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Settembre-Dicembre - Ex-Alunni dell'Antonianum

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Rivista quadrimestrale degli ex alunni, del Collegio Universitario, della Scuola dì religione e del Petrarca. - Padova Vìa Donatello, 24<br />

settembre-dicembre 1987<br />

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La Concelebrazione<br />

nella sala accademica dell'Antomanum


Rivista quadrimestrale degli ex alunni, del Collegio Universitario, della Scuola di religione e del Petrarca. - Padova Via Donatelle, 24<br />

SOMMARIO<br />

Cronaca dei festeggiamenti<br />

e meditazione sull'80 0 3<br />

Omelia di Mons. Filippo Franceschi<br />

vescovo di Padova 6<br />

Ottantanni <strong>dell'Antonianum</strong> 8<br />

La partecipazione<br />

dell'Università di Padova 12<br />

P. Alessandro Scurani 13<br />

Intervento del P.<br />

Federico Lombardi 14<br />

U.S. Petrarca Padova<br />

una sfida all'Italia 15<br />

Leggendo il «Petrarca»<br />

di G. Brera 16<br />

Discorso di chiusura<br />

degli anniversari 17<br />

Dai 75 anni di storia<br />

dell'U.S.P. 18<br />

Generazioni di allievi 20<br />

Notizie 21<br />

Tra pag.14 e pag 15<br />

III 0 inserto dell'80°.<br />

COMITATO DI REDAZIONE<br />

A. Covi - F. Croccolo - E. Bortolami - S.<br />

Galante - E. Lorini - L. Saggin - V. Zaccaria<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Carlo Messori-Roncaglia S.J.<br />

NUOVA SERIE N. 86<br />

N. 3 <strong>Settembre</strong>-<strong>Dicembre</strong> 1987<br />

Autorizz. con decreto 8 febbraio 1985<br />

N. 266 del Tribunale di Padova<br />

Editrice Messaggero di S. Antonio Padova<br />

settembre-dicembre 1987<br />

Lo cronaca<br />

dei<br />

festeggiamenti<br />

per l'80° e il 75°<br />

Abbiamo vissuto due giorni di ricordo e di festa.<br />

Prima, sabato 3 ottobre, la celebrazione del 75°<br />

dell'U.S. Petrarca. Non poteva che incominciare<br />

con la S. Messa, nella cappella del Centro Giovanile.<br />

Cerimonia intensa e commovente: nella quale si è visto<br />

che lo sport non è un'attività avulsa dai principi e dai<br />

valori che ispirano l'Antonianum. Poi, nella sala<br />

accademica, affollatissima, la presentazione del libro di<br />

Gianni Brera sul Petrarca. Ha introdotto P. Messori,<br />

sempre più giovanile e brillante, presentando da par<br />

suo l'originale opera dello scrittore e giornalista. Il<br />

quale è stato poi intervistato dal direttore del<br />

«Gazzettino», dott. Lago. La schermaglia dei due<br />

giornalisti è stata vivace e mossa. Brera rispondeva con<br />

disinvoltura - e talvolta con boutades - alle<br />

«provocazioni» di Lago. Il Petrarca rugby è stato<br />

elogiato come squadra, sostenuta dalla tecnica, ma<br />

insieme dall'entusiasmo e dalla passione. Peccato non si<br />

sia ricordato il merito che ebbe nella storia del primo<br />

Petrarca rugby il carissimo P. Cipriano Casella.


Alle 21, sempre nella sala accademica, il P.<br />

Covi ha presentato due corti metraggi: uno di<br />

sintesi sulla storia <strong>dell'Antonianum</strong>, con<br />

alcune belle foto d'archivio di Giancarlo<br />

Comelli; un secondo con la cronaca della<br />

visita del P. generale Kohlvenbach, il 23<br />

giugno, ai nuovi impianti della Guizza, al<br />

Centro giovanile e al Collegio.<br />

Ancor più significativa la seconda<br />

giornata, commemorativa dell'80 0 del<br />

Collegio. Si è aperta con la S. Messa<br />

concelebrata dal Vescovo e da 25 Padri, fra i<br />

quali abbiamo rivisto con gioia il P.<br />

Mantovani, il P. Tremolada, il P. Masetto, il P.<br />

Taddei e altri. La sala accademica era stata<br />

preparata in modo conveniente al «santo<br />

rito». L'omelia del vescovo è stata molto<br />

efficace, ben centrando lo spirito e il ruolo<br />

Quanti <strong>Ex</strong> e da quante parti d'Italia!<br />

<strong>dell'Antonianum</strong>: seguita, come tutta la<br />

cerimonia, con devoto raccoglimento<br />

dall'assemblea attenta e partecipe. Dopo un<br />

breve intervallo, il P. Rettore ha tracciato un<br />

disegno storico, molto denso e ricco di<br />

implicazioni sociologiche e di costume,<br />

<strong>dell'Antonianum</strong>. È seguita, da parte del P.<br />

Alessandro Scurani, la presentazione del libro<br />

da lui composto sulla storia dell'istituzione.<br />

Egli ha ritenuto di poter giustificare alcuni<br />

squilibri del volume con l'opportunità di<br />

presentare più sommariamente la storia degli<br />

ultimi trent'anni, perché i protagonisti sono in<br />

gran parte viventi e perché manca per questo<br />

periodo la necessaria prospettiva storica. Ha<br />

inoltre insistito sulla difficoltà di raccogliere<br />

elementi informativi nelle varie interviste da<br />

parte di chi non conosceva per diretta


esperienza la storia del Collegio e del Centro<br />

Giovanile.<br />

Il Prof. Massimo Rea, presidente<br />

dell'associazione <strong>Ex</strong> alunni — dopo un fervido<br />

intervento del P. Taddei, rivolto al passato con<br />

nostalgico ricordo - ha concluso l'assemblea<br />

con una propria relazione, dalla quale è ben<br />

emersa la vitalità del sodalizio.<br />

La giornata celebrativa ha avuto il suo<br />

lieto finale nel sontuoso banchetto con oltre<br />

trecento commensali.<br />

A chi ha vissuto con l'Antonianum fin dagli<br />

ultimi anni Venti i festeggiamenti hanno<br />

suggerito pensieri di consolazione e insieme di<br />

pungente malinconia. Ma se siamo ormai<br />

vecchi, vive ancora e vivrà l'istituzione e i<br />

nostri figli e nipoti continueranno a trovare in<br />

essa le soddisfazioni che noi, per grazia di Dio,<br />

vi abbiamo trovato.<br />

Vittorio Zaccaria<br />

MEDITAZIONE<br />

sull'OTTANTESIMO<br />

Rivivo sulla mia pelle e su quella dei Padri e<br />

Fratelli gesuiti, che tra il 1907 e il 1987 sono<br />

stati più o meno a lungo all'Antonianum,<br />

l'appassionata seconda lettera che S. Paolo<br />

19 secoli fa ha scritto ai cristiani di Corinto. In<br />

questa città lo avevano messo in crisi per il suo lavoro<br />

pastorale, per le sue stesse intenzioni: e San<br />

Paolo fa', si, un'autocritica, ma soprattutto spiega<br />

con fermezza e con lancinante amore quali siano<br />

stati realmente il suo ruolo e le sue attività.<br />

Ed ecco la mia, la nostra spontanea meditazione<br />

su questi 80 anni di vita dei Gesuiti a Padova.<br />

Siamo riusciti ad essere veri educatori? Siamo<br />

stati guidati dalla sapienza umana o dalla grazia<br />

di Dio? Siamo stati troppo pavidi e non sufficientemente<br />

energici nell 'avviare le giovani generazioni<br />

sull'ardua via di una coerente vita cristiana?<br />

A questo punto ritengo non sia presunzione applicare<br />

a noi Gesuiti queste affermazioni di S.<br />

Paolo contenute nella citata lettera, ponendo al<br />

plurale ciò ch'egli dice singolarmente di sé. «Abbiamo<br />

dovuto sopportare sofferenze grandissime,<br />

addirittura superiori alle nostre forze. Temevamo<br />

di non sopravvivere. Dio ha voluto così per insegnarci<br />

a non mettere la nostra fiducia in noi stessi<br />

ma in Colui che da vita ai morti» (Cap. I. 8-9). E<br />

Dio ha avuto misericordia di noi e ogni giorno ci<br />

ha rincuorato ricordandoci ch'Egli stesso ci aveva<br />

affidato questo compito: perciò non ci siamo sco-<br />

raggiati. Così è accaduto che dopo 80 anni anche<br />

noi possiamo dirci, con San Paolo: «Malgrado tutte<br />

le sofferenze, Dio ci riempie di gioia e di consolazione»<br />

(Cap. VII. 4).<br />

Questa gioia e questa consolazione sono tutti gli<br />

<strong>Ex</strong>-<strong>Alunni</strong> deH'Antonianum, Collegio e Scuola di<br />

Religione, che nella loro vita non sono scesi a patteggiare<br />

tra Cristo e il demonio; che non hanno<br />

tentato di porre un accordo tra il tempio di Dio e<br />

gli idoli: che sono rimasti il tempio del Dio vivente.<br />

Sono loro che tornano con amore a questa loro<br />

seconda casa, con amore riconoscente e gioioso<br />

insieme. Sono loro che sono assunti ad alti gradi<br />

della vita del tempo - Cardinali, Vescovi, Religiosi,<br />

Sacerdoti; e tra i laici: pionieri dell'Azione Cattolica,<br />

delle Congregazioni mariane locali, conquistatori<br />

delle alte responsabilità della vita politica<br />

e professionale; dall'arduo compito di<br />

docenti nelle cattedre universitarie, di eroici combattenti<br />

sino all'olocausto di se stessi nelle tragiche<br />

guerre o nelle resistenze; gioiosi conquistatori<br />

di prestigiosi primati in tante attività sportive.<br />

Dopo 80 anni noi, Padri e Fratelli gesuiti <strong>dell'Antonianum</strong>,<br />

diciamo ai nostri <strong>Ex</strong>-<strong>Alunni</strong> le parole<br />

stesse di Paolo ai Corinzi: «Vi parliamo come<br />

a figli: ricambiate il nostro affetto, apriteci anche<br />

voi il vostro cuore» (Cap. VI. 13).<br />

Carlo Messori Roncaglia S.J.


