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«Conosco Capone da quando avevo quattordici anni Dopo il ko di Bojano ho capito che non ci credeva più» «Per vincere servono grande organizzazione e ottimi giocatori. Tre anni fa la rosa migliore» ’Caro patron, non facciamo più errori’ Giuseppe Todino, che a Città S.Angelo non ci sarà per infortunio, prova a motivare il presidente del Campobasso per il futuro «U mut u capisce a mamma» dice un vecchio adagio dialettale. In questo caso nella parte del figlio muto c’è Capone, in quella della mamma ritroviamo invece Giuseppe Todino. Una sorta di inversione dei ruoli vista l’età dei due. Ma visto il carattere un po’ indecifrabile, un po’ bizzoso del patron ci affidiamo al giovane Todino (24 anni) per sapere quello che realmente passa nella testa del presidente a pochi giorni dal proununciamento della verità santa sul prossimo campionato. Parliamo con l’esterno alto rossoblù perché tra i dirigenti e i giocatori del Lupo è quello che conosce Capone da più anni. Lo conosce e lo stima. E’ il suo pupullo, d’altronde. E lo considera quasi un padre putativo... calcisticamente parlando. «Avevo quattordici anni, quando l’ho visto per la prima volta - interviene il calciatore irpino frenato da uno stiramento che lo costringerà a saltare la gara di domani a Città Sant’Angelo - militavo nelle giovanili dell’Avellino. Lui mi vide giocare alcune partite. Poi passai all’Aglianese in C2 e ci perdemmo di vista. Tornato in Campania, all’Ariano lo ritrovai al termine di una gara contro il Montella. A fine match mi si avvicinò e disse: ’Se continui a giocare così bene, quando sarai più grande ti porterò nella mia squadra’». Il tempo ha dato ragione a Capone, sia come uomo Giuseppe Todino, compirà 25 anni tra due mesi Alla terza stagione con la maglia dei lupi, in Molise lo ha portato proprio Capone che mantiene le promesse, sia come talent scout visto che ritenevamo e continuiamo a ritenere Todino un giocatore di discreto valore. Dunque, Todino, lei dovrebbe conoscere il significato di ogni piega nello sguardo del patron. Cosa pensa stia frullando nella testa del presidente per il futuro? «In questo momento preciso non saprei cosa rispondere. Posso però dirvi che ho capito perfettamente quando il presidente ha smesso di crederci quest’anno. «E’ stato dopo il periodo magico di gennaio. Al primo intoppo dopo quel filotto di risultuati utili che ci aveva proiettato a sette punti dalla vetta, negli occhi del presidente vidi una profonda delusione. Intor- «Una persona così seria e generosa è un bene prezioso La città farebbe bene a tenersela stretta» no alla gara di Bojano, be sono convinto, non ci credeva già più». Pensa che Capone abbia sbagliato qualcosa in questi tre anni e mezzo di gestione? «Il presidente è uno che ci mette il cuore ed è una persona seria come poche altre ve ne sono in giro. Tutto quello che ha fatto finora - prosegue - lo ha fatto con una passione viscerale. E’ un generoso e come tutti i generosi, a volte, può commettere qualche errore di valutazione. Ma questo non condiziona il giudizio positivo che credo tutta la piazza campobassana dovrebbe avere su di lui. Uno così bisognerebbe tenerselo stretto». Quali sono gli errori, allora? «Beh, io credo che per vincere certi campionati ci voglia un’organizzazione precisa e accorta in tutti i dettagli. E poi ci vogliono i giocatori forti». Vuol dire che quelli di oggi non sono all’altezza? «No, assolutamente no. Ma se non siamo riusciti a vincere neanche quest’anno qualcosa vorrà pur dire...». Lei è a Campobasso dal primo anno vero di presidenza Capone. Quale squadra crede avesse più credenziali per poter vincere il campionato? «Senz’altro quella del primo anno. Di Nola, che era il mister, aveva davvero degli ottimi giocatori a disposizione. Questo almeno è il mio personale giudizio. Quello era l’anno buono...». E il futuro? Pensa di restare in Molise per il quarto anno di fila? «Diciamo che mi piacerebbe restare, ma prima vorrei valutare