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Storia del Teatro dei Piccoli - Il Rossetti

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teatro di Podrecca: rappresentazione poetica, gusto <strong>del</strong> grottesco, <strong>del</strong> surreale e <strong>del</strong>l’ironia, interpretazione<br />

fantastica <strong>dei</strong> personaggi e <strong>del</strong>le situazioni.<br />

Preceduti dal clamore degli osanna americani e caricati anche da due mesi di sospirato riposo, i <strong>Piccoli</strong><br />

riattaccano a faticare l’8 maggio <strong>del</strong> 1934, al Lirico di Milano. Dodici giorni di esauriti nonostante la<br />

considerevole capienza <strong>del</strong> Lirico e, subito dopo, un treno per l’Inghilterra a rinnovare il successo <strong>del</strong> 1923, con<br />

tre mesi (giugno, luglio, agosto) di debutti e di repliche. Lo “Standard” scrive: «È una <strong>del</strong>le meraviglie <strong>del</strong> mondo<br />

moderno». Poi è la volta <strong>del</strong>l’Olanda, con lunghissime file al botteghino <strong>del</strong> Tivoli di Rotterdam, <strong>del</strong> Belgio, <strong>del</strong>la<br />

Norvegia, <strong>del</strong>la Danimarca al Vidunderteatret di Copenaghen.<br />

Podrecca e i suoi <strong>Piccoli</strong> girano vorticosamente per l’Europa. Dieci giorni al Quirino di Roma (10-20 dicembre), sei<br />

al Politeama di Napoli e, nel gennaio 1935, altro treno. Un contratto li porta per nove mesi in Spagna e in<br />

Portogallo.<br />

Intanto la storia, quella non sorridente e favolistica <strong>del</strong>le marionette di Podrecca, sfiora, attraversa l’avventura<br />

<strong>dei</strong> <strong>Piccoli</strong> che è vanamente messaggera di pace. Quando la Compagnia s’imbarca a Barcellona per rientrare in<br />

patria, c’è già aria di guerra civile in Spagna. Anche l’Italia è in guerra: l’impresa etiopica. I <strong>Piccoli</strong> continuano a<br />

dare vita ad un mondo di sogni, di buoni sentimenti. Ma il mondo, quello <strong>del</strong>la realtà, comincia a rotolare verso<br />

l’eccidio.<br />

Nel dicembre <strong>del</strong> ’35, appena di ritorno dalla Spagna, il teatro di Podrecca tiene il cartellone <strong>del</strong> Margherita di<br />

Genova. È la prima tappa di una tournée italiana che tocca Asti, Torino, Treviso e altre piazze per concludersi<br />

all’Eliseo di Roma, dove i <strong>Piccoli</strong> debuttano il 2 aprile 1936. Poi ancora valigie e bauli perché le scritture li<br />

chiamano a Berlino, a Zurigo, Ginevra e Berna e a tre mesi di spettacoli in Polonia, a Katovice, Lodz e Cracovia.<br />

<strong>Il</strong> 20 marzo <strong>del</strong> 1937, sono nuovamente a Roma, all’Eliseo e il successo è tale che gli impresari degli altri teatri,<br />

svuotati dal richiamo <strong>dei</strong> <strong>Piccoli</strong>, fanno voti perché Podrecca tolga le tende. Lo farà perché lo aspettano le platee<br />

<strong>del</strong> Cairo e di Alessandria d’Egitto, dove, oltre alle serate normali, impegnerà la Compagnia in recite per e nelle<br />

scuole.<br />

Podrecca ha sempre rifiutato per i <strong>Piccoli</strong> l’etichetta di spettacolo solo per bambini e la realtà non gli ha dato<br />

torto. Ma ha anche sempre rivendicato, e a ragione, il ruolo pionieristico <strong>del</strong> suo teatro, sin dai tempi<br />

<strong>del</strong>l’Odescalchi, nel porre il problema <strong>del</strong>lo spettacolo per i ragazzi. E, proprio mentre ad Alessandria la<br />

Compagnia lavora nelle “Scuole <strong>del</strong> Littorio”, scrive una nota che chiarisce le sue idee su questo tema e che è<br />

stata pubblicata dalla rivista “Scenario” nel maggio <strong>del</strong> ’37.<br />

«È stato sempre arduo - dice - il problema <strong>del</strong>lo spettacolo per ragazzi, persino nei tempi arcadici, nei quali il<br />

Guignol (il nostro Fagiolino o Gioppino o Pulcinella) ed il circo equestre rappresentavano il solo teatro <strong>dei</strong> bimbi.<br />

Tanto più oggi, quando il dinamismo moderno, le formazioni sportive statali, lo sviluppo <strong>del</strong> Cinema sonoro e <strong>dei</strong><br />

disegni animati, <strong>del</strong>la radio, <strong>del</strong>l’aviazione e <strong>dei</strong> viaggi, hanno dato alla psicologia giovanile altri palpiti, ed altri<br />

sapori, puri ed impuri. La comprensione di quanto ci deve essere di immortale ed eterno, e quanto di odierno e<br />

mobile nell’anima <strong>del</strong>lo spettacolo e <strong>del</strong>lo spettatore; la necessità di non essere pedanti, ma anche quella di non<br />

essere volgari e dilettanti; di non essere cerebrali e snobistici ma nemmeno sciatti e pappagalleschi, non<br />

accademici e predicatori ma neppure mestieranti e grossolani; evitare gli infiniti errori che hanno fatto<br />

deplorare, abortire e fallire numerosi tentativi <strong>del</strong> genere affidati, in varie parti <strong>del</strong> mondo, a gente che svisa e<br />

adultera la psiche <strong>del</strong> fanciullo e che <strong>del</strong> teatro non reca che il guittume e il tanfo bottegaio; ovvero a <strong>dei</strong> nebbiosi<br />

stravaganti che affliggono con insulsaggini gabellate per modernità …: bastano queste difficoltà per far<br />

comprendere quanto arduo sia, nella ideazione e nella costruzione questo grande tempio <strong>del</strong>l’arte per i piccoli».<br />

Aprile, maggio, un po’ di giugno in Egitto. Poi un breve ritorno a casa. Giusto il tempo di ripulirsi, di dare una<br />

controllata al materiale di scena, di provare un nuovo numero dedicato al jazz ed è subito un’altra partenza, per<br />

una tournée che dovrebbe durare qualche mese e sarà, invece, lunga quattordici anni.<br />

<strong>Il</strong> 20 giugno <strong>del</strong> 1937, un bastimento carico di marionette salpa per l’America <strong>del</strong> Sud. Sedici giorni dopo, i <strong>Piccoli</strong><br />

debuttano a San Paolo, in Brasile, al <strong>Teatro</strong> di Piazza Tiratende per poi passare al Comedia. Successivamente<br />

recitano a Rio de Janeiro. <strong>Il</strong> 5 ottobre sono in Argentina, al San Martin di Buenos Aires, e il 3 novembre ancora a

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