L'Arcivescovo Mons, Filippo Franceschi,<br />

vescovo di Padova,<br />

svolge lo suo paterno omelia<br />

II mio compito, qui, oggi, non è<br />

quello di rievocare una storia<br />

che tutti voi conoscete e che io<br />

apprendo gradualmente avvalendomi<br />

di testi che sono a mia disposizione.<br />

Non voglio neppure ricordare<br />

i meriti di tutti coloro che sono<br />

all'origine di questa iniziativa così<br />

grande nella nostra città. Mi sembra<br />

tuttavia di non poter tacere almeno<br />

due nomi: P. Roi e P. Messori,<br />

perché hanno vissuto i momenti più<br />

drammatici di questa istituzione,<br />

gli inizi e gli anni difficili e tormentati<br />

dei fine guerra. Sono pagine<br />

grandi, almeno così sono apparse a<br />

me, leggendo qualche documento e<br />

notazione, sono pagine dalle quali<br />

traspare con la forza della fede anche<br />

la misteriosa ed incisiva presenza<br />

della Provvidenza.<br />

Per i padri gesuiti la formazione<br />

spirituale culturale dei giovani resta<br />

un impegno costante. Il loro fondatore<br />

non è celebre soltanto perché<br />

ha dato vita alla Compagnia di<br />

Gesù, ma è anche celebre come<br />

maestro di spirito; e il testo che egli<br />

ci ha consegnato sembra non risentire<br />

del tempo che passa. Ad ogni<br />

stagione se ne compongono commenti<br />

nuovi per trarre suggerimenti<br />

e ispirazioni che valgono per ogni<br />

generazione che cresce nella storia<br />

e nella vita religiosa. Il loro itinerario<br />

educativo prevede anzi tutto<br />

un'educazione alla fede, una fede<br />

che nutre i valori in un assenso verbale<br />

a delle verità conosciute, ma<br />

che impegnano la vita, una fede che<br />

diventa amore e si traduce - secondo<br />

le parole di Gesù - nel desiderio<br />

di compiere la volontà del Padre.<br />

Una fede che lascia intravvedere<br />

con chiarezza il senso della storia,<br />

perché all'orizzonte della storia vede<br />

affiorare per l'intervento di Dio<br />

il mistero del Regno, verso il quale<br />

siamo diretti. Pellegrini sì sulla ter-<br />

ra, ma con la direzione verso i traguardi<br />

del Regno. Questo è lo stile.<br />

Una fede salda a cui cercano anche<br />

di aggiungere, e con coerenza, un'educazione<br />

al senso morale.<br />

Oggi sappiamo quanto urgente<br />

sia nel nostro tempo richiamare<br />

quelle che con parole un po' solenne<br />

(si) sono dette «le esigenze etiche»:<br />

restituire la coscienza alla consapevolezza<br />

dei valori per i quali vale la<br />

pena di vivere, e che debbono anche<br />

orientare e ispirare il nostro rapporto<br />

con gli altri.<br />

Grandi educatori sono i padri gesuiti<br />

con un pizzico, almeno tale è<br />

la mia impressione, persine di severità,<br />

che debbo riconoscere, a distanza,<br />

essere sempre nel segno di<br />

una sapienza evangelica. La loro<br />

formazione secondo me va oltre.<br />

Sono costantemente attenti nel proporre<br />

itinerari educativi ai contesti<br />

culturali nei quali i giovani in particolare<br />

sono chiamati a operare.<br />

Un'educazione culturale, critica:<br />

educare l'intelligenza a sorvegliare<br />

i fatti, ad andare oltre la scorza della<br />

cronaca per cogliere il significato<br />

profondo. Certo, ci vuole intelligenza<br />

critica, ma illuminata dalla fede.<br />

E mi sorprende leggere con tanta<br />

chiarezza questo programma proprio<br />

all'inizio del Collegio. Parlavano<br />

i padri, sì, di valori umani e di<br />

impegno nello studio e nella ricerca.<br />

Noi di questa città dobbiamo essere<br />

grati perché hanno scelto di<br />

dar vita qui a un Collegio. Voi che<br />

ne conoscete meglio di me la storia,<br />

sapete qual era il clima culturale di<br />

quei tempi. Ciò va forse ricordato<br />

per qualcuno che continuamente<br />

denuncia e quasi esaurisce il suo discorso<br />

nella denuncia sui mali del<br />

nostro tempo.<br />

Ho letto, non senza qualche sorpresa,<br />

le difficoltà, le polemiche tenaci,<br />

l'opposizione non soltanto sot-<br />

terranea, clandestina, ma aperta e<br />

violenta di fronte a questa iniziativa,<br />

che voleva significare una presenza<br />

educativa all'interno del<br />

mondo universitario. Credo che la<br />

città debba gratitudine ai padri gesuiti<br />

per questa iniziativa.<br />

Oggi, quando di parla di Antonianum,<br />

si allude complessivamente<br />

ad una serie di opere. Ogni tanto,<br />

sorridendo, dico: è la cittadella all'interno<br />

della nostra città. Ma, confesso,<br />

lo dico con ammirazione e stima,<br />

perché la loro presenza e la loro<br />

azione è più che mai attuale. Non<br />

soltanto il Collegio Universitario,<br />

non soltanto la Scuola di Religione,<br />

ma tutte le iniziative.<br />

L'Antonianum viene esperimentato<br />

come un punto di riferimento<br />

per molte persone che forse non<br />

avrebbero altri limiti di trovare un<br />

luogo dove convenire e anche sentirsi<br />

a proprio agio. Questo è un servizio<br />

grande che i padri rendono alla<br />

nostra città e alla nostra Chiesa.<br />

E credo di dover dire con molta<br />

semplicità, anche se questo linguaggio<br />

può apparire improprio all'interno<br />

della Chiesa, dove tutti<br />

cerchiamo la comunione al bene comune,<br />

devo dire la gratitudine della<br />

città e della Chiesa ai padri per questa<br />

opera che continuano con impegno<br />

rigoroso e con dedizione che<br />

sorprende e col proposito - di questo<br />

va dato loro atto - e mi limito alla<br />

breve mia esperienza, col proposito<br />

di rimanere sempre in profonda<br />

comunione con la chiesa, nella quale<br />

vivono, mantenendo rapporti che<br />

è poco dire fraterni, tanto sembrano<br />

avere il carattere vero dell'amicizia.<br />

Di questo ne rendiamo grazie a<br />

Dio, ma siamo grati anche ai padri<br />

gesuiti per il loro impegno che tutti<br />

avvertiamo.<br />

L'urgenza di una presenza culturale<br />

che aiuti le nuove generazioni a ,


sapersi districare in questo groviglio<br />

di idee e di esperienze che affatica,<br />

anche se sembra avvertire il<br />

nostro modo educativo.<br />

E soprattutto dobbiamo essere<br />

grati perché forniscono ai giovani le<br />

categorie di letture in profondità,<br />

che vanno oltre la scorza degli eventi,<br />

per cogliere quei frammenti di<br />

verità che solo la grazia aiuta a capire.<br />

Vorrei concludere rileggendo le<br />

parole di Paolo che mi sembrano<br />

cadere opportune. Sono, a ben vedere,<br />

un programma di umanesimo<br />

cristiano. Gli esegeti vanno a ricercarvi<br />

anche le consonanze con la<br />

cultura del tempo e in particolare<br />

con la cultura stoica. Ma sembra a<br />

me che Paolo collochi tutte queste<br />

parole in un quadro diverso, che è<br />

quello della Chiesa e il quadro del<br />

Vangelo e l'altro referente costante,<br />

Cristo, il Signore.<br />

Ed ecco, ne sono certo, che non<br />

sono soltanto un programma che<br />

Paolo proponeva alla Chiesa di Filippi,<br />

e quindi alla chiesa, ma sono<br />

anche un programma che i padri<br />

cercano di rendere costantemente<br />

operante in mezzo ai giovani.<br />

In conclusione così dice l'Apostolo:<br />

«Tutto quello che è vero, nobile,<br />

giusto, puro, amabile, onorato,<br />

quello che è virtù e merita lode, tutto<br />

questo sia oggetto dei vostri pensieri».<br />

Qui troviamo nel nostro cuore<br />

questo per raccomandazione dell'apostolo<br />

Paolo, auguriamo ai<br />

padri di poter continuare questa<br />

grande opera a servizio dei giovani,<br />

e non solo dei giovani per tradizio-<br />

ne; tutti vi cofluiscono, persone di<br />

diversa età, e questo rappresenta il<br />

luogo della memoria per molti, per<br />

altri il luogo della formazione e per<br />

altri ancora inizio di speranze sul<br />

cammino appena intravvisto. Noi<br />

chiediamo ai padri gesuiti che si ricordino<br />

di questo appello di Paolo.<br />

E soprattutto domandiamo al Signore<br />

che benedica la loro opera. E<br />

che questa celebrazione non resti<br />

soltanto rievocazione di un tempo<br />

vissuto, di esperienze compiute, ma<br />

rievocazione di tante grazie di Dio,<br />

di tanti esempi che sono venuti dai<br />

padri e da coloro che hanno collaborato<br />

con i padri, ma resti la promessa<br />

per quello che sin dall'inizio<br />

intravvedevo, cioè un lungo cammino<br />

nel nome del Signore per la fede<br />

in Cristo Gesù e alla sua chiesa. •


OTTANI'ANNI<br />

DELL'ANTONIANUM<br />

Discorso commemorativo di Antonio Tognoni SJ<br />

rettore dell'Antonionum<br />

Sono tentato, e cedo alla tentazione,<br />

di chiedere scusa alla stragrande<br />

maggioranza di voi per il<br />

fatto che proprio io debba fare la relazione<br />

ufficiale in questo Ottantesimo<br />

<strong>dell'Antonianum</strong>: Tanti altri Padri,<br />

infatti, per la durata della loro presenza<br />

a Padova, per il numero di iniziative<br />

intraprese e quindi di contatti personali<br />

realizzati e di vicende vissute<br />

insieme in questa ormai lunga storia,<br />

avrebbero potuto meglio cogliere<br />

quell'ethos <strong>dell'Antonianum</strong> che oggi<br />

siamo qui a festeggiare.<br />

Tuttavia, anche il fatto che il Rettore<br />

che vi parla sia il più estraneo a voi<br />

dei Padri presenti penso possa avere<br />

un suo aspetto positivo. Perché l'Antonianum<br />

è certamente una grande famiglia,<br />

costituita sostanzialmente dagli<br />

innumerevoli rapporti di amicizia<br />

tra Gesuiti, studenti ed <strong>Ex</strong>-alunni; ma<br />

è anche — come dice P. Scurani direttamente<br />

nel titolo del suo libro — una<br />

istituzione.<br />

E l'istituzione è qualcosa che travalica<br />

i singoli e permane nel tempo al di<br />

là delle persone; ha qualcosa di impersonale,<br />

o meglio, se si vuole, ha una<br />

certa sua personalità ben individuabile<br />

che caratterizza di sé le iniziative e<br />

le persone che la costituiscono; le quali<br />

però, a loro volta, hanno la capacità<br />

di modificare o di accentuare questo o<br />

quel carattere della stessa istituzione<br />

in conformità con i loro temperamenti<br />

e le loro genialità.<br />

Che sia proprio io a farvi questa relazione,<br />

quindi, potrebbe voler sottolineare<br />

questo aspetto istituzionale<br />

<strong>dell'Antonianum</strong>, che, io credo, è tutt'altro<br />

che secondario, perché la sua<br />

8<br />

continuità nel tempo è legata proprio<br />

al fatto che tanti Padri e Fratelli, i cui<br />

nomi a stento si ricordano o si riconoscono,<br />

con la loro assidua fatica e con<br />

la loro presenza serena, hanno per così<br />

dire consolidato e stabilizzato nel<br />

tempo quelle genialità educative e<br />

culturali che nella storia <strong>dell'Antonianum</strong>,<br />

per grazia di Dio, non sono mancate,<br />

ma che senza questo tessuto istituzionale<br />

sarebbero rimaste delle comete<br />

luminose, ma isolate.<br />

Ma l'Antonianum è innanzitutto<br />

una famiglia, e la ricorrenza degli ottanta<br />

anni della sua fondazione è stata<br />

ritenuta come l'occasione - forse irripetibile<br />

- di corredarla di un suo Album<br />

di Famiglia, che salvaguardasse<br />

dall'usura del tempo avvenimenti forse<br />

lontani, ma a noi cari, perché in essi<br />

si sono plasmati gli anni giovanili della<br />

nostra esistenza. E la pubblicazione<br />

del libro è l'occasione di questa solenne<br />

convocazione, per la cui realizzazione<br />

il P. Messori ha profuso tutto il<br />

suo giovanile entusiasmo, nella certezza<br />

di offrire con essa la possibilità a<br />

ciascuno di noi di sperimentare la<br />

profonda gioia del ritrovarsi insieme.<br />

Riincontrarsi dopo molti anni è un<br />

avvenimento tra i più toccanti: riemergono<br />

dalla memoria i ricordi dei<br />

momenti belli del passato, quando, in<br />

età intellettualmente ormai quasi matura,<br />

si prendeva gusto nel cimentarsi<br />

in discussioni che erano vere escursioni<br />

mentali, valutazioni politiche, estetiche,<br />

prese di posizioni - spesso drastiche<br />

- sugli accadimenti più rilevanti,<br />

o ritenuti tali, della vita del<br />

Collegio e della società.<br />

Il ritrovarsi insieme dopo anni di vi-<br />

ta, in cui la si è frequentata anche nelle<br />

sue strettoie, fa ricordare cioè la « felice»<br />

condizione della giovinezza,<br />

quando si era ancor liberi da tante responsabilità<br />

sociali, le quali finiscono<br />

per imporre una sorta di «coerenza»<br />

(una «facies publica») nel proprio modo<br />

di giudicare e di comportarsi; «coerenza»<br />

che è spesso un pragmatico rifiuto<br />

di esporsi a riesami e rivalutazione<br />

della nostra impostazione<br />

mentale e operativa, rifiuto che è certamente<br />

utile per semplificate l'esistenza,<br />

ma che finisce per restringere<br />

e talvolta rendere angusta quella vocazione<br />

all'avventura dello spirito a<br />

cui l'Ulisse di Dante invitava i suoi uomini,<br />

e a cui negli anni giovanili si era<br />

spesso più disponibili.<br />

E assieme a questa disponibilità all'avventura<br />

dello spirito, anzi sua condizione<br />

di possibilità, c'era un esaltante<br />

senso che in linguaggio biologico<br />

si chiamerebbe di «totipotenza» -<br />

quella capacità cioè delle cellule germinali<br />

di evolvere in qualsiasi direzione<br />

per poter all'occorrenza trasformarsi<br />

in qualsiasi parte del futuro organismo<br />

- quella speranza giovanile<br />

che riteneva possibili anche le conquiste<br />

più ardue purché ammantate da<br />

un fascino che, sottraendo l'esistenza<br />

al grigiore quotidiano, facesse assaporare<br />

un po' di infinito.<br />

Gioia del rivivere i momenti belli,<br />

quasi come in un sogno ad occhi aperti;<br />

incontro che, facendosi conversazione,<br />

fa assaporare la gioia più sobria<br />

del raccontare le alterne vicende della<br />

vita, in quel clima però tipico tra vecchi<br />

amici di gioventù, che è fatto di<br />

consapevolezza di connivenze in so-


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gni e progetti che, ormai fatti maturi,<br />

