Settembre-Dicembre - Ex-Alunni dell'Antonianum
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Ricordi di Antonio Gorcéo<br />
classe di ferro 1909<br />
R<br />
ev.mo e carissimo Padre Messori,<br />
alla sua prima lettera dell'aprile<br />
scorso non ho risposto:<br />
proprio in quei giorni mi moriva l'amatissimo<br />
fratello Giampaolo. Rispondo<br />
ora alla sua seconda lettera di<br />
luglio, giuntami a Gressoney con un<br />
certo ritardo.<br />
L'80° Anniversario <strong>dell'Antonianum</strong><br />
di Padova raccoglierà attorno a<br />
Lei e ai cari Padri Gesuiti una folta<br />
rappresentanza di quelle nutritissime<br />
legioni di <strong>Alunni</strong> che dal 1906 in poi<br />
frequentarono il Pensionato Universitario,<br />
la Scuola di Religione, il Campo<br />
3 Pini del glorioso Petrarca.<br />
Finiti gli impegni scolastici nelle<br />
Antenoree mura la gran maggioranza<br />
di quegli <strong>Alunni</strong> lasciarono Padova e<br />
il vecchio Antonianum, conservando<br />
però tutti nel cuore il ricordo sorridente<br />
delle ore trascorse ali'Antonianum,<br />
nelle lezioni di Religione, nelle<br />
Preghiere, negli Esercizi Spirituali, al<br />
Teatro, al Cinema, sulle barche del laghetto,<br />
sui campi di calcio, di tennis,<br />
di bocce.<br />
Purtroppo la legge inesorabile del<br />
tempo non si è manifestata solo sull'aspetto<br />
globale del vecchio complesso<br />
immobile <strong>dell'Antonianum</strong>, prosciugando<br />
il pittoresco laghetto, ampliando<br />
alloggi, chiese, saloni e<br />
biblioteca dalla torretta al piano terra;<br />
ma ha anche fatto scomparire intere<br />
generazioni di <strong>Ex</strong>-<strong>Alunni</strong>, incurvando<br />
e raggrinzendo antichi atleti;<br />
in compenso sostituendoli con giovani<br />
freschi di anni e di glorie e soprattutto<br />
di speranze. Ciò premesso, mi<br />
duole moltissimo, Rev. Padre Messori,<br />
di comunicarle che, a causa di<br />
noiose magagne cui sto in questi giorni<br />
cercando rimedi, dovrò rinunciare<br />
a partecipare alla esaltante riunione<br />
anniversaria da Lei promossa. L'assicuro<br />
comunque che di cuore vi partecipo<br />
in spirito, conscio dei tanti benefici<br />
spirituali ricevuti dall'Antonianum,<br />
come traspare dal qui di seguito<br />
mio breve riassunto di miei ricordi<br />
personali.<br />
Vili<br />
Nutro speranza di rivederla presto,<br />
o a Milano o a Padova o a Gressoney.<br />
Mi raccomando alle Sue preghiere<br />
per me e la mia famiglia, e Le invio i<br />
miei più riverenti, riconoscenti e affettuosi<br />
saluti.<br />
Antonio Garcéa<br />
N<br />
el 1914 i miei genitori mi accompagnarono<br />
sulla vecchia tribuna<br />
del campo 3 Pini, posta all'ombra<br />
della Basilica di S. Giustina, per<br />
assistere ad una partita del PETRAR-<br />
CA F.B.C., allora a livello nazionale,<br />
anzi internazionale. Nel 1917 ilP. Golia<br />
mi istruì per la Prima Comunione,<br />
che ricevetti dalle mani di P. Roi, inviato<br />
qualche mese dopo dal Papa in<br />
Russia per aiuti al popolo affamato. Il<br />
1° conflitto era già in pieno corso e la<br />
scuola Roberto Ardigò, dove avevo<br />
frequentato la prima elementare si<br />
era trasformata in Ospedale Militare<br />
