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Processi di polimerizzazione - Treccani

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ASPETTI PROCESSISTICIW(r).10 2[9]2,01,00nWσ = = 1+XnNX A 0,95AX A 0,97X A 0,990 100200 300lunghezza <strong>di</strong> catena, rfig. 2. Distribuzione ponderale della lunghezza<strong>di</strong> catena, W(r), per un polimero prodotto me<strong>di</strong>ante<strong>polimerizzazione</strong> a sta<strong>di</strong>.fornisce una stima dell’ampiezza della <strong>di</strong>stribuzione. All’iniziodel processo, X A0 e s1, essendo tutte le catene (monomeri)<strong>di</strong> lunghezza uguale. All’aumentare della conversione lapoli<strong>di</strong>spersità aumenta, mantenendo però valori assai contenuti.A conversione completa (X A1) si ottiene infatti s2 che,confrontato per esempio con i valori tipici dei processi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>a catena, risulta assai contenuto.È possibile concludere che i processi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>a sta<strong>di</strong>, come tutti i processi viventi, sono caratterizzati da grandeuniformità delle catene polimeriche. Ciò vale in particolareper la <strong>di</strong>stribuzione della lunghezza delle catene polimericheche risulta in generale stretta, anche se caratterizzata davalori me<strong>di</strong> relativamente bassi. Questi <strong>di</strong>minuiscono ulteriormentein presenza <strong>di</strong> scostamenti dalla composizione stechiometricadei due monomeri o <strong>di</strong> impurezze.6.4.3 Polimerizzazione ra<strong>di</strong>calicaa catenaIniziazioneLa reazione <strong>di</strong> generazione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali più frequentementeadottata è quella <strong>di</strong> decomposizione termica <strong>di</strong> una specie chimicarelativamente instabile, quale per esempio un perossido.La scelta dell’iniziatore viene generalmente effettuata sullabase della temperatura e della durata del processo, in modo dagarantire la necessaria produzione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali fino al completoconsumo delle specie monomeriche.La stechiometria <strong>di</strong> decomposizione tipica <strong>di</strong> un perossidoè la seguente:k[10] RO6888OR' d➤ RO + R'O |Tuttavia, dei ra<strong>di</strong>cali prodotti da questa o da simili reazioni<strong>di</strong> decomposizione, solo una frazione dà luogo a una catenain grado <strong>di</strong> propagare. Ciò viene in<strong>di</strong>cato da una grandezzadetta efficienza dell’iniziatore ( f ) che assume valori compresitra 0,2 e 1. Il maggiore responsabile <strong>di</strong> questo fenomenoè la reazione <strong>di</strong> ricombinazione dei due ra<strong>di</strong>cali appena formati.Questa reazione è favorita dal cosiddetto ‘effetto gabbia’,dovuto alla gabbia formata dalle molecole <strong>di</strong> solvente e monomeroche circondano le molecole <strong>di</strong> iniziatore al momento dellaloro decomposizione. I due ra<strong>di</strong>cali formati devono infatti riuscirea <strong>di</strong>ffondere fuori da tale gabbia prima che si verifichi lareazione <strong>di</strong> ricombinazione. Si avranno dunque in generalevalori <strong>di</strong> efficienza più bassi all’aumentare della viscosità delsistema reagente, e dunque al procedere della <strong>polimerizzazione</strong>.È da notare che la reazione <strong>di</strong> ricombinazione non portasempre alla ricostituzione della molecola originaria <strong>di</strong> iniziatore,che sarebbe dunque nuovamente in grado <strong>di</strong> produrre ra<strong>di</strong>cali.Questo è per esempio il caso dell’azoisobutirronitrile(AIBN), la cui decomposizione avviene attraverso l’eliminazione<strong>di</strong> una molecola <strong>di</strong> azoto.Una situazione particolare si presenta nel caso delle polimerizzazioniche devono essere condotte a basse temperature,per le quali è <strong>di</strong>fficile trovare iniziatori in grado <strong>di</strong> produrre ira<strong>di</strong>cali sufficienti per sostenere lo svolgimento della reazione<strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>. In questo caso è possibile accelerarela reazione <strong>di</strong> decomposizione dell’iniziatore per via fotochimica,utilizzando ra<strong>di</strong>azioni visibili o ultraviolette. Alternativamenteè possibile catalizzare la reazione con un agente