non oseremmo forse confessare come<br />

propri.<br />

Intima gioia che può emergere, sulla<br />

base di questa giovanile confidenza<br />

ricuperata, dalla disponibilità a confrontare<br />

con gli amici valutazioni, criteri<br />

di scelta che ci siamo costruiti durante<br />

la nostra vita professionale e sociale,<br />

a scoprire cioè quel nucleo<br />

profondo di noi stessi che teniamo gelosamente<br />

chiuso ai colleghi e magari<br />

anche ai familiari, nel quale però sperimentiamo<br />

la solitudine e la precarietà<br />

delle nostre scelte.<br />

In fondo, questo incontro è forse<br />

l'occasione più propizia per un - breve?<br />

- viaggio a ritroso verso le proprie<br />

radici e così riprendere contatto con<br />

quegli impulsi vitali che le siccità o le<br />

bufere della vita hanno forse attenuato.<br />

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1 '" ili i<br />

Ho cercato di esplicitare qualche<br />

motivazione soggettiva per la gioia di<br />

questo incontro.<br />

Ma credo che voi stessi vi aspettiate<br />

che il discorso coinvolga più esplicitamente<br />

anche l'Antonianum, che non è<br />

semplicemente il luogo o il ricettacolo<br />

dove avete vissuto le vostre esperienze<br />

giovanili e dove ora vi ritrovate a riviverle.<br />

L'Antonianum da sempre ha voluto<br />

essere un ambiente ben caratterizzato<br />

e finalizzato a favorire nei giovani<br />

che lo frequentano l'emergere e<br />

lo svilupparsi di un certo tipo di esperienze.<br />

E in questo vostro viaggio a ritroso<br />

verso le vostre radici certamente<br />

vi imbatterete nel ricordo di persone e<br />

avvenimenti che hanno inciso sulle<br />

vostre esperienze e che di questo Antonianum<br />

erano le espressioni.<br />

Vorrei ripercorrere con voi, in modo<br />

se volete un po' schematico e quindi<br />

semplificante, le principali tappe che<br />

io riesco a scorgere nella vita <strong>dell'Antonianum</strong>,<br />

con l'intento di dare un<br />

contributo a illuminare questo viaggio<br />

a ritroso che voi oggi qui state facendo,<br />

per aiutarvi a meglio cogliere<br />

gli intenti di fondo e i loro adeguamenti<br />

storici che i Padri del Collegio<br />

hanno di volta in volta realizzato.<br />

La fase costituente — come in ogni<br />

istituzione storica — è la più facilmente<br />

definibile, perché, ovviamente, un<br />

inizio dal niente ha bisogno di chiare<br />

motivazioni. Quella <strong>dell'Antonianum</strong><br />

la conosciamo bene, anche perché sufficientemente<br />

lontana da poter essere<br />

osservata nei suoi lineamenti essenziali.<br />

L'Università dominata dal pensiero<br />

positivistico che nella ricerca scientifica<br />

trovava l'unica via per raggiunge-


OTTANT'ANNI<br />

DELL'ANTONIANUM<br />

re la verità; l'obiettivo illuministicomassonico<br />

di liberare le masse dal dominio<br />

clericale-oscurantista che sviliva<br />

a livello di superstizione e di magia<br />

ogni espressione religiosa organizzata,<br />

costituivano l'ambiente culturale<br />

in cui l'Antonianum fu inventato.<br />

E il suo obiettivo era precisamente<br />

quello di confrontarsi col problema<br />

del rapporto tra scienza e fede; di difendere<br />

la validità di un sapere filosofico<br />

che, pur non essendo costruito sul<br />

metodo scientifico, è capace di raggiungere<br />

una dimensione autentica<br />

della verità, anzi, molto più rilevante<br />

di quella scientifica; e di evidenziare<br />

una prassi religiosa che non fosse inquinata<br />

da elementi di superstizione.<br />

L'intento ovvio complessivo dell'ambiente<br />

Antonianum era quello di<br />

formare uomini professionisti - eventualmente<br />

cattedratici - che con la loro<br />

competenza potessero essere una<br />

invalidazione vivente dello spirito del<br />

tempo.<br />

Un grande momento di ripensamento<br />

delle finalità <strong>dell'Antonianum</strong><br />

lo riscopro alla fine del secondo dopoguerra.<br />

Il clima culturale e politico è<br />

profondamente mutato: l'orgogliosa<br />

sicumera positivistica ha ceduto il<br />

campo a più sobri esistenzialismi ; l'Università<br />

è diventata la sede di una<br />

scienza progredita e quindi consapevole<br />

dei suoi limiti strutturali (con i<br />

suoi mezzi non può avventurarsi nel<br />

campo del senso della vita e delle cose);<br />

e il problema religioso cominciava<br />

a sperimentare la minaccia non più<br />

propriamente dalla ricerca universitaria,<br />

ma da quel processo imponente<br />

e magmatico-confuso collegato con i<br />

cambiamenti produttivi e culturali<br />

derivanti dall'industrializzazione che<br />

fu ed è la secolarizzazione. Furono gli<br />

anni del ritorno potente alla vita democratica:<br />

battaglie politiche, confronto<br />

tra ideologie (individualismo<br />

borghese, collcttivismo marxista, personalismo<br />

cristiano, con tutti i tenta-<br />

lo<br />

tivi di soluzioni intermedie); e l'Antonianum<br />

in quegli anni pensò di esprimere<br />

la propria avvertenza dei grandi<br />

cambiamenti in corso decidendo di<br />

trasformarsi da Pensionato universitario,<br />

come era sempre stato fino allora,<br />

in Collegio Universitario (con evidente<br />

riferimento ai Colleges anglosassoni),<br />

con le sue aule scientifiche di<br />

facoltà, con i suoi corsi interni a carattere<br />

universitario, con i suoi corsi culturali<br />

di conferenze che affrontavano<br />

appunto prevalentemente temi di carattere<br />

politico-sociale.<br />

L'impegno di fondo mi pareva fosse<br />

quello di contribuire a formare tecnici<br />

cristiani che si impegnassero con il loro<br />

lavoro professionale a ricostruire<br />

una società che garantisse libertà e socialità.<br />

Il processo di secolarizzazione della<br />

nostra società, che intensificò il suo<br />

ritmo con il miracolo economico italiano<br />

dei primi anni sessanta, portò a<br />

una profonda trasformazione socioculturale.<br />

Con la «società opulenta» si attenuò<br />

quella coesione sociale indotta antecedentemente<br />

dalla situazione di generale<br />

penuria; emersero potenti interessi<br />

di soggettività, disattesi dalle<br />

istituzioni, perlopiù prese in contropiede<br />

da queste innovazioni. Fu l'epoca<br />

della contestazione delle istituzioni<br />

(scuola, famiglia, partiti, Chiesa),<br />

della politicizzazione esasperata in<br />

vista di una nuova società; ci fu l'esplosione<br />

di un pluralismo ormai imperante<br />

ma non accettato (vedi l'intransigenza<br />

dei gruppuscoli che innescarono<br />

gli anni della violenza<br />

politica).<br />

L'Antonianum, in qui frangenti di<br />

turbolente innovazione (ma in compagnia<br />

della maggioranza delle realtà<br />

istituzionalizzate), sentì il bisogno di<br />

rientrare maggiormente in se stesso,<br />

di tentare una comprensione di quanto<br />

si stava verificando, cercando un<br />

approfondimento critico del proprio<br />

essere cristiani in tale società, ed<br />

espresse quel tentativo di recupero di<br />

identità che fu la cosiddetta Comunità<br />

Cristiana Critica, che voleva essere,<br />

forse, un tentativo di analisi dei nostri<br />

rapporti col «potere», nelle sue varie<br />

forme.<br />

Siamo ormai giunti ai giorni nostri:<br />

stagione del riflusso, la chiamano.<br />

La delusione per gli esiti e i metodi<br />

della contestazione ha abbassato<br />

enormemente l'interesse per la politica;<br />

il pluralismo è ormai un fatto accettato,<br />

e l'accettazione supina di questo<br />

pluralismo coincide con il diffondersi<br />

della cultura radicale, che trova<br />

nella libertà del soggetto il massimo<br />

valore disponibile all'uomo e che perciostesso<br />

relega il problema della verità,<br />

al massimo, in posizione subordinata<br />

e quindi senza senso e senza valore.<br />

Il «Quid est veritas» di Filato è la<br />

scettica o cinica domanda di chi assolutizzando<br />

il valore della libertà soggettiva<br />

non trova possibilità e spazio<br />

per una verifica dell'uso buono o cattivo<br />

della libertà, se non eventualmente<br />

nel confronto con presunte esigenze<br />

dell'evoluzione storica (le esigenze<br />

della modernità!) magari convalidate<br />

dai sondaggi!<br />

Allo stesso rifiuto di senso alla verità<br />

giunge chi si fa forte (e sono legioni!)<br />

di atteggiamenti autogiustificazionisti<br />

derivati da superficiali diagnosi<br />

sociologiche e psicologiche, le<br />

quali sembrano mirare a infondere la<br />

persuasione che non solo la verità è un<br />

falso problema, ma la libertà stessa!<br />

L'unico problema dell'uomo sarebbe<br />

quello di riuscire a capire perché le cose<br />

- anche quelle umane! — stanno così<br />

e non diversamente, ricercando la<br />

causa di questo loro modo di essere in<br />

comportamenti e azioni antecedenti,<br />

nostri o altrui. Situazione di irresponsabilità<br />

e vanificazione dell'etica, che<br />

però può spesso coesistere con un'affannosa<br />

e disperata ricerca del proprio<br />

successo!<br />

L'Antonianum si propone di contrastare<br />

gli aspetti negativi di questa cultura<br />

radicale perseguendo un triplice<br />

obiettivo, che ovviamente ha qualche<br />

aspetto di novità solo nelle sottolineature.<br />

Innanzitutto si propone di essere<br />

- e il termine qui è un po' enfatico -<br />

una scuola di fede. Le verità umane<br />

possono essere fragili, e ciò trova con-


ferma nel diffuso senso di dubbio anche<br />

in persone seriamente in ricerca;<br />

ma in quanto confortate dalla Parola<br />

di Dio, a cui ci si accosta con un tirocinio<br />

di fede, devono rimanere l'unico<br />

punto di riferimento assoluto per riuscire<br />

veramente a garantire la dignità<br />

dell'uomo. L'uomo è un essere in cammino<br />

verso la verità e questa ricerca<br />

dovrebbe diventare la passione suprema.<br />

Il secondo obiettivo è quello di<br />

contribuire alla formazione di una coscienza<br />

etica. L'iperattiva società moderna<br />

ci pone nella quotidiana necessità<br />

di fare delle scelte. La tentazione<br />

di considerare tali scelte solo sotto il<br />

profilo tecnico economico, ignorandone<br />

la dimensione etica è abbastanza<br />

generalizzata. Il contribuire ad affinare<br />

la coscienza per saper cogliere i valori<br />

coinvolti nella generalità delle<br />

scelte, e così rendere l'agire umano un<br />

fatto spirituale che realizza il progetto<br />

divino è una meta che l'Antonianum<br />

non può non proporsi.<br />

L'ultimo elemento del nostro programma<br />

è di carattere esperienziale<br />

ed è un'atmosfera di altruismo, che<br />

vorremmo fosse abituale nel nostro<br />

ambiente, convinti come siamo che<br />

solo l'esperienza della dimensione comunitaria<br />

della vita riesce a farne apprezzare<br />

il valore in una cultura che<br />

premia innanzitutto la ricerca del<br />

successo personale.<br />

Le quattro fasi che sono riuscito ad<br />

evidenziare nella storia <strong>dell'Antonianum</strong><br />

hanno trovato nella preoccupata<br />

riflessione educativa dei gesuiti dei<br />

tentativi di soluzione che possono anche<br />

essere diverse tra di loro, ma che<br />

trovano la loro comune origine in una<br />

impostazione mentale teocentrica e in<br />

quell'impegno a discernere i segni dei<br />

tempi che la scuola di Ignazio di Loyola<br />

ha sempre insegnato, soprattutto<br />

nei suo Esercizi spirituali che sono un<br />

processo di imitazione di Cristo, Figlio<br />

dell'uomo e Figlio di Dio.<br />

Una commemorazione è un riscoprire<br />

le nostre radici anche per poter<br />

meglio confrontarsi con le sfide del<br />

presente.<br />

Come <strong>Ex</strong>-<strong>Alunni</strong> dei Gesuiti l'orizzonte<br />

operativo, mi pare, dovrebbe essere<br />

polarizzato verso tre direzioni.<br />

1. Un impegno profondo, convinto<br />

e intelligente nei confronti dell'ateismo<br />

contemporaneo, sia quello ideologico<br />

— nei confronti del quale siamo<br />

già abitualmente avvertiti -, sia quello<br />

pratico, che per il suo non essere polemico<br />

nei confronti della fede rischia<br />

di essere molto più subdolo. Il saper<br />

cogliere e denunciare il nesso di causalità<br />

spesso nascosto tra la negazione<br />

di Dio e la negazione dell'uomo dovrebbe<br />

essere la gioia di chi ha trovato<br />

in Cristo la rivelazione di un Dio che è<br />

Padre, e in quanto tale è l'unico autentico<br />

fondamento della dignità dell'uomo<br />

e della sua speranza.<br />

2. Una più esplicita consapevolezza<br />

della validità dei propri valori per<br />

testimoniare con la vita contro lo scetticismo<br />

e il cinismo che il pluralismo<br />

della nostra cultura riesce con tanto<br />

successo a diffondere.<br />

3. In questa nostra società democratica<br />

che diventa sempre più complessa<br />

e interdipendente col crescere<br />

del progresso tecnologico, si richiede<br />

che il nostro impegno tipicamente cristiano<br />

di carità fraterna - come ci ammoniva<br />

Paolo VI nella sua «Octogesima<br />

Advenius» - riscopra la sua dimensione<br />

politica nel suo senso<br />

etimologico, come preoccupazione<br />

per un retto ordinamento della convivenza<br />

a livello di legislazione, di ordinamenti<br />

e di regole civili, in modo che<br />

i più deboli nella libera competizione<br />

economica tipica della nostra società,<br />

non finiscano deprivati della loro dignità<br />

umana.<br />

L'accresciuto potere dell'uomo conquistato<br />

con il progresso tecnologico<br />

fa talvolta sperare che una società più<br />

giusta e più umana — evangelicamente<br />

«più fraterna» - possa finalmente essere<br />

a portata di mano. Contro questa<br />

speranza osta una diffusa e generalizzata<br />

indisponibilità o incapacità di<br />

pagarne il prezzo.<br />

Questo il campo per un impegno<br />

pieno di fantasia creatrice per i laici<br />

cristiani e innanzitutto per gli <strong>Ex</strong>-<br />

<strong>Alunni</strong> dei Gesuiti.<br />

11


Lo partecipazione dell'Università di Padova<br />

Edifficile togliere sia a colui che<br />

parla sia a coloro che ascoltano il<br />

sospetto che le parole risentano<br />

della circostanza e che tutto si svolga,<br />

anzi non possa che svolgersi, secondo le<br />

regole di una collaudata procedura.<br />

Da ciò deriva a me stesso il dubbio<br />

che il saluto che vado a porgere e le congratulazioni<br />

che vado a presentare a nome<br />

dell'Università, siano intese di mera<br />

circostanza.<br />

Ma questo non è vero, perché io immagino<br />

noi dell'Università e l'Antonianum<br />

come due viandanti (ed uso questo<br />

termine nel significato più cortese e rispettoso)<br />

che camminano insieme da 80<br />

anni, entrambi desiderosi di offrire, secondo<br />

le regole proprie, un aiuto ai giovani<br />

impegnati nello studio, nella preparazione<br />

all'esercizio delle professioni<br />

e nella ricerca della verità.<br />

Congratulazioni ed auguri sinceri all'Antonianum,<br />

da parte nostra, nell'80 0<br />

compleanno.<br />

Sia concesso tuttavia a chi parla un<br />

rapido sguardo, né nostalgico né vanitoso,<br />

a quel cambiamento che ha parimenti<br />

coinvolto noi e voi nell'arco di<br />

tempo anzidetto.<br />

1907 - Apro, sfoglio, il Bollettino degli<br />

Atti dell'Università di quell'anno.<br />

12<br />

Prof. Piero Zatti prò-rettore dell'università<br />

Erano morti da poco Garibaldi e Carducci<br />

e nel suo discorso inaugurale il<br />

Rettore rende il dovuto omaggio alla<br />

memoria degli scomparsi. Passando poi<br />

alle informazioni... di ufficio, il prof. Polacco<br />

ricorda che il numero degli iscritti<br />

è aumentato: da 1.498 a 1.578 (si noti<br />

che egli si riferisce al numero totale degli<br />

iscritti alla Università e non, come<br />

potrebbe ritenersi, al numero delle matricole).<br />

I laureati erano stati: 75 in Giurisprudenza,<br />

22 in Medicina, 17 in Scienze Matematiche<br />

Fisiche Naturali, 16 in Lettere<br />

e Filosofia.<br />

34 i diplomati dalla Scuola di applicazione<br />

di Ingegneria,<br />

3 i diplomati da quella di Farmacia.<br />

La Facoltà più affollata era quella di<br />

Giurisprudenza; seguivano alla pari<br />

Medicina e Scienze; a parte, molto affollata<br />

la Scuola di applicazione in Ingegneria.<br />

Non riporto cifre dal bilancio di previsione<br />

o da quello consuntivo, ma rilevo<br />

che alcuni legati testamentarì o Fondazioni<br />

garantivano sussidi in denaro a<br />

studenti bisognosi sotto forma di premi<br />

o borse di studio.<br />

A quell'epoca i Collegi dipendenti<br />

dalla Università e finalizzati ad aiutare<br />

gli studenti bisognosi erano quattro:<br />

Collegio Amuleo, Collegio Cottuneo Greco,<br />

Collegio Engleschi, Collegio San Marco.<br />

Ma nonostante il titolo di Collegio<br />

nessuno risultava finalizzato all'accoglimento<br />

degli studenti.<br />

Ed ecco allora sorgere con le caratteristiche<br />

che gli sono proprie, nel contesto<br />

di una città che ne era di fatto priva,<br />

sebbene ricca di ospitalità privata, l'Antonianum,<br />

dove tanti studenti universitari<br />

hanno trovato poi accoglienza ed<br />

opportunità di vita, idonee a realizzare<br />

se stessi e a perseguire meglio lo scopo<br />

della loro attività di studenti.<br />

E fin qui, in via Donatelle, si estendeva,<br />

pur nel rispetto delle peculiarità organizzative,<br />

l'auspicio e il proposito<br />

scritto sul palazzo centrale del Bò e tuttora<br />

ben leggibile in una lapide non del<br />

tutto corrosa:<br />

«Qui entra per diventare ogni giorno<br />

più colto; da qui esci per essere<br />

più utile».<br />

Da quell'epoca l'Università e l'Antonianum<br />

hanno fatto cammino insieme e<br />

l'intesa, tanto più forte perché non istituzionalizzata<br />

ma derivante dalla volontà<br />

e dalle scelte dei singoli, l'intesa -<br />

dicevo — ha raggiunto nel periodo<br />

1943-1945 non dimenticati e non dimenticabili<br />

traguardi sulla via dell'impegno<br />

morale e civile.<br />

Giunto alla fine del saluto che noi<br />

dell'Università vogliamo porgere congratulandoci<br />

per l'anniversario all'An<br />

tonianum, mi permetto una annotazione<br />

personale. Questa deriva da che nel<br />

palazzo del Bò mi è accaduto spesso di<br />

accogliere, di salutare laureati dell'Università<br />

di Padova che nell'occasione di<br />

tradizionali anniversari ritornavano là<br />

dove si era conclusa una parte importante<br />

e determinante della loro vita.<br />

Conclusa la parte formale della visita<br />

mi è accaduto più volte di chiedere:<br />

«Lei come, dove, era sistemato durante<br />

il periodo universitario?» Ovviamente<br />

le risposte erano diverse: ma ripensandoci<br />

quelli che rispondevano «... all'Antonianum»<br />

si esprimevano — ed era<br />

chiarissimo - con animo che rimescolava<br />

orgoglio di tipo «pavese» (siamo del<br />

Ghisleri o del Borromeo), affettuosità<br />

non già di un'epoca remota ma di persone<br />

e di un ambiente, solidarietà non imposta<br />

ma via via consolidata nella comunità<br />

di vita.<br />

Perciò l'augurio affettuoso di un lungo<br />

cammino sulla strada tracciata.


P. Alessandro Scura ni<br />

presenta il suo libro<br />

Dopo aver rilevato che, oltre<br />

ai numerosi errori di<br />

stampa, c'è un difetto fondamentale<br />

dell'opera e cioè un necessario<br />

appiattimento nella descrizione<br />

di avvenimenti e di persone,<br />

dovuta alla prudenza dello<br />

storico di fronte a fatti troppo recenti.<br />

Il lavoro si è avvalso delle<br />

pazienti e diligenti ricerche del P.<br />

Cassiani Ingoni. - Nel 1893 i gesuiti<br />

gestivano nei mesi invernali<br />

un pensionato per studenti, in via<br />

Ognissanti, attuale via Belzoni.<br />

D'estate lo trasformavano in casa<br />

d'Esercizi per il clero.<br />

Cinque grandi figure di gesuiti<br />

formano l'ossatura della storia<br />

<strong>dell'Antonianum</strong>. Il fondatore, «il<br />

sognatore, P. Leonardi che ne formulò<br />

la prima idea e che ebbe la<br />

fortuna di vederla realizzata, pagando<br />

questo suo «sogno» con la<br />

sopportazione di debiti e di incomprensioni<br />

esterna e anche interna.<br />

Provvidenzialmente lo affiancò<br />

il P. Roi che economicamente<br />

«realizzò» il sogno,<br />

impostando anche la prima Scuola<br />

di Religione. Una terza figura è<br />

P. Alessio Ambrogio Magni che<br />

conferì all'Antonianum un'impronta<br />

duratura, ricavandola dalla<br />

sua forte e versatile personalità.<br />

La quarta figura, qui presente<br />

è il P. Carlo Messori Roncaglia,<br />

che studiò lettere all'Antonianum,<br />

vi ritornò nel 1937, diventando<br />

Rettore fino al '47, pur facendo<br />

frattanto il Cappellano Militare di<br />

Marina e poi promovendo «la resistenza».<br />

Poi fu all'Antonianum<br />

per quattro decenni: anni '50, '60,<br />

'70, 80. Mentre era direttore degli<br />

universitari l'Antonianum raggiunse<br />

la sua completezza sia come<br />

edificio che come «stile»: da<br />

pensionato divenne Collegio Universitario<br />

di stile un po' inglese.<br />

Gli anni '50 furono ricchi di goliardia<br />

e coraggio, gli anni '60 e<br />

inizi dei '70 conobbero forti tensioni<br />

contestatarie, che sfociarono<br />

in un reale rinnovamento nella<br />

scelta e nella verifica della qualità<br />

degli studenti.<br />

La quinta figura è costituita da<br />

un... insieme di persone, globalmente<br />

prese: i LAICI <strong>dell'Antonianum</strong>,<br />

che a cominciare dalla Società<br />

Anonima Petrarca, la Congregazione<br />

Mariana dei giovani e<br />

anziani, i Cavalieri della Tiracca<br />

d'oro, l'Associazione <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>,<br />

soprattutto dagli anni '50 ha sempre<br />

più collaborato non solo fornendo<br />

i mezzi, ma collaborando<br />

all'educazione, alla formazione<br />

sportiva in maniera straordinaria.<br />

E così anticipò e persegue ora<br />

le linee del Vaticano II, che vuole<br />

una Chiesa in cui sacerdoti, religiosi<br />

e laici collaborino reciprocamente,<br />

ciascuna parte secondo le<br />

proprie competenze. È per questo<br />

che la storia <strong>dell'Antonianum</strong> termina<br />

con il richiamo ai due ultimi<br />

Congressi Internazionali degli <strong>Ex</strong><br />

<strong>Alunni</strong>, nei quali è stato sottolineato<br />

come punto essenziale questa<br />

collaborazione reciproca come<br />

«segno» di attesa operosa del rinnovamento<br />

delineato dal Concilio<br />

Vaticano II.<br />

13


INTERVENTO DEL P. FEDERICO<br />

LOMBARDI, Provinciale d'Italia<br />

Ci pare l'intervento imprevisto del P. Federico Lombardi, Provinciale dei<br />

gesuiti d'Italia, spicchi particolarmente per la sua autorevolezza, espressa<br />

con la lucida concretezza, capacità di sintesi senza ombra di retorica che<br />

lo contraddistingue.<br />

Il mio intervento non era stato<br />

previsto, ma mi fa piacere che<br />

P. Messori mi abbia obbligato a<br />

salire, perché man mano che il tempo<br />

passa, in questa mattinata, mi è<br />

venuto voglia di poter dire qualche<br />

cosa, ma molto con il cuore ed emozione,<br />

anche perché un superiore religioso<br />

nel vedere quanto i suoi confratelli<br />

possono fare e quanto spesso<br />

fanno senza neppure che altri confratelli<br />

e superiori se ne rendano<br />

conto, ne gode. E qui veramente mi<br />

pare che abbiamo il segno e il senso<br />

di una comunità molto larga che è<br />

cresciuta in questi ottant'anni, una<br />

comunità, non solo, quella dei Padri,<br />

ma quella di tutti i laici per cui<br />

essi hanno lavorato e da cui hanno<br />

ricevuto. Una comunità che è strettamente<br />

intessuta di rapporti con la<br />

società, con la città di Padova e vorrei<br />

dire che mi ha fatto estremo piacere<br />

sentire anche questa mattina,<br />

durante l'omelia del Vescovo, con la<br />

chiesa di Padova. Ecco, sono tutte le<br />

dimensioni della vita che vengono<br />

qui in questa sala, quest'oggi, e vi si<br />

toccano. E voglio ringraziare il P.<br />

Rettore di quello che ci ha detto,<br />

perché ha indicato la serietà, la profondità<br />

con cui noi dobbiamo continuare<br />

a lavorare per essere educatori<br />

di generazioni. E devo ringraziare<br />

anche per quello che ci ha fatto<br />

capire anche lui del valore dell'Istituzione,<br />

del passare al di là delle<br />

singole persone. In questo lavoro<br />

che è frutto di un corpo che si sente<br />

chiamato a servire, il corpo della<br />

14<br />

Compagnia, il corpo di questa comunità<br />

di gesuiti che è in Padova. E<br />

allora vorrei veramente dire, un po'<br />

come rappresentante di una più<br />

grande istituzione che è la Provincia<br />

d'Italia, i gesuiti italiani, che noi<br />

speriamo di imparare anche dalla<br />

vostra esperienza e da quello che ci<br />

avete detto questa mattina, come<br />

continuare a servire veramente con<br />

la solidità di chi lavora non come<br />

singole persone, ma come corpo,<br />

con una speranza nel futuro, di chi<br />

lavora guardando lontano nell'arco<br />

di decenni e non solo dell'oggi. E<br />

anche di chi lavora con coraggio di<br />

innovare. È stato molto importante<br />

per me capire quanto è stato innovativo<br />

il Collegio Antonianum<br />

quand'è nato. Ringrazio l'intervento<br />

del P. Rettore. Ecco che noi impariamo<br />

e continiamo a vivere tutto<br />

questo che voi questa mattina ci<br />

avete saputo ridire come un coro,<br />

con tutte le vostre diverse esperienze<br />

e i vostri diversi interventi. Quindi<br />

un augurio perché chi è qui presente,<br />

perché questa comunità, che<br />

voi rappresentate, possa continuare<br />

a vivere e a crescere, ma anche una<br />

domanda di preghiera, di solidarietà,<br />

di amicizia per tutti i gesuiti italiani,<br />

perché possano essere fedeli a<br />

tutti quei valori che voi avete saputo<br />

riconoscere in loro, in quest'opera<br />

e in questi anni che oggi abbiamo<br />

ripercorso insieme.