alcuni aspetti, per esempio - conclude Todino - la squadra che il presidente ha intenzione di allestire». I dubbi dell’esterno rossoblù sono i dubbi di tutti. Neanche lui riesce a penetrare più di tanto nei pensieri del patron. La sensazione è che Capone sia ancora fermo al bivio: da una parte c’è un’annata tranquilla in cui puntare sui giovani, con un tecnico altrettanto esuberante che sa lavorare anche per il settore giovanile; dall’altra c’è la quarta avventura verso la gloria con Di Somma in panca e una formazione equilibrata, esperta e forte sul piano mentale e tecnico. La differenza tra un’ipotesi e l’altra la faranno anche i molisani: quelli a cui Capone chiede vanamente una mano da troppo tempo. Dopo la trasferta in riva all’Adriatico, che concluderà il torneo, sarà lo stesso patron a sciogliere le riserve. Per ora ci consoliamo con il fatto che, grazie a lui, per un’altra estate, il calcio campobassano non sarà a rischio estinzione. Maurizio Cavaliere Squadra serena, domani mattina la partenza PARTITELLA a ranghi misti subito dopo il torello. Il Campobasso ha lavorato così ieri pomeriggio. Visi sereni e voglia di giocare hanno caratterizzato l’allenamento. Capitan Minadeo ha tenuto banco con la sua simpatia, seguito a ruota da un Follera in buona vena. Poi la gara in cui Di Somma ha mischiato le carte. In discrete consizioni anche Gennarelli che si candida per una maglia da titolare, anche se il tecnico, nel test di giovedì, ha schierato un centrocampo a tre con Casapulla, Cordua e Fazio centrale. Questa mattina è in programma la rifinitura, domani, di buon ora, la partenza per Città Sant’Angelo.
32 SPORT Farina carica il Bojano: domani servirà un ultimo sforzo «Abbiamo provato diversi schemi offensivi. Sono soddisfatto: ho visto il gruppo tonico e motivato» NUOVO oggi MOLISE Sabato 15 Maggio 2010 Caso Amita, altre società interessate hanno contattato il club bifernino. Il Casoli trema Il mister preferisce tenere gli avanti abruzzesi lontani dalla sua area Bojano, l’attacco è la miglior difesa Nella gara di Sant’Egidio alla Vibrata basta un punto, ma Farina vuole giocarsela BOJANO a testa bassa. La società, che si è mossa giovedì mattina per inoltrare un esposto al commissario dell’interregionale Carlo Tavecchio per informare della presunta posizione irregolare del calciatore del Casoli Antonio Amita, che non si sarebbe svincolato dalla società di provenienza (l’Ischia), non vuole che i calciatori biancorossi si distraggano nel momento decisivo della stagione. Domani i bifernini, privi degli squalificati Gioffré, Cappiello e Parentato, oltre che dell’infortunato Toraldo, giocheranno sul campo della Santegidiese che è già matematicamente in possosso del pass per i playoff, ma che con un risultato positivo potrebbe migliorare la posizione nel quartetto che affronterà Roby Aquaro fa incetta di proteine, il bomber granata proverà a ’infilzare’ anche la Recanatese A RECANATI i tifosi dell’Agnonese confermano che ci saranno. Il tecnico Massimo Agovino ringrazia e ammette: «Voglio congedarmi tra gli applausi regalando a questa gente l’ultima gioia di una stagione che reputo senz’altro positiva. Avrei preferito farlo domenica al Civitelle, ma purtroppo non ci siamo riusciti». Insomma, nelle Marche l’Olympia non andrà a fare una gita. «Nella maniera più assoluta - sottolinea Agovino - proveremo ad eguagliare i punti ottenuti nella passata stagione e dunque l’unico risultato che avremo a disposizione è la vittoria». Senza Bruno Pesce l’appendice del torneo. Il Bojano ha l’obbligo di conquistare quel punticino che lo riparerebbe da qualsiasi insidia. La salvezza diretta potrebbe arrivare anche in caso di ko e di contemporanea mancata vittoria della Renato Curi Angolana contro un Campobasso che, in riva all’Adriatico, giocherà con il coltello tra i denti per difendere l’orgoglio ferito da un mediocre finale di campionato. Farina, nel frattempo, inquadra l’ostacolo da superare. La Santegidiese è temibile, ma il Bojano ha lavorato