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10 Ferraglio.pdf - BOLbusiness

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7] Dalle anticaglie d’archivio all’Istoria<br />

313<br />

blicò nel 1729 nel tomo XIV dei Rerum Italicarum Scriptores:<br />

un elogio alla memoria di Giulio Antonio Averoldi si può leggere<br />

nella prefazione muratoriana al Chronicon6 .<br />

Il carteggio tra Muratori e Averoldi padre venne bruscamente<br />

interrotto dalla morte di quest’ultimo, avvenuta il 5 giugno<br />

del 1717. Le sue ultime lettere, scritte tra il settembre del<br />

1716 e il maggio del 1717, resero il modenese partecipe di una<br />

scoperta destinata ad avere importanti sviluppi negli anni successivi,<br />

grazie anche all’interessamento (non puramente erudito<br />

e scientifico) del cardinal Querini. Si tratta del Dittico di<br />

Boezio, che Averoldi aveva provveduto a far disegnare e intagliare<br />

in rame e sul quale aveva già raccolto informazioni e pareri<br />

di diversi studiosi.<br />

Analogamente ad Averoldi padre, anche il figlio Gian Vincenzo<br />

si occupò dello smercio di opere muratoriane a Brescia.<br />

Nel 1720 fece venire in città cento copie degli Esercizi spirituali<br />

esposti secondo il metodo del padre Paolo Segneri (Modena<br />

1720) che Muratori aveva dedicato al Barbarigo, vescovo<br />

di Brescia, dopo essersi avvalso dell’aiuto di Averoldi figlio<br />

per l’elaborazione della lettera dedicatoria. Difficoltà<br />

commerciali, dovute alla velata ostilità dei librai bresciani e a<br />

un prezzo di vendita troppo elevato, fecero sì che l’operazione<br />

non andasse a buon fine e che delle cento copie l’Averoldi<br />

ne riuscisse a vendere solo tre o quattro7 . Il disastroso programma<br />

di vendita, che coinvolse, fra l’altro, anche i Sermones<br />

di san Gaudenzio, editi in quello stesso anno da Paolo Ga-<br />

6 Riferendosi all’esemplare manoscritto dell’opera: «Illius exemplum<br />

iamdiu mihi paraveram cura doctissimi viri et singularis amici mei, dum vixit,<br />

Julii Antonii Averoldi, equestri loco in eadem Urbe nati», pag. 773.<br />

7 In una lettera senza data (ma del 1720), dichiara: «Per quanto zelo siasi<br />

trasfuso ne i bresciani per opra dell’eminentissimo Barbarigo a gli esercizi<br />

spirituali, esso però non li ha per questo forniti de i mezzi necessarii per<br />

provedersi di libri concernenti a questa materia, che sono i danari di cui al<br />

presente molto ne scarseggia tutta la provincia». Cfr. L. A. MURATORI, Carteggi<br />

con Amenta … Azzi, a cura di M. G. Di Campli e C. Forlani, Firenze,<br />

Olschki, 1995, pp. 346-347, lett. n. 15.

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