LA STOMA<br />

È FATTA<br />

ANCHE<br />

DI NOMI


II<br />

Rettori dell'Antonionum<br />

1906 P. Giuseppe Leonardi<br />

1917 P. Giuseppe Marini<br />

1917 P. Giuseppe Leonardi<br />

1919 P. Alessio Ambrogio Magni<br />

1926 P. Giuseppe Rosi<br />

1931 P. Alessio Ambrogio Magni<br />

1935 P. Giuseppe Rosan<br />

1938 P. Carlo Messori Roncaglia<br />

1947 P. Carlo Giacon<br />

1952 P. Luigi Ambruzzi<br />

1956 P. Mario Merlin<br />

1962 P. Carlo Giacon<br />

1964 P. Ambrogio Tremolada<br />

1966 P. Achille Colombo<br />

1969 P. Carlo Messori Roncaglia<br />

1972 P. Mario Merlin<br />

1979 P. Aureglio Andreoli<br />

1985 P. Antonio Tognoni<br />

Direttori<br />

del Collegio Antonionum<br />

1906 P. Giacomo Malaguti<br />

1907 P. Alessio Ambrogio Magni<br />

1909 P. Giuseppe Marini<br />

1910 P. Alessio Ambrogio Magni<br />

1916 P. Igino Brustolin<br />

1920 P. Egidio Battiston<br />

1921 P. Arturo Cornolò<br />

1922 P. Alfredo Castellani<br />

1923 P. Egidio Battiston<br />

1924 P. Agostino Prandini<br />

1927 P. Alessio A. Magni<br />

1935 P. Giuseppe Melotti<br />

1937 P. Cipriano Casella<br />

1941 P. Giambattista Cuffariotti<br />

1942 P. Achille Colombo<br />

1945 P. Luciano Fozzer<br />

1947 P. Carlo Messori Roncaglia<br />

1950 P. Achille Colombo<br />

1955 P. Sergio Masetto<br />

1959 P. Ignazio Fontana<br />

1965 P. Alberto Bassan<br />

1972 P. Mario Merlin<br />

1979 P. Antonio Tognoni<br />

Direttori<br />

dello Scuoio di Religione<br />

1910 P. Vittorio Perini<br />

1911 P. Alessio Magni<br />

1912 P. Giulio Roi<br />

1918 P. Agostino Garagnani<br />

1919 P. Igino Brustolin<br />

1920 P. Emilio Falcetta<br />

1921 P. Giuseppe Rosan<br />

1922 P. Stanislao Frosio Roncalli<br />

1924 P. Giuseppe Rosi<br />

1925 P. Giovanni Barbieri<br />

1926 P. Giuseppe Rosi<br />

1927 P. Cipriano Casella<br />

1933 P. Mario Santambrogio<br />

1934 P. Guido Fossati<br />

1936 P. Vittorio Zanchettin<br />

1937 P. Carlo Messori Roncaglia<br />

1939 P. Guido Fossati<br />

1940 P. Achille Colombo<br />

1942 P. Mario Mason<br />

1945 P. Mario Laner<br />

1949 P. Ambrogio Tremolada<br />

1954 P. Mario Merlin<br />

1956 P. Luigi Pretto<br />

1979 P. Mario Merlin<br />

1981 P. Spartaco Galante<br />

Assistenti del Rettore<br />

e del Direttore del Collegio<br />

(il primo nome è quello del vice-direttore)<br />

1910 Pometta, Bellini, Roi, Moretti,<br />

Gaia, Formenti, Greppi, Garagnani,<br />

Mattiussi, Sani, Fiocchi, Prudenza,<br />

Armellini.<br />

1916 Garagnani, Fiocchi, Grana, Mattiussi,<br />

Sani, Riviera, Comelli, Dominioni,<br />

Battiston.<br />

1920 Biffi, Leonardi, Mattiussi.<br />

1921 Leonardi, Marini, Ronchi.<br />

1922 Rosan, Frosio Roncalli.<br />

1924 Rosan, Frosio Roncalli, Cavallanti,<br />

Rosi.<br />

1927 Prandini, Franzini, Santambrogio,<br />

Busnelli, Messori, Comi, Rosi, Tirelli,Viganò.


