Rischio da agenti chimici - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ...
Rischio da agenti chimici - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ...
Rischio da agenti chimici - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
50 G Ital Med Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />
http://gimle.fsm.it<br />
mo<strong>da</strong>lità <strong>di</strong> effettuazione <strong>del</strong>le attività <strong>di</strong> pulizia e manutenzione dei<br />
macchinari in dotazione ai reparti <strong>di</strong> produzione. Si è poi provveduto ad<br />
un aggiornamento <strong>del</strong>la formazione specifica dei lavoratori realizzata<br />
congiuntamente <strong>da</strong>l Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> e <strong>da</strong>i servizi tecnici azien<strong>da</strong>li in<br />
merito alle mo<strong>da</strong>lità <strong>di</strong> effettuazione dei compiti e <strong>del</strong>le fasi <strong>di</strong> lavoro a<br />
particolare rischio anche alla luce <strong>del</strong>le mo<strong>di</strong>fiche tecniche introdotte<br />
nelle mo<strong>da</strong>lità manutentive <strong>del</strong>le macchine. Si è poi programmata una ulteriore<br />
campagna <strong>di</strong> misurazioni <strong>di</strong> igiene industriale nei reparti per valutare<br />
gli effetti degli interventi preventivi attivati.<br />
I primi risultati ottenuti <strong>da</strong>i campionamenti ambientali ed in<strong>di</strong>viduali<br />
effettuati, pur in fase <strong>di</strong> rivalutazione tramite ulteriori misurazioni attualmente<br />
in corso, sembrano aver consentito anche in tutte le fasi rivelatesi<br />
in precedenza a particolare rischio <strong>di</strong> riportare i livelli <strong>di</strong> esposizione dei<br />
lavoratori al <strong>di</strong> sotto dei TLV.<br />
DISCUSSIONE<br />
La ricerca ha evidenziato come nei reparti <strong>di</strong> sintesi chimica anche in<br />
situazioni <strong>di</strong> usuale rispetto dei limiti <strong>di</strong> inquinamento ambientale <strong>di</strong> sostanze<br />
chimiche sia possibile riscontrare in situazioni particolari, usualmente<br />
non monitorate e poco considerate nelle valutazioni <strong>del</strong> rischio specifico,<br />
un anche rilevante scostamento rispetto ai parametri <strong>di</strong> accettabilità<br />
<strong>del</strong>le esposizioni. Ciò rende evidentemente opportuna l’adozione, soprattutto<br />
nel caso <strong>di</strong> sintesi <strong>di</strong> sostanze altamente tossiche o cancerogene, <strong>di</strong> una<br />
maggiormente estesa e frequente pratica <strong>di</strong> monitoraggio ambientale che<br />
consenta una valutazione puntiforme e più articolata <strong>del</strong>le possibili esposizione<br />
professionali. Ciò potrebbe consentire <strong>di</strong> evidenziare una eventuale<br />
non completa adeguatezza, nel caso specifico fortunatamente non presente,<br />
dei DPI specifici in dotazione con conseguente possibile esposizione <strong>di</strong>retta<br />
dei lavoratori ai composti presenti nelle lavorazioni. L’approccio inter<strong>di</strong>sciplinare<br />
tra le <strong>di</strong>verse figure che in impresa a vario titolo hanno compiti e responsabilità<br />
inerenti la gestione e la tutela dei lavoratori ha consentito <strong>di</strong><br />
evidenziare una situazione nascosta <strong>di</strong> potenziale criticità, ha permesso <strong>di</strong><br />
definirne la entità, <strong>di</strong> poter escludere la eventuale insorgenza nei lavoratori<br />
<strong>di</strong> problematiche <strong>di</strong> salute e soprattutto sembra aver potuto far attivare<br />
quegli interventi tecnici <strong>di</strong> prevenzione primaria più opportuni per eliminare<br />
le possibili fonti anomale <strong>di</strong> esposizione professionale.<br />
Centrale appare ovviamente in questo percorso inter<strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>la valutazione dei rischi il ruolo <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>.<br />
