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Storia del Teatro dei Piccoli - Il Rossetti

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permesso l’ingresso ai ritardatari. Fausto Maria Martini, in un resoconto su “La Tribuna” <strong>del</strong> 21 gennaio, scrisse:<br />

«L’esecuzione <strong>del</strong>la Tempesta ci parve quello che di meglio si sarebbe potuto desiderare, in tutto degna <strong>del</strong><br />

difficilissimo assunto. La messa in scena era una <strong>del</strong>izia degli occhi e una preziosa guida <strong>del</strong>la fantasia. La<br />

dizione <strong>del</strong> poema che era stata affidata ad ottimi attori e attrici <strong>del</strong> teatro e <strong>del</strong>la scena muta fu una mirabile<br />

collaborazione da parte di tutti all’incantesimo <strong>del</strong>la fiaba. Vera Vergani fu una Miranda d’una ingenuità e d’una<br />

dolcezza veramente squisite, Soava Gallone diede alla sua voce che doveva dire la parte di Ariele l’immaterialità<br />

d’un alito lieve e volubile, Cesare Dondini disse la parte <strong>del</strong> mite e saggio Prospero con quella umanità che si<br />

conveniva a questo indimenticabile personaggio <strong>del</strong> teatro shakespeariano, e tutti, un mirabile Calibano, il<br />

Piacentini, il Brozzolari, ciascuno con una sicura e precisa intelligenza <strong>del</strong>la sua parte, contribuirono a quella<br />

compiuta suggestione che fa <strong>del</strong>lo spettacolo di ieri sera un nobile vanto di Vittorio Podrecca e uno degli<br />

avvenimenti più importanti <strong>del</strong>la cronaca teatrale di questi ultimi tempi. <strong>Il</strong> maestro Cantarini, musicista di vivace<br />

ingegno, aveva composto per la tragedia shakespeariana alcuni interludi orchestrali e vari brani vocali di bella<br />

fattura e di fluida ispirazione che, innegabilmente, hanno contribuito non poco all’esito festoso <strong>del</strong>lo spettacolo».<br />

Dopo parecchie repliche de La tempesta, alternata con opere di repertorio, il 10 marzo altra novità: Fortunello,<br />

commedia in tre atti, prologo ed epilogo di Fraschetti, con musica di Ezio Carabella, scene e costumi di Vannucci.<br />

L’opera riscosse un grande successo fra i più piccini «per le situazioni comiche in cui si trovavano i personaggi e<br />

le molte avventure che essi avevano in Europa, Africa, Giappone e … Zuccopoli». E, il 20 aprile, prima de La<br />

gazza ladra di Rossini, con scene di Mario Pompei e costumi di Caramba e Pompei. L’orchestra era diretta dal<br />

maestro Guglielmetti e l’esecuzione vocale affidata alle signore Colombi e Padovan e ai signori Aleggiani,<br />

Sernicoli e Verger, mentre le marionette erano mosse dai fratelli Sarno, da Nicolò Corsi di Trieste, da Vittorio<br />

Ferretti e Giovanni Pavero di Genova. Alla calata <strong>del</strong> sipario, il pubblico chiese insistentemente il bis <strong>del</strong>la danza<br />

eseguita sulle punte dalla prima ballerina.<br />

Dopo questa terza novità, che tenne il cartellone per circa un mese, le marionette cedettero il palcoscenico<br />

<strong>del</strong>l’Odescalchi ai burattini, ai rituali Fagiolino e Sandrone e si rimisero in viaggio per l’Italia: giugno ai Ristori di<br />

Verona, al Sociale di Brescia e al Nuovo di Bergamo; luglio al Carcano di Milano; ottobre, novembre e dicembre<br />

allo Scribe di Torino.<br />

Era la terza tournée <strong>del</strong>le teste di legno. <strong>Il</strong> successo si moltiplicava. Anche sul piano <strong>del</strong> pubblico, i <strong>Piccoli</strong> erano<br />

ormai una realtà <strong>dei</strong> palcoscenici italiani e non solo il fenomeno teatrale, molto acculturato e d’avanguardia, di<br />

una città, <strong>del</strong>la capitale. E Vittorio Podrecca cominciò a pensare in grande. Voleva aprire una filiale <strong>del</strong>l’Odescalchi<br />

a Torino e successivamente a Milano. L’idea è, in pratica, quella di tre teatri stabili, collegati fra loro. Ne rimane<br />

traccia in una lettera di Podrecca, il 16 agosto di quell’anno, all’amico Angelo Signorelli e nelle polemiche che il<br />

piano provocò.<br />

Fu la violenta reazione <strong>del</strong>le compagnie di marionette, che agivano nelle due città, a bloccare l’idea sul nascere.<br />

Podrecca fu accusato di “colonialismo” e di “imperialismo”.<br />

Cariche di onori, di successi e assai meno di quattrini perché le spese ingoiavano gli incassi, le marionette di<br />

Podrecca tornarono, nell’inoltrato autunno, alla casa madre, la piccola sala <strong>del</strong>l’Odescalchi, per l’inizio, il 3<br />

dicembre, <strong>del</strong>la stagione 1921-1922. Ripresa di Pinocchio e di altri capisaldi <strong>del</strong> repertorio per coprire i tempi<br />

necessari alle prove di una nuova versione di Cappuccetto Rosso, favola tratta dal celebre racconto di Perrault,<br />

che debuttò il 14 gennaio <strong>del</strong> ’22. L’8 febbraio il sipario <strong>del</strong>l’Odescalchi si alzava su un’altra novità: l’opera<br />

fiabesca Ciottolino, due atti e cinque quadri di Gioacchino Forzano, musica di Luigi Ferrari Trecate, che in quel<br />

periodo insegnava organo al Conservatorio di Parma, scene e costumi di Cominetti. Intanto Ottorino Respighi<br />

stava musicando proprio per i <strong>Piccoli</strong> La bella dormiente nel bosco, fiaba di Gian Bistolfi in tre atti e nove quadri<br />

che, allestita da Bruno Angoletta, andò in scena il 12 aprile e chiuse la stagione romana.<br />

Mentre i burattini, “capitanati da Fagiolino”, salivano sul palcoscenico <strong>del</strong>l’Odescalchi per rimanerci sino al 3<br />

luglio, le marionette furono stipate nei bauli <strong>del</strong>la loro prima tournée all’estero. Vittorio Podrecca portava la<br />

magia, la poesia, la cultura <strong>dei</strong> <strong>Piccoli</strong> al di là <strong>del</strong>l’Oceano. Non fu un’avventura da Carro <strong>dei</strong> Tespi. Erano passati<br />

solo nove anni dal debutto all’Odescalchi e molti di questi erano stati condizionati e resi precari dalla guerra, ma i

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