physique amusante - Treccani
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fanciulli secondo i principî di una istruzione 'illuminata'. Nell'opera di James Ferguson<br />
(1710-1776) The young gentleman and lady's astronomy, per esempio, Eudosia, il<br />
personaggio della giovane signora che si dedica all'apprendimento della filosofia<br />
naturale, all'inizio delle lezioni si chiede con timore: "Non sarò forse derisa per aver<br />
cercato di imparare ciò che, secondo gli uomini, si addice solo a loro?" (p. 2).<br />
Neander, fratello ed educatore della giovane donna, la rassicura: "Non da un uomo<br />
che ragioni correttamente" (ibidem). Lo studio della Natura, spiega Neander, "[infonde<br />
nelle nostre menti] le più nobili idee sulla grandezza del Creatore e della sua opera, e<br />
di conseguenza ci [porta] più vicino a Lui" (ibidem). L'astronomia, inoltre, favoriva<br />
l'armonia domestica e il rispetto dei valori familiari; se fosse più studiata dalle donne,<br />
continua Neander, "la conseguenza sarebbe che le signore disporrebbero di un modo<br />
razionale di trascorrere il tempo a casa e non sarebbero attratte da ordinari e<br />
dispendiosi passatempi, andando alla ricerca di carte, palle e altri giochi; esse<br />
diverrebbero quindi mogli, madri e amanti molto migliori; ciò dovrebbe sembrare<br />
ovvio a chiunque sia dotato di buon senso" (ibidem, pp. 45-46). Tuttavia, non tutti<br />
concordavano con questa tesi e le signore che si dedicavano allo studio della filosofia<br />
della Natura sapevano che le loro ricerche erano disapprovate da un certo settore<br />
della società elegante. Così, il precettore dell'opera di Algarotti Il newtonianismo per le<br />
dame avverte la Marchesa di E*** di essere prudente nella scelta dei suoi<br />
interlocutori: "E a voi non mancherà forse [...] chi dica, che molto più ne sapete, che<br />
non conviensi per avventura ad una Dama [...]. Ben per lei che voi saprete dissimular<br />
talora il vostro sapere con coloro, che si beffan di ciò che dovrebbono imparare, e che<br />
alla Scienza della Fisica voi congiungerete anco quella del Mondo" (pp. 299-300). Se i<br />
dialoghi immaginari di Fontenelle, Algarotti, Ferguson e di altri autori, insieme al<br />
contributo meno originale di Euler e Bonnycastle, illustrano l'ideale della scienza da<br />
salotto, l'effettiva pratica di quest'ultima non è facilmente definibile. Una delle più<br />
acute descrizioni di questa nella vita reale è quella offerta dallo scambio epistolare,<br />
risalente all'inizio degli anni Sessanta del Settecento, tra la figlia di una proprietaria di<br />
immobili della borghesia londinese, Polly Stevenson, e un locatario americano della<br />
madre di quest'ultima, il celebre Benjamin Franklin (1706-1790). Lo scambio<br />
epistolare ha inizio quando Polly chiede a Franklin di guidarla nello studio della<br />
filosofia della Natura. Lo scienziato acconsente e per lei traduce in inglese Le spectacle<br />
de la nature di Pluche, che, a suo parere, era scritto "nello stile semplice e accessibile<br />
nel quale si distinguono i francesi [...] [e] fornisce un gran numero di conoscenze<br />
filosofiche e pratiche, senza addentrarsi nell'arida matematica a cui non possono non<br />
ricorrere gli autori di studi più esatti, ma che può scoraggiare i giovani che iniziano a<br />
dedicarsi a questa materia". Inoltre le consiglia di "legger[lo] tenendo una penna in<br />
mano", dal momento che questo era "il miglior metodo di imprimere questo genere di<br />
particolari nella memoria, dove rimarranno in attesa di essere impiegati nella pratica<br />
in una futura occasione, se riguardano questioni utili, o abbelliranno e perfezioneranno<br />
la vostra conversazione, se si tratta di semplici curiosità" (Franklin a Stevenson, 17<br />
maggio 1760, Papers). Franklin, quindi, la invita a scrivergli a Londra da dove egli le<br />
avrebbe risposto nel caso in cui avesse sentito il bisogno di ricevere spiegazioni più<br />
approfondite su ciò che leggeva. Inizia così uno scambio epistolare nel corso del quale<br />
è affrontata un'ampia gamma di temi scientifici e da cui sono stati estratti alcuni dei<br />
saggi pubblicati nelle ultime edizioni degli Experiments and observations in electricity<br />
(1750 ca.) dello stesso Franklin. Questa corrispondenza ci consente di gettare uno<br />
sguardo sul ruolo svolto dalla scienza da salotto nella vita sociale e intellettuale di una<br />
giovane ed elegante signora. In una delle sue lettere, per esempio, Franklin ricorda a<br />
Polly che benché "la conoscenza della Natura possa ornare le maniere ed essere utile",<br />
tuttavia ella doveva moderare i propri studi, in modo da "non trascurare la conoscenza<br />
e la pratica dei principali doveri", come quelli materni e quelli coniugali (Franklin a<br />
Stevenson, 11 giugno 1760, ibidem). Polly, invece, si rammarica del tempo che è