1935 Festa, Longoni, Cassiani.<br />

1937 Festa, Cassiani, Viezzoli, Oricchio,<br />

Maino, Pascotto, Cavalli, Tognacca.<br />

1941 Maino, Casella, Mantovani, Cassiani,<br />

Cunico.<br />

1942 Casella, Mantovani, Cassiani, Leonardi,<br />

D'Alfonso, Castellani, Cunico,<br />

Sala, Roi, Merlin.<br />

1945 Casella, Mantovani, D'Alfonso,<br />

Merlin.<br />

1947 Fozzer.<br />

1948 Fozzer, Casella, Beltrami, Fontana,<br />

Ciman, Lauton, Mazza, Rendina,<br />

Taddei.<br />

1949 Vincenzo Cattaneo, Babolin, Ciman,<br />

Mazza, Pretato, Rendina.<br />

1951 Mellinato, Babolin, Macchi, Mazza,<br />

Pretato.<br />

1952 Mellinato, Beck, Frigerio, Macchi,<br />

Pretato, Sala.<br />

1953 Merlin, Mellinato, Frigerio, Morichini,<br />

Pagello, Pretato, Sala, Tognoni.<br />

1954 Giovanni Colpo, Mellinato, Bastianetto,<br />

Cappelletto, Frigerio, Pagello,<br />

Sala, Tognoni.<br />

1955 Giovanni Colpo, Mellinato, Di Luca,<br />

Bastianetto, Cappelletto, Frigerio,<br />

Sala, Pagello, Tognoni.<br />

1956 Fontana, Ciman, Bassan, Pagello,<br />

Tognoni.<br />

1957 Fontana, Ciman, Bassan, Arrigo Colombo,<br />

Gaio, Nardone, Pirola, Tognoni.<br />

1958 Fontana, Ciman, Arrigo Colombo,<br />

Casella, Gaio, Nardone, Saggin<br />

Luigi.<br />

1959 Sala, Ciman, Covi, Arrigo Colombo,<br />

Casella, Gaio, Nardone, Saggin<br />

Luigi.<br />

1960 Sala, Ciman, Covi, Casella, Ferronato,<br />

Saggin.<br />

1961 Sala, Ciman, Covi, Frigerio, Casella,<br />

Ferronato.<br />

1962 Sala, Ciman, Covi, Frigerio, Toldo,<br />

Casella, Bellini, Cavazzuti.<br />

1963 Sala, Galante, Ciman, Covi, Frigerio,<br />

Bassan, Casella, Bellini.<br />

1964 Sala, Galante, Ciman, Bassan, Covi,<br />

Frigerio, Casella, Bellini, Bevati.<br />

1965 Sala, Galante, Covi, Ciman, Frigerio,<br />

Casella, Bellini, Boroni, Bovati,<br />

Livraghi.<br />

1966 Palazzo, Frigerio, Ciman, Covi,<br />

Gambara, Casella, Boroni, Bovati,<br />

Marucci, Villani.<br />

1967 Palazzo, Dalla Vecchia, Ciman, Covi,<br />

Frigerio, Casella, Boroni, Bovati,<br />

Da Pos, Marucci, Villani.<br />

1968 Dalla Vecchia, Ciman, Covi, Frigerio,<br />

Meletti, Casella, Boroni, Da<br />

Pos, Marucci.<br />

1969 Dalla Vecchia, Benedetti, Ciman,<br />

Covi, Meletti, Frigerio, Da Pos.<br />

1970 Dalla Vecchia, Frigerio, Meletti.<br />

1972 Dalla Vecchia, Bassan,'Ciman, Covi,<br />

Frigerio, Meletti, Messori.<br />

1973 Ciman, Bassan, Covi, Frigerio, Meletti,<br />

Messori.<br />

1976 Ciman, Bassan, Covi, Frigerio, Meletti,<br />

Di Luca, Messori (fino a oggi)<br />

Padri e Fratelli assistenti del<br />

Direttore<br />

della Scuola di Religione<br />

1910 Verlato, Grassi.<br />

1912 Baxdari, Verlato, Forcellini, Stefani,<br />

Favretto, Brustolin, Golia, Grassi,<br />

Longoni.<br />

1917 Petris.<br />

1919 Biffi, Longoni.<br />

1920 Oricchio, Gioì, Longoni.<br />

1921 Ferroli, Frosio Roncalli, Longoni.<br />

1922 Zane, Ferroli, Frigerio, Longoni.<br />

1924 Cavallanti, Zanolin, Longoni.<br />

1925 Festa, Longoni.<br />

1926 Giacon, Feriancic.<br />

1927 Giacon, Ferri, Bassi, Palazzi, Ansoldi.<br />

1933 Ferri, Lorenzoni.<br />

1934 Alessandrini, Marcozzi, Bastianetto,<br />

Savoldi, Recalcati.<br />

1936 Mason, Cunico, Barbanti, Lorenzoni.<br />

1937 Pascotto, Tessarolo, Lorenzoni.<br />

1938 Busa, Tessarolo, Barbanti.<br />

1939 Strim, Barbanti.<br />

1940 Strim, Tagliapietra, Barbanti.<br />

Ili


v<br />

1942 Lanza, Pedrazzini, Guidetti, Cunico,<br />

Borderò, Calore.<br />

1945 Molin, Campostella, Fossati, Pirro,<br />

Sala, Lauton, Fontana, Ceroni,<br />

Pretto, Fiocchi.<br />

1950 Laner, Fossati, Pretto, Rizzardi,<br />

Fiocchi.<br />

1955 Laner, Pozzi, Sironi, Frigerio, Bastianetto,<br />

Fiocchi.<br />

1956 Laner, Gatti, Sironi, Fiocchi.<br />

1957 Laner, Garbagnati, Brunelle, Ballis,<br />

Movia, Roncari, Saggin, Buffa,<br />

Tieppo, Sironi, Gatti, Gaio, Fiocchi.<br />

1958 Ballis, Movia, Fiocchi.<br />

1959 Ballis, Roncari, Fiocchi.<br />

1962 Ballis, Camolese, Rizzardi, Cavazzuti,<br />

Fiocchi.<br />

1963 Ballis, Garbagnati, Tieppo, Fiocchi.<br />

1964 Ballis, Buffa, Garbagnati, Tieppo,<br />

Fiocchi.<br />

1965 Ballis, Garbagnati, Tartarini, Brunello,<br />

Buffa, Fiocchi.<br />

1966 Ballis, Garbagnati, Tartarini, Saggin,<br />

Buffa, Fiocchi.<br />

1967 Ballis, Enrico Cattaneo, Garbagnati,<br />

Bonvicini, Tartarini, Tisi, Fiocchi.<br />

1968 Ceroni, Garbagnati, Saggin, Cattaneo<br />

E., Fiocchi, Oboe.<br />

1971 Saggin, Fiocchi, Oboe.<br />

1972 Ceroni, Garbagnati, Saggin, Fiocchi,<br />

Borri.<br />

1976 Giuseppe Colombo, Garbagnati,<br />

Saggin, Fiocchi, Carnelos.<br />

1977 Colombo G., Garbagnati, Saggin,<br />

Fiocchi, Mottadelli.<br />

1978 Galante, Garbagnati, Saggin, Fiocchi,<br />

Mottadelli.<br />

1982 Garbagnati, Saggin, Tartarini,<br />

Fiocchi, Mottadelli.<br />

Direttori<br />

dello Congregazione Moriana<br />

<strong>dell'Antonianum</strong><br />

1906 P. Leonida Grazioli<br />

1907 P. Enrico Massara<br />

1909 P. Vittorio Perini<br />

1912 P. Alessio Magni<br />

1916 P. Agostino Garagnani<br />

1917 P. Giulio Roi<br />

1918 P. Agostino Garagnani<br />

1919 P. Igino Brustolin<br />

1920 P. Guido Mattiussi<br />

1921 P. Alessio Magni<br />

1931 P. Giuseppe Rosi<br />

1932 P. Alessio Magni<br />

1934 P. Guido Fossati<br />

1936 P. Vittorio Zanchettin<br />

1938 P. Carlo Messori Roncaglia<br />

1941 P. Cipriano Casella<br />

1942 P. Achille Colombo<br />

1944 P. Carlo Messori Roncaglia<br />

1949 P. Cipriano Casella<br />

1950 P. Vincenzo Cattaneo<br />

1952 P. Giuseppe Mellinato<br />

1953 P. Carlo Messori Roncaglia<br />

1973 P. Mario Merlin<br />

Direttori<br />

delle Congregazioni Mariane<br />

della Scuola di Religione<br />

1911 P. Cesare Verlato<br />

1912 P. Giulio Roi<br />

1918 P. Agostino Garagnani<br />

1919 P. Igino Brustolin<br />

1920 P. Emilie Falcetta<br />

1921 P. Giuseppe Rosan<br />

1922 P. Alfredo Castellani<br />

1923 P. Egidio Battiston<br />

1924 P. Nazareno Cavallanti<br />

1926 P. Giuseppe Rosi<br />

1927 P. Cipriano Casella<br />

1933 P. Mario Santambrogio<br />

1934 P. Guido Fossati<br />

1936 P. Vittorio Zanchettin<br />

1938 P. Carlo Messori Roncaglia<br />

1939 P. Guido Fossati<br />

1940 P. Achille Colombo<br />

1942 P. Mario Mason<br />

1945 P. Mario Laner


Fratelli all'Antonianum<br />

1907 Ramaziotti, Crema Luigi, Prudenza<br />

Bartolomeo.<br />

1913 Bastasin Vittorio, Biassi Luigi.<br />

1914 Longoni Luigi.<br />

1916 Armellini Giovanni.<br />

1917 Frigerio Emilio, Morandini.<br />

1920 Negri Andrea.<br />

1921 Ronchi Luigi.<br />

1923 Benetalli Siro, Bonetalli Giov. Battista.<br />

1925 Ferjancic Rodolfo.<br />

1926 Maglia Giov.<br />

1927 Ansoldi Giuseppe, Cairoli Giov.<br />

1928 Tirelli Giuseppe.<br />

1935 Zaffalon Antonio.<br />

1936 Calore Giuseppe<br />

1938 Bozzi Enrico, Tognacca.<br />

1939 Cantamessa Alfredo, Torresan Francesco.<br />

1942 Leva Luigi.<br />

1943 Casan-Magnago Emilio.<br />

1945 Marchioro Giacomino, Cappellini.<br />

1946 Sangiorgio, Monarolo Trevisan, Pagani<br />

Giov.<br />

1947 Ratti, Giacomazzi, Fiocchi Giuseppe.<br />

1950 Trinca.<br />

1951 Mason.<br />

1952 Panara.<br />

1955 Fonda Masiero Zaffalon, Confalonieri.<br />

1956 Padoan, Zotta, Pulici, Colombo N.,<br />

Natale.<br />

1957 Cantamessa, De Barba.<br />

1958 Dovigo, Colombo.<br />

1959 Caspani, Masini.<br />

1960 Colombo, Zeni.<br />

1962 Franzolin.<br />

1963 Consonno.<br />

1965 Tedeschi.<br />

1968 Tisi.<br />

1969 Oboe.<br />

1970 Dal la Benetta.<br />

1971 Mottadelli.<br />

1973 Borri.<br />

1975 Artuso.<br />

1977 Carnelos.<br />

1978 Gentilin.<br />

Elenco dei partecipanti alle<br />

manifestazioni del 4 ottobre<br />

Alocco Vittorio<br />

Antonello Augusto<br />

Avanzi Alessandro<br />

Babighian Gregorio<br />

Bacchini Lino e signora<br />

Bacco Angelo e signora<br />

Baggio Francesco<br />

Baggio Paolo<br />

Barbieri Riccardo e signora<br />

Sarchi Giuliano<br />

Barnabò Silvano<br />

Baroni Alberto e signora<br />

Baroni Giorgio<br />

Baroni Mario<br />

Battilana Franco<br />

Bazzan Giovanni<br />

Bazzolo Stefano<br />

Belloni Giuseppe e signora<br />

Benetello Guido<br />

Beneventano Della Corte Bar. e sig.<br />

Bettella Angelo e signora<br />

Biasin Giuseppe e signora<br />

Boatto Agostino e signora<br />

Bombasse! Marino<br />

Boni Anna Grazia e marito<br />

Borghese Giuseppe<br />

Bottazzi Paolo<br />

Bottecchia Giovanni<br />

Boyle Charles, signora e figlio<br />

Bozzetti Giovanni<br />

Braggio Giuseppe<br />

Brandolin Piergiorgio<br />

Brada Eros e signora<br />

Bresquar Valerio e signora<br />

Bucchi Renato e signora<br />

Burba Francesco<br />

Businelli Attilio e signora<br />

Busnardo Benedetto<br />

Cacciavillan Diego<br />

Caldera Eugenio<br />

Camporese Ettore<br />

Cantanna Michele<br />

Cantele Francesco<br />

Caporali Alessandro<br />

Caporusso Vito<br />

Capretti Flaviano e signora<br />

Caron Giuseppe<br />

Caumo Adriano<br />

Cavagnis Paolo e signora<br />

Cavalcaselle Enrico<br />

Cavarzerani Costantino<br />

Centanini Ferdinando<br />

Centanini Francesco<br />

Ceola Luigi M. e signora<br />

Cestarollo Gianstefano e signora<br />

Cestarollo Rossetto Elide<br />

Cestarollo Rossetto Guido<br />

Chiampo Antonio e signora<br />

Cipani Fausto, signora e figlio<br />

Coran Antonio e signora<br />

Cremonesi Lamberto e signora<br />

Cucchini Bruno, signora e figlio<br />

D'Arcais Flores Enrico e signora<br />

Da Col Mario e signora<br />

Dal Molin Italo<br />

Dal Prà Paolo e signora<br />

Dall'Acqua Francesco, sig. e figlio<br />

De Besi Alessio<br />

De Cles Guido<br />

De Finis Luigi<br />

De Sandre Gabriele e fidanzata<br />

De Zuccate Paolo<br />

Della Frattina Alberto e signora<br />

Della Mura Carlo<br />

Desenzani Carlo<br />

Dindo Luigi e fidanzata<br />

Dinelli Giorgio e signora<br />

Donati Giancarlo<br />

Dorigo Luigi<br />

Dotta Galvano e signora<br />

Elio Filippo<br />

Fagnani Alessandro<br />

Falomo Castone<br />

Fanoni Pietro<br />

Fassina Ambrogio e figlio<br />

Fassina Antonio e figlia<br />

Ferlin Franco e signora


VI<br />

Ferlin Giorgio e signora<br />

Ferrari Carlo e signora<br />

Ferrari Carlo<br />

Ferrari Gianfranco<br />

Ferro Angelo<br />

Ferro Ruggero e signora<br />

Filipetto Mario<br />

Fioretti Francesco<br />

Fiori Angelo<br />

Frasson Francesco<br />

Frasson Paolo<br />

Fregnan Cesare e signora<br />

Furioli Gianluigi e signora<br />

Gamba Antonio<br />

Gandolfi Carmelo<br />

Garcea Giovanni<br />

Garofalo Alberto<br />

Gasparl Mariangela<br />

Gasparotti Carlo e figlio<br />

Gerometta Raffaele, sig. e figlio<br />

Giacomazzi Fiorella e marito<br />

Gigante Cosimo<br />

Giron Giampiero e signora<br />

Gobbin Claudio e signora<br />

Gorza Luciano<br />

Gottardo Giuseppe e signora<br />

Gracis Mario e signora<br />

Grazioli Bruno<br />

Grego Franco e signora<br />

Grusovin Gianni e signora<br />

Guarnieri Maurizio e signora<br />

lemmolo Pietro e signora<br />

Lante Antonio e signora<br />

Lanzani Carlo<br />

Lavatelli Giuseppe<br />

Lercara Francesco<br />

Libondi Carlo, signora e figlia<br />

Libondi Lorenzo, signora e figlio<br />

Locatelli Carlo<br />

Longo Maurizio<br />

Loregiola Piero e signora<br />

Lorenzoni Renzo<br />

Lorini Enrico<br />

Lui Guido<br />

Luise Renato e signora<br />

Magnano Di S. Lio P. e signora<br />

Manzotti Luca<br />

Marcucci Franco<br />

Marson Domenico e signora<br />

Marson Ettore<br />

Marson Nicola<br />

Masiero Gianfranco<br />

Mazzuccato Saturno e signora<br />

Meneghetti Giorgio<br />

Merlin Luigi<br />

Mioni Francesco<br />

Molinari Marco<br />

Morassuti Giovanni<br />

Mortillaro Francesco e signora<br />

Moschetti Francesco e signora<br />

Nobile Rodolfo e signora<br />

Olivotto Giulio e signora<br />

Osti Giuseppe<br />

Paolucci Antonio<br />

Pavan Alessandra Lucia<br />

Pavan Carlo<br />

Pavan Gina<br />

Pavan Norma<br />

Pavan Pietro<br />

Pavan Stefano<br />

Pecchini Carlo<br />

Pecchini Filippo<br />

Peracchia Anacleto<br />

Pigaiani Marco<br />

Poggi Carlo<br />

Portalone Leonardo e signora<br />

Pozzi Ugo<br />

Prosdocimi Gianni A.<br />

Protti Gian Pietro<br />

Pucchetti Vittorio e signora<br />

Puchetti Dario<br />

Ramigni Leone e signora<br />

Ravagnan G. Carlo e signora<br />

Rhor Antonio e signora<br />

Riccio Cobucci Massimo<br />

Roatto Ugo<br />

Romanelli Michele, sig. e 3 figli<br />

Romaro Giorgio e signora<br />

Rossetto Antonio<br />

Rossi Antonio<br />

Rossi Giancarlo<br />

Saccomani Pietro<br />

Salandin Giannantonio e signora<br />

Salce Giuseppe e signora<br />

Sambin Luigi<br />

Santacatterina Alberto<br />

Santinello Giovanni<br />

Sattin Paolo e signora<br />

Scardanzan Duilio<br />

Schibuola Luigi e signora<br />

Semenza Edoardo e signora<br />

Sessegolo Aldo e signora<br />

Sivini Giovanni e signora<br />

Solito Michele<br />

Soranzo Giampaolo<br />

Soranzo Maurizio e signora<br />

Sorbara Leonardo<br />

Stampacchia Marcelle<br />

Tornasi Franco<br />

Toniolo Gianfranco<br />

Tonzig Giorgio e signora<br />

Tonzig Giovanni<br />

Tonzig Sergio e signora<br />

Toriato Carlo, signora e 2 figli<br />

Tosi Pietro<br />

Trainini Andrea<br />

Trovò Stefano<br />

Turra Sisto<br />

Ujka Kolec<br />

Valenti Bruno e signora<br />

Vanzo Giorgio<br />

Venturini Giusto<br />

Veronesi Andrea e signora<br />

Veronesi Gaetano e signora<br />

Viel Benito<br />

Vismara Battista<br />

Zampini Antonio<br />

N.B. Come è scontato questo elenco, per<br />

quanto sia stato compilato con la massima<br />

cura e attenzione, risulterà non privo di errori<br />

e soprattutto di omissioni. Per queste<br />

ultime si fa notare che, oltre qualche deficenza<br />

nostra, si deve rilevare che un notevole<br />

numero di residenti in Padova non<br />

hanno lasciato il loro nome perché non<br />

hanno partecipato al banchetto.<br />

SIGNIFICATIVE ADESIONI<br />

Autorità e Padri<br />

M.R.P.Peter Hans Kolvenbach, Generale<br />

della Compagnia di Gesù<br />

P. Giuseppe Pittau, Assistente d'Italia<br />

C.d.G.<br />

P. Paolo Dezza, già Vicario Pontificio<br />

della Compagnia di Gesù<br />

II Sindaco di Padova<br />

II Presidente della Provincia di Padova<br />

II Rettore dell'Università di Padova<br />

Gonfalonieri P. Francesco da Gallarate<br />

Cuffariotti P. Giov. Battista da Trieste<br />

Furedddu P. Antonio da Cagliari<br />

Lanza P. Vittorio da Bergamo<br />

Mariotti P. Enrico da Roma<br />

Mason P. Mario da Milano<br />

Pagello P. Livio da Roma<br />

Pascotto P. Ermanno da Milano<br />

Saggin P. Renzo da Roma<br />

Zanfredini P. Mario da Roma<br />

<strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong><br />

Amodio dr. Piero da Udine<br />

Angrilli prof. Francesco da U.S.A.<br />

Baldo prof. Giorgio dalla Cina<br />

Bisaro prof. Aristide da Udine<br />

Cavalli ing. Ferdinando da Brescia<br />

De Besi dr. Gianfranco da Padova<br />

Fadini dr. Pietro da Brescia<br />

Feruglio prof. Franco Saverio da<br />

Trieste<br />

Fossato dr. Renzo da Roma<br />

Guzzon prof. Vittorio da Milano<br />

Inga prof. Enzo da Castiglione delle<br />

Stiviere<br />

Mariano dr. Giuseppe da Torino<br />

Marini dr. Giampaolo da Milano<br />

Martini avv. Gianfranco da Roma<br />

Molena comm. Francesco da Padova<br />

Novella ing. Giuseppe da Australia<br />

Rizzotti ing. Silvio da Roma<br />

Saraceni ing. Carlo da Roma<br />

Stefani prof. Michele da Milano<br />

Tarameli! prof. Virgilio da Bergamo<br />

Trentini ing. Ezio da Roma<br />

Zanni geom. Mario da Padova<br />

Zucca ing. Cesare da Sardegna<br />

Vogliamo ricordare a parte una dolorosa<br />

«adesione» previa dell'ing. Paride<br />

Gnutti di Brescia che ha personalmente<br />

telefonato dal suo letto di<br />

grave infermo il 27 maggio u.s. per<br />

fermare 4 posti, per sé, moglie e 2 figli,<br />

per il 3 e 4 ottobre. Moriva l'8 giugno e<br />

lo seppellimmo il 10 nella sua Lumezzane.


