“STOP ALLE STRISCE PEDONALI” ELABORATO DI SINTESI

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. 10 . a ridosso delle fermate, che invadono le corsie stradali provocando ulteriori ed inutili attese. Un controsenso alla mobilità e alla vivibilità per tutti gli utenti della strada ed alle garanzie dei tempi d’intervento delle emergenze, configurandosi uno scenario quotidiano di utenti inevitabilmente stressati, in città invivibili; con l’estensione smisurata degli spazi pedonali, soprattutto nelle piazze e negli incroci senza alcun criterio logico, si è andati in antitesi alle vere esigenze di circolazione e sicurezza stradale, ma soprattutto di sicurezza in genere. Da rilevare lo spostamento in avanti del punto dove i conducenti debbono regolare le precedenze sugli altri veicoli, stravolgendo e peggiorando le condizioni dei pedoni sui loro attraversamenti, che di fatto è come se fossero stati arretrati ulteriormente rispetto al punto dove i veicoli adesso debbono fermarsi per concedere precedenza ai veicoli sopraggiungenti da altre direzioni. Questi punti spostati in avanti, sono distinguibili dalla segnaletica a terra orizzontale di tanti triangolini in sequenza rivolti verso il basso, denominati anche (denti di pescecane). Se prima le strisce erano relativamente in prossimità dei punti dove i veicoli regolavano la precedenza per gli altri veicoli, adesso c’è molta più distanza. I passaggi pedonali si ritrovano abbondantemente prima della normale decelerazione dei veicoli al punto d’intersezione incroci o piazze e quindi risultano più pericolosi di prima, perché i veicoli si trovano con una maggiore velocità, non essendo ancora nelle vicinanze degli incroci. E’ troppo pericoloso e fastidioso spezzettare così la marcia dei veicoli, prima per rispettare i pedoni e poi dopo m20- 50 rifermarsi agli incroci per gli altri veicoli. Quindi molto meglio destinare i passaggi pedonali prima e attigui ai punti di precedenza veicoli, anteponendo lo stop per i veicoli agli attraversamenti ottenendo così automaticamente velocità ridottissime dei mezzi nelle intersezioni, perché già abbondantemente prossimi a pochi metri dal punto successivo. L’obbligo di stop, che anticipa le strisce pedonali ed immediatamente poi il punto per la precedenza veicoli, conferisce più sicurezza sia ai pedoni, che agli stessi veicoli, proprio per la velocità smaltita progressivamente dai veicoli passanti in questi due punti. In questo modo si evitano anche tamponamenti tra le correnti di traffico, perché meglio regolate. Queste modifiche infrastrutturali hanno irrigidito tale elemento dell’intero sistema: infrastrutturauomo-veicolo. Tali scelte di forzare le correnti di traffico convogliandole in “trincee” di asfalto e cemento, senza loro permettere percorsi alternativi percorribili, ad opera di marciapiedi e cordoli alti, guarda rail interminabili simili a barriere, privano e scoraggiano possibili scelte in tempo reale di cambi di percorso alle eventuali situazioni di emergenza ed alle esigenze del momento dei conducenti, togliendo flessibilità agli altri due elementi del sistema: veicoli e conducenti, a discapito di quel regime di percorrenza utile alla circolazione stradale per sopravvivere, garantendo uno scorrimento dei flussi accettabile sulle arterie stradali. Traducendolo in termini tecnici si è andati a peggiorare la capacità di circolazione, che esprime il tempo di occupazione dei veicoli sulle strade, compatibilmente con la possibilità di percorsi alternativi. Ne discende che nelle vecchie città non si possono adottare integralmente nuove soluzioni derivanti da nuovi concetti, anche se concettualmente migliorativi, perché risulterebbero invece peggiorativi. Più che opportuna quindi trovare la giusta adattabilità dei nuovi concetti in relazione allo scenario considerato, in base alla funzionalità ed efficacia dell’intero sistema. Anche per gli altri elementi del sistema, i comportamenti errati ed a volte incosciénti degli stessi utenti deboli hanno forte rilievo sulla sicurezza stradale. Essi infatti abitualmente nell’attraversare anche sulle strisce: • si distraggono pericolosamente impegnandosi Roma 19 lug 2010 Paolo Castorino copyright © All rights reserved www.evosafety.it
