di Cuneo - Rivista IDEA
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Raffaele Viglione<br />
Alcuni scatti <strong>di</strong> Lorenzo<br />
Rulfo, al centro insieme<br />
ai genitori e al fratello<br />
Simone, titolare del<br />
locale “Hemingway” ad<br />
Alba. A destra: Lorenzo<br />
firma una copia del suo<br />
romanzo d’esor<strong>di</strong>o,<br />
“Cronache <strong>di</strong> un bordello<br />
chiamato vita”,<br />
pubblicato da “Neuma<br />
e<strong>di</strong>zioni” a Rolando<br />
Picchioni, presidente del<br />
Salone del libro <strong>di</strong> Torino<br />
Lorenzo Rulfo, 25 anni,<br />
passati tra Torino, Ro -<br />
ma, Alba (che è qualcosa<br />
in più della sua città<br />
d’adozione) e le tournée in giro<br />
per l’Italia fin da bambino; un<br />
passato da attore, soprattutto teatrale<br />
(ha vinto il premio “Erminio<br />
Macario” per il miglior attore<br />
comico e l’“Orso d’oro” come<br />
miglior attore giovane), ma<br />
70 á 26 maggio 2011 á l’ecletticità del genio<br />
Già attore, regista e autore <strong>di</strong> testi<br />
teatrali, l’albese (non solo d’adozione)<br />
Lorenzo Rulfo ha dato alle stampe<br />
il primo libro <strong>di</strong> narrativa, “Cronache<br />
<strong>di</strong> un bordello chiamato vita”<br />
CRONACHE<br />
DI UN TALENTO<br />
CHIAMATO SCRIVERE<br />
anche televisivo (ha recitato<br />
nella soap Rai “Cuori rubati”),<br />
regista assistente con Luca<br />
Barbareschi (“Il sogno del principe<br />
<strong>di</strong> Salina” e l’ultimo “Gat -<br />
topardo”), autore <strong>di</strong> te sti teatrali,<br />
organizzatore e cu ratore <strong>di</strong> stage<br />
<strong>di</strong> formazione tea trale, regista<br />
teatrale e ora ro manziere, dopo<br />
aver vinto la Bi en nale dei giovani<br />
artisti del Me <strong>di</strong>terraneo (sezione<br />
narrativa) e a ver pubblicato<br />
“Om bre <strong>di</strong> ce nere”.<br />
Scorrendo il suo curriculum vien<br />
facile pensare che la descrizione<br />
<strong>di</strong> uno dei protagonisti <strong>di</strong> “Cro -<br />
nache <strong>di</strong> un bordello chiamato<br />
vita” contenuta nelle prime pagine<br />
del romanzo, uno dei tanti<br />
gioi ellini confezionati da un ta -<br />
lentuoso orafo della pa rola, sia un<br />
monito dell’autore a se stesso.<br />
Di Joshua, infatti, Rulfo scrive:<br />
«Ave va così tanti sogni che si po -<br />
teva <strong>di</strong>re non ne avesse nessuno».<br />
In realtà, al contrario del suo personaggio,<br />
Lorenzo sa bene cosa<br />
vuole, è attrezzato per ottenerlo,<br />
determinato a riuscirci e, aspetto<br />
non meno importante, consapevole<br />
<strong>di</strong> come non sia detto che<br />
tutto ciò basti a raggiungerlo.<br />
Che ce la faccia o me no a vivere <strong>di</strong><br />
scrittura, una cosa è certa: parlare<br />
del suo esor<strong>di</strong>o co me romanziere<br />
significa, giocando sul titolo del<br />
suo libro, fare le “cronache <strong>di</strong> un<br />
piacere chiamato lettura”, perché<br />
ha confezionato un racconto snello<br />
ma arioso, con passaggi che<br />
marchiano a fuoco i connotati<br />
della sua scrittura.<br />
Margareth, per esempio, «si fa<br />
<strong>di</strong>segnare nel ventre l’idea <strong>di</strong> una<br />
figlia», immagine che <strong>di</strong>ce molto<br />
<strong>di</strong> più <strong>di</strong> una semplice gravidanza,<br />
mentre in poco più <strong>di</strong> due<br />
righe l’autore inchioda, una volta<br />
per sempre, Penelope al suo de -<br />
stino, una donna bellissima, per<br />
la quale «sbagliare nella certezza<br />
<strong>di</strong> non sbagliare mai era la sua<br />
più grande condanna».<br />
Ti ren<strong>di</strong> conto che in 25 anni<br />
hai fatto più <strong>di</strong> ciò che molti<br />
fanno in tutta un’esistenza?<br />
«Ho la fortuna <strong>di</strong> avere una famiglia<br />
che mi ha sempre assecondato<br />
e che è la mia grande àncora <strong>di</strong><br />
salvezza. Ho cominciato a lavorare<br />
in teatro intorno ai 14-15<br />
anni, mi sono spostato a Roma a<br />
17 anni e ho iniziato a vivere da<br />
solo. Va detto che queste esperienze<br />
ti danno molto, ma ti<br />
fanno perdere qualche piacevolezza<br />
della vita <strong>di</strong> tutti i giorni».<br />
Il titolo del libro è molto in stile<br />
Charles Bukowski...<br />
«Per “Cronache <strong>di</strong> un bordello<br />
chiamato vita” sono partito dal<br />
racconto e poi è arrivato il titolo;