Estratto da un significativo<br />

discorso di Gianfranco Toniolo<br />

(reduce dolio prigionio in Germonio, nell'ultimo guerro)<br />

C<br />

redo che per un reduce nulla sia<br />

più difficile che dire qualcosa<br />

sulla grande avventura che per<br />

lunghi mesi lo ha attanagliato in una<br />

morsa di eventi incessanti o esprimere<br />

qualche sentimento tra quelli che il ritorno<br />

alla famiglia ed alla società ha suscitato<br />

nella sua anima sconvolta e nel<br />

corpo tormentato.<br />

Per la maggior parte di noi molti<br />

giorni sono passati da quando abbiamo<br />

rivisto il suolo della patria e la nostra<br />

famiglia; ma tutti aspettavamo in intimo<br />

e raccolto desiderio proprio questo<br />

giorno. Il ricordo di tanti anni fa', quando<br />

questa giornata era al centro di tutta<br />

la nostra vita di studenti della Scuola di<br />

Religione e di congregati, ritorna questa<br />

sera particolarmente insistente.<br />

Questo giorno era proprio tutto nostro,<br />

particolarmente nostro, perché ci sentivamo<br />

membri di una grande famiglia<br />

riunita intorno alla Madre, come in un<br />

piccolo e tranquillo lago si raccolgono<br />

tutte le acque che scendono dai monti<br />

vicini. Allora sono nate le nostre amicizie<br />

ed in questo benefico clima si sono<br />

riscaldati e temprati i vincoli della fede<br />

e dell'amore.<br />

Quando siamo partiti abbiamo sentito<br />

il distacco dalla Scuola e dal Pensionato<br />

come un dolore fisico e come ultima<br />

visione della vita che abbandonavamo,<br />

accanto al volto delle persone<br />

amate, il cui affetto si rivelava in accorati<br />

addii, c'era il ricordo di questa casa,<br />

della nostra Congregazione, del nostro<br />

teatro e dei Tre Pini. Nel significare<br />

questo stato d'animo sono certo di interpretare<br />

il pensiero dei compagni, che<br />

ad un certo momento sono partiti chiamati<br />

dall'ineluttabile destino. Sapevamo<br />

di amare: quanto, lo abbiamo saputo<br />

solo allorché siamo usciti per l'ultima<br />

volta da questa casa e la guerra ci<br />

ha portato lontano. Dalle più lontane<br />

zone d'operazione ritornavamo spesso<br />

ai nostri affetti correndo veloci come il<br />

pensiero e quando non si doveva vegliare,<br />

il sonno ci coglieva con la mente rivolta<br />

alla bianca Madonna della nostra<br />

chiesa. Io vi sentivo tutti, amici, ogni sera<br />

con me a parlare dei nostri sogni e<br />

Immacolata 8 - XII -1945<br />

delle nostre speranze. Era il banco di<br />

prova della nostra educazione, l'esame<br />

della nostra fede, l'affermazione del nostro<br />

amore e della nostra carità. Sul<br />

lungo cammino abbiamo avuto infatti<br />

chi è stato colto dalla morte e dilaniato<br />

nelle carni: ma come è stato sereno il loro<br />

dono, senza recriminazioni e senza<br />

limitazioni! Chi porta i segni delle ferite<br />

può rivelare, ove si riesca a superare la<br />

barriera della loro modestia, quanto e<br />

come essi hanno dato in un'offerta che è<br />

dono alla Patria ed al dovere, senza calcolo<br />

di interesse od orgoglio.<br />

Venne poi l'armistizio e, mentre carezzavamo<br />

le armi ancora bagnate del<br />

sangue dei nostri soldati, il pianto ed il<br />

dolore maturavano nelle tragiche giornate<br />

di settembre la nostra situazione<br />

spirituale. Ma noi, che eravamo usciti<br />

da questa scuola, possiamo dirlo con<br />

fierezza, non abbiamo tardato molto a<br />

trovare la via da seguire, che ci era stata<br />

insegnata come la legge di carità del<br />

Cristo. E questa non poteva essere dove<br />

si predicava l'odio, si esaltava la vendetta,<br />

si privavano gli uomini della libertà<br />

e del dono più prezioso, la vita. Fu<br />

per questo che molti di noi entrarono<br />

allora a fronte alta nei campi di concentramento,<br />

vittime di uno dei più gravi<br />

delitti della storia, per questo che molti<br />

altri non esitarono a prendere la via dei<br />

monti nelle formazioni che avevano per<br />

motto la libertà o si arruolarono nelle<br />

nuove formazioni di un'Italia che non<br />

avevamo mai potuto conoscere. E ciò<br />

avvenne senza sbandamenti, senza calcoli,<br />

senza pressioni, solo per l'insegnamento<br />

della coscienza. Perché è questo<br />

che conta: avere un ideale e credo che<br />

ciascuno di noi fece tesoro di ciò che l'anima<br />

gli dettava. La gloria e il rispetto<br />

si accompagnano all'uomo solo quando<br />

questi cammina dietro ad un'idea.<br />

Ma da quel settembre la guerra investì<br />

in pieno tutti gli italiani e perciò tutti<br />

possiamo, sotto questo punto di vista,<br />

ritenerci reduci. Oggi è festa dunque di<br />

tutti, anche di voi mamme che eravate<br />

in pena per i figli, di voi sorelle che raccogliavate<br />

amorosamente il lamento di<br />

chi soffriva, di voi tutti carissimi Padri<br />

che avete guidato ed ospitato i perseguitati,<br />

dividendo con gli altri le ansie<br />

dell'offesa bellica ed il tormento del livore<br />

degli uomini. Perciò noi, che eravamo<br />

diventati dei numeri, non ci sentiamo<br />

di aver sofferto più degli altri, ma<br />

annullati come voi nella massa di chi<br />

soffriva, abbiamo partecipato al dolore<br />

universale nel pianto di famiglie distrutte,<br />

tra i lamenti rassegnati di chi<br />

moriva lontano dalla mamma senza<br />

speranze e senza conforto, a volte nel timore<br />

che noi stessi non saremmo riusciti<br />

a vedere più la fine di questo spaventoso<br />

soffrire. Ma dal solco del dolore rinasce<br />

sempre la speranza e la fede,<br />

come all'ombra della croce è nata la<br />

nuova parola di Gesù.<br />

Passò un primo 8 dicembre vuoto e<br />

squallido fino a che sull'imbrunire di<br />

una giornata fredda e nevosa c'incontrammo<br />

in una baracca fumosa ai piedi<br />

di un altare su cui era una piccola statua<br />

dell'Immacolata. «Tota pulchra es<br />

Maria» e le favole riecheggiavano nel<br />

nostro cuore, risvegliando l'intima<br />

commozione di altri anni, che ci sembravano<br />

tanto lontani. Venne un primo<br />

Natale ed un piccolo Gesù nacque ancora<br />

tra noi negli stenti e nelle privazioni<br />

conforto e ad esempio. Ritornò il tepore<br />

della primavera ed ancora un'altra Immacolata<br />

ed un altro Natale. Intanto le<br />

nostre case erano distrutte, la Patria dilaniata,<br />

i lutti si aggiungevano ai lutti.<br />

Ma ritornava insistente ogni sera la nostra<br />

trepida speranza, libera, e, oltre la<br />

luce bianca dei riflettori delle torrette<br />

di guardia, correva fiduciosa ai piedi di<br />

Maria nella nostra cappella. Cominciava<br />

così la nostra liberazione, perché lo<br />

spirito aveva vinto il peso della prigione<br />

e della carne. Ritornò un'altra primavera<br />

e con essa la liberazione anche<br />

per il corpo. Mai ritorno fu più dolce e<br />

commovente! Per strade innumerevoli<br />

sono ritornati i tuoi figli o Maria ed altri<br />

stanno ancora camminando per giungere<br />

alla meta. Questa sera, uniti qui in un<br />

raccolto ed intimo convegno, gustiamo<br />

veramente la gioia del ritorno e del ritrovarci<br />

l'un l'altro.<br />

VII


Ricordi di Antonio Gorcéo<br />

classe di ferro 1909<br />

R<br />

ev.mo e carissimo Padre Messori,<br />

alla sua prima lettera dell'aprile<br />

scorso non ho risposto:<br />

proprio in quei giorni mi moriva l'amatissimo<br />

fratello Giampaolo. Rispondo<br />

ora alla sua seconda lettera di<br />

luglio, giuntami a Gressoney con un<br />

certo ritardo.<br />

L'80° Anniversario <strong>dell'Antonianum</strong><br />

di Padova raccoglierà attorno a<br />

Lei e ai cari Padri Gesuiti una folta<br />

rappresentanza di quelle nutritissime<br />

legioni di <strong>Alunni</strong> che dal 1906 in poi<br />

frequentarono il Pensionato Universitario,<br />

la Scuola di Religione, il Campo<br />

3 Pini del glorioso Petrarca.<br />

Finiti gli impegni scolastici nelle<br />

Antenoree mura la gran maggioranza<br />

di quegli <strong>Alunni</strong> lasciarono Padova e<br />

il vecchio Antonianum, conservando<br />

però tutti nel cuore il ricordo sorridente<br />

delle ore trascorse ali'Antonianum,<br />

nelle lezioni di Religione, nelle<br />

Preghiere, negli Esercizi Spirituali, al<br />

Teatro, al Cinema, sulle barche del laghetto,<br />

sui campi di calcio, di tennis,<br />

di bocce.<br />

Purtroppo la legge inesorabile del<br />

tempo non si è manifestata solo sull'aspetto<br />

globale del vecchio complesso<br />

immobile <strong>dell'Antonianum</strong>, prosciugando<br />

il pittoresco laghetto, ampliando<br />

alloggi, chiese, saloni e<br />

biblioteca dalla torretta al piano terra;<br />

ma ha anche fatto scomparire intere<br />

generazioni di <strong>Ex</strong>-<strong>Alunni</strong>, incurvando<br />

e raggrinzendo antichi atleti;<br />

in compenso sostituendoli con giovani<br />

freschi di anni e di glorie e soprattutto<br />

di speranze. Ciò premesso, mi<br />

duole moltissimo, Rev. Padre Messori,<br />

di comunicarle che, a causa di<br />

noiose magagne cui sto in questi giorni<br />

cercando rimedi, dovrò rinunciare<br />

a partecipare alla esaltante riunione<br />

anniversaria da Lei promossa. L'assicuro<br />

comunque che di cuore vi partecipo<br />

in spirito, conscio dei tanti benefici<br />

spirituali ricevuti dall'Antonianum,<br />

come traspare dal qui di seguito<br />

mio breve riassunto di miei ricordi<br />

personali.<br />

Vili<br />

Nutro speranza di rivederla presto,<br />

o a Milano o a Padova o a Gressoney.<br />

Mi raccomando alle Sue preghiere<br />

per me e la mia famiglia, e Le invio i<br />

miei più riverenti, riconoscenti e affettuosi<br />

saluti.<br />

Antonio Garcéa<br />

N<br />

el 1914 i miei genitori mi accompagnarono<br />

sulla vecchia tribuna<br />

del campo 3 Pini, posta all'ombra<br />

della Basilica di S. Giustina, per<br />

assistere ad una partita del PETRAR-<br />

CA F.B.C., allora a livello nazionale,<br />

anzi internazionale. Nel 1917 ilP. Golia<br />

mi istruì per la Prima Comunione,<br />

che ricevetti dalle mani di P. Roi, inviato<br />

qualche mese dopo dal Papa in<br />

Russia per aiuti al popolo affamato. Il<br />

1° conflitto era già in pieno corso e la<br />

scuola Roberto Ardigò, dove avevo<br />

frequentato la prima elementare si<br />

era trasformata in Ospedale Militare<br />

per accogliere i feriti del Carso e degli<br />

Altipiani. Così la seconda elementare<br />

la feci alla Edmondo De Amicis, la cui<br />

vicinanza alla Rotonda, col suo acquedotto<br />

colpito da bombe austriache,<br />

consigliò mia mamma a trasferirci<br />

in Liguria, ove, con Anselmo e<br />

Giampaolo, frequentammo una scuola<br />

di Suore francesi, cacciate dalla<br />

«mauvaise France», e però orgogliosissime<br />

patriote, tanto da farci imparare<br />

a memoria «Alons enfants de la<br />

patrie...» e da appenderci al petto un<br />

distintivo rotondo blu, bianco e rosso:<br />

con il rosso centrale a forma di Sacro<br />

Cuore trafitto da spine...<br />

Finita la guerra, nell'estate 1919, il<br />

nostro papa, che nella trincea del Carso<br />

aveva conosciuto giovani ufficiali<br />

<strong>Ex</strong>-<strong>Alunni</strong>-Antonianum, apprezzandone<br />

la rettitudine morale, il generoso<br />

slancio nell'affrontare il pericolo,<br />

distinguendosi per valore ed eroismo,<br />

decise di accompagnarci personalmente<br />

ad iscriverci all'Antonianum.<br />

Eravamo ancora tutti e tre alle ele-<br />

mentari, ma P. Magni disse a mio padre<br />

che, dati i tempi eccezionali, era<br />

contento di infrangere la severa rego-<br />

•la che allora escludeva chi non fosse<br />

almeno alle medie. E, siccome sul<br />

campo 3 Pini era rimasto ancorato un<br />

Dragoon-Balloon, grosso aerostato da<br />

osservazione, vi salii con i miei genitori<br />

fino oltre 300 m da terra: le cupolone<br />

di S. Giustina e del Santo erano<br />

sotto di noi, mentre sul campo 3 Pini<br />

si svolgeva una partita, i cui giocatori<br />

con le loro ombre, visti da lassù, sembravano<br />

strani tetrapodi. Così i buoni<br />

temi educativi piantati nel mio animo<br />

dai genitori furono da allora sviluppati<br />

fino a completa maturazione<br />

dai Rev. Padri Gesuiti: in particolare<br />

ricordo P. Frosio (zio del P. Frosio poi<br />

Direttore Scuola religione), che soffriva<br />

atroci dolori renali, che lo costringevano<br />

sempre a letto e che riceveva<br />

per le confessioni nella sua camera,<br />

alla cui porta attendevo con Leonardo<br />

Montesi, Edoardo Arnaldi, Giorgio<br />

Dominici, Vittorio Marcozzi, Guido<br />

Cerutti, Bernardo Zancan, Bepi Zambon...<br />

tutti amici, che poi nella vita<br />

dimostrarono di avere fatto tesoro di<br />

quelle conversazioni privatissime<br />

guidate sapientemente dal sant'uomo<br />

sofferente. Altro che psicanalisti quei<br />

confessori erano dei Santi: P. Rosi, P.<br />

Magni, P. Casella e tanti altri. Mio<br />

fratello Vanni (classe 1920) arrivò all'Antonianum<br />

quando noi 3 eravamo<br />

ormai liceali, e con lui una balda<br />

schiera che, scansato il primo conflitto<br />

mondiale, si preparava al secondo.<br />

E dai mitici Gallo, Romaro, Malipiero,<br />

Lorini, Monet... la palla, anzi il<br />

pallone passò ai Mazzoncini, Abbondanza,<br />

Rodighiero, Salmaso, Filippetto.<br />

Nel 1932 (1° decennale era fascista)<br />

la mia laurea. Poi il militare<br />

(in tutto 46 mesi), Vanni a Venezia.<br />

Poi Milano: soprattutto P. Casella<br />

tenne viva la fiaccola nell'esilio milanese<br />

degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>.


II presidente Giorgio De Benedetti<br />

apre la cerimonia, del 75° dell'LI.S.P.<br />

U.S. PETRARCA<br />

UNA SFIDA ALL'ITALIA<br />

P<br />

orgo il mio più cordiale e caloroso<br />

saluto a tutti gli intervenuti<br />

ed in particolare alle<br />

molte Autorità, civili e militari e<br />

sportive che hanno accolto il nostro<br />

invito.<br />

Una presenza così numerosa e<br />

qualificata onora altamente la nostra<br />

festa. Anche il Ministro del Turismo<br />

Spettacolo e Sport, on. dott.<br />

Franco Carraro aveva assicurato la<br />

sua ambita presenza di padovano e<br />

sportivo, che purtroppo è venuta a<br />

mancare per sopraggiunti impegni<br />

del suo alto incarico. Ne è molto dispiaciuto<br />

e si scusa. Altrettanto è<br />

avvenuto per gli invitati assenti.<br />

Il 75° anniversario della fondazione<br />

dell'U.S. Petrarca viene festeggiato<br />

quest'anno con una serie di<br />

importanti manifestazioni sportive<br />

che i colleghi qui vicini a me, Presidenti<br />

delle diverse Associazioni che<br />

la compongono, hanno organizzato<br />

con grande successo.<br />

Nell'occasione è stato indetto e si<br />

è svolto con buona partecipazione<br />

anche un apprezzato concorso<br />

«Giovani e Sport» tra le scuole dell'obbligo.<br />

Ma questa di oggi è la festa conclusiva<br />

e più grande per l'U.S. Petrarca,<br />

che per scelta unanime del<br />

suo Consiglio ha concentrato il<br />

massimo sforzo sul libro che viene<br />

presentato ora, perché resti la testimonianza<br />

di questo importante<br />

traguardo nella vita della Società.<br />

Il successo o meno sarà naturalmente<br />

decretato dai lettori, ma per<br />

questa realizzazione desidero uffi-<br />

cialmente e personalmente ringraziare<br />

prima quel grande scrittore e<br />

giornalista sportivo che è Gianni<br />

Brera per il coraggio con cui ha accettato<br />

e per il grosso sforzo che ha<br />

compiuto nella certo non facile impresa;<br />

poi il Gazzettino nelle persone<br />

del Presidente Luigino Rossi e<br />

del Direttore Giorgio Lago per aver<br />

curato con tanta passione e disponibilità<br />

la pubblicazione ed infine il<br />

Banco di S. Spirito per l'importante<br />

supporto gentilmente fornitoci in<br />

occasione dell'apertura della sua<br />

Filiale in Padova.<br />

Cedo ora la parola al nostro caro<br />

Padre Messori Roncaglia per l'introduzione<br />

alla presentazione del<br />

libro: «U.S. PETRARCA PADOVA<br />

UNA SFIDA ALL'ITALIA».<br />

15


Leggendo il «Petrorco»<br />

raccontato da Gianni Drera<br />

Si può dare per scontato che i lettori del<br />

recentissimo libro di Gianni Brera:<br />

l'«U.S. Petrarca Padova: una sfida all'Italia»<br />

si divideranno in due schiere: i contenti<br />

e i malcontenti del libro stesso.<br />

Non saranno pochi i malcontenti (Brera<br />

ha coniato un nuovo termine per classificarli<br />

vivacemente: «Fedatori»). Tali lettori si sarebbero<br />

aspettati dalla penna dell'Autore la<br />

stesura di una vera e propria cronaca storica,<br />

fedele, particolareggiata, ricca di dettagli<br />

e di cifre. Ci sarebbe voluta una serie di vari<br />

capitoli che press'a poco trattassero in dettaglio:<br />

gli inizi del Petrarca; l'anno preciso della<br />

sua nascita; come venne alla luce; esatti<br />

elenchi delle varie generazioni dei giocatori;<br />

accurata serie di partite giocate nelle varie<br />

categorie; vittorie, sconfitte; invasioni di<br />

campo; mercato di giocatori con particolare<br />

evidenza dei passaggi dal Petrarca al Padova<br />

Autore e presentatore in perfetta sintonia<br />

e viceversa; premi, finanziatori; solenni<br />

elenchi di Presidenti e Consiglieri; ecc., ecc.;<br />

tutto in bell'ordine senza trascurare molteplici<br />

statistiche. E finalmente un conclusivo<br />

capitoletto untuoso: «Lo sport e la formazione<br />

religiosa dei giovani alla scuola dei Gesuiti!».<br />

Niente di tutto questo nel libro di Brera.<br />

Conclusione dei pedatori: è una storia mancata.<br />

Ma Gianni Brera non è un cronista! È un<br />

pensatore, è uno scrittore, è un artista, è un<br />

filosofo. A questo punto pare molto pertinente<br />

una citazione dal «De Oratore» di Cicerone<br />

(Brera ama le citazioni classiche): «Nec latius<br />

atque copiosius de magnis verisque re-<br />

16<br />

bus sine philosophia potest quisquam dicere»<br />

(«Nessuno potrà mai apertamente e abbondantemente<br />

trattare vari e notevoli<br />

argomenti senza filosofia»).<br />

Ed ecco irrompere questa filosofia sin dalla<br />

«Presentazione» del libro di Brera. Quale<br />

filosofia? È il fenomeno pedagogico-sportivo<br />

dell'U.S. Petrarca, è questo spirito petrarchino<br />

che è vera e propria sfida a una certa Italia.<br />

Ma Gianni Brera non è puro pedagostica,<br />

puro filosofo: è scrittore-romanziere; e il suo<br />

libro dell'Unione Sportiva Petrarca è una<br />

storia romanzata o se volete, un romanzo<br />

storico. Cos'è questo genere letterario? È arte<br />

di sapere assimilare in profondità tempi;<br />

psicologie; atmosfere; vicende; passioni;<br />

convincimenti ed esprimerli in chiave squisitamente<br />

umana. Da vero artista Gianni<br />

Brera descrive l'ambiente del quale ha ideato<br />

un suo etimo: Patavium sta per «patens<br />

avium»; «slargo degli uccelli». Questa antica<br />

palude subito si anima con figure storiche di<br />

varia estrazione, con vicende dei tempi che<br />

s'incalzano, sino al primo Novecento; quando,<br />

come d'incanto, sorge la mole grandiosa<br />

per quei tempi, <strong>dell'Antonianum</strong>. E poi contigua<br />

ad esso nasce la Scuola di Religione,<br />

che non è un oratorio: commenta subito lo<br />

scrittore da buon lombardo...<br />

Creata l'atmosfera il romanziere non crea<br />

ma racconta gli uomini attorno ai quali sorgono<br />

e si muovono le vicende, le passioni, i<br />

tempi. Ognuno è un medaglione ma non a sé<br />

stante; è quel certo personaggio, singolo o<br />

collettivo, che fa da sostegno alla storia. Ecco<br />

l'anonimo veronese che porta il foot bali a<br />

Padova e che da vita ai «pedatori petrarcheschi»<br />

con le loro alterne vicende di vittorie e<br />

di sconfitte. E dopo quella del veronese, le altre<br />

figure, gli altri medaglioni. Il suo Papanero,<br />

il professor Angelo Ferro; non si capisce<br />

bene perché gli sia apparso sotto questo<br />

aspetto, comunque gli fa venire in mente le<br />

tipiche figure tracciate dal nervoso pennello<br />

del celebre pittore El Grego.<br />

Poi tutta una galleria, ma non statica,<br />

bensì ricca di vita palpitante attorno a ognuna<br />

delle figure rievocate: l'Ingegnere De Benedetti,<br />

Super Presidente; l'odioso e simpaticone<br />

Memo Geremia; Aurelio Santinello;<br />

Lando Cosi; il piccolo grande allenatore Munari;<br />

Bepi Longato; il Padre Casella; il Padre<br />

Pretto; il Padre Merlin; il mite fratel Fiocchi.<br />

Ognuno è un'atmosfera è un cumulo di vicende<br />

e di passioni. Tra tutti una figura emblematica:<br />

Duilio Zanovello. Di ognuno di<br />

loro c'è un convincimento: formare l'uomo<br />

alla vita dello spirito, attraverso la sanità<br />

dello sport.<br />

Romanziere, Gianni Brera è anche squisito<br />

scrittore e s'impossessa di noi lettori con<br />

quel suo tipico modo di raccontare che è come<br />

se ti guardasse in faccia con un sorriso di<br />

amore e, insieme, di velata tristezza, senza<br />

mai minimamente sfiorare l'enfasi.<br />

Nel «commiato» posto al termine del suo<br />

volume Gianni Brera scrìve: «A me uomo di<br />

sport ha soprattutto esaltato la realtà pedagogico-morale<br />

del Petrarca e la dedizione di<br />

tutti».<br />

Sarebbe certamente errato se si ritenesse<br />

che il libro di G. Brera sia un «romanzo a tesi».<br />

Lo scrittore non si è mosso sotto l'incubo<br />

di una tesi da dimostrare: «Lo sport forma il<br />

giovane alla religiosità e i Gesuiti sono di<br />

questa i validi realizzatori tramite l'U.S. Petrarca».<br />

No! Egli ha dichiarato umilmente,<br />

in apertura del suo libro, di sentirsi in colpa<br />

per aver ignorato troppo a lungo la caratteristica<br />

dell'U.S. Petrarca.<br />

E soltanto cominciando a guardarla da vicino<br />

è venuto via, via scoprendo questa dimensione,<br />

com'egli scrive, di quantità e di<br />

qualità.<br />

È stata una scoperta! Ed egli ne ha fatto<br />

un bellissimo romanzo storico. E ha raccontato<br />

che lo sport - nelle sue varie manifestazioni<br />

- è strumento di alta educazione; che<br />

dietro la guida dei Gesuiti è strumento di formazione<br />

alla spiritualità. Ha raccontato che<br />

ci può essere una molteplice attività sportiva<br />

«pulita», senza rischi di investigazioni giudiziarie;<br />

che c'è chi da soldi, e molti, unicamente<br />

per la gioia di dare ad altri - ai giovani<br />

- gioia e sanità morale e fisica.<br />

Grazie, di tutto questo, caro Gianni Brera!<br />

Padri e Fratelli Gesuiti in questi 75 anni del:<br />

l'U.S. Petrarca non hanno aspirato che a rea-,<br />

lizzare tutto questo per la maggior gloria di<br />

Dio! P. Messori<br />

Alcune alte Autorità nell'affollata sala


Il presidente dell'Associazione <strong>Ex</strong> <strong>dell'Antonianum</strong><br />