riducente,per esempio un sale <strong>di</strong> Fe 2 , dando luogo a una reazione<strong>di</strong> ossidoriduzione che porta alla formazione <strong>di</strong> una speciera<strong>di</strong>calica e che <strong>di</strong>venta dominante rispetto alla decomposizionenon catalizzata [10][11] Fe 2+ + RO6888OR' ➤ Fe 3++ RO+R'O|Ra<strong>di</strong>azioni i cui fotoni sono sufficientemente energetici,come UV o raggi gamma, possono essere utilizzate per iniziarele reazioni <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> ra<strong>di</strong>calica, anche in assenza <strong>di</strong>iniziatore. Questo metodo, che ha il vantaggio <strong>di</strong> essere del tuttoin<strong>di</strong>pendente dalla temperatura, viene utilizzato in particolarenei processi <strong>di</strong> post-trattamento per reticolazione dei polimeri.A temperature sufficientemente elevate può verificarsi chele stesse molecole <strong>di</strong> monomero <strong>di</strong>ano luogo a reazioni <strong>di</strong> decomposizionecon formazione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali. Un esempio tipico è lo stireneche, attraverso un meccanismo sufficientemente complesso,è in grado <strong>di</strong> dare luogo a una reazione <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>caliche segue una cinetica del terzo or<strong>di</strong>ne rispetto allaconcentrazione <strong>di</strong> monomero. Questa reazione viene utilizzatanei processi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> in massa ad alta temperaturadello stirene, impiegati per la produzione <strong>di</strong> specie oligomeriche.In generale la decomposizione del monomero con formazione<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali è in realtà una reazione indesiderata. Essa puòinfatti verificarsi durante le fasi <strong>di</strong> stoccaggio o <strong>di</strong> trasportodei monomeri portando, in tempi generalmente lunghi, allaloro <strong>polimerizzazione</strong>. Per evitare ciò vengono introdotti alcuniinibitori <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>. Questi sono specie chimiche,come per esempio gli idrochinoni, in grado <strong>di</strong> reagire rapidamentecon i ra<strong>di</strong>cali eventualmente formati producendo specieancora ra<strong>di</strong>caliche ma stabili e dunque non in grado <strong>di</strong> iniziareuna catena <strong>di</strong> reazioni ra<strong>di</strong>caliche.PropagazioneLe specie chimiche più utilizzate nei processi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>sono i monomeri vinilici, costituiti da una molecola<strong>di</strong> etilene in cui uno solo dei due atomi <strong>di</strong> carbonio hauno o due sostituenti (CH 2CHR o CH 2CRR') così danon inibire stericamente in modo eccessivo la reazione <strong>di</strong> aperturadel doppio legame. Nella reazione <strong>di</strong> propagazione il ra<strong>di</strong>calesulla catena in crescita apre il doppio legame del monomero,ad<strong>di</strong>zionandolo alla catena e trasferendogli l’attivitàra<strong>di</strong>calica:372 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROCESSI DI POLIMERIZZAZIONE[12]Rk pUna reazione alternativa è la terminazione per <strong>di</strong>sproporzionamentoattraverso la quale una delle due catene ra<strong>di</strong>calichestrappa un atomo <strong>di</strong> idrogeno dall’altra, inducendo su <strong>di</strong>essa la formazione <strong>di</strong> un doppio legame terminale:La reazione <strong>di</strong> propagazione segue in generale una cinetica<strong>di</strong> tipo Arrhenius. Essendo infatti la specie monomericain grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere assai più rapidamente delle gran<strong>di</strong>macromolecole ra<strong>di</strong>caliche, i processi <strong>di</strong>ffusivi non risultanolimitare la cinetica <strong>di</strong> queste reazioni. Ciò viene tuttaviameno quando la temperatura <strong>di</strong> reazione scende sotto la temperatura<strong>di</strong> transizione vetrosa, e il sistema reagente passadallo stato <strong>di</strong> liquido viscoso a quello <strong>di</strong> solido. In questecon<strong>di</strong>zioni la <strong>di</strong>ffusione del monomero è fortemente inibitae la reazione <strong>di</strong> propagazione, e con essa l’intero processo<strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>, si blocca. Questo fenomeno è responsabiledei