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Settembre-Dicembre - Ex-Alunni dell'Antonianum

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OTTANT'ANNI<br />

DELL'ANTONIANUM<br />

re la verità; l'obiettivo illuministicomassonico<br />

di liberare le masse dal dominio<br />

clericale-oscurantista che sviliva<br />

a livello di superstizione e di magia<br />

ogni espressione religiosa organizzata,<br />

costituivano l'ambiente culturale<br />

in cui l'Antonianum fu inventato.<br />

E il suo obiettivo era precisamente<br />

quello di confrontarsi col problema<br />

del rapporto tra scienza e fede; di difendere<br />

la validità di un sapere filosofico<br />

che, pur non essendo costruito sul<br />

metodo scientifico, è capace di raggiungere<br />

una dimensione autentica<br />

della verità, anzi, molto più rilevante<br />

di quella scientifica; e di evidenziare<br />

una prassi religiosa che non fosse inquinata<br />

da elementi di superstizione.<br />

L'intento ovvio complessivo dell'ambiente<br />

Antonianum era quello di<br />

formare uomini professionisti - eventualmente<br />

cattedratici - che con la loro<br />

competenza potessero essere una<br />

invalidazione vivente dello spirito del<br />

tempo.<br />

Un grande momento di ripensamento<br />

delle finalità <strong>dell'Antonianum</strong><br />

lo riscopro alla fine del secondo dopoguerra.<br />

Il clima culturale e politico è<br />

profondamente mutato: l'orgogliosa<br />

sicumera positivistica ha ceduto il<br />

campo a più sobri esistenzialismi ; l'Università<br />

è diventata la sede di una<br />

scienza progredita e quindi consapevole<br />

dei suoi limiti strutturali (con i<br />

suoi mezzi non può avventurarsi nel<br />

campo del senso della vita e delle cose);<br />

e il problema religioso cominciava<br />

a sperimentare la minaccia non più<br />

propriamente dalla ricerca universitaria,<br />

ma da quel processo imponente<br />

e magmatico-confuso collegato con i<br />

cambiamenti produttivi e culturali<br />

derivanti dall'industrializzazione che<br />

fu ed è la secolarizzazione. Furono gli<br />

anni del ritorno potente alla vita democratica:<br />

battaglie politiche, confronto<br />

tra ideologie (individualismo<br />

borghese, collcttivismo marxista, personalismo<br />

cristiano, con tutti i tenta-<br />

lo<br />

tivi di soluzioni intermedie); e l'Antonianum<br />

in quegli anni pensò di esprimere<br />

la propria avvertenza dei grandi<br />

cambiamenti in corso decidendo di<br />

trasformarsi da Pensionato universitario,<br />

come era sempre stato fino allora,<br />

in Collegio Universitario (con evidente<br />

riferimento ai Colleges anglosassoni),<br />

con le sue aule scientifiche di<br />

facoltà, con i suoi corsi interni a carattere<br />

universitario, con i suoi corsi culturali<br />

di conferenze che affrontavano<br />

appunto prevalentemente temi di carattere<br />

politico-sociale.<br />

L'impegno di fondo mi pareva fosse<br />

quello di contribuire a formare tecnici<br />

cristiani che si impegnassero con il loro<br />

lavoro professionale a ricostruire<br />

una società che garantisse libertà e socialità.<br />

Il processo di secolarizzazione della<br />

nostra società, che intensificò il suo<br />

ritmo con il miracolo economico italiano<br />

dei primi anni sessanta, portò a<br />

una profonda trasformazione socioculturale.<br />

Con la «società opulenta» si attenuò<br />

quella coesione sociale indotta antecedentemente<br />

dalla situazione di generale<br />

penuria; emersero potenti interessi<br />

di soggettività, disattesi dalle<br />

istituzioni, perlopiù prese in contropiede<br />

da queste innovazioni. Fu l'epoca<br />

della contestazione delle istituzioni<br />

(scuola, famiglia, partiti, Chiesa),<br />

della politicizzazione esasperata in<br />

vista di una nuova società; ci fu l'esplosione<br />

di un pluralismo ormai imperante<br />

ma non accettato (vedi l'intransigenza<br />

dei gruppuscoli che innescarono<br />

gli anni della violenza<br />

politica).<br />

L'Antonianum, in qui frangenti di<br />

turbolente innovazione (ma in compagnia<br />

della maggioranza delle realtà<br />

istituzionalizzate), sentì il bisogno di<br />

rientrare maggiormente in se stesso,<br />

di tentare una comprensione di quanto<br />

si stava verificando, cercando un<br />

approfondimento critico del proprio<br />

essere cristiani in tale società, ed<br />

espresse quel tentativo di recupero di<br />

identità che fu la cosiddetta Comunità<br />

Cristiana Critica, che voleva essere,<br />

forse, un tentativo di analisi dei nostri<br />

rapporti col «potere», nelle sue varie<br />

forme.<br />

Siamo ormai giunti ai giorni nostri:<br />

stagione del riflusso, la chiamano.<br />

La delusione per gli esiti e i metodi<br />

della contestazione ha abbassato<br />

enormemente l'interesse per la politica;<br />

il pluralismo è ormai un fatto accettato,<br />

e l'accettazione supina di questo<br />

pluralismo coincide con il diffondersi<br />

della cultura radicale, che trova<br />

nella libertà del soggetto il massimo<br />

valore disponibile all'uomo e che perciostesso<br />

relega il problema della verità,<br />

al massimo, in posizione subordinata<br />

e quindi senza senso e senza valore.<br />

Il «Quid est veritas» di Filato è la<br />

scettica o cinica domanda di chi assolutizzando<br />

il valore della libertà soggettiva<br />

non trova possibilità e spazio<br />

per una verifica dell'uso buono o cattivo<br />

della libertà, se non eventualmente<br />

nel confronto con presunte esigenze<br />

dell'evoluzione storica (le esigenze<br />

della modernità!) magari convalidate<br />

dai sondaggi!<br />

Allo stesso rifiuto di senso alla verità<br />

giunge chi si fa forte (e sono legioni!)<br />

di atteggiamenti autogiustificazionisti<br />

derivati da superficiali diagnosi<br />

sociologiche e psicologiche, le<br />

quali sembrano mirare a infondere la<br />

persuasione che non solo la verità è un<br />

falso problema, ma la libertà stessa!<br />

L'unico problema dell'uomo sarebbe<br />

quello di riuscire a capire perché le cose<br />

- anche quelle umane! — stanno così<br />

e non diversamente, ricercando la<br />

causa di questo loro modo di essere in<br />

comportamenti e azioni antecedenti,<br />

nostri o altrui. Situazione di irresponsabilità<br />

e vanificazione dell'etica, che<br />

però può spesso coesistere con un'affannosa<br />

e disperata ricerca del proprio<br />

successo!<br />

L'Antonianum si propone di contrastare<br />

gli aspetti negativi di questa cultura<br />

radicale perseguendo un triplice<br />

obiettivo, che ovviamente ha qualche<br />

aspetto di novità solo nelle sottolineature.<br />

Innanzitutto si propone di essere<br />

- e il termine qui è un po' enfatico -<br />

una scuola di fede. Le verità umane<br />

possono essere fragili, e ciò trova con-

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