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Numero 1 – OTTOBRE 2012 Il Bartolomeo - Liceo Classico B. Zucchi

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RIFLESSIONI ZUCCHINE<br />

Bisogna che tutto cambi<br />

perché nulla cambi<br />

Quello sguardo. Ognuno di noi lo<br />

riconoscerebbe sin dal primo istante, senza<br />

alcuna esitazione.<br />

La testa leggermente china, a fissare il<br />

pavimento ad un tratto molto interessante, occhi<br />

curiosi verso tutto ciò che li circonda, occhi<br />

giovani e intelligenti che scrutano<br />

spasmodicamente qualsiasi cosa si trovi dinnanzi<br />

a loro.<br />

E' lo sguardo di chi vede tutto per la prima volta,<br />

di chi ha provato quella gioia paurosa<br />

d’impaziente rassegnazione e qualcos'altro<br />

d’indefinito, che a parole non è possibile<br />

esprimere; è lo sguardo determinato, un po'<br />

smarrito, di chi inizia una nuova avventura, zaino<br />

in spalla, mani in tasca, un passo svelto ma non<br />

troppo, per non attirare eccessivamente<br />

l'attenzione.<br />

Inutile, l'interesse sarà focalizzato interamente<br />

su di loro, neanche avessero dei riflettori puntati<br />

in volto ad indicare la loro posizione: sono lì,<br />

davanti agli occhi di tutti, evidenti come un pesce<br />

fuor d'acqua o un asino che vola nel cielo.<br />

Li riconosci da come ti fissano, con occhi colmi di<br />

ammirazione come a dire «Tu ce l'hai fatta,<br />

chissà se ce la farò anch'io!», e da come poi<br />

abbassano lo sguardo intimiditi, magari messi a<br />

tacere da un'occhiata sprezzante.<br />

È quel continuo sentirsi al livello più basso della<br />

scala sociale scolastica a farti sembrare così<br />

dannatamente fuori luogo, come se non<br />

appartenessi realmente a quel luogo: di certo<br />

non è il massimo sentire un ragazzo più grande<br />

insultare i nuovi arrivati, stringi i pugni e i denti<br />

perché non puoi fare e dire niente, perché<br />

saresti veramente quello che descrivono loro con<br />

tono superiore, come se non fossero mai stati<br />

come te, uno straniero in un territorio abitato da<br />

gente sconosciuta. E sin dal primo giorno ecco<br />

che devi lottare per il "possesso" della<br />

mirabolante e leggendaria fotocopiatrice, farti<br />

largo nella ressa delle macchinette evitando<br />

gomitate in faccia degne di un incontro di<br />

wrestling, persino infrangere i record di velocità<br />

per raggiungere l'autobus dagli orari impossibili,<br />

sempre pieno di gente fino a scoppiare.<br />

Per non parlare poi delle prime battaglie con<br />

quella lingua astrusa e arcana che è il Greco, le<br />

sfide contro l'ingannatrice somiglianza del Latino,<br />

le urla dei professori che si lamentano del<br />

baccano generato dal chiacchiericcio annoiato<br />

della classe, le occhiatacce scambiate con quel<br />

compagno davanti al quale non riesci proprio a<br />

reprimere una smorfia di stizza e disappunto.<br />

Eppure sorridi e ridi e scherzi e studi, perché<br />

finito quest'anno non ti sentirai più così<br />

incompetente in tutto ciò che fai - o almeno lo<br />

speri -, tirerai un sospiro di sollievo e guarderai i<br />

nuovi studenti con un sorrisetto malinconico<br />

dipinto sulle labbra, perché forse un po' ti<br />

mancherà vedere ogni singola cosa così nuova,<br />

diversa e magnifica.<br />

Basterà un sorriso, un cenno, una scintilla negli<br />

occhi di un ragazzo più grande che passa per<br />

caso davanti a te, ed ecco che qualcosa in te<br />

cambierà e allora sentirai davvero che niente è<br />

impossibile, che ce la puoi fare perché questa<br />

non è nient'altro che una prova, una prova per<br />

dimostrare a tutti che ormai sei maturo.<br />

E quando sarai più grande lo ricorderai sempre<br />

quel periodo fatto di ansia e insicurezza, tuttavia<br />

costellato di momenti speciali, di successi ed<br />

emozioni. Anche quando sarai più grande,<br />

resterai sempre una quartina nel cuore.<br />

Giorgia D'Aversa V E<br />

<strong>Numero</strong> 1 - <strong>OTTOBRE</strong> <strong>2012</strong><br />

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