numerosi casi riscontrati nelle applicazioni <strong>di</strong> questereazioni, nei quali non è possibile raggiungere la conversionecompleta.Un altro aspetto potenzialmente rilevante in questo contestoè la reazione <strong>di</strong> depropagazione. Il valore <strong>di</strong> temperatura acui la velocità <strong>di</strong> questa reazione risulta uguale a quella dellareazione <strong>di</strong> propagazione, e dunque si raggiungono con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> equilibrio, è detto ceiling temperature. Utilizzando l’usualecon<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> equilibrio termo<strong>di</strong>namico e in<strong>di</strong>cando conDG(T) la variazione <strong>di</strong> energia libera <strong>di</strong> Gibbs legata alla reazione<strong>di</strong> propagazione, si ottiene:[13] ∆G( T) = RTlnMdove M è la concentrazione del monomero. Dalla [13] appareevidente che tale temperatura <strong>di</strong> equilibrio <strong>di</strong>pende dalla concentrazione<strong>di</strong> monomero presente nel sistema reagente. Èopportuno notare che la maggior parte dei processi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>è condotta a temperature tali che la reazione <strong>di</strong> depropagazionerisulta trascurabile fino a conversione praticamentecompleta del monomero.TerminazioniLe reazioni responsabili della soppressione <strong>di</strong> un ra<strong>di</strong>cale,trascurando la possibile presenza <strong>di</strong> inibitori o impurezze,sono le terminazioni bimolecolari tra due catene ra<strong>di</strong>calichein crescita. La reazione <strong>di</strong> questo tipo più frequente è la combinazionedei due ra<strong>di</strong>cali con formazione <strong>di</strong> un’unica catenamorta:[14]Rn1n1k pRk tcRRm1nk tcmn1[15]Rn1RRk tdn1m1Si noti che in questo caso le due catene terminano mantenendoinalterata la loro in<strong>di</strong>vidualità, e in particolare la lorolunghezza, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto accade nel caso della terminazioneper combinazione.Dal punto <strong>di</strong> vista cinetico la terminazione per combinazionepresenta la peculiarità <strong>di</strong> essere controllata dai fenomeni<strong>di</strong>ffusivi, fatto usualmente in<strong>di</strong>cato come effetto Trommsdorff.Si tratta <strong>di</strong> una reazione caratterizzata da un atto reattivo,la combinazione dei due ra<strong>di</strong>cali, estremamente veloce.Questo deve essere però preceduto da un processo <strong>di</strong>ffusivoassai complesso che deve portare alla sovrapposizione <strong>di</strong> duespecifici punti (i ra<strong>di</strong>cali) <strong>di</strong> due macromolecole aventi unaconformazione <strong>di</strong> tipo a gomitolo. I movimenti relativi <strong>di</strong> questedue molecole sono fortemente rallentati dalle numeroseinterazioni tra gli atomi delle due molecole reagenti e con quellidelle altre macromolecole che le circondano. Il risultato dell’effettoTrommsdorff è una costante cinetica che, al contrario<strong>di</strong> quella classica <strong>di</strong> Arrehnius, presenta una forte <strong>di</strong>pendenzadalla viscosità del sistema reagente e una assai più modesta<strong>di</strong>pendenza dalla temperatura, tipica dei processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusionemateriale. Inoltre tale costante cinetica risulta essere pocosensibile alla natura chimica delle specie ra<strong>di</strong>caliche in giocoma assai <strong>di</strong> più alle loro <strong>di</strong>mensioni.Anche la terminazione per <strong>di</strong>sproporzionamento risulta inalcuni casi controllata dall’effetto Trommsdorff, anche se piùraramente rispetto a quella per combinazione. Ciò a causa dell’attoreattivo che, coinvolgendo la rottura <strong>di</strong> un legame CH,risulta significativamente rallentato.Trasferimento <strong>di</strong> catenaSi tratta <strong>di</strong> reazioni che arrestano la crescita della catenara<strong>di</strong>calica, ma non sopprimono l’attività ra<strong>di</strong>calica, trasferendolaa un’altra specie chimica da cui comincia a propagare unanuova catena. Nel caso in cui il ra<strong>di</strong>cale non muti la propria attivitànel trasferimento, la velocità <strong>di</strong> consumo del monomero, edunque la durata del processo <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>, non sonoalterate