in questo senso, non solo per domare i leoni dell’attacco vibratiano, ma soprattutto per mettere in apprensione la retroguardia della squadra di Fontana. «Abbiamo provato alcune soluzioni offensive - ci ha detto Farina al termine dell’allenamento di ieri - E devo dire di aver visto i miei motivati e tonici. Sono abbastanza soddisfatto». Farina e i suoi ragazzi vogliono insomma risolvere la questione direttamente sul campo, domani pomeriggio. Fermo restando che la partita che si giocherà in Federazione per il caso Amita, sarà comunque da seguire con attenzione perché come dice Farina: «Se il Casoli ha fatto qualcosa di irregolare è giusto che ne paghi le conseguenze. Il passo della società credo sia stato giusto». Non vorremmo essere nei panni di Logarzo e soci. Il fatto che l’esposto, non un ricorso (visto che i termini di presentazione erano ormai passati da diversi giorni) del Bojano sia arrivato con ritardo non autorizza i casolani a dormire a sette cuscini. Nello specifi- Sergio Ruggieri e il Bojano hanno sete di salvezza co il discorso non è similare a quello di una squalifica, nel qual caso per la società che avrebbe subìto il danno, sarebbe facile venire a conoscenza della magagna (sufficiente la distinta), visto che i documenti attinenti ai tesseramenti e agli svincoli non sono facilmente reperibili. Se poi Tavecchio, o chi per lui, optasse per il deferimento del club, a quel punto la palla passerebbe alla Federazione che potrebbe punire pesantemente il Casoli. Difficile fare previsioni, ma l’interessamento che ha suscitato la vicenda di Amita pare aver messo in moto un potente effetto a catena. Ieri alla società Bojano sono arrivare le chiamate di altri club in lizza nel girone F, interessati dalla questione sul piano della classifica. Tutto è ancora possibile. Ma prima ci saranno da giocare gli ultimi novanta minuti di campionato. Il Bojano partirà oggi pomeriggio. Stasera pernottamento a San Benedetto del Tronto. Poi partenza per la Val Vibrata con la speranza che a vibrare saranno soprattutto le reti della porta abruzzese. Maurizio Cavaliere Il tecnico dell’Agnone vuole eguagliare i punti della scorsa stagione: missione compiuta solo con una vittoria Agovino: «Nessuna gita a Recanati» squalificato, al suo posto torna Paolo Scampamorte (’89) e l’infortunato Vitale, il mister granata vara il 4- 2-1-3 con il centrocampista Lucio Boris Di Lollo (’93) in campo dal primo minuto. Così Fabio Di Vito (9 gol all’attivo in questa stagione) tornerà a vestire il ruolo di fantasista dietro le punte con il dichiarato intento di mandare a rete il suo gemello Roberto Aquaro, che ha la ghiotta occasione di superare il record Aquaro a caccia del gol che gli permetterebbe di superare il record in serie D (15) di marcature personali (15). Ma, stando alle promesse di Agovino, l’ultima gara del campionato offrirà un altro interessante spunto. Ovvero quello di far esordire nella ripresa due giovani del vivaio che portano il nome di Antonio Patriarca (’93) e Walter Scampamorte (’93). «Ragazzi interessanti a cui credo tantissimo - conclude il trainer altomolisano - e sui quali si può lavorare affinché l’Agnonese nella prossima stagione possa avere più juniores possibili a disposizione». Con una eventuale vittoria con uno o più gol di scarto, l’impresa non sarà facile visto che la Recanatese in chiave difensiva è un vero e proprio bunker (appena 18 le marcature subite), l’Olympia potrebbe assicurare al Trivento la palma di miglior difesa del torneo, visto che i trignini oggi hanno incassato 19 gol. Il tutto a patto che l’undici di Carrannante, impegnato in casa contro il Miglianico, non subisca nessuna rete. Infine, dopo l’attacco influenzale, Pietro Pifano (’89) è tornato ad allenarsi e a Recanati verrà schierato regolarmente in campo. Il match di domenica saluterà pure il ritorno tra i pali di Luca Zoghaib (’90). Per il resto confermato l’undici uscito sconfitto contro l’Angolana. mdo
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