DELL - Camera dei Deputati

ciò facendo, ci deve preoccupare il pensiero di essere ingrati, o quello,
meno nobile, della paura.
L'approvazione della parte principale del trattato proverà come
gl'Italiani sentano il debito della gratitudine e questo sentimento
degli animi gentili e liberi sapremo dilnostrarlo in quei casi non lontani,
nei quali potrebbe Europa essere avvolta. l\'l:a, sapendo che
ogni cosa ha un confine, noi non disdiremo all'onore nazionale, che
è patrimonio inalienabile quanto, e più, dell'onore individuale: e se
vi fossero dei Silva, noi non saremo gli Ernani. (Bene I).
Nè ci preoccupi tampoco il pensiero di poter incontrare pericoli.
Noi facciamo il debito nostro; ove la forza delle cose fosse più potente
della forza del diritto e della giustizia, il Governo, che può conoscere
cose che a noi non possono comunicarsi, ha sempre il diritto di appellare
da noi alla nazione mercè l1uove elezioni. Ma intanto il C·overno,
colla forza che gli darebbe il voto del Parlamento, potrebbe
intavolare nuove trattative. E la storia d'Europa vi dice quanti
mutamenti si sieno ottenuti nelle revisioni de' trattati.
Quindi per ora io credo che la Camera debba accettare l'ordine
del giorno proposto dagli onorevoli preopinanti; crederei però che
sarebbe assai più consono ai principii costituzionali lo additarne un
altro assai più semplice, e sarebbe questo:
« l,a Camera, ritenuto che non si può passare alla votazione
delle popolazioni pnma che il Parlamento si sia pronunciato sul
trattato 24 marzo, passa all'ordine del giorno. ))
PRESIDENTE. Il nlinistro per 1'interno ha facoltà di parlare.
FARINI, ministro per l'interno. Secondo lo Statuto si appartiene
al Parlamento la approvazione di tutti i trattati che importano un
cambiamento nel territorio dello Stato. Gli onorevoli preopinanti
hanno tacciato il Governo d'incostituzionalità, perchè esso abbia
provveduto a che le popolazioni del circondario di Nizza e della
Savoia siano consultate per suffragio diretto ed universale.
Ora, se è vero che per diritto costituzionale null'altra cosa sia
stabilita che 1'approvazione del Parlamento, egli è manifesto che il
consultare le popolazioni, anzichè violare in veruna guisa questo diritto
costituzionale, non fa altra cosa che agevolare ai rappresentanti
del popolo i modi di giudicare della volontà del paese. Quindi, siccome
al Parlamento si appartiene solo il decidere se il trattato debba
essere sì o no approvato, la prerogativa parlamentare non è in veruna
guisa offesa dal voto precedente, potendo sempre il Parlamento,
anche dopo il voto, pronuncìarsi per la non approvazione del trattato.
- 121-