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maggio 2013 - Comune di Arluno

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Interno del cortile prima della ristrutturazione<br />

Il balcone è originale: al centro delle lavorazioni vagamente liberty, è visibile la sagoma<br />

in ferro battuto con le iniziali C P - Casa del Popolo. Il balcone al piano superiore<br />

è una pregevole copia, rispettosa delle proporzioni e dell’estetica dell’epoca.<br />

La Cà dal Pòpul<br />

La nostra storia 23<br />

La costruzione della Cà dal Pòpul ebbe inizio un centinaio <strong>di</strong> anni fa e può collocarsi<br />

al termine <strong>di</strong> un significativo periodo <strong>di</strong> opere sociali che interessò <strong>Arluno</strong> nella prima<br />

decade del XX° secolo. Si costituirono in paese, nella primavera del 1907, la Lega del<br />

Lavoro, <strong>di</strong> ispirazione cattolica, e la Camera del Lavoro, <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo socialista, forme<br />

associative che presero avvio, molto probabilmente, da scioperi sia tra i coloni agricoli<br />

che tra gli operai tessili. Nel 1909, un gruppo <strong>di</strong> lavoratori iscritti al Partito Socialista<br />

<strong>di</strong>ede vita alla Cooperativa E<strong>di</strong>ficatrice e <strong>di</strong> Consumo l’Avanguar<strong>di</strong>a, allo scopo<br />

<strong>di</strong> provvedere, come si legge nello Statuto, “all’acquisto <strong>di</strong> prodotti alimentari e <strong>di</strong> uso<br />

comune… a procurare ai soci e loro famiglie un luogo <strong>di</strong> convegno e <strong>di</strong> ricreazione… ad<br />

acquistare terreni e<strong>di</strong>ficabili allo scopo <strong>di</strong> costruire stabili aventi le caratteristiche <strong>di</strong> cui<br />

alla legge sull’e<strong>di</strong>lizia popolare ed economica per il conseguente affitto ai soci <strong>di</strong> appartamenti…<br />

a promuovere tutte le iniziative che possono offrire il miglioramento delle<br />

con<strong>di</strong>zioni economiche e sociali…”. Qualche mese dopo, il 22 aprile 1910, la Cooperativa<br />

acquisterà, dal sig. Ceriani Cesare, un terreno agricolo al prezzo <strong>di</strong> 1.500 lire, sul<br />

quale si darà inizio alla costruzione, da parte <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> muratori che quell’anno<br />

avevano scioperato per sessanta giorni, “del primo lotto <strong>di</strong> appartamenti da destinare<br />

ai soci, con contratto d’affitto decennale a canone bloccato”; sarà in pratica la “Cà dal<br />

Pòpul”. Il 30 ottobre, sarà inaugurata la prima parte dell’e<strong>di</strong>ficio de<strong>di</strong>cato ad Andrea<br />

Costa e intestato al Partito Socialista, destinato ad ospitare famiglie in affitto, un Circolo<br />

vinicolo e la sezione della Camera del Lavoro. La Cooperativa l’Avanguar<strong>di</strong>a, fondata<br />

dagli iscritti al Partito Socialista, dopo il 1921, gestirà il tutto in collaborazione con<br />

il Partito Comunista da poco fondato. Si costruì, in seguito, un secondo lotto <strong>di</strong> case.<br />

Da un documento, redatto nel 1924, risultano dati in locazione 32 vani, posti su due<br />

piani, a quin<strong>di</strong>ci famiglie <strong>di</strong> <strong>Arluno</strong>. Il canone si aggirava dalle 130 alle 247 lire annue e il contratto aveva<br />

una vali<strong>di</strong>tà decennale. Gli inquilini erano, per la <strong>maggio</strong>r parte, muratori, se maschi; filatrici/casalinghe,<br />

se femmine. Con<strong>di</strong>videvano principi e regole della vita comunitaria. L’e<strong>di</strong>ficio era, per quei tempi, una<br />

costruzione innovativa sul versante architettonico, <strong>di</strong> tipo condominiale; ogni abitazione era composta<br />

da un ampio locale in funzione <strong>di</strong> cucina e soggiorno, con una finestra e con l’ingresso dal ballatoio; il<br />

locale, munito <strong>di</strong> camino a parete e canna fumaria in<strong>di</strong>pendente, immetteva nella camera da letto. Dal<br />

ballatoio si accedeva ai comuni servizi igienici; elemento <strong>di</strong> grande novità per l’epoca. Nell’interrato, con<br />

soffitto a botte, in mattoni a vista, trovavano posto i ripostigli e le cantine. Successivamente, sarà realizzato<br />