per accogliere i feriti del Carso e degli<br />
Altipiani. Così la seconda elementare<br />
la feci alla Edmondo De Amicis, la cui<br />
vicinanza alla Rotonda, col suo acquedotto<br />
colpito da bombe austriache,<br />
consigliò mia mamma a trasferirci<br />
in Liguria, ove, con Anselmo e<br />
Giampaolo, frequentammo una scuola<br />
di Suore francesi, cacciate dalla<br />
«mauvaise France», e però orgogliosissime<br />
patriote, tanto da farci imparare<br />
a memoria «Alons enfants de la<br />
patrie...» e da appenderci al petto un<br />
distintivo rotondo blu, bianco e rosso:<br />
con il rosso centrale a forma di Sacro<br />
Cuore trafitto da spine...<br />
Finita la guerra, nell'estate 1919, il<br />
nostro papa, che nella trincea del Carso<br />
aveva conosciuto giovani ufficiali<br />
<strong>Ex</strong>-<strong>Alunni</strong>-Antonianum, apprezzandone<br />
la rettitudine morale, il generoso<br />
slancio nell'affrontare il pericolo,<br />
distinguendosi per valore ed eroismo,<br />
decise di accompagnarci personalmente<br />
ad iscriverci all'Antonianum.<br />
Eravamo ancora tutti e tre alle ele-<br />
mentari, ma P. Magni disse a mio padre<br />
che, dati i tempi eccezionali, era<br />
contento di infrangere la severa rego-<br />
•la che allora escludeva chi non fosse<br />
almeno alle medie. E, siccome sul<br />
campo 3 Pini era rimasto ancorato un<br />
Dragoon-Balloon, grosso aerostato da<br />
osservazione, vi salii con i miei genitori<br />
fino oltre 300 m da terra: le cupolone<br />
di S. Giustina e del Santo erano<br />
sotto di noi, mentre sul campo 3 Pini<br />
si svolgeva una partita, i cui giocatori<br />
con le loro ombre, visti da lassù, sembravano<br />
strani tetrapodi. Così i buoni<br />
temi educativi piantati nel mio animo<br />
dai genitori furono da allora sviluppati<br />
fino a completa maturazione<br />
dai Rev. Padri Gesuiti: in particolare<br />
ricordo P. Frosio (zio del P. Frosio poi<br />
Direttore Scuola religione), che soffriva<br />
atroci dolori renali, che lo costringevano<br />
sempre a letto e che riceveva<br />
per le confessioni nella sua camera,<br />
alla cui porta attendevo con Leonardo<br />
Montesi, Edoardo Arnaldi, Giorgio<br />
Dominici, Vittorio Marcozzi, Guido<br />
Cerutti, Bernardo Zancan, Bepi Zambon...<br />
tutti amici, che poi nella vita<br />
dimostrarono di avere fatto tesoro di<br />
quelle conversazioni privatissime<br />
guidate sapientemente dal sant'uomo<br />
sofferente. Altro che psicanalisti quei<br />
confessori erano dei Santi: P. Rosi, P.<br />
Magni, P. Casella e tanti altri. Mio<br />
fratello Vanni (classe 1920) arrivò all'Antonianum<br />
quando noi 3 eravamo<br />
ormai liceali, e con lui una balda<br />
schiera che, scansato il primo conflitto<br />
mondiale, si preparava al secondo.<br />
E dai mitici Gallo, Romaro, Malipiero,<br />
Lorini, Monet... la palla, anzi il<br />
pallone passò ai Mazzoncini, Abbondanza,<br />
Rodighiero, Salmaso, Filippetto.<br />
Nel 1932 (1° decennale era fascista)<br />
la mia laurea. Poi il militare<br />
(in tutto 46 mesi), Vanni a Venezia.<br />
Poi Milano: soprattutto P. Casella<br />
tenne viva la fiaccola nell'esilio milanese<br />
degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>.