prof. ing. Massimo Rea.<br />

A<br />

utorità, reverendi Padri, Amici,<br />

come tutti gli anni, in occasione<br />

della Riunione Annuale, spetta<br />

al Presidente proporre la relazione sull'attività<br />

dell'Associazione.<br />

Già nel fare mente locale a quanto<br />

avrei dovuto ricordare ero conscio che<br />

non si sarebbe trattato di uno dei soliti<br />

appuntamenti annuali pure tanto cari,<br />

ma di qualcosa di eccezionale e che l'emozione<br />

avrebbe potuto causarmi qualche<br />

imbarazzo.<br />

Il fatto è che ho almeno due motivi<br />

per sentirmi legato all'Antonianum e<br />

quindi per sentirmi emozionato nel celebrare<br />

questa sua ricorrenza.<br />

Il Collegio è stato infatti per me un<br />

ambiente particolarmente favorevole a<br />

stabilire relazioni umane capaci di conservarsi<br />

intatte negli anni, così simili<br />

all'affetto ma diverse da questo per il<br />

fatto che non abbisognano di essere<br />

continuamente sostenute dalla viva<br />

presenza. Sono queste relazioni che oggi<br />

rivivono incontrando amici rimasti<br />

carissimi anche dopo una separazione<br />

di un quarto di secolo importante come<br />

quello che ha visto il formarsi della famiglia,<br />

il crescere dei figli, il procedere<br />

della carriera tra difficoltà e soddisfazioni.<br />

Un ambiente, quello del Collegio, favorevole<br />

anche a quel momento giovanile<br />

incline alla meditazione che nasce<br />

dalla disponibilità di tempo e di animo;<br />

due disponibilità che si finisce per perdere<br />

negli anni successivi e che io spero<br />

di riacciuffare prima che la vita attiva<br />

mi avveleni al punto da non desiderarle<br />

più.<br />

Il secondo motivo che mi lega all'Antonianum<br />

è l'Associazione <strong>Ex</strong>-alunni.<br />

Il discorso di chiusura<br />

degli onniversari<br />

Per coloro che, alunni del Collegio Universitario,<br />

sono tornati alle loro dimore<br />

o sono emigrati verso altre sedi, l'Associazione<br />

è quella della rivista, delle<br />

Riunioni Annuali, dei Congressi Europei.<br />

Ma per quelli che risiedono a Padova,<br />

l'Associazione è soprattutto quella<br />

degli amici che si ritrovano alla Messa<br />

della domenica o del primo venerdì del<br />

mese, alle conferenze del Ciclo di Cultura,<br />

ai pellegrinaggi mariani. Per coloro<br />

che, come me sono ovunque un po' stranieri,<br />

senza radici, senza quei legami<br />

con la tradizione che vengono tramandati<br />

inconsciamente da genitori a figli,<br />

l'Associazione rappresenta un po' una<br />

seconda famiglia.<br />

A questi motivi del tutto personali<br />

aggiungete infine un po' di orgoglio per<br />

essere in questo momento nella posizione<br />

di presidente. Fin dalla sua fondazione,<br />

nel 1944, la nostra Associazione ha<br />

un peso non trascurabile nella vita della<br />

nostra città e ritrovarmi nella posizione<br />

che fu di Aldo Romaro e dell'indimenticato<br />

mio predecessore Giorgio<br />

Benettin, mi rende non poco orgoglioso<br />

ed imbarazzato.<br />

A questi motivi del tutto personali<br />

aggiungete l'orgoglio ed imbarazzo di<br />

ritrovarmi alla presidenza di una Istituzione<br />

che, fin dal suo primo apparire<br />

nel 1944 con l'allora presidente Aldo<br />

Romaro e fino al mio predecessore<br />

Giorgio Benettin ha sempre contato<br />

molto nella vita culturale e spirituale di<br />

questa città. Ciò è apparso ancora più<br />

chiaro e testimoniato in questo ultimo<br />

anno in cui la preparazione di questa ricorrenza<br />

ha portato a togliere un po' di<br />

polvere a vecchi documenti e vecchie<br />

memorie.<br />

Venendo all'attività di questo ultimo<br />

anno, tutto permeato dallo spirito di<br />

questo anniversario, dobbiamo ricordare<br />

innanzitutto il corso di cultura che,<br />

ispirato proprio alla funzione istituzionale<br />

della Compagnia di Gesù, l'educazione<br />

dei giovani, ha trattato temi di<br />

grande attualità ed interesse con oratori<br />

assolutamente eccezionali e con un'eco<br />

che è andata ben oltre i confini cittadini.<br />

Mi è noto di persone che occupano<br />

posizioni importanti venute da altre<br />

città per seguire queste conferenze e di<br />

altre, non meno influenti, che non sono<br />

riuscite a trovare posto in teatro. Soprattutto<br />

i giovani hanno riempito la<br />

sala ed hanno animato la discussione.<br />

Questo è stato anche l'anno del ritorno<br />

alla devozione al Sacro Cuore. Sollecitata<br />

dallo stesso Santo Padre, l'Associazione<br />

ha risposto con senso di attaccamento<br />

filiale al magistero della<br />

Chiesa. Anche l'apertura dell'Anno Mariano<br />

ha trovato l'Associazione pronta<br />

ad unirsi al Santo Padre in un avvenimento<br />

che ha fatto uso delle tecniche<br />

più moderne di collegamento in<br />

mondovisione.<br />

È da ricordare anche un momento<br />

commovente: il convenire qui all'Antonianum<br />

di un gruppo di ungheresi, profughi<br />

nel lontano 1956, che hanno voluto,<br />

dopo 30 anni, ritrovarsi, proveniendo<br />

da ogni parte d'Europa, nel luogo<br />

stesso dove profughi hanno trovato calda<br />

e generosa accoglienza.<br />

E stato infine l'anno di queste celebrazioni,<br />

iniziate con la visita del reverendo<br />

Padre Generale alla fine di giugno.<br />

La preparazione ha impegnato non<br />

poco l'Associazione che ha seguito con<br />

passione le estenuanti ricerche che hanno<br />

prodotto un «database» contenente i<br />

nomi di tutti gli studenti del Collegio<br />

andando a ricercare, fin dove era possibile,<br />

il loro attuale recapito. Ne sono<br />

stati annoverati oltre 4000!<br />

Come sempre il merito di quanto fatto<br />

dall'Associazione va in larghissima<br />

parte al «Grande Vecchio» che non è il<br />

fantomatico personaggio che dirige dietro<br />

le quinte ma colui che si impegna a<br />

risolvere dettaglio dopo dettaglio; è la<br />

nostra amata guida spirituale: padre<br />

Messori al quale va il vostro applauso a<br />

rappresentare un caldo ed affettuoso<br />

abbraccio.<br />

L'adesione a questo incontro è stata,<br />

come speravamo col cuore ma non immaginavamo<br />

con la ragione, tale da<br />

riempirci di gioia; perché la gioia non<br />

diventi noia, con l'autorità che mi deriva<br />

dalla carica che ricopro, invito tutti<br />

a procedere senza indugio a prendere<br />

posto a tavola per quello che il padre<br />

Messori ha paragonato al regno dei cicli:<br />

il banchetto dell'ottantesimo!<br />

17


Dai 75 anni di storia dell'U.S.P.<br />

contributi del giornale «11 Gazzettino<br />

II Petrarca, una sfida all'Italia.<br />

Una sfida largamente vinta, paradossalmente<br />

anche nelle<br />

sconfitte, perché al «Tre Pini» il<br />

successo non si misura con i gol,<br />

con le mete, o con le stoccate. Qui si<br />

giocano partite ben più importanti,<br />

comunque durature, che non conoscono<br />

il logorio del tempo.<br />

Gli atleti di ieri sono, in moltissimi<br />

casi, i dirigenti di ieri, in perfetta<br />

comunione di intenti, uniti da un<br />

unico linguaggio, da un unico spirito,<br />

nutrimento quotidiano dei ragazzi,<br />

piccoli e grandi. Il Petrarca fa<br />

sport. L'esercizio fisico è costantemente<br />

accompagnato da un arricchimento<br />

morale, che vuoi dire rispetto<br />

delle regole del gioco, in<br />

campo e fuori.<br />

Giorni fa, commentando una<br />

sconfitta petrarchina, Memo Geremia<br />

sottolineava che «in campo ci<br />

sono anche gli altri» e che questi<br />

Petrarca-Rugby. Annil 947/48/49: dalla serie B alla serie A<br />

sotto la guida del bravo Massoli.<br />

18<br />

hanno lo stesso diritto-dovere di<br />

vincere.<br />

La sfida all'Italia è nel modo di<br />

concepire lo sport, lontano dagli<br />

schemi ormai tradizionali, generalizzati<br />

in tutte le contrade. Ed ecco<br />

gli impianti della Guizza, una<br />

scommessa partita dal «Tre Pini» al<br />

servizio dei giovani che reclamano<br />

a voce alta gli spazi vitali per praticare<br />

l'attività agonistica. Questa, è<br />

anche una sfida alla Padova politica,<br />

che fin qui ha perduto più di<br />

un'autobus, che è rimasta sorda e<br />

cieca alle continue sollecitazioni<br />

che vengono dalla città.<br />

Il Petrarca non è di un altro mondo.<br />

Non ha posto barriere di alcun<br />

genere, lasciando le porte aperte a<br />

tutti gli uomini di buona volontà, a<br />

tutti i ragazzi che abbiano la forza<br />

di riconoscersi in questa cultura. I<br />

Gesuiti, per scelta, non intendono<br />

rivendicare nessun diritto, perché<br />

la loro opera, sempre discreta, è tesa<br />

alla valorizzazione degli uomini.<br />

Nelle sfide c'è un vincitore e uno<br />

sconfitto, è inevitabile. All'Antonianum<br />

nessuno si sente trionfante, la<br />

sfida continua.<br />

Fantino Cocco<br />

...E fu subito 6-0<br />

ol Poetavo<br />

E ra<br />

calcio, non vivisezionato da<br />

tattiche, o ragione di vita, ma<br />

sempre calcio; e il primo Petrarca<br />

- Padova finì con un punteggio<br />

tennistico: 6-0 per i bianconeri. La<br />

data, il 13 aprile 1913. Il Petrarca,<br />

agli inizi, è stato sempre la «bestia<br />

nera», o meglio «bianconera» dei<br />

biancoscudati, che raccolserso all'ombra<br />

del Tre Pini altre pesanti<br />

sconfitte.<br />

La forza casalinga del Petrarca era<br />

tale che anche i campioni, come lo<br />

svizzero del Padova Payer (6 dicembre<br />

1914 Petrarca - Padova 3-2) si<br />

sentirono così soggiogati dal « tempio<br />

sacro» del football di allora, che uscirono<br />

dal campo anzitempo, in segno<br />

di riconosciuta umiltà. Insomma, il<br />

tilt completo.<br />

Il Petrarca è anche pallacanestro.<br />

Pur spesso sponsorizzato, è stato sempre<br />

chiamato all'indigena «Petrarca».<br />

Il periodo migliore, una ventina<br />

d'anni fa, quando nella «terribile bolgia»<br />

del palazzetto, gli squadroni che<br />

si chiamavano Ignis e soprattutto<br />

Simmenthal, tremavano. Storico il<br />

66-60, che decretava il trionfo dei<br />

bianconeri sui campioni di Milano,<br />

con Doug Moe, autore da solo di 42<br />

punti.<br />

La pallavolo sta vivendo invece ora<br />

i momenti migliori; gli slavi Jankovic<br />

e Travica hanno imparato a parlare<br />

petrarchino, secondo lo stile locale.<br />

Per il campionato che sta per comin-


ciare, si attendono le conferme del<br />

quinto posto dell'anno scorso.<br />

Petrarca è scherma, antica tradizione<br />

che trova a Padova conferme<br />

puntuali. Allo stile Petrarca, si aggiunge<br />

anche un tocco di classe e nobiltà<br />

di uno sport «in punta di piedi».<br />

Il rugby fa la parte del Icone, con undici<br />

titoli, di cui quattro consecutivi,<br />

gli ultimi.<br />

Lo spirito è quello di sempre, il<br />

«terzo tempo» testimonia cosa significhi<br />

sport per i baldi giovanotti. Morbide<br />

rudezze venete nel gioco, saggezza<br />

dei non-divi fuori dal campo.<br />

Memo Geremia ne è il portatore di<br />

sentimenti e sensazioni. La società<br />

Petrarca: un modello che non richiede<br />

(ed è una realtà) punti di riferimento<br />

all'estero. Il top è a Padova all'ombra<br />

del Tre Pini. Con tutto il rispetto<br />

per Oxford, Cambridge,<br />

Harward e affini eccellenti.<br />

Paolo Dona<br />

(/«antipatico»<br />

che vince sempre<br />

In occasione del 75° anniversario<br />

dell'unione sportiva Petrarca e<br />

dell'80° <strong>dell'Antonianum</strong>, la società<br />

bianconera e i padri Gesuiti<br />

hanno organizzato due giorni di festa<br />

che hanno avuto il loro momentoclou<br />

nella presentazione dei libri di<br />

Gianni Brera sul Petrarca e di Padre<br />

Alessandro Scurani sull'Antonianum.<br />

Il 3 ottobre è stato riservato ai festeggiamenti<br />

del Petrarca. L'appuntamento<br />

è alle 16,30 nella Cappella<br />

del centro giovanile, per una messa<br />

presieduta da padre Pretto. Quindi<br />

alle 17,30 tutti in teatro dove Gianni<br />

Brera, dopo un'introduzione del padre<br />

Messori sull'impostazione rituale<br />

del libro dello scrittore, presenta il<br />

suo libro «U.S. Petrarca Padova: una<br />

sfida all'Italia». Il popolare giornalista<br />

si sottopone poi ad un simpatico<br />

«faccia a faccia» con il direttore del<br />

nostro giornale Giorgio Lago. Sono<br />

intervenute numerose autorità militari<br />

e civili tra cui il presidente della<br />

regione Veneto Carlo Bernini e il presidente<br />

della Lega pallavolo onorevole<br />

Fracanzani. Non c'è stato invece il<br />

ministro allo sport e allo spettacolo<br />

Franco Carraro bloccato a Roma da<br />

precedenti impegni.<br />

Alle 21, sempre in teatro, esibizione<br />

del prestigioso coro «Tre Pini»; durante<br />

la serata sono stati proiettati<br />

degli spezzoni di filmato sulla vita del<br />

centro giovanile.<br />

Anche il rugby bianconero festeggia<br />

nella circostanza un suo anniversario:<br />

entra negli «anta», quarant'anni<br />

di rugby prima brillante, ma quasi<br />

sempre soggetto agli umori e alle esigenze<br />

diciamo così mondane dei suoi<br />

giocatori (si vuole che il rendimento<br />

del Petrarca rugby calasse vistosamente<br />

intorno alle festività, quando<br />

più che dalle porte «ad acca» i giocatori<br />

di allora erano attratti dai campi<br />

di neve); prima brillante, si diceva,<br />

poi sull'esempio di un Padova che come<br />

è noto badava a non prenderle prima<br />

che a darle, meno snobistico ma<br />

enormemente più produttivo.<br />

Forse sarebbe giusto dire che la<br />

gente del rugby si divertiva di più un<br />

tempo, se invece non fosse vero, come<br />

è vero, che il tifoso (di calcio, di rugby,<br />

di tutto quel che volete) si diverte<br />

soltanto se vede vincere. E bisogna dire<br />

che il tifoso bianconero nell'era<br />

inaugurata da Memo Geremia (come<br />

Memo<br />

Geremia<br />

allenatore prima, come dirigente poi)<br />

s'è divertito moltissimo, com'è largamente<br />

noto.<br />

Il Petrarca rugby è diventato — strada<br />

faticosamente facendo — la squadra<br />

più antipatica d'Italia. Ma antipatica<br />

perché vince sempre. E non è<br />

ancora detto che perda quest'anno,<br />

nonostante quei play-off che sarebbero<br />

stati studiati, dicono i più, proprio<br />

per battere il Petrarca.<br />

Qui, comunque, si è creata una<br />

scuola, forse non tanto di rugby,<br />

quanto di stile: c'è uno stile Petrarca,<br />

tanto inconfondibile quanto inutilmente<br />

scimmiottato. Se Memo Geremia,<br />

che è chiaramente il bianconero<br />

numero uno, si fosse proposto o si<br />

proponesse adesso, come guida del<br />

Rugby italiano, non avrebbe avuto<br />

bisogno né avrebbe bisogno adesso di<br />

campagne elettorali di sorta.<br />

Sarebbe un... plebiscito. Senza alludere,<br />

beninteso, al nome, sia pure<br />

provvisorio del campo da rugby, sul<br />

quale giocano i bianconeri campioni<br />

d'Italia. 140 anni del rugby petrarchino<br />

verranno ricordati dai «petrarchi»<br />

con una giornata un po' particolare,<br />

che prevede un dibattito anche sul<br />

momento del rugby nazionale.<br />

Erasto Borsatto<br />

19


GENERAZIONI DI ALLIEVI<br />

UN O DI OTTOBRE<br />

Tanti anni fa un bambinello, che<br />

ancora non andava a scuola, si<br />

ammalò ed i genitori, trasferiti<br />

da poco tempo nella nuova città, non<br />

conoscevano alcuno e non sapevano cosa<br />

fare. Fu allora che l'anziana signora,<br />

proprietaria dell'alloggio in cui abitavano,<br />

li indirizzò all'«ospedalino dei<br />

bambini», che non era molto lontano, a<br />

cercare di un certo dottor Angelo Rovetta,<br />

che lei non conosceva, perché ormai<br />

i suoi «bimbi» erano grandi, ma ne aveva<br />

sentito parlare tanto bene da chi i<br />

suoi bimbi li aveva ancora piccoli.<br />

Quel bambinello ero io. Fu così che<br />

nel lontano 1929 a Brescia cominciò<br />

una lunga amicizia che solo la morte<br />

doveva interrompere, lasciando spazio<br />

ad un sentimento ancor più profondo.<br />

Ricordo quel signore, mingherlino,<br />

fine, sempre vestito di scuro, con voce<br />

sussurrata ed occhi azzurri infinitamente<br />

buoni, che, benché facesse le prime<br />

iniezioni della mia vita, non mi metteva<br />

paura ed, auscultandomi attraverso<br />

il fazzoletto, mi faceva solletico con<br />

Chiesa di San Paolo a Brescia. Progetto e direzione dei lavori<br />

dell'autore di questa rievocazione.<br />

20<br />

la sua barba ben curata. Si era in dicembre,<br />

proprio quanto Santa Lucia<br />

porta i doni ai bambini. E quella volta<br />

passò dall'«ospedalino» lasciando per<br />

me un grosso orsacchiotto «perché non<br />

sapeva ancora dove abitavo», così almeno<br />

disse il dottor Barba (come già lo<br />

chiamavo), portandomi il dono durante<br />

la quotidiana visita. Seppi qualche anno<br />

dopo che a tutti i piccoli malati ricoverati<br />

all'ospedale dei bambini il dottore<br />

Rovetta per Santa Lucia regalava un<br />

giocattolo. Fu mio padrino alla Cresima<br />

e da allora l'ho sempre avuto vicino nelle<br />

evenienze sia liete che tristi. Era uomo<br />

di buona famiglia benestante, di<br />

cultura eccezionale e di altrettanto eccezionali<br />

bontà ed ingenuità, l'ingenuità<br />

di chi nella sua purezza d'animo non<br />

conosce e non immagina storture ed<br />

ipocrisie.<br />

Lo ricordo particolarmente in questo<br />

1987 in cui il 3 ottobre si celebra l'80°<br />

anniversario <strong>dell'Antonianum</strong>, perché<br />

proprio il 3 ottobre del 1982 egli mancò.<br />

Era nato nel 1889 e ricordava con piace-<br />

