20.06.2013 Views

Fathi Hassan

Fathi Hassan

Fathi Hassan

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

16 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA DOMENICA 10 FEBBRAIO 2013<br />

Caratteri Ragazzi<br />

Adolescenti<br />

di CRISTINA TAGLIETTI<br />

Sono passati vent’anni da quando<br />

Lois Lowry sconvolse la narrativa<br />

per ragazzi americana con un<br />

romanzo, The Giver (Il donatore),<br />

che anticipava quel genere<br />

distopico che poi sarebbe diventato una<br />

moda. Il romanzo, vincitore della Newbery<br />

Medal nel 1994 (Giunti l’ha pubblicato<br />

in Italia nel 2010), è diventato uno dei libri<br />

per ragazzi più venduti (cinque milioni<br />

di copie nel mondo) prima che si imponessero<br />

il marketing selvaggio e il passaparola<br />

«social», oltre ad essere da anni<br />

tra i venticinque libri più censurati nelle<br />

scuole degli Stati Uniti.<br />

Il quarto volume della serie esce nelle<br />

librerie italiane mercoledì e riprende da<br />

dove era finito il primo, ricucendo con<br />

punti sottili, attraverso alcuni personaggi<br />

ricorrenti, i fili con gli altri tre romanzi<br />

(oltre a Il donatore, La rivincita e Il Messaggero)<br />

ambientati in tre mondi diversi.<br />

La scrittrice li ripercorre attraverso il tema<br />

del viaggio, della ricerca, riuscendo a<br />

dare un’unità e un senso al progetto iniziato<br />

quando gli Hunger Games non avevano<br />

ancora sdoganato temi come morti<br />

violente, eutanasia, suicidio, inseminazione<br />

artificiale in un libro per ragazzi (o meglio<br />

qualcuno l’aveva fatto ma il grande<br />

pubblico non se n’era accorto).<br />

Il donatore finiva con il protagonista, il<br />

dodicenne Jonas, in fuga dalla perfetta Comunità<br />

dove vive e dove non esistono<br />

i<br />

{<br />

di Nicola Saldutti<br />

Il figlio perduto della bambina<br />

Tutte le cose<br />

del mondo<br />

(illustrate)<br />

Cambusa<br />

guerre, sofferenze, differenze sociali (ma<br />

neppure sentimenti, pulsioni sessuali, colori,<br />

stagioni, animali), con un neonato di<br />

nome Gabriel tra le braccia. Un finale ambiguo<br />

che lasciava aperte molte domande.<br />

Lowry ha scelto di rispondere a una di<br />

esse: chi è la madre di quel bambino? La<br />

prima parte de Il figlio è ambienta nello<br />

stesso villaggio de Il donatore. Claire è<br />

una ragazzina di 14 anni, la Comunità ha<br />

deciso che debba essere un’Anfora, una<br />

specie di madre surrogata destinata a venire<br />

inseminata, a partorire un figlio, il<br />

Prodotto, che non vedrà mai e che, come<br />

Il confine marino tra legalità e illegalità<br />

Il giurista Domenico Alberto Azuni (Sassari,<br />

1749-1827) descrive così il pirata: corre «il<br />

mare contro chicchessia, nemico di tutti,<br />

sprezzante d’ogni legge, dannato al<br />

capestro». Il corsaro, invece è capitano «di<br />

tutti gli altri bambini, verrà dato a una<br />

coppia (le famiglie sono composte da due<br />

genitori, un figlio e una figlia che vengono<br />

assegnati durante una cerimonia). Ma<br />

qualcosa non funziona durante il parto,<br />

Claire subisce il primo cesareo del villaggio,<br />

perde la certificazione di Anfora e viene<br />

indirizzata a un nuovo lavoro. Ma comincia<br />

a sentire un interesse per quel<br />

bambino, un senso di perdita, un bisogno<br />

di vederlo che prima non conosceva<br />

(anche perché i medici si sono dimenticati<br />

di somministrarle i farmaci che dovrebbero<br />

impedire di provare emozioni).<br />

bastimenti privati che, in tempo di guerra,<br />

per patente lettera sovrana, scorre il mare<br />

a suo rischio, contro navi, merci e persone<br />

del nemico». Spiegazione chiara chiara<br />

sul confine tra l’illegalità e la quasi-illegalità.<br />

Il baratto con il diavolo di una madre surrogata a cui è stato sottratto il neonato<br />

