRE 2012 Il Bartolomeo - Liceo Classico B. Zucchi

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CULTURA - GERBERE<br />

L'architettura del mondo<br />

Ha inizio la mostra intitolata "L'architettura del<br />

mondo", che, dal 9 Ottobre <strong>2012</strong> al 10 febbraio 2013<br />

riempirà gli ambienti del Palazzo dell'Arte della<br />

Triennale a Milano. <strong>Il</strong> titolo dell'esposizione comunica<br />

già l'intento per il quale l'iniziativa prende forma:<br />

presentare le infrastrutture quali ferrovie, strade e<br />

aeroporti, non tanto in quanto elementi aggiunti a un<br />

paesaggio o a un contesto ambientale, quanto<br />

piuttosto come parti costitutive dell'ambiente stesso.<br />

Non si parla quindi di architettura NEL mondo, a<br />

ridosso di una realtà, ma piuttosto si utilizza<br />

l'espressione "architettura del mondo", ad indicare<br />

una struttura che effettivamente costruisce il mondo<br />

stesso attraverso la propria presenza. L'esposizione si<br />

articola quindi in quattro sezioni, distinte l'una<br />

dall'altra per la tematica trattata. Attraverso la prima<br />

di queste quattro parti della mostra di compie un<br />

percorso storico riguardante la creazione di<br />

infrastrutture durante il Novecento. Sono quindi<br />

presentati disegni progettuali di alcune delle opere<br />

realizzate in questo periodo: i grattacieli che Le<br />

Corbusier progettò per Algeri poco prima della metà<br />

del secolo, la stazione medievalizzata che il finlandese<br />

Saarinen realizzò ad Helsinki tra il 1910 e il 1914, la<br />

diga che rievoca l'acquedotto romano costruita in<br />

seguito a un'idea di Poelzig, tra il 1909 e il 1914 a<br />

Klingenberg, in Sassonia. Si evolve poi, sempre<br />

all'interno di questa prima sezione, un discorso<br />

riguardante il rapporto tra lo spazio pubblico e il<br />

valore ambientale dell'edificio e vengono prese come<br />

riferimento per la riflessione costruzioni quali la metro<br />

di Mosca, la sistemazione del lungofiume di Lubiana di<br />

Plecnik e il progetto architettonico di Rino Tami per<br />

l’inserimento ambientale dell’autostrada del Ticino.<br />

L'ultimo approfondimento considerato prima di<br />

passare alla seconda sezione della mostra riguarda<br />

quindi i caratteri dell'ingegneria italiana tra gli anni '50<br />

e '70.<br />

<strong>Il</strong> percorso prosegue con un semplice catalogo di<br />

opere che sono ordinate per temi e vengono proposte<br />

come modello per quei paesi che si trovano nella<br />

condizione di dover recuperare un ritardo accumulato<br />

nel corso degli ultimi anni. Questa seconda sezione è<br />

dedicata alle produzioni al di fuori dell'Italia, mentre,<br />

la parte successiva dell'esposizione, riguarda<br />

l'architettura propria del nostro Paese, trattando sia di<br />

costruzioni già realizzate, sia di strutture in via di<br />

edificazione.<br />

<strong>Numero</strong> 1 - <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2012</strong><br />

Si considera qui il rapporto tra arte, città e paesaggio<br />

attraverso le esperienze di Reggio Emilia, Napoli,<br />

Perugia e Venezia e, accanto a questo tema, si<br />

affronta quello delle infrastrutture attraverso<br />

considerazioni riguardo alle opere intraprese dalle<br />

Ferrovie dello Stato.<br />

E' nella sua ultima parte però che la mostra tratta di<br />

quell'argomento da cui in realtà essa prende nome.<br />

Proprio in questa quarta sezione infatti si analizza il<br />

rapporto delle grandi infrastrutture che, progettate<br />

come utili, appaiono indispensabili una volta<br />

realizzate. Sono quelle costruzioni edificate con<br />

intento ambientale di notevole portata e, tra queste,<br />

viene presa in considerazione quella progettata da<br />

Herman Sorgel ancora nel Novecento. L'architetto<br />

tedesco infatti previde, nel proprio progetto,<br />

l'abbassamento del livello del mediterraneo a scopo<br />

agricolo ed energetico, e sembra che questa sua<br />

proposta sia stata assunta come modello per<br />

operazioni di approvvigionamento idrico ed<br />

energetico realizzati successivamente in Africa, in<br />

Cina e in Sudamerica.<br />

L'esposizione raggiunge quindi, nel suo complesso, il<br />

fine di esprimere un miglioramento estetico,<br />

ambientale e sociale possibile proprio grazie a una<br />

progettazione attenta e a una qualità architettonica<br />

da cui le infrastrutture devono essere caratterizzate<br />

per potersi inserire nell'ambiente in modo ad esso<br />

conforme e non invasivo.<br />

Anna Caprotti II A<br />

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