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physique amusante - Treccani

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la sua approvazione ufficiale. Tuttavia l'evento che segnò una svolta decisiva<br />

nell'ammissione degli automi nel campo della filosofia fu l'esposizione inaugurata a<br />

Parigi nell'inverno del 1738, nel corso della quale un meccanico, Jacques de<br />

Vaucanson (1709-1782), presentò tre automi: un suonatore di flauto, un suonatore di<br />

piffero e tamburello e un'anatra. Per più di un anno Vaucanson intrattenne una folla<br />

entusiasta a Parigi, prima d'intraprendere con le sue creazioni un viaggio attraverso la<br />

Francia e l'Europa. Le innovazioni introdotte da Vaucanson nella progettazione di<br />

queste macchine erano più filosofiche e pedagogiche che tecniche. Per organizzare il<br />

loro movimento, impiegò sistemi di pesi e alberi a camme; si trattava, in entrambi i<br />

casi, di tecniche già conosciute. Tuttavia, invece di mascherare, come gli altri<br />

costruttori di automi, i meccanismi interni con rivestimenti decorativi, Vaucanson volle<br />

riprodurre il reale funzionamento dei suoi soggetti: il suonatore di flauto, per esempio,<br />

non nascondeva un carillon, ma suonava un vero flauto ed era stato costruito<br />

prendendo a modello e osservando attentamente un suonatore di flauto in carne e<br />

ossa. Tra i molti numeri dell'anatra si può segnalare in particolare la capacità di<br />

mangiare, digerire ed espellere il cibo, riproducendo perfettamente il funzionamento<br />

degli organi interni presi a modello. Dal momento che le sue macchine riproducevano<br />

sia i processi naturali sia i loro effetti, Vaucanson le pubblicizzò come teorie rese<br />

manifeste dai loro modelli, affermando che gli spettatori avrebbero potuto apprendere<br />

queste teorie limitandosi a osservare le sue macchine. Il suonatore di flauto costituiva<br />

una teoria acustica in versione <strong>amusante</strong> e l'anatra era uno studio anatomico; in<br />

entrambi i casi le teorie erano perfettamente visibili: le penne di rame dell'anatra<br />

presentavano alcuni fori che consentivano di scrutare al suo interno. Lo sviluppo dei<br />

congegni automatici rientra in un'area d'indagine che ricevette un forte impulso dal<br />

nuovo interesse per il divertimento come metodo didattico: un altro esempio è<br />

l'elettricità. Benché, come si è già detto, l'elettricità venisse presa in esame nella<br />

prima parte del corso di Desaguliers per spiegare l'attrazione e la repulsione, essa era<br />

scarsamente rappresentata nella seconda parte del suo corso, e non appariva affatto<br />

in quello di 's Gravesande. Verso la metà del secolo il programma di studi della fisica<br />

<strong>amusante</strong>, precedentemente basato sulle proprietà generali della materia, iniziò a<br />

incentrarsi sulle sue proprietà particolari e, in questa trasformazione, i dispositivi<br />

elettrici finirono per uguagliare e in alcuni casi persino superare l'importanza della<br />

pompa ad aria. Indubbiamente, il nuovo interesse per le dimostrazioni e la possibilità<br />

di idearne di graziose con l'elettricità contribuirono a concentrare l'attenzione dei<br />

filosofi e dei pedagoghi sui fenomeni elettrici. Verso la metà del secolo, il metodo<br />

illustrativo dell'insegnamento della scienza naturale iniziò a influenzare anche la<br />

ricerca, richiamando l'attenzione dei fisici sulle più facilmente dimostrabili proprietà<br />

particolari della materia. Nel corso degli anni Quaranta, le scoperte elettriche, molte<br />

delle quali compiute da divulgatori, diedero un forte impulso a questa scienza e fecero<br />

delle dimostrazioni elettriche la parte più attraente dei programmi dei conferenzieri.<br />

Stephen Gray (1666-1736) fu un pioniere nell'uso della bacchetta di vetro che,<br />

sottoposta a un'azione di sfregamento, produceva elettricità; Gray fece volteggiare<br />

alcuni fogli di ottone con la sua bacchetta, elettrificò penne e sughero e inventò il<br />

condensatore umano, elettrificando il corpo di un ragazzo appeso al soffitto con corde<br />

di seta. Nello stesso periodo, un professore di storia naturale dell'Università di<br />

Wittenberg, Georg Matthias Bose (1710-1761), inventò un generatore più potente,<br />

costituito da un globo di vetro che veniva fatto girare su una ruota. La carica si<br />

trasmetteva a un primo conduttore, costituito da una bacchetta di ferro o da una<br />

canna di fucile, tenuta sospesa sopra la macchina da corde di seta. Con l'aiuto di<br />

questa macchina, Bose ideò molte esperienze divertenti; collegò il primo conduttore al<br />

suo posto a sedere a tavola con un filo metallico e, durante una cena, afferrò il filo<br />

metallico con una mano e posò l'altra sul tavolo, provocando l'emissione di scintille<br />

dalle forchette dei suoi ospiti. In un'altra occasione, dopo aver chiesto a un uomo di

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