Settembre-Dicembre - Ex-Alunni dell'Antonianum

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P. Alessandro Scura ni presenta il suo libro Dopo aver rilevato che, oltre ai numerosi errori di stampa, c'è un difetto fondamentale dell'opera e cioè un necessario appiattimento nella descrizione di avvenimenti e di persone, dovuta alla prudenza dello storico di fronte a fatti troppo recenti. Il lavoro si è avvalso delle pazienti e diligenti ricerche del P. Cassiani Ingoni. - Nel 1893 i gesuiti gestivano nei mesi invernali un pensionato per studenti, in via Ognissanti, attuale via Belzoni. D'estate lo trasformavano in casa d'Esercizi per il clero. Cinque grandi figure di gesuiti formano l'ossatura della storia dell'Antonianum. Il fondatore, «il sognatore, P. Leonardi che ne formulò la prima idea e che ebbe la fortuna di vederla realizzata, pagando questo suo «sogno» con la sopportazione di debiti e di incomprensioni esterna e anche interna. Provvidenzialmente lo affiancò il P. Roi che economicamente «realizzò» il sogno, impostando anche la prima Scuola di Religione. Una terza figura è P. Alessio Ambrogio Magni che conferì all'Antonianum un'impronta duratura, ricavandola dalla sua forte e versatile personalità. La quarta figura, qui presente è il P. Carlo Messori Roncaglia, che studiò lettere all'Antonianum, vi ritornò nel 1937, diventando Rettore fino al '47, pur facendo frattanto il Cappellano Militare di Marina e poi promovendo «la resistenza». Poi fu all'Antonianum per quattro decenni: anni '50, '60, '70, 80. Mentre era direttore degli universitari l'Antonianum raggiunse la sua completezza sia come edificio che come «stile»: da pensionato divenne Collegio Universitario di stile un po' inglese. Gli anni '50 furono ricchi di goliardia e coraggio, gli anni '60 e inizi dei '70 conobbero forti tensioni contestatarie, che sfociarono in un reale rinnovamento nella scelta e nella verifica della qualità degli studenti. La quinta figura è costituita da un... insieme di persone, globalmente prese: i LAICI dell'Antonianum, che a cominciare dalla Società Anonima Petrarca, la Congregazione Mariana dei giovani e anziani, i Cavalieri della Tiracca d'oro, l'Associazione Ex Alunni, soprattutto dagli anni '50 ha sempre più collaborato non solo fornendo i mezzi, ma collaborando all'educazione, alla formazione sportiva in maniera straordinaria. E così anticipò e persegue ora le linee del Vaticano II, che vuole una Chiesa in cui sacerdoti, religiosi e laici collaborino reciprocamente, ciascuna parte secondo le proprie competenze. È per questo che la storia dell'Antonianum termina con il richiamo ai due ultimi Congressi Internazionali degli Ex Alunni, nei quali è stato sottolineato come punto essenziale questa collaborazione reciproca come «segno» di attesa operosa del rinnovamento delineato dal Concilio Vaticano II. 13
INTERVENTO DEL P. FEDERICO LOMBARDI, Provinciale d'Italia Ci pare l'intervento imprevisto del P. Federico Lombardi, Provinciale dei gesuiti d'Italia, spicchi particolarmente per la sua autorevolezza, espressa con la lucida concretezza, capacità di sintesi senza ombra di retorica che lo contraddistingue. Il mio intervento non era stato previsto, ma mi fa piacere che P. Messori mi abbia obbligato a salire, perché man mano che il tempo passa, in questa mattinata, mi è venuto voglia di poter dire qualche cosa, ma molto con il cuore ed emozione, anche perché un superiore religioso nel vedere quanto i suoi confratelli possono fare e quanto spesso fanno senza neppure che altri confratelli e superiori se ne rendano conto, ne gode. E qui veramente mi pare che abbiamo il segno e il senso di una comunità molto larga che è cresciuta in questi ottant'anni, una comunità, non solo, quella dei Padri, ma quella di tutti i laici per cui essi hanno lavorato e da cui hanno ricevuto. Una comunità che è strettamente intessuta di rapporti con la società, con la città di Padova e vorrei dire che mi ha fatto estremo piacere sentire anche questa mattina, durante l'omelia del Vescovo, con la chiesa di Padova. Ecco, sono tutte le dimensioni della vita che vengono qui in questa sala, quest'oggi, e vi si toccano. E voglio ringraziare il P. Rettore di quello che ci ha detto, perché ha indicato la serietà, la profondità con cui noi dobbiamo continuare a lavorare per essere educatori di generazioni. E devo ringraziare anche per quello che ci ha fatto capire anche lui del valore dell'Istituzione, del passare al di là delle singole persone. In questo lavoro che è frutto di un corpo che si sente chiamato a servire, il corpo della 14 Compagnia, il corpo di questa comunità di gesuiti che è in Padova. E allora vorrei veramente dire, un po' come rappresentante di una più grande istituzione che è la Provincia d'Italia, i gesuiti italiani, che noi speriamo di imparare anche dalla vostra esperienza e da quello che ci avete detto questa mattina, come continuare a servire veramente con la solidità di chi lavora non come singole persone, ma come corpo, con una speranza nel futuro, di chi lavora guardando lontano nell'arco di decenni e non solo dell'oggi. E anche di chi lavora con coraggio di innovare. È stato molto importante per me capire quanto è stato innovativo il Collegio Antonianum quand'è nato. Ringrazio l'intervento del P. Rettore. Ecco che noi impariamo e continiamo a vivere tutto questo che voi questa mattina ci avete saputo ridire come un coro, con tutte le vostre diverse esperienze e i vostri diversi interventi. Quindi un augurio perché chi è qui presente, perché questa comunità, che voi rappresentate, possa continuare a vivere e a crescere, ma anche una domanda di preghiera, di solidarietà, di amicizia per tutti i gesuiti italiani, perché possano essere fedeli a tutti quei valori che voi avete saputo riconoscere in loro, in quest'opera e in questi anni che oggi abbiamo ripercorso insieme.
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