Partecipazione riflessiva: il possibile contributo dell≈etica della ...

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III.2 – La costruzione sociale dell’abitare
Roberto Franzini Tibaldeo
Vorrei riprendere la tesi di fondo di questo articolo cercando, per quanto possibile,
di esplicitarla ulteriormente. Ho insistito in particolare su due aspetti tra
loro legati a doppia mandata: il valore aggiunto del filosofare offerto da una
CdR e la nozione di partecipazione riflessiva. Ebbene, ritengo che questi due
concetti offrano un contributo interessante alla chiarificazione di problematiche
culturali e politiche, quali l’odierna crisi dei sistemi politici democratici e
l’inefficacia con cui essi sembrano affrontare le sfide della contemporaneità.
Se il rischio corso in special modo dalle democrazie del cosiddetto mondo
avanzato è di vedersi svuotare di significato sotto i colpi di forze e tendenze
che riducono il “democratico” alla mera apparenza di una procedura svuotata
di senso e inefficace, allora non si profila che un’alternativa: lavorare in
vista della riattivazione di quel senso, e lavorarci in termini pragmatici e non
ideologici.
Per esigenza di sintesi, vorrei riferirmi a quest’operazione nei termini di un
recupero del senso dell’abitare. Rispetto ad altre scelte lessicali possibili (polis,
agorà, ecc.), mi pare che il concetto di “abitare” presenti una maggiore fecondità
e pregnanza. Esso mostra infatti l’intreccio costitutivo dell’umano nelle
sue molteplici dimensioni, quali il politico, l’etico-individuale, l’etico-pubblico,
il social-relazionale, il dialogico, l’affettivo, l’agire comunitario, ecc.
L’approccio costruttivista alla questione significa in sintesi che, dinanzi
all’apparente venir meno del senso (individuale o sociale), si reagisca proponendo
nuove costruzioni di significato. Il fatto che precedenti orizzonti di senso,
poi tramontati, non sembrassero frutto di “costruzione”, non vuol dire che in
realtà non lo fossero. Il fatto è che, al netto delle illusioni poi rivelatesi infondate,
con l’avvento della “società trasparente” 59 alla tarda-modernità si sono
presentate inedite opportunità conoscitive di cui abbiamo la possibilità di far
tesoro. Tra queste, spiccano in modo particolare la relatività delle culture e la
costruzione sociale della conoscenza. 60 A ben vedere entrambe sono implicate
nella questione, qui affrontata, della costruzione sociale dell’abitare.
Quest’espressione implica il riferimento a due concetti: quello di comunità
e quello di conoscenza. Per quanto riguarda il primo, oltre a quanto già
richiamato, occorre dire che esso presenta varie declinazioni. Si parla infatti di
comunità di discorso, di pratica, degli allievi o di apprendimento, di comunità
socio-culturale e, infine, di comunità di ricerca (quest’ultima riassume in sé
le altre). 61 Per quanto riguarda la nozione di conoscenza, occorre ricordare
come solo a seguito di un sostanziale impoverimento concettuale essa si sia
59 Cfr. G. VATTIMO, La società trasparente (1989), Garzanti, Milano 2000 (edizione accresciuta).
60 Per quanto riguarda la seconda questione, cfr. l’approccio socio-costruttivista [cfr. J. BRU-
NER, La cultura dell’educazione: nuovi orizzonti per la scuola, cit.; A. COSENTINO, Costruttivismo e
formazione, cit.; intervento di Maura Striano alla Tavola rotonda riportata in A. VOLPONE (a cura
di), Filosofare, politica e società, cit., pp. 52-53; A. COSENTINO, Filosofia come pratica sociale, cit.,
pp. 39 e sgg.].
61 Cfr. M. SANTI, “Comunità di ricerca” e democrazia del pensiero: la “Philosophy for Children”
come opportunità di internalizzazione del discorso euristico, cit., p. 78.