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oulins<br />

autrec<br />

se-Lautrec<br />

M<br />

di Claudio Candia<br />

PARTE I<br />

ark aspettava con ansia l’arrivo degli altri ragazzi.<br />

I suoi finalmente se n’erano andati e la<br />

grande casa era libera. La notte di Halloween,<br />

ah, che notte magica! La notte dove <strong>il</strong> sott<strong>il</strong>e confine<br />

tra <strong>il</strong> mondo dei morti e quello dei vivi si assottigliava<br />

così tanto che sarebbe stato impossib<strong>il</strong>e fermare la<br />

loro strisciante avanzata dalle ombre senza tempo fino<br />

ai viali <strong>il</strong>luminati delle cittadine d’ogni dove…<br />

Avevano già bussato due creaturine indifese per <strong>il</strong><br />

solito “dolcetto o scherzetto”… si era divertito un<br />

mondo a spaventarle! Dopo tutto, <strong>il</strong> suo costume da<br />

vampiro era a dir poco perfetto: aveva curato nel dettaglio<br />

ogni minimo, lugubre particolare con cura così<br />

eccessiva da tenerlo impegnato tre o quattro ore. Sua<br />

madre gli aveva dato di matto e pure pesantemente;<br />

poi se n’era uscita col fidanzato, con quello sguardo<br />

di minaccia che solo con suo figlio era in grado di<br />

sfornare.<br />

D’un tratto bussarono alla porta. Dalla sua camera,<br />

al secondo piano della casa, Mark scese le scale<br />

ornate di addobbi mortuari: Halloween per lui era la<br />

festa antica del sangue e della notte oscura, non un<br />

carnevale di zucche colorate e dolcetti zuccherosi.<br />

La paura doveva essere l’ingrediente fondamentale<br />

di quella festa, la sua preferita tra tutte quelle che si<br />

celebrano al mondo.<br />

Un senso di inquietudine lo prese mentre si avvicinava<br />

alla porta d’ingresso. Aveva udito <strong>il</strong> latrato di un<br />

grosso cane, prima, e visto un corvo appollaiato sul<br />

ramo del grosso albero nel giardino che arrivava fin<br />

sotto la sua finestra. Era ormai giunto al pomello dorato:<br />

al di là del vetro si scorgeva una figura umana,<br />

ma non si capiva chi fosse. Non appena ebbe aperto,<br />

un qualcosa di nero gli saltò addosso con un terrificante<br />

grido, emesso da una gola non umana; su<br />

di lui, con i suoi artigli, una terrificante creatura della<br />

notte …<br />

«Dai Josh, smett<strong>il</strong>a adesso!» disse Mark, riuscendo a<br />

liberarsi dalla presa del suo amico. L’altro scoppiò a<br />

ridere. «Stasera sei a dir poco bellissimo… » gli disse<br />

mentre si alzava.<br />

Josh e Mark erano amici da tanto tempo, si poteva<br />

dire fin dalla nascita, e frequentavano la scuola superiore<br />

della loro cittadina. Era alto, al contrario di<br />

Mark, bassino invero, dai capelli biondo scuro e gli<br />

occhi color ambra. Di carnagione chiara, era magro<br />

ma aveva una buona presa. Era un bel ragazzo,<br />

l’unico suo difettuccio era l’apparecchio che portava<br />

da quando aveva 10 anni, che gli era valso <strong>il</strong> soprannome<br />

di “zanna d’argento”. Avrebbe dovuto portarlo<br />

per almeno un altro anno. Mark invece aveva i capelli<br />

neri e lisci che gli incorniciavano la faccia pallida.<br />

Aveva due occhi verdi che risultavano ingranditi dagli<br />

occhiali che perennemente portava: senza di quelli,<br />

non vedeva ad un palmo dal naso. Erano tutti e due<br />

vestiti da vampiri: <strong>il</strong> tema della serata sarebbe stato<br />

quello. Dopo tutto, erano proprio loro due gli organizzatori:<br />

avevano sempre avuto questa “passione” in<br />

comune, quella per i vampiri. Avevano letto e r<strong>il</strong>etto<br />

“Dracula” di Bram Stoker e tantissimi altri libri; non<br />

c’era f<strong>il</strong>m horror sui non-morti succhiasangue che<br />

non avessero visto e rivisto più di chiunque altro nel<br />

giro di molte e molte miglia, forse probab<strong>il</strong>mente di<br />

tutto lo stato.<br />

In quel momento, <strong>il</strong> campanello suono’<br />

ancora. Erano finalmente arrivati gli altri:<br />

c’era Katrina, la zarina di tutte le Russie,<br />

cosi’ com’era stata ribattezzata dai ragazzi<br />

del luogo, sia per le sue origini russe e sia<br />