A lui compete non solo ovviamente la realizzazione <strong>di</strong> un idoneo<br />
piano <strong>di</strong> sorveglianza sanitaria ma anche più in generale la gestione <strong>di</strong> raccordo<br />
tra competenze tecniche, competenze organizzative e competenze<br />
sanitarie presenti in impresa alla luce <strong>del</strong>la terzietà <strong>del</strong> suo ruolo rispetto<br />
alla gestione <strong>del</strong> rapporto tra impresa e lavoratori ma soprattutto per la poliedricità<br />
<strong>di</strong> conoscenze scientifiche che classicamente caratterizza il profilo<br />
professionale <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>. La presente ricerca ha evidenziato<br />
come anche in imprese <strong>di</strong> rilevanti <strong>di</strong>mensioni e caratterizzate <strong>da</strong><br />
cicli produttivi con attività ben co<strong>di</strong>ficate può emergere qualche lacuna<br />
informativa sulla possibile esposizione dei lavoratori al rischio chimico.<br />
Ciò rende opportuna quin<strong>di</strong> una considerazione generale sui profili <strong>di</strong> tutela<br />
che è opportuno che i DPI debbano garantire in tale comparto.<br />
Sembra infatti <strong>di</strong>ffondersi tra i tecnici <strong>del</strong>la prevenzione la tendenza sia<br />
per ridurre i costi a carico <strong>del</strong>le imprese, sia per aumentare la como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />
utilizzo dei DPI stessi <strong>da</strong> parte dei lavoratori <strong>di</strong> scegliere DPI che sotto il<br />
profilo <strong>di</strong> sicurezza siano si in grado <strong>di</strong> proteggere i lavoratori <strong>da</strong>i rischi<br />
definiti e quantificati nel documento <strong>di</strong> valutazione dei rischi, ma che non<br />
abbiano un rilevante margine <strong>di</strong> protezione ove i rischi per motivi vari si<br />
<strong>di</strong>mostrino in modo rilevante maggiori <strong>di</strong> quanto atteso.<br />
Un atteggiamento prudenziale e la conseguente scelta <strong>di</strong> DPI comportanti<br />
un sicuro margine <strong>di</strong> sovra protezione sembra al contrario una<br />
linea <strong>di</strong> condotta più consigliabile.<br />
CONCLUSIONI<br />
Un approccio azien<strong>da</strong>le alla valutazione <strong>del</strong> rischio chimico realmente<br />
inter<strong>di</strong>sciplinare sembra essere la più consona procedura per approfon<strong>di</strong>re<br />
la effettiva esposizione dei lavoratori ai composti utilizzati nei<br />
reparti <strong>di</strong> sintesi soprattutto nel settore farmaceutico.<br />
Anche ove infatti siano usualmente rispettati i limiti normativi <strong>di</strong><br />
esposizione, non è sempre semplice escludere momentanee e spora<strong>di</strong>che<br />
esposizioni a livelli anomali degli inquinanti con possibili ricadute sulla<br />
salute dei lavoratori. Una scelta cautelativamente sovra protettiva dei<br />
DPI <strong>da</strong> assegnare ai lavoratori rispetto ai profili <strong>di</strong> rischio valutati negli<br />
usuali cicli produttivi sembra una prassi consigliabile in generale. Un si-<br />
mile approccio è opportuno soprattutto nelle imprese <strong>del</strong> settore ove si<br />
usino composti a tossicità elevata o con capacità cancerogenetica, mutagena<br />
o teratogena.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Bardsley-Elliot A, Noble S, et al. Mycophenolate Mofetil: a review of its<br />
use in the management of solid organ transplantation. Biodrugs<br />
1999; 12: 364-410.<br />
Cantarovich M, Brown N, et al. Mycophenolate monitoring in liver, thoracic,<br />
pancreas and small Bowell transplantation: a consensus report,<br />
Transplantation Reviews 2011; 25: 65-77. Transplantation Procee<strong>di</strong>ngs<br />
2011; 43: 478-481.<br />
RC 18<br />
MONITORAGGIO AMBIENTALE E BIOLOGICO<br />
IN UN GRUPPO DI LAVORATORI ESPOSTI<br />
AD UNA MISCELA DI 2,4- E 2,6-TOLUENDIISOCIANATO<br />
