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“STOP ALLE STRISCE PEDONALI” ELABORATO DI SINTESI

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Modifica del comma1 all’articolo 191<br />

del D. Lgs. n. 285 del 1992, in materia di<br />

attraversamenti pedonali.<br />

Articolo 34 L. 120 del 29 Lug 2010 “Disposizioni<br />

in materia di Sicurezza Stradale”<br />

(in grassetto le modifiche apportate)<br />

1. Quando il traffico non è regolato da agenti<br />

o da semafori, i conducenti devono fermarsi<br />

quando i pedoni transitano sugli attraversamenti<br />

pedonali. Devono, altresì, dare la precedenza,<br />

rallentando e all’occorrenza fermandosi, ai<br />

pedoni che si accingono ad attraversare sui<br />

medesimi attraversamenti pedonali. Lo stesso<br />

obbligo sussiste per i conducenti che svoltano<br />

per inoltrarsi in un’altra strada al cui ingresso<br />

si trova un attraversamento pedonale, quando<br />

ai pedoni non sia vietato il passaggio. Resta<br />

fermo il divieto per i pedoni di cui all’articolo 190,<br />

comma 4 (sanzioni amministrative).<br />

Quindi in sintesi si è voluto conferire più<br />

importanza al pedone, con la novità di<br />

obbligare tutti i tipi di veicoli a fermarsi<br />

quando i pedoni stanno attraversando. Invece<br />

rallentare dare precedenza e all’occorrenza<br />

fermarsi, anche solo quando essi accennano<br />

l’attraversamento. Apprezzabile, ma<br />

certamente non basta ed è ben poco aver<br />

integrato solo lievemente col la recente<br />

disposizione il concetto dell’art 191 del<br />

C.d.S. in materia di attraversamenti pedonali.<br />

Serve invece un forte cambiamento alla base<br />

degli articoli del C.d.S. interessati, così da<br />

indurre appropriati comportamenti a tutti gli<br />

utenti, anche sotto il profilo del senso civico,<br />

ottenendo una migliore interazione e rispetto<br />

tra conducenti e pedoni per la sicurezza sulle<br />

strade!<br />

. 4 .<br />

2. STATO ATTUALE E RISChI<br />

Il tema degli attraversamenti pedonali è<br />

estremamente delicato. I pedoni ed i ciclisti devono<br />

avere la precedenza sulle altre componenti di<br />

traffico e tra questi due è il pedone che ha diritto<br />

a precedere, perché sprovvisto di qualsiasi<br />

mezzo di trasporto, più lento e senza protezioni,<br />

risultando appunto il più debole. L’occupazione<br />

dello spazio strada degli utenti più vulnerabili nel<br />

caso specifico (pedoni e ciclisti) si determina con<br />

la possibilità di muoversi da un lato all’altro delle<br />

sezioni stradali, percorrendo gli attraversamenti<br />

individuati da precisi punti sull’asfalto. Questo non<br />

accade sempre, dovuto al pericolo provocato dai<br />

pedoni che attraversano fuori dai camminamenti<br />

e quando non si configura tale situazione, i veicoli<br />

non rispettano comunque gli utenti sulle strisce<br />

prestabilite, con la componente che quest’ultime<br />

sono localizzate non sempre in punti idonei per<br />

garantire la sicurezza alla mobilità pedonale e<br />

di conseguenza anche per le altre correnti di<br />

traffico. Da ciò diventa difficile l’interazione tra<br />

pedoni e veicoli, divenuto problema rilevante<br />

socio-sanitario e di circolazione stradale,<br />

per via delle regole non rispettate e cattive<br />

abitudini, ormai consolidate da entrambe le parti.<br />

Conseguentemente si evidenzia subito che gli<br />

utenti deboli sono sfavoriti rispetto ai mezzi di<br />

trasporto motorizzati, per questo a rigor di logica<br />

meriterebbero percorsi distinti e separati, ma<br />

questo è quasi impossibile, se non in nuovi centri<br />

urbani ultramoderni, dove si possono progettare<br />

all’origine camminamenti sicuri, protetti dalle<br />

sedi stradali e quando le Amministrazioni Locali<br />

vogliono affrontare il problema veramente alla<br />

base, evitando il più possibile ogni potenziale<br />

collisione tra pedoni e mezzi di trasporto, sia<br />

nei centri urbani non più recenti, sia nelle zone<br />

ad alta densità di circolazione e di scorrimento<br />

veloce, introducendo modifiche all’assetto<br />

urbano. Certo tenendo conto di tutte le esigenze<br />

e particolarità dei casi per ogni singolo Comune,<br />

tali modifiche comporterebbero qualche<br />

variazione alla pianificazione urbanistica, ma<br />

inevitabili per riordinare la circolazione dando<br />

sicurezza ed armonia alle correnti di traffico<br />

veicolari e pedonali. La questione è trovare il<br />

giusto compromesso su quanto spazio destinare<br />

ai pedoni e quanto darne ai veicoli, senza<br />

congestionare la circolazione dei diversi flussi,<br />

ma soprattutto in funzione dei soccorsi, per le<br />

Roma 19 lug 2010 Paolo Castorino copyright © All rights reserved www.evosafety.it

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