re di essere stato uno dei primi alunni<br />

dell ' Antonianum.<br />

Alla notizia che avrei frequentato l'Università<br />

di Padova appoggiandomi al<br />

pensionato, mostrò contentezza «perché<br />

un ragazzo quando è fuori casa è bene<br />

che qualcuno lo guardi amorevolmente».<br />

Quando l'«ospedalino» era diventato<br />

un grande ospedale e purtroppo<br />

non c'era più spazio per medici che facevano<br />

regali ai bimbi malati, si era ritirato<br />

in una casa di campagna alla periferia<br />

di Brescia. Benché in essa regnasse<br />

un caratteristico disordine (non<br />

pensò mai di sposarsi), gli era riuscito<br />

di ritrovare e mostrarmi il vecchio<br />

stampato dell'inaugurazione <strong>dell'Antonianum</strong>.<br />

In copertina ne figurava la facciata<br />

in tutta la sua maestosità.<br />

Ogni tanto mi chiedeva se c'era ancora<br />

la barca nel laghetto, se la campana<br />

di Sant'Antonio suonava a mezzanotte<br />

e come stava Padre Casella, di cui era<br />

grande ammiratore. Si sentiva nelle parole<br />

l'attualità di una gradita esperienza<br />

vissuta con costruttiva serenità. Conduceva<br />

vita modesta ed appartata, dedita<br />

allo studio ed alla riflessione in un<br />

mondo ideale tutto suo. Possedeva fede<br />

e cultura cattoliche radicate nel più<br />

profondo dell'anima. Era commovente<br />

vederlo seguire la S. Messa col messale,<br />

inginocchiato in profonda meditazione,<br />

completamente assorto in intimo superiore<br />

colloquio.<br />

Il suo comportamento era di quelli<br />

che forse oggi non si concepiscono ormai<br />

più.<br />

Quando, poco dopo essersi spento come<br />

una candelina, vidi, passando innanzi<br />

all'antica dimora, innalzarsi dal<br />

giardino una colonna di fumo, mi si<br />

strinse ancor più il cuore. Chi era subentrato<br />

eliminava tutte quelle cose<br />

che egli aveva conservato amorevolmente:<br />

forse in quel momento stava<br />

bruciando anche la vecchia pubblicazione<br />

<strong>dell'Antonianum</strong>. Se chi non è più<br />

su questa terra avesse ancora passioni<br />

umane, quanto soffrirebbe a vedere certi<br />

atteggiamenti di chi resta! Ma tu,<br />

buono ed ingenuo dottor Rovetta, non<br />

avresti guardato alla tristezza di un fumo<br />

che sale da quello che fu il tuo giardino,<br />

ma certamente adesso gioiresti al<br />

festoso anniversario del «tuo» Antonianum.<br />

Antonio Zampini


Dott. MICHELE<br />

GIORDANI «SAM»<br />

II 2 agosto scorso, di buon'ora, Nino<br />

è partito per l'ultimo «traguardo»:<br />

quello del Padre Celeste!<br />

Sì, perché per Nino, tutta la vita è<br />

stata traguardo.<br />

Traguardi sono stati il raggiungere<br />

il diploma e la laurea, e poi essere abilitato<br />

alla libera professione...<br />

Traguardi sono state, ogni domenica,<br />

le vittorie di partite di calcio quando<br />

giocava nel Petrarca...<br />

Traguardo è stato ottenere la nomina<br />

di ufficiale carrista...<br />

Traguardo fu anche, durante il Suo<br />

periodo di combattente in terra d'Africa,<br />

il rientro nelle linee italiane dopo<br />

essere fuggito dalla prigionia...<br />

Traguardi sono state le gare di fondo<br />

di sci...<br />

Traguardo è stato quello di diventare<br />

dirigente sportivo nazionale...<br />

Traguardi furono il matrimonio con<br />

Marina e l'ambizione di formare una<br />

sana famiglia, fornendola di una valida<br />

educazione e di tutti gli adatti mezzi...<br />

Traguardi sono stati i suoi impegni<br />

nel campo degli hobbies quali la caccia,<br />

pesca, filatelia, vignettistica...<br />

Traguardi domenicali, per un certo<br />

periodo della Sua media età, sono stati<br />

i rallies automobilistici...<br />

Traguardi fortemente voluti sono<br />

stati, in questi ultimi quindici anni, le<br />

marce sportive di qualunque lunghezza,<br />

in qualunque località (anche<br />

all'estero), di qualunque tipo, in qualunque<br />

giorno e con qualsiasi tempo...<br />

E li raggiunse tutti con Sua soddisfazione<br />

e con il piacere di non aver<br />

mancato.<br />

Sembrava un duro ma era solo la<br />

scorza, perché in realtà era un buono;<br />

sembrava un autoritario ma invece<br />

era un normale che mascherava il suo<br />

intimo, aggredendo; sembrava un superbo<br />

ma aveva delle manifestazioni<br />

di affetto e simpatia che meravigliavano;<br />

sembrava un critico violento<br />

ma in fondo appczzava gli altrui meriti<br />

e le altrui qualità, che poi ammetteva.<br />

Fu competente e stimato professionista<br />

con una vasta clientela, con incarichi<br />

notevoli e con cariche prestigiose.<br />

Bisognava capirlo, ascoltarlo, perché<br />

tutto, poi, si concludeva con la solita<br />

«pacca sulla spalla»; infatti faceva<br />

anche presto a ricredersi.<br />

Guardando, oggi, una vecchia foto<br />

della squadra «boys» Petrarca si vede<br />

Nino all'ala sinistra; ora «Sam» ha<br />

raggiunto «Ciano», «Debo», «Lachin»,<br />

«Neno», «Pugi» e tanti altri petrarchir<br />

ni di quei tempi, e starà già formando<br />

I nostri morti<br />

un'altra squadra perché anche all'ai<br />

di là troverà un traguardo da raggiungere<br />

e da superare...<br />

Daniel<br />

Prof. LANFRANCO<br />

ZANCAN<br />

Lanfranco Zancan, uomo d'altri<br />

tempi e d'altra vita, è scomparso. Eppure<br />

fino a qualche anno fa, incredibilmente<br />

giovanile, sfogava la sua oratoria<br />

pervasa di accenti di pura, sincera<br />

commozione allorché parlava dei<br />

suoi alpini, quelli da lui curati come<br />

ufficiale medico al fronte greco - iugoslavo,<br />

dei suoi volontari della libertà,<br />

quelli da lui guidati ed incitati nella<br />

clandistinità della lotta di liberazione,<br />

dei suoi amici, colleghi ed allievi<br />

di cui si era visto circondato nella sua<br />

lunga presenza universitaria e pubblica.<br />

È scomparsa con Lui una delle figure<br />

più emblematiche della tradizione<br />

cattolica e del galantonismo Veneto.<br />

Di questi valori aveva vissuto intensamente,<br />

negli studi universitari, nella<br />

vita militare e partigiana, nella pubblica<br />

amministrazione, gli anni febbrili<br />

dell'anteguerra, della guerra e<br />

del dopoguerra.<br />

Del suo fervore, dei suoi sacrifici,<br />

del suo impegno invero non era stato<br />

politicamente gratificato in proporzione<br />

ai suoi meriti, alla sua intelligenza,<br />

alla sua capacità: doti che peraltro<br />

tutti gli riconoscevano.<br />

Nell'istituto di farmacologia dell'Università<br />

era stato più che allievo, discepolo<br />

prediletto di Egidio Meneghetti.<br />

Il suo assistentato fu un tutt'uno<br />

con la partecipazione, in posizione<br />

tuttavia differenziata, alla lotta di liberazione<br />

guidata per lunghi mesi dal<br />

suo grande Maestro.<br />

È in quel periodo che la stretta frequentazione<br />

di Zancan con l'Antonianum,<br />

fin dai tempi in cui egli era caro<br />

a P. Magni, si rivela preziosa per la<br />

sua rischiosa attività. Qui egli trova,<br />

nell 'imperversare della persecuzione<br />

(la banda Carità era giunta ad arrestare<br />

e torturare suo fratello Giorgio) asilo<br />

e rifugio. Il P. Messori - Egli diceva<br />

scherzosamente - lo ridusse a «porcaro»:<br />

fu infatti costretto ad alloggiarsi<br />

qualche tempo ai bordi del vecchio laghetto,<br />

tra la Scuola di Religione ed<br />

un allevamento (clandestino?) di preziosissimi<br />

maiali!<br />

E poi la fuga, nel gennaio 1945, con<br />

la costante protezione dei gesuiti di<br />

Milano, ove partecipò alle trattative<br />

per la liberazione dell'Alta Italia che<br />

Egli avrebbe voluto senza scontri<br />

e senza lutti.<br />

Nella vita pubblica della nuova democrazia<br />

italiana era stato Consultore<br />

Nazionale, tentando anche la candidatura<br />

all'Assemblea Costituente e al<br />

Parlamento, ma poi si era tutto dedicato<br />

all'Amministrazione Comunale<br />

della Sua città, all'Azienda di Cura di<br />

Abano e infine al Consiglio di Amministrazione<br />

della Cassa di Risparmio.<br />

Era arrivato da ultimo alla cattedra<br />

associata di idrologia medica della<br />

nostra Università.<br />

Ma non è il curriculum delle sue<br />

opere e dei suoi successi che qui conviene<br />

fare: è l'interpretazione vissuta<br />

della sua fede, dei suoi ideali, delle sue<br />

virtù cristiane e civiche che ci strappa<br />

il senso dell'amministrazione e del<br />

rimpianto nel momento in cui la sua<br />

nobile vita si è conclusa per sempre.<br />

Con l'Antonianum, - al quale aveva<br />

voluto che fosse dato riconoscimento<br />

(oggi, ahimè, dimenticato dal mutamento<br />

dei tempi) per la coraggiosa<br />

opera nella bufera tirannica - e aveva<br />

mantenuto, anche nell'Associazione<br />

ex-allievi, un rapporto di stretta, affettuosa,<br />

costante amicizia.<br />

Conservatore di memorie storiche,<br />

lo spaccato della sua vita legato all'Antonianum<br />

costituiva un capitolo<br />

mai chiuso di quelle memorie.<br />

Ora alla memoria Sua rivolgiamo<br />

una preghiera. Forse la preghiera più<br />

adatta è ancora quella di Teresio Olivelli<br />

- il martire partigiano della cui<br />

beatificazione Egli si è andato facendo<br />

promotore -, la «preghiera del ribelle»<br />

recitata tante volte, anche qui, all'Antonianum:<br />

«Signore, facci liberi. Tu che drizzasti<br />

fra gli uomini la tua Croce, segno di<br />

contraddizione, che predicasti e soffristi<br />

la rivolta dello spirito contro le<br />

perfidie e gli interessi dei dominanti...<br />

Tu che dicesti "Io sono la risurrezione<br />

e la vita" rendi nel dolore all'Italia<br />

una vita generosa e severa..."Ti preghiamo:<br />

sia in noi la pace che Tu solo<br />

sai dare"».<br />

A Lanfranco la sua meritata pace,<br />

per sempre. Marcella Olivi<br />

PIETRO VIOLA, affezionato <strong>Ex</strong><br />

Alunno, amatissimo e fedelissimo<br />

Congregato Mariano professionista,<br />

uomo di profonda rettitudine e<br />

di grande esemplarità.<br />

La mamma del nostro P. Rettore<br />

dell 'Antonianum.<br />

La mamma dell'avv. Fabio Gasperini.<br />

La mamma della Sig.ra Minelli<br />

II papa del prof. Francesco Angrilli.<br />

Maurizio Melanotte.<br />

Stefano Breda.<br />

21


Dott. GINO PENNISI<br />

Fu uno degli «egiziani»: cioè da<br />

genitori oriundi italiani trasferitisi<br />

al Cairo. Venne aH'Antonianum nel<br />

1950 e vi stette per 9 anni per compiervi<br />

gli studi di medicina e conseguire<br />

varie specializzazioni.<br />

Qui conobbe e sposò Myriam figlia<br />

dell'On. Saggin e fu valente medico<br />

specialista in varie sedi del Veneto.<br />

Profondamente cristiano rimase<br />

sempre affezionatissimo all'Antonianum<br />

e ai padri Gesuiti. A 57 anni,<br />

il 3 novembre u.s., moriva a Vicenza<br />

per insufficienza cardiaca. Quindici<br />

giorni prima scriveva questa lettera<br />

che qui riportiamo come suo testamento<br />

nei confronti <strong>dell'Antonianum</strong>.<br />

Vicenza, 16 ottobre 1987<br />

Reverendo e caro Padre Messori,<br />

con mio grande rammarico, il<br />

giorno 4 e.m., non c'ero aH'Antonianum<br />

per festeggiare gli 80 anni del<br />

Collegio.<br />

Caro vecchio Collegio, quanti ricordi<br />

le tue mura hanno da raccontare...!<br />

Si figuri, se fosse stato possibile,<br />

se avrei mancato ad un tale appuntamento,<br />

affezionato come sono al<br />

mio passato antonianeo ed al mio<br />

Padre Messori.<br />

Il giorno 1 e.m. uscivo dall'Ospedale,<br />

piuttosto malconcio, dopo 70<br />

giorni di ricovero.<br />

Durante la mia degenza, la mia situazione<br />

era diventata complessa e<br />

difficile da superare, tanto che ad un<br />

certo punto ho tentato d'interpellare<br />

Verona e Padova. Purtroppo il<br />

momento era infelice perché molti<br />

erano assenti in quel periodo. Inoltre,<br />

quando sono stato in prognosi<br />

riservata, Myriam voleva informarla,<br />

anche per chiedere una benedizione.<br />

Ma per fortuna, le cose hanno<br />

preso poi una piega favorevole.<br />

Adesso sono ancora a casa, la convalescenza<br />

sarà una cosa lunga, il futuro<br />

rimane un punto interrogativo..<br />

Facciamo un augurio... quando<br />

starò bene da potermi muovere... di<br />

rivederci a Padova quanto prima.<br />

Affettuosi saluti da tutti noi.<br />

22<br />

Gino Pennisi<br />

Nel primo anniversario di Tiziana<br />

Calvino, tragicamente perita in incidente<br />

stradale con la mamma Livia<br />

Ottogalli, il suo ricordo e la sua amicizia<br />

continuano tra gli amici del<br />

Centro giovanile più forte che mai,<br />

vivi nella loro mente, vivi soprattutto<br />

nel loro cuore.<br />

MATRIMONI<br />

Settimo Paolo e Lucia Rolle<br />

Meneghetti Carlo e Antonella Rigoni<br />

Zottar Roberto e Raffaela Bombi<br />

Simonini Paolo e Simonetta Sesenna<br />

Lorini Bruno e Marina Grassetto<br />

Chientaroli Mario e Gloria Faldon<br />

Centanini Marco e Patrizia Bonetto<br />

Mosè Maurizio e Viviana Gentile<br />

Canova Andrea e Michela Zoppini<br />

Gruden Franco e Monica Zucchelli<br />

lemmolo Piero e Tiziana Vettore<br />

Cortellazzo Giampaolo e Lucia Toffano<br />

Romagnoni Chicco e Arianna<br />

Zaccaria Pierluigi e Agnese<br />

Furlani Silvano e Marina Bettinardi<br />

NATI<br />

Maddalena di Francesco e Anna Moschetti<br />

Eleonora di Massimo e Gloriana Trivellato<br />

Lorenzo di Mario e Patrizia Innocenti<br />

Ettore di Wlady e Roberto Tisato<br />

Francesca di Luigi e Maria Luisa De<br />

Zuccate<br />

Giuseppe di Luigi e Chiara Barolomei<br />

Anna di Alberto e Giovanna Rasi Codogno<br />

ELENCO DEGLI EX ALUNNI<br />

CHE HANNO VERSATO LA<br />

QUOTA PER L'ANNO 1987/1988<br />

(dal 1 Ottobre al 20 Novembre 1987)<br />

(I segnati con asterisco hanno<br />

versato una quota sostenitrice)<br />

Accordi Dr. Franco<br />

Accordi Dr. Maurizio<br />

Albedini Dr. Lorenzo<br />

Aliprandi Dr. Giovanni<br />

Aduso Dr. Giancarlo<br />

Babighian Dr. Prof. Gregorio *<br />

Barbaro Dr. Ing. Luigi<br />

Barbieri Dr. Prof. Antonio<br />

Bauce Dr. Prof. Alcide<br />

Baxiu Dr. Gian Riccardo<br />

Bazzan Avv. Giovanni *<br />

Beghi Dr. Quinto<br />

Belloni Dr. Pf. Giuseppe *<br />

Beltrame Dr. Mario<br />

Benacchio Dr. Pf. Giuseppe<br />

Benacchio Dr. Pf. Luigi<br />

Biasin Dr. Giuseppe<br />

Sisaro Dr. Pf. Aristide<br />

Bodini Dr. Giovanni<br />

Bolzonella Carlo<br />

Bonini Dr. Marco<br />

Bonini Dr. Pf. Raffaele<br />

Boniver Dr. Pf. Giuseppe *<br />

Cacciavilan Dr. Diego<br />

Canuto Geom. Bruno<br />

Capord Alessandro<br />

Carenza Dr. Pf. Nino<br />

Caron Dr. Giuseppe<br />

Carrara Dr. Cesare Maria<br />

Caruso Dr. Giuseppe<br />

Cassano Avv. Pietro<br />

Cassin Dr. Enrico<br />

Cavagnis Dr. Ing. Paolo<br />

Cavalcasene* Ing. Pietro<br />

Cavinato Carlo<br />

Cazzola Dr. Ing. Luciano<br />

Ceola Ten. Col. Dr. Luigi M.<br />

Chiesa Dr. Mario<br />

Chiovato Castone<br />

Cipriani Ing. Franco<br />

Ciraso Dr. Gaetano<br />

Colombo Dr. Ing. Carlo<br />

Corà Dr. Giannantonio<br />

Corradi Pf. Giuseppe<br />

Costacurta Dr. Ing. Mario<br />

Da Rin Dante<br />

Dal Molin Ing. Dr. Italo<br />

Dall'Acqua Dr. Daniele<br />

De Bellis Dr. Giovanni<br />

De Benedetti Valeggia Rag. Dino<br />

De Besi Antonio *<br />

De Besi Dr. Gianfranco<br />

De Boni Bruno<br />

de Finis Avv. Luigi<br />

De Zuccato Nob. Luigi<br />

Della Penna Dr. Ing. Alessandro<br />

Dinelli Giorgio<br />

Donati Dr. Giulio<br />

Dorigo Dr. Ing. Luigi<br />

Dorma! Dr. Lamberto<br />

Doroldi Carlo<br />

Fabbri Colabich Prof. Ing. Giovanni<br />

Falomo Dr. Ing. Castone<br />

Favaretti Dr. Giorgio<br />

Ferrari Ing. Dr. Carlo<br />

Ferro Dr. Pf. Ottone


Ferro Dr. Pf. Angelo<br />

Filippi Rag. Cav. Castone<br />

Francanzi Ermanno<br />

Frigo Dr. Andrea<br />

Funghi Dr. Lelio<br />

Furioli Dr. Ing. Gianluigi<br />

Garbin Ing. Vincenzo<br />

Garcea Dr. Ing. Antonio<br />

Gardellin Dr. Vittorio<br />

Carotalo Dr. Alberto<br />

Gasparini Avv. Valentino<br />

Gentile Dr. Pf. Francesco<br />

Geremia Guglielmo<br />

Giacobazzi Dr. Francesco<br />

Giron Dr. Giampietro<br />

Giuriate Rag. Franco *<br />

Goternuti Dr. Giuseppe<br />

Graziato Dr. Ing. Gelserino<br />

Guacci Dr. Giorgio<br />

Guerra Dr. Luigi<br />

lemmolo Dr. Ing. Piero<br />

Laverda Dr. Filiberto<br />

Laverghetta Dr. Ing. Francesco<br />

Lercara Dr. Francesco<br />

Locateli! Cav. Pietro<br />

Longo Dr. Filippo<br />

Longo Ing. Maurizio<br />

Lorin Dr. Enrico<br />

Lotti Dr. Francesco<br />

Lovato Rag. Giovanni *<br />

Lubian Rag. Ugo<br />

Luca Dr. Alessandro<br />

Loi Ing. Carlo<br />

Macola Ing. Mario<br />

Maggia Dr. Ing. Antonio<br />

Magnano Di S. Lio Dr. Ing. P.<br />

Magrini Dr. Pf. Carlo<br />

Manzoni N.H. Marchese Luigi<br />

Marafini Dr. Ing. Giuseppe<br />

Marcucci Ing. Franco<br />

Marinoni Mario *<br />

Marson Dr. Nicola<br />

Marson Dr. Prof. G. Battista<br />

Martini Dr. Maurizio<br />

Masiero Dr. Gianfranco<br />

Massignan Dr. Prof. Luigi<br />

Matteini Dr. Maurizio<br />

ALTA MODA<br />

RICONFEZIONI A MODELLO<br />

RIPARAZIONI - CUSTODIE<br />

35137 PADOVA - Piazza Insurrezione, 1 - Tei. (049) 26.695<br />

DI RUBINI FLAVIO<br />

Mazzucato Vittorino<br />

Mazzucato Dr. Ugo<br />

Merlin Avv. Luigi<br />

Merlin Rag. Umberto<br />

Minar! Luca<br />

Molari Avv. Pf. Alfredo<br />

Montesi Dr. Mario<br />

Moschetti Prof. Avv. Francesco<br />

Mosconi Dr. Gianrodolfo<br />

Narpozzi Dr. Pf. Antonio<br />

Nicolini Dr. Marino *<br />

Nobile Ing. Rodolfo<br />

Panzierini Dr. Ing. Girolamo<br />

Pensini Dr. Eugenio<br />

Peracchia Dr. Pf. Anacleto<br />

(continua)<br />

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