in altre attività, come conversare al telefono, ascoltare musica in cuffiette, inviare sms, ecc, ignari della riduzione della percezione di allerta e riduzione dell’attività del processo cognitivo mentale, indispensabile per gestire al meglio possibili rischi in quei momenti cruciali. In pratica si è poco vigili e molto meno reattivi; • allo stesso modo anche i ciclisti si comportano scorrettamente, viaggiando sui marciapiedi, guidando con una mano per telefonare, sms, cuffiette, ecc. .Questi spesso quando attraversano sulle strisce non scendono portando a mano la bici; • attraversamenti improvvisi ed indiscriminati da parte dei pedoni e ciclisti anche quando li effettuano sulle strisce pedonali, mettono a dura prova i riflessi dei conducenti, che vedendoseli all’ultimo momento, incolpevoli tentano di arrestarsi immediatamente o schivarli. Questo può provocare investimenti, incidenti ed anche tamponamenti tra i veicoli per brusche frenate; • ma sono i conducenti la maggior parte delle volte colpevoli ed indisciplinati nel non rispettare i pedoni. Anche quando quest’ultimi passano sugli attraversamenti, capita spesso che i conducenti tentano di scoraggiare i pedoni cercando di passare sul lato estremo della strada anche coi pedoni già a metà della corsia. Questo lo si può notare osservando le mani dei conducenti sullo sterzo o sul manubrio cambiare direzione, tentando di evitare i pedoni come un ostacolo scomodo, senza invece preoccuparsi intanto di rallentare per terminare la manovra con la fermata a favore dei pedoni. Il più delle volte riescono in questa manovra incosciente sfiorando pericolosamente i pedoni. Solo quando non possono far altro concedono la precedenza ai malcapitati pedoni. Sempre spesso si verifica che i pedoni una volta conquistato il passaggio e si accingono nel completarlo sono costretti a sbrigarsi e guardarsi per non essere investiti dai veicoli, che quest’ultimi non volendo attendere lo stretto tempo necessario per l’attraversamento completo, li schivano o meglio li sfiorano anche in questo caso; • anche i conducenti delle due ruote, dall’alto della loro visuale, ne approfittano rischiosamente passando prepotentemente nel risicato spazio rimasto ancora libero tra vettura e marciapiede, nonostante il veicolo che precede abbia arrestato la marcia per concedere il passaggio ai pedoni, trovandosi quest’ultimi ancora in fase di attraversamento a metà della corsia dalla parte “protetta” della vettura; • non si rispettano i tempi per gli attraversamenti, anzi si mette fretta ai pedoni. Questi possono essere anziani, disabili, persone e lavoratori che trasportano pesi, animali domestici al guinzaglio difficilmente gestibili, ecc.; • questi episodi sono la conferma che i conducenti non prestano più attenzione e soprattutto non dimostrano più rispetto alle regole base di educazione civica e del C.d.S. ; • non in tutti i crocevia ci sono le strisce su tutti e quattro i lati esponendo i pedoni in attraversamenti pericolosi, proprio sul quel lato sprovvisto. Forse non pianificato o dimenticato è motivo di rischio per i pedoni, che naturalmente il senso pratico suggerisce loro proprio lì l’attraversamento, anziché raggiungere il punto opposto della corsia bordeggiando sugli altri tre lati dell’intero incrocio; • limitazione della visuale per i pedoni, a causa delle veicoli in sosta in doppia fila in prossimità degli attraversamenti. Roma 19 lug 2010 Paolo Castorino copyright © All rights reserved www.evosafety.it . 11 .
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