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l’analisi matematica <strong>in</strong> italia fra le due guerre 281<br />

1932) ed Eugenio Elia Levi (1883-1917) assicurarono al nostro Paese una posizione di<br />

<strong>in</strong>dubbio prestigio anche <strong>in</strong> questo settore della Matematica. Occorre poi anche dire<br />

che la Geometria differenziale, dove primeggiavano Eugenio Beltrami, Luigi Bianchi<br />

(1856-1928) e Tullio Levi-Civita (1873-1941), non era, all’epoca <strong>in</strong> cui questi em<strong>in</strong>enti<br />

Uom<strong>in</strong>i operarono, nettamente dist<strong>in</strong>ta dall’Analisi matematica, tanto che spesso f<strong>in</strong>iva<br />

con l’essere considerata quale un capitolo di questa. Né loera la Teoria matematica dell’elasticità<br />

che, specie come <strong>in</strong>tesa da molti dei suoi cultori <strong>in</strong> Italia, primi fra tutti Betti<br />

e Volterra, f<strong>in</strong>iva con il ridursi allo studio di difficili, spesso del tutto nuovi, problemi<br />

di Analisi matematica. E bisogna <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e anche osservare le strettissime connessioni fra<br />

la Geometria algebrica e la Teoria delle funzioni analitiche di variabili complesse, della<br />

quale la prima poteva riguardarsi come un particolare ancorché importante capitolo,<br />

perché att<strong>in</strong>ente ad una basilare classe di funzioni analitiche: le funzioni algebriche. E<br />

se è pur vero che la Scuola italiana di Geometria algebrica di Luigi Cremona, Corrado<br />

Segre (1863-1924), Guido Castelnuovo (1865-1952), Federigo Enriques (1871-1946),<br />

etc. predilesse i «metodi s<strong>in</strong>tetici» fondati su profonde <strong>in</strong>tuizioni geometriche, con l’opera<br />

di quello che, forse, è stato il massimo rappresentante di quella Scuola, Francesco<br />

Severi (1879-1961), pervenne ad una mirabile s<strong>in</strong>tesi fra i metodi geometrici e quelli<br />

analitici (o «trascendenti») ai quali avevano atteso i grandi analisti tedeschi e francesi<br />

quali, ad esempio, Riemann, Weierstrass, Po<strong>in</strong>caré, Picard. E Severi, oltre che sommo<br />

geometra, fu anche validissimo analista, come vedremo <strong>in</strong> seguito.<br />

Nelle successive sezioni di questo scritto, allorché cercheremo di descrivere l’evoluzione<br />

dell’Analisi matematica <strong>in</strong> Italia fra le due guerre, cioè dal 1919 al 1940, non<br />

potremo non fare frequenti riferimenti agli sviluppi di questa discipl<strong>in</strong>a e di quelle ad<br />

essa vic<strong>in</strong>e, nel periodo che abbiamo ora tratteggiato (1861-1918), dato che non esiste<br />

una soluzione di cont<strong>in</strong>uità nell’evolversi (<strong>in</strong> senso algebrico) della Matematica italiana<br />

<strong>in</strong> questi due periodi, come <strong>in</strong>vece accadde fra il periodo lagrangiano e la r<strong>in</strong>ascita della<br />

Matematica <strong>in</strong> Italia dopo il 1861.<br />

2. Vito Volterra ed il sorgere dell’Analisi funzionale<br />

È difficile <strong>in</strong>dividuare il nascere di una nuova branca della Scienza: spesso accade<br />

che diversi concetti e risultati preesistano alla costituzione ufficiale di una teoria e solo<br />

«a posteriori» essi vengano riguardati come appartenenti alla teoria stessa. Ciò è particolarmente<br />

vero per l’Analisi funzionale. Un aspetto importante di essa, il Calcolo delle<br />

variazioni, già siera affacciato nella seconda metà del XVII secolo nell’opera di Isacco<br />

Newton (1642-1727) (problema del solido di rivoluzione di m<strong>in</strong>ima resistenza) e successivamente<br />

<strong>in</strong> quella di Giacomo (1654-1705) e di Giovanni (1667-1748) Bernoulli<br />

(problemi della brachistocrona e isoperimetrici) per acquistare, poi, più ampio respiro<br />

con gli immortali contributi di Leonardo Eulero (1701-1783), prima, e di Giuseppe<br />

Luigi Lagrange, dopo. Ma se si conviene di far co<strong>in</strong>cidere il sorgere di una teoria<br />

con l’opera di chi ha manifestato di avere la piena coscienza che, con i suoi studi, sta<br />

aprendo un nuovo campo della Scienza, non vi è dubbio che Vito Volterra debba essere<br />

considerato come l’<strong>in</strong>iziatore dell’Analisi funzionale. Egli, <strong>in</strong> una Nota l<strong>in</strong>cea del 1887,

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