R. Bergonzi, G. De Palma, D. Festa, R. Ghitti, I. Cortesi, P. Apostoli<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sperimentale ed Applicata, Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />
<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> ed Igiene Industriale, Università <strong>di</strong> Brescia, Piazzale Spe<strong>da</strong>li<br />
Civili 1, 25123 Brescia<br />
Corrispondenza: Dr. Giuseppe De Palma<br />
RIASSUNTO. Lo stu<strong>di</strong>o è stato condotto in lavoratori <strong>di</strong> un’azien<strong>da</strong><br />
che produce poliuretano espanso, allo scopo <strong>di</strong> caratterizzarne l’esposizione<br />
a toluen<strong>di</strong>isocianato (TDI) con un approccio combinato <strong>di</strong> monitoraggio<br />
ambientale e biologico. I livelli <strong>di</strong> esposizione a 2.4- e 2.6-TDI nel reparto<br />
schiumatura erano rispettivamente nel range 3.32-18.86 µg/m 3 e 5.48-47.84<br />
µg/m 3 . Il monitoraggio biologico era effettuato misurando i metaboliti specifici<br />
urinari 2,4- e 2,6-toluen<strong>di</strong>amina (TDA) in gas-cromatografia accoppiata<br />
alla spettrometria <strong>di</strong> massa. Le concentrazioni ambientali <strong>di</strong> TDI erano<br />
significativamente correlate con i rispettivi in<strong>di</strong>catori biologici. Il monitoraggio<br />
biologico confermava una rapi<strong>da</strong> cinetica degli in<strong>di</strong>catori, con una<br />
tendenza all’accumulo nei lavoratori maggiormente esposti.<br />
Parole chiave: toluen<strong>di</strong>isocianato, toluen<strong>di</strong>amina, monitoraggio<br />
biologico.<br />
INTRODUZIONE<br />
Gli isocianati comprendono dei composti aromatici o alifatici contenenti<br />
il gruppo funzionale N=C=O, che conferisce loro un’elevata reattività.<br />
Rientrano in questa famiglia i toluen<strong>di</strong>isocianati (TDI), utilizzati,<br />
come miscela degli isomeri 2,4 e 2,6, nella produzione <strong>di</strong> schiume poliuretaniche<br />
espanse. L’esposizione professionale avviene principalmente<br />
per via respiratoria durante la fase <strong>di</strong> schiumatura, a seguito <strong>del</strong>l’evaporazione<br />
dei monomeri, ma anche per via percutanea. Nella proposta <strong>di</strong><br />
mo<strong>di</strong>fica <strong>del</strong> valore limite soglia ponderato per la durata <strong>del</strong> turno <strong>di</strong> lavoro<br />
(TLV-TWA) <strong>da</strong> parte <strong>del</strong>l’ACGIH è riportata la notazione “cute”,<br />
oltre alla riduzione <strong>del</strong> TLV-TWA <strong>da</strong> 5 (35 µg/m 3 ) a 1 ppb (7 µg/m 3 ) e<br />
<strong>del</strong> valore limite <strong>di</strong> esposizione a breve termine (TLV-STEL) <strong>da</strong> 20 (140<br />
µg/m 3 ) a 3 ppb (21 µg/m 3 ) (1). L’esposizione a TDI può associarsi alla<br />
comparsa <strong>di</strong> sintomi, sia acuti che cronici, <strong>di</strong> tipo irritativo-infiammatorio<br />
a carico <strong>del</strong>le mucose esposte (respiratoria, oculare) e <strong>del</strong>la cute, ma<br />
anche <strong>di</strong> tipo allergico (2). La IARC (3) ha classificato i TDI come possibili<br />
cancerogeni umani (gruppo 2B) e l’UE (<strong>di</strong>rettiva 67/548/CEE) li<br />
classifica cancerogeni <strong>di</strong> Gruppo 3, con frase <strong>di</strong> rischio R40. Il monitoraggio<br />
biologico può essere condotto determinando i due metaboliti 2,4e<br />
2,6-toluen<strong>di</strong>ammina (2,4-TDA e 2,6-TDA), rilasciati <strong>da</strong>gli addotti proteici<br />
dopo idrolisi <strong>del</strong> campione urinario (4).<br />
Il presente stu<strong>di</strong>o è stato condotto con l’obiettivo <strong>di</strong> valutare l’esposizione<br />
a miscele <strong>di</strong> 2,4- e 2,6-TDI con un approccio combinato <strong>di</strong> monitoraggio<br />
ambientale e biologico.<br />
MATERIALI E METODI<br />
Soggetti<br />
L’in<strong>da</strong>gine è stata condotta in un impianto <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> schiuma<br />
poliuretanica, su 16 lavoratori (15 maschi), età me<strong>di</strong>a 39.5±7.6 anni, <strong>di</strong>