Lois Lowry conclude la serie del «Donatore» con il suo testo più autobiografico<br />

LOIS LOWRY<br />

Il figlio<br />

Traduzione Sara Congregati<br />

GIUNTI<br />

Pagine 384, e 9.90<br />

Quando il bambino viene portato via da<br />

Jonas (con l’intento di salvarlo), Claire si<br />

getta in acqua per seguirlo, cambiando<br />

completamente la natura del romanzo,<br />

trasformandolo da una distopia in un<br />

viaggio di ricerca. Come tutti i romanzi incentrati<br />

su una quest, anche qui la protagonista<br />

deve affrontare molte prove, pericoli<br />

e sacrifici, deve scalare, letteralmente,<br />

una montagna e, alla fine, stringere un<br />

patto con il diavolo che qui viene chiamato<br />

il Direttore del Baratto. La risposta alla<br />

domanda «che cosa è disposta a fare una<br />

madre per il figlio?» è naturalmente scontata<br />

ma lo svolgimento di Lowry non lo è<br />

affatto, anche se l’amore è, come sempre,<br />

l’unica forza che ci può salvare, anche<br />

quando minaccia di distruggerci.<br />

Il romanzo è certamente il più autobiografico<br />

tra quelli della scrittrice settantacinquenne<br />

che nel 1995 ha perso il figlio,<br />

pilota dell’Air Force, in un’esercitazione<br />

militare: il calore della materia forse spiega<br />

un certo sbilanciamento che, di fatto,<br />

relega la paternità a un inutile accessorio.<br />

Il figlio forse non raggiunge la perfezione<br />

del Donatore. A volte, si intravedono crepe<br />

nella struttura, qualche lentezza (soprattutto<br />

nella parte centrale), ma è benedetto<br />

dalla stessa semplice, affilata prosa<br />

che non conosce sprechi, dalla capacità<br />

di andare avanti e indietro nel tempo senza<br />

appesantire la trama, dalla capacità di<br />

costruire microcosmi coerenti e da un climax<br />

asciutto che aggira la retorica.<br />

Stile<br />

Storia<br />

Copertina<br />

© RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

L’albo di Marchon e Robin Le favole di Edith Nesbit<br />

I capelli<br />

di Melisenda<br />

e altre storie<br />

di VIVIAN LAMARQUE di GIULIA ZIINO<br />

DaBenoit Marchon, l’autore di Ma<br />

che maniere! Un libro per<br />

imparare a vivere con gli altri,<br />

ecco un’altra felice uscita, Nel mondo<br />

ci sono (Giralangolo, pp. 48, e 13.50).<br />

Nel mondo ci sono, c’è, che cosa?<br />

Come riuscire a infilare in una<br />

cinquantina di pagine l’intero pianeta<br />

con i suoi «milioni di meraviglie e<br />

milioni di miserie?». Non facile, ma<br />

Benoit fa centro, e con somma<br />

leggerezza, e se il formato albo, più<br />

figure che testo, è solito parlare<br />

soprattutto ai piccoli, che qui saranno<br />

catturati dalle sapienti e anche<br />

divertenti illustrazioni di Robin, questa<br />

volta anche il fratellino maggiore potrà<br />

essere coinvolto per una lettura a un<br />

livello più profondo che lo aiuterà nelle<br />

prime riflessioni: perché sotto l’incanto<br />

del cielo stellato il bene e il male?<br />

Persone che fanno la guerra e persone<br />

che fanno la pace? Perché bambini<br />

piegati dal lavoro e bambini che<br />

cantano, che giocano? Libere nuvole a<br />

