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l’analisi matematica <strong>in</strong> italia fra le due guerre 305<br />

Il lavoro, ora esposto, di Caccioppoli aperse la via ad una lunga serie di ricerche tendenti ad impiegare<br />

il teorema di Hahn-Banach e le estensioni di questo nella teoria esistenziale dei problemi al contorno l<strong>in</strong>eari<br />

dell’Analisi classica.<br />

Gli <strong>in</strong>teressi di Caccioppoli si estesero alla teoria della misura e dell’<strong>in</strong>tegrale, a quella<br />

delle funzioni pseudo-analitiche di una variabile complessa, alle funzioni analitiche di<br />

due variabili complesse, al calcolo delle variazioni per gli <strong>in</strong>tegrali multipli, al problema<br />

della quadratura delle superficie e, più <strong>in</strong>generale, della misura di varietà k-dimensionali<br />

<strong>in</strong> uno spazio ad n dimensioni. Anche se non sempre le sue trattazioni furono completamente<br />

esenti da imprecisioni, tanto da orig<strong>in</strong>are, talvolta, qualche troppo severa<br />

critica (T. Radó, 1948) [18], le idee <strong>in</strong> esse profuse ispirarono positivamente moltissimi<br />

matematici italiani. Il problema della quadratura delle superficie <strong>in</strong> forma parametrica<br />

(il caso, assai più semplice, di quelle <strong>in</strong> forma ord<strong>in</strong>aria era stato completamente trattato<br />

da Tonelli nel 1925), venne ripreso da Lamberto Cesari (1910-1990) e da Tibor Radó<br />

(1895-1965) che, <strong>in</strong>dipendentemente l’uno dall’altro, giunsero, fra il 1942 ed il 1946,<br />

ad una soluzione esauriente di esso.<br />

Luigi Fantappiè (1901-1956) fu un cultore di Analisi funzionale con caratteristiche<br />

completamente diverse di quelle di Renato Caccioppoli. A Fantappiè sideve la creazione<br />

di un’orig<strong>in</strong>ale teoria, quella dei funzionali analitici, alla quale, forse ancora oggi, non è<br />

stato chiesto tutto quello che essa può dare (Fantappiè, 1973) [8].<br />

Fantappiè non si servì della geometria degli spazi funzionali dove sono def<strong>in</strong>iti i<br />

suoi funzionali, ma potè costruire la sua teoria per una via puramente algoritmica,<br />

sfruttando unicamente il fatto che ciascuno di essi si considera come def<strong>in</strong>ito su classi<br />

di funzioni analitiche della variabile complessa z e che, <strong>in</strong>oltre, se la funzione, variabile<br />

<strong>in</strong>dipendente, dipende analiticamente, oltre che da z, daunparametro complesso α,<br />

allora il funzionale è, per def<strong>in</strong>izione, funzione analitica di α. Solo <strong>in</strong> seguito venne<br />

notato che alle classi funzionali dove vengono def<strong>in</strong>iti i funzionali di Fantappiè può<br />

darsi una struttura di spazio topologico T 0 .<br />

Particolarmente importante è la teoria nel caso dei funzionali l<strong>in</strong>eari. Per questi<br />

Fantappiè fornì unteorema di rappresentazione mediante il quale, poi, riuscì adedificare<br />

un rigoroso calcolo simbolico per una vasta classe di operatori l<strong>in</strong>eari, rappresentando,<br />

sotto opportune ipotesi, l’operatore come un funzionale analitico della sua funzione<br />

caratteristica. Estese poi, seppure parzialmente, la teoria ai funzionali analitici dipendenti<br />

da funzioni analitiche di più variabili complesse per le quali riuscì astabilire qualche<br />

risultato di per se stesso <strong>in</strong>teressante.<br />

Sia K un <strong>in</strong>sieme chiuso della sfera completa Σ e sia A la classe delle funzioni verificanti le seguenti<br />

condizioni: 1) ogni f (z) diA è olomorfa <strong>in</strong> un aperto A contenente K ;2)seA ∋∞riesce f (∞) =0. È<br />

ovvio che A è uno spazio l<strong>in</strong>eare complesso. Sia F (f )unfunzionale def<strong>in</strong>ito <strong>in</strong> A tale che F (f 1 )=F (f 2 ) se,<br />

essendo f k def<strong>in</strong>ita <strong>in</strong> A k (k =1; 2), è f 1 ≡ f 2 <strong>in</strong> A 1 ∩ A 2 .SeA ⊃ K e f (z; α) è def<strong>in</strong>ita per z ∈ A e α ∈ Ω<br />

ed è olomorfa rispetto a z e α, F [f (z; α)] è funzione olomorfa di α <strong>in</strong> Ω. F dicesi allora un funzionale<br />

analitico def<strong>in</strong>ito <strong>in</strong> A. Se sihaF (af 1 + bf 2 )=aF (f 1 )+bF (f 2 ), allora F èunfunzionale analitico l<strong>in</strong>eare.<br />

Sia K ⊂ A (A aperto) e sia D un aperto tale che K ⊂ D, D ⊂ A. Lafrontiera C di D sia costituita da una o<br />

più curve regolari. Per α ∈ C la funzione (α − z) −1 pensata come funzione di z appartiene ad A. Siponga

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