perché si atteggiava come un’aristocratica<br />

(decaduta); al suo seguito c’erano le tre<br />

ochette sue amiche, una presenza meravigliosa,<br />

per carita’, ma non piu’ ut<strong>il</strong>e di un<br />

bel soprammob<strong>il</strong>e. Mark le aveva invitate<br />

perche’ in fondo gli piacevano – era duro,<br />

l’ammetteva a sé stesso, sopportare le<br />

loro fut<strong>il</strong>i chiacchiere, pero’…<br />

C’era anche Carl, <strong>il</strong> secchione della classe, sapeva<br />

di tutto e di più e mai si stancava di star chino sui<br />

libri a studiare; aveva dei capelli rossicci e delle lentiggini<br />

che risaltavano sulla pallidissima carnagione.<br />

Era basso e mingherlino, i buffi occhiali mezzi rotti da<br />

un pugno di Bart Corrigan, <strong>il</strong> bullo della scuola, una<br />

emerita testina, come amavano definirlo. Dietro di lui<br />

Kevin e Jacob, i due simpaticoni della scuola, entrambi<br />

membri della squadra di hockey sul ghiaccio.<br />

Infine c’era Angelica, graziosa ragazzina dall’hobby<br />

della pittura. Era molto sensib<strong>il</strong>e, dolce, e per avere<br />

diciassette anni riusciva ancora a serbare l’innocenza<br />

<strong>Impatto</strong>» Feu<strong>il</strong>leton » pag. 51<br />

Dracula in una rappresentazione cinematografica<br />

Macchie Nere<br />

ebbe tutto inizio ad una<br />

normale festa di Hallowen<br />

propria delle ragazzine. Nonostante fosse davvero<br />

carina, aveva rifiutato le avances di molti ragazzi.<br />

Josh era follemente innamorato di lei, e ogni volta<br />

che la vedeva <strong>il</strong> cuore iniziava ad ingranare la quarta<br />

e partire a tutta velocità.<br />

E poi c’era un ragazzo. Era alto, più alto di Josh, slanciato<br />

e ben proporzionato, dalla carnagione bianca<br />

come la neve e i capelli biondo cenere. Gli occhi,<br />

grigi e lucenti come l’acciaio, osservavano la casa in<br />

modo quasi circospetto. Era vestito di nero e <strong>il</strong> suo<br />

travestimento da vampiro consisteva nell’essersi<br />

creato delle grosse occhiaie con una sorta di carboncino<br />

e un po’ di sangue dipinto accanto alla bocca<br />

con del rossetto. C’era però qualcosa, un dettaglio<br />

evidentemente ben nascosto, che gli conferiva un aspetto<br />

inquietante, che lo faceva sembrare addirittura<br />

vero. Non appena i loro occhi si incrociarono, Mark<br />

avvertì un sussulto e un brivido gelido corrergli dietro<br />

la schiena. Per un attimo, una irrazionale, maledetta<br />

paura lo strinse nella sua morsa d’acciaio, impedendogli<br />

persino <strong>il</strong> respiro. Che cosa gli prendeva?<br />

«Ciao Mark – disse Angelica – ti presento Greg, <strong>il</strong> mio<br />

nuovo vicino di casa, si è trasferito proprio oggi dal<br />

Montana … mi sono permessa di invitarlo alla festa<br />

per fargli conoscere un po’ di gente … »<br />

«Hai fatto bene ad invitarlo … tanto piacere di conoscerti,<br />

io sono Mark … »<br />

«Molto piacere di conoscerti, io sono Greg» rispose <strong>il</strong><br />

ragazzo, sorridendo e restando fermo sull’uscio.<br />

«Dai su, entra … non stare lì impalato» disse Mark<br />

Subito <strong>il</strong> giovane entrò in casa e <strong>il</strong> padroncino chiuse<br />

la porta, proprio mentre gli sembrò che qualcosa, tra<br />

gli alberi al di là della strada, si stesse muovendo.<br />

«Mettetevi in soggiorno, sto arrivando» esclamò<br />

mentre la riapriva. Uscì fuori e scese i tre gradini che<br />

lo separavano da terra. Eccolo di nuovo, qualcosa si<br />

muoveva tra gli alberi … non riusciva a vedere bene<br />

cosa fosse. D’un tratto, dai fitti cespugli sbucò fuori<br />

un cane. Era grosso, forse era un rottwe<strong>il</strong>er, ma da lì<br />

non poteva vederlo bene. Per un attimo gli sembrò<br />

che i suoi occhi fossero <strong>il</strong>luminati da un bagliore rossiccio<br />

… In quel momento una macchina sfrecciò a<br />

tutta velocità sull’asfalto e, in meno di un secondo, <strong>il</strong><br />

cane era scomparso con un latrato. In alto, nel cielo,<br />

la luna bianca <strong>il</strong>luminava la notte tetra...<br />

Continua nel prossimo numero

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