forma di animali e animali prigionieri di<br />

gabbie? Perché nell’aria le danze del<br />

vento e velenosi fumi neri? Messaggi<br />

lanciati come coriandoli, non c’è<br />

ombra di retorica o di prediche, anzi<br />

anche si ride, e dunque come meglio di<br />

così educare i bambini a pensare e<br />

soprattutto a «sentire»? Fossi<br />

un’insegnante li inviterei a continuare<br />

l’elenco del bene e del male che già<br />

hanno conosciuto, ad aggiungere loro<br />

personali colorate tavole. Nelle ultime<br />

pagine poi, la sorpresa: nel mondo ci<br />

sei anche tu, bambino che stai<br />

leggendo, e cosa costruirai, tu, un<br />

giorno, sotto il grande cielo stellato?<br />

© RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

Un’illustrazione<br />

di Lisa Evans<br />

(da «Le immagini<br />

della fantasia», Sarmede,<br />

Palazzo Municipale, 2007)<br />

SARANNO PRESENTI:<br />

STORICO E CRITICO D’ARTE<br />

DOTT. GIORGIO GRASSO<br />

PROFESSORE / EDITORE MELOGRANO<br />

PROFESSORE WALTER MORO<br />

PRESIDENTE FONDAZIONE ARTE’<br />

PROFESSORE CARMELO CALDERONE<br />

DOMENICA 10 FEBBRAIO 2013<br />

DALLE ORE 16.00<br />

PRESSO VILLA FORNO LA FONDAZIONE ARTE’<br />

PRESENTA<br />

IL LIBRO DEL MAESTRO SANTI SINDONI<br />

SARA’ PRESENTE IL MAESTRO SANTI SINDONI<br />

VILLA FORNO<br />

VIA CARLO MARTINELLI 23<br />

CINISELLO BALSAMO (MI)<br />

Storie di armadi che si aprono su<br />

mondi favolosi, di bambini che<br />

trovano oggetti magici e parlano<br />

con fenici rosso fiamma. Non siamo a<br />

Narnia né ad Hogwarts ma nei libri di<br />

Edith Nesbit. C’era lei prima di C. S.<br />

Lewis e prima di J. K. Rowling. E c’era<br />

lei anche «dopo»: «Dopo Lewis Caroll<br />

— scriveva Gore Vidal nel 1965 sulla<br />

New York Review of Books — Nesbit è<br />

la migliore favolista inglese ad aver<br />

scritto di bambini (nessuno dei due<br />

scrisse per bambini)». E in effetti le<br />

storie della Nesbit sono (anche) una<br />

lettura da grandi. Per gli inglesi sono<br />

state per anni quello che Harry Potter<br />

è oggi per i bambini del mondo:<br />

compagni di avventure che, a un certo<br />

punto, voltano l’angolo e finiscono in<br />

universi altri. Agli esordi si firmava E.<br />

Nesbit per lasciare il dubbio sulla sua<br />

identità femminile. Il successo le<br />

permise di trasferirsi col marito nel<br />

Kent, in una casa frequentata da<br />

Oscar Wilde e George Bernard Shaw. E<br />

lei sarà tra i fondatori della Fabian<br />

Society, movimento precursore dei<br />

moderni laburisti. Di Edith Nesbit<br />

Donzelli pubblica Melisenda e altre<br />

storie da non credere (illustrazioni di<br />

Lindsey Yankey, traduzione di R. V.<br />

Merletti e S. Barellonove, pp. 244, e<br />

25), storie uscite per la prima volta nel<br />

1901. Dalla principessa Melisenda a<br />

cui la fata madrina fa il dono di capelli<br />

che crescono a dismisura al<br />

dispettoso Tucangallo, che quando<br />

ride trasforma i ministri in lattanti e i<br />

re in villette bifamiliari, le «storie da<br />

non credere» della Nesbit sono piccoli<br />

gioielli di ironia e fantasia.<br />

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!