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292 g. fichera<br />

Ma non è questa la sede per tentare di dar risposta a questi <strong>in</strong>terrogativi. Vogliamo<br />

solo notare che i geometri differenzialisti italiani, che operarono fra le due guerre,<br />

f<strong>in</strong>irono con il perdere i contatti con i grandiosi sviluppi che all’estero la Geometria<br />

differenziale andava ricevendo. Si verificò questo per gli importanti problemi connessi<br />

ai nuovi concetti di varietà differenziabile astratta, come i problemi di immersione<br />

di questa <strong>in</strong> altre varietà ed, <strong>in</strong> particolare, negli spazi euclidei, l’immersione essendo<br />

<strong>in</strong>tesa <strong>in</strong> grande; problemi che hanno dato luogo a profonde ricerche, specie quando<br />

all’immersione si impone di essere analitica oppure isometrica. I problemi connessi alle<br />

relazioni che <strong>in</strong>tercorrono fra le proprietà differenziali locali, quali quelle di curvatura,<br />

e le proprietà topologiche. I legami fra le proprietà topologiche delle varietà e lo<br />

studio variazionale delle funzioni def<strong>in</strong>ite su di esse. L’impiego dell’Algebra omologica<br />

nell’analisi dei problemi connessi alle varietà differenziabili. Sono, tutti questi, temi<br />

che prepotentemente si andavano sviluppando all’estero, dando luogo al sorgere della<br />

«Geometria differenziale <strong>in</strong> grande», ma che rimasero ignorati <strong>in</strong> Italia nel periodo fra<br />

le due guerre.<br />

Incidentalmente, èdanotare che analoga sorte toccò alla Geometria algebrica italiana<br />

che, prima del conflitto del ’14-’18, aveva raggiunto vette altissime. Esauritesi le<br />

possibilità che i metodi escogitati dai grandi geometri algebrici italiani, primi fra tutti,<br />

Castelnuovo, Enriques e Severi, erano <strong>in</strong> grado di fornire, la Geometria algebrica <strong>in</strong><br />

Italia non seppe r<strong>in</strong>novarsi e rimase estranea, fra le due guerre, agli importanti sviluppi<br />

algebrico-topologici che essa, <strong>in</strong>vece, riceveva all’estero.<br />

Tornando a Fub<strong>in</strong>i, deve dirsi che la Geometria differenziale fu soltanto uno, anche<br />

se forse il più cospicuo, dei suoi campi di ricerca. Dotato di cultura prodigiosamente<br />

vasta, ebbe <strong>in</strong>teressi matematici amplissimi ed egli fu certamente uno degli ultimi «matematici<br />

universali» nella storia della Matematica. Lasciò contributi nella Teoria dei gruppi<br />

discont<strong>in</strong>ui e delle funzioni automorfe, nel Calcolo delle variazioni, nella Teoria delle<br />

equazioni differenziali ed <strong>in</strong> quella delle equazioni <strong>in</strong>tegrali, nella Teoria dell’<strong>in</strong>tegrale e<br />

delle variabili reali, nella Teoria delle funzioni olomorfe di più variabili complesse, nella<br />

Fisica matematica, nella Teoria dell’elasticità edell’elettromagnetismo, nella risoluzione<br />

dei problemi della Balistica.<br />

Non possiamo qui ricordare i molti risultati da lui ottenuti <strong>in</strong> tanti campi diversi. Ma non possiamo far<br />

a meno di richiamare quello che, forse, èilrisultato per il quale egli è maggiormente ricordato, costituito<br />

dal teorema il quale afferma che ogni <strong>in</strong>tegrale doppio di una funzione f (x; y) <strong>in</strong>tegrabile <strong>in</strong> R2 , nel<br />

senso di Lebesgue, può ottenersi mediante due successive <strong>in</strong>tegrazioni semplici: la prima eseguita, per<br />

quasi tutti gli x di R, rispetto ad y ed estesa a R elaseconda (rispetto ad x ed estesa a R) sull’<strong>in</strong>tegrale<br />

ottenuto:<br />

<br />

R2 <br />

f (x; y)dx dy = dx f (x; y)dy :<br />

R R<br />

Le <strong>in</strong>tegrazioni semplici essendo sempre da <strong>in</strong>tendersi nel senso di Lebesgue.<br />

5. Il metodo diretto nel Calcolo delle variazioni. Leonida Tonelli<br />

Le idee che Leonardo Eulero aveva sistematicamente impiegato nel Calcolo delle<br />

variazioni e che Giuseppe Lagrange, creando la Meccanica analitica, aveva ripreso, ri-

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