“uno spaccio per la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> prodotti alimentari… e un circolo ricreativo destinato all’intrattenimento”;<br />

nello spazio cortilizio troveranno collocazione un forno per la panificazione, un lavatoio, un<br />

angolo riservato alla macellazione <strong>di</strong> piccoli animali da cortile e del maiale, in particolare. Con l’inaugurazione<br />

della Casa del Popolo, e<strong>di</strong>ficata a sud dell’allora strada <strong>di</strong> Circonvallazione, oggi via Martiri della<br />

Libertà, fu aperta ad opera del <strong>Comune</strong>, e con il contributo<br />

economico e <strong>di</strong> manodopera della Cooperativa stessa, la via<br />

Pogliani, che prima terminava all’altezza del portone <strong>di</strong> accesso<br />

alla Villa Pogliani-Del Pio. L’e<strong>di</strong>ficio, a tre piani abitati-<br />

vi, collocato ad angolo, poneva la Casa del Popolo in posizione privilegiata, a ridosso <strong>di</strong> palazzi storici, pur in una tipologia e<strong>di</strong>ficatoria<br />

<strong>di</strong> nuova concezione. Durante il periodo fascista, la Casa del Popolo fu presa d’assalto e fu in parte devastata; la Cooperativa<br />

continuò a svolgere le varie attività collegate, contrastando l’intimidazione del regime. Dopo il 1945, uno spazio sarà destinato a<br />

intrattenimento musicale e a feste popolari: “la mitica balera all’aperto”, spesso animata da orchestrine e complessi musicali, molto<br />

frequentata dai ballerini locali. Agli inizi del 2000, per <strong>di</strong>verse concause, anche <strong>di</strong> tipo economico, la Cooperativa mise in ven<strong>di</strong>ta tutta<br />

la proprietà immobiliare, mantenendo solo una limitata superficie come sede sociale. L’e<strong>di</strong>ficio è stato <strong>di</strong> recente ristrutturato nelle<br />

forme architettoniche originali e negli spazi recuperati ad abitazione. Sono stati conservati e riproposti gli elementi decorativi più vi-<br />

Al bancone con i gestori ed alcuni clienti.<br />

Momento <strong>di</strong> festa nel cortile, intorno al 1916.<br />

sibili, come le cornici alle finestre, le gronde in piano, i ferri battuti e le belle<br />

beole della scala comune. Per decenni la “Cà dal Pòpul” ha rappresentato<br />

l’emblema della “Sinistra” arlunese, simbolo del suo ra<strong>di</strong>camento sul territorio,<br />

elemento <strong>di</strong> visibilità e coesione nei suoi valori <strong>di</strong> fratellanza e solidarietà,<br />

negli ideali e nell’impegno per la costruzione <strong>di</strong> una società migliore.<br />

Era lo spazio della militanza, perché qui convivevano il Partito Socialista,<br />

il Partito Comunista, lo PSIUP e il sindacato Cgil; ma era anche luogo <strong>di</strong><br />

servizi culturali, assistenziali, mutualistici per i lavoratori e le loro famiglie.<br />

Lo scalone centrale, impostato su una originale pianta triangolare,<br />

risulta particolarmente armonioso ed elegante e dà accesso<br />

ai ballatoi dei tre piani abitativi.<br />

La Cooperativa era sostenuta dai soci che versavano<br />

i propri risparmi sui Libretti <strong>di</strong> Deposito o acquistavano<br />

Azioni emesse dalla Cooperativa stessa.

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