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19] Dalle anticaglie d’archivio all’Istoria<br />
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stesso Mazzuchelli fu, infine, testimone di una tardiva riconciliazione<br />
fra i due contendenti.<br />
Quali conclusioni si possono trarre dalla lezione muratoriana<br />
e dall’influenza che questa ebbe sull’ambiente culturale<br />
bresciano della prima metà del Settecento? La risposta è difficilmente<br />
sintetizzabile. C’è però un fatto abbastanza chiaro:<br />
l’ambiente culturale bresciano di inizio secolo era attraversato<br />
da fermenti di rinnovamento, di svecchiamento pur<br />
nel rispetto di una tradizione che in passato aveva prodotto<br />
molto di buono e che poi pareva aver subito un’eclissi lunga<br />
tutto un secolo.<br />
La ripresa dell’attività editoriale di alto livello – dopo una<br />
lunga parentesi di editoria locale corriva per buona parte del<br />
Seicento – unitamente al risveglio dell’interesse per le radici<br />
della storia bresciana sono testimonianze dirette della vitalità<br />
della lezione muratoriana e degli indubbi benefici che questa<br />
apportò all’interno della nostra città. A riprova di ciò emerge<br />
un fatto non trascurabile: se è vero che molte opere muratoriane<br />
andarono ad arricchire le collezioni librarie pubbliche,<br />
monastiche e private di Brescia, è anche vero che molte opere<br />
uscite dalla penna di autori bresciani e qui prodotte, andarono<br />
ad arricchire la libreria privata del modenese e, grazie al<br />
tramite rappresentato dalla sua persona, anche di molti corrispondenti<br />
in altre località d’Italia.<br />
Nel corso del Settecento in Lombardia si assiste all’affermazione<br />
di un nuovo spirito che propugna la scoperta dei documenti<br />
e l’analisi del contenuti degli archivi e che procede attraverso<br />
l’eliminazione sistematica dalla produzione storiografica<br />
delle ricostruzioni di fantasia e il deciso abbandono<br />
delle fonti narrative, terreno prediletto degli storici del Sei-<br />
to di chiedere la riforma delle feste. Il tanto strepitare d’esso eminentissimo<br />
ha fatto abortire la conceputa idea, e sturbato chiunque formava di sì fatti<br />
desiderii. I poveri hanno a lui questa obbligazione e Dio sa quando verrà<br />
più un Papa di tanta benignità...». Ibidem, XI, p. 5167, lettera n. 5561 e p.<br />
5183, lettera n. 5584.