20.06.2013 Views

Partecipazione riflessiva: il possibile contributo dell≈etica della ...

Partecipazione riflessiva: il possibile contributo dell≈etica della ...

Partecipazione riflessiva: il possibile contributo dell≈etica della ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

150<br />

Roberto Franzini Tibaldeo<br />

blico. “La mente – afferma a chiare lettere A. Guccione Monroy introducendo<br />

l’edizione italiana <strong>della</strong> celebre opera di Dewey Come pensiamo – letteralmente,<br />

emerge, sorge, si fa, perché opera nella comunicazione e nella comunione.<br />

Anche nella sua condizione interiore, essa è veramente, come dice Dewey,<br />

un’assemblea in miniatura”. 43 Il f<strong>il</strong>osofare emerge come attività di riflessione<br />

e autoriflessione che si esplica entro un contesto sociale che richiama alla<br />

responsab<strong>il</strong>ità delle proprie conseguenze. 44 Il f<strong>il</strong>osofare giunge pertanto a realizzazione<br />

allorché questo richiamo alla responsab<strong>il</strong>ità spinge <strong>il</strong> singolo a interrogarsi<br />

sul significato di ciò che si impara. 45<br />

III – Comunità di ricerca e partecipazione <strong>riflessiva</strong><br />

Quanto fin qui esaminato circa la r<strong>il</strong>evanza etico-politica del f<strong>il</strong>osofare come<br />

pratica sociale può, a mio avviso, essere proficuamente interpolato con un’ulteriore<br />

riflessione sul concetto di partecipazione. Ne risulta, come spero di<br />

evidenziare, una duplice fecondità ermeneutica. Da un lato, l’interpretazione<br />

in chiave partecipativa <strong>della</strong> pratica sociale del f<strong>il</strong>osofare porta in luce aspetti<br />

di quest’ultima non ancora sufficientemente tematizzati. Dall’altro lato, l’inserzione<br />

<strong>della</strong> nozione di partecipazione in un contesto f<strong>il</strong>osofico sottopone<br />

tale concetto a un possib<strong>il</strong>e ampliamento di significato. Detto altrimenti, la<br />

riflessione sul tema <strong>della</strong> CdR a partire dalla nozione di partecipazione vorrebbe<br />

contribuire a esplicitare ulteriormente in che cosa consistano lo specifico<br />

dell’esperienza del f<strong>il</strong>osofare e le sue potenzialità a livello etico-politico-democratico.<br />

Per conseguire questo risultato, però, è necessario sottoporre la<br />

stessa nozione di partecipazione a un contestuale ampliamento di significato.<br />

La questione <strong>della</strong> partecipazione non si esaurisce dunque propriamente con<br />

l’individuazione di procedure, modalità e strategie per attuarla in quanto pratica<br />

sociale condivisa, ma richiede che ci si interroghi f<strong>il</strong>osoficamente intorno<br />

al senso del partecipare e del costruire socialmente <strong>il</strong> proprio conoscere e <strong>il</strong><br />

proprio contesto di vita, vale a dire <strong>il</strong> proprio abitare. Chiaramente, tale costruzione<br />

sociale di senso richiede <strong>il</strong> concorso dell’agire pubblico e di quello<br />

43 A. GUCCIONE MONROY, Introduzione, in ivi, pp. 1-53: 46.<br />

44 Così scrive infatti Guccione Monroy a commento <strong>della</strong> riflessione di Dewey: “La storia <strong>della</strong><br />

mente è la storia dell’educazione a questa responsab<strong>il</strong>ità dei propri risultati. Nel contrasto e nella<br />

cooperazione, nella comunione e nella competizione, sono questi ultimi a stab<strong>il</strong>ire, dice Dewey,<br />

l’importanza dell’atto di deliberare le proprie credenze, le suggestioni, quegli eventi mentali ancora<br />

naturali in cui originariamente si manifestano le idee. Senza questa assunzione di impegni questi<br />

eventi operano impersonalmente in noi, appunto come eventi, non personali deliberazioni” (ivi,<br />

pp. 47-48).<br />

45 Cfr. J. DEWEY, Come pensiamo, cit., p. 96. Lungi dal ridurre <strong>il</strong> pensiero effettivo alla mera logica<br />

formale (le cui rispettive differenze riguardano la materia, <strong>il</strong> fatto che <strong>il</strong> pensiero reale è un processo<br />

in evoluzione e <strong>il</strong> fatto che esso “ha sempre riferimento a qualche contesto” (ivi, p. 141), Dewey<br />

sottolinea al contrario che “Le forme logiche non sono usate nel corso del pensiero effettivo, ma<br />

per esporre i risultati del pensiero” (ivi, p. 142). La logica formale non esaurisce dunque <strong>il</strong> campo<br />

<strong>della</strong> razionalità, che ricomprende in sé anche <strong>il</strong> pensiero effettivo, che si caratterizza per essere<br />

“ordinato, razionale, riflessivo” (ivi, p. 144).

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!