da questa reazione, che incide viceversa sulla lunghezzadelle catene polimeriche prodotte. In considerazione deglieffetti che le reazioni <strong>di</strong> trasferimento possono avere sulla strutturadelle molecole prodotte è bene <strong>di</strong>stinguere <strong>di</strong>versi casi.Si parla <strong>di</strong> reazioni <strong>di</strong> trasferimento a piccole molecole quandoil ra<strong>di</strong>cale viene trasferito a una molecola <strong>di</strong> solvente, <strong>di</strong>monomero o <strong>di</strong> trasferitore <strong>di</strong> catena, che rappresenta una specieappositamente aggiunta nell’ambiente <strong>di</strong> reazione per limitarela lunghezza delle macromolecole prodotte. Si noti che aRm1k tdVOLUME V / STRUMENTI373


ASPETTI PROCESSISTICIognuna <strong>di</strong> tali reazioni corrisponde spesso un <strong>di</strong>verso gruppoterminale sulla catena polimerica finale. La misura della <strong>di</strong>stribuzione<strong>di</strong> tali unità terminali è spesso un ottimo strumento peridentificare e quantificare la cinetica <strong>di</strong> queste reazioni.La reazione <strong>di</strong> trasferimento <strong>di</strong> catena a monomero puòseguire la seguente stechiometria:[16]La specie ra<strong>di</strong>calica formata porta, dopo l’ad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> unnumero opportuno <strong>di</strong> unità monomeriche, a una catena polimericamorta caratterizzata da un doppio legame terminale,del tutto analoga a quella prodotta dalla reazione <strong>di</strong> terminazioneper <strong>di</strong>sproporzionamento.È opportuno osservare che le reazioni <strong>di</strong> propagazione e <strong>di</strong>trasferimento a monomero coinvolgono gli stessi reagenti e nonsono pertanto separabili, ma avvengono sempre contemporaneamentee proporzionalmente alle rispettive costanti cinetiche. Perogni data specie monomerica la reazione <strong>di</strong> trasferimento a monomerostabilisce dunque il peso molecolare massimo raggiungibile,nel caso in cui fosse possibile sopprimere ogni altra terminazione.Poiché la rottura del legame CH richiesto dalla reazione<strong>di</strong> trasferimento [16] è certamente molto più <strong>di</strong>fficiledell’apertura del doppio legame coinvolta nella reazione <strong>di</strong> propagazione[12], tra le due reazioni esiste per i monomeri normalmenteutilizzati una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> almeno tre or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> grandezza.Le reazioni <strong>di</strong> trasferimento possono coinvolgere anche lemacromolecole, come nel caso della reazione <strong>di</strong> trasferimentoa polimero:[17]RRk fmRRk fpRRIn questo caso il ra<strong>di</strong>cale in crescita strappa un idrogenoda un punto qualsiasi lungo una catena morta, lasciandovi unra<strong>di</strong>cale che può propagare creando una nuova catena. Poichéperò la nuova catena è unita alla precedente in un punto chenella reazione [17] è rappresentato da un carbonio terziario, siforma un ramo laterale.Questa reazione presenta due importanti peculiarità rispettoa tutte le reazioni finora considerate: la capacità <strong>di</strong> riattivareuna catena morta e la formazione <strong>di</strong> catene non lineari ok fmk fpramificate. Ciò complica notevolmente la descrizione dellacinetica del processo e amplia enormemente la varietà <strong>di</strong> strutturerealizzabili, rendendone anzi irrealistica una descrizionedettagliata in termini matematici.Poiché la reazione <strong>di</strong> trasferimento può avvenire su unaqualsiasi delle unità monomeriche presenti lungo la catena polimericamorta, la corrispondente velocità <strong>di</strong> reazione risultaproporzionale alla concentrazione <strong>di</strong> massa e non a quella molare.Ciò spiega anche come mai la reazione <strong>di</strong> trasferimento apolimero, pur coinvolgendo due macromolecole, non sia controllatadall’effetto Trommsdorff. Pur essendo infatti l’atto reattivomolto simile a quello della reazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sproporzionamento,il processo <strong>di</strong>ffusivo risulta assai facilitato dal fatto chela catena morta può reagire in qualsiasi suo punto.La reazione <strong>di</strong> trasferimento a polimero può anche essereintramolecolare, cioè il ra<strong>di</strong>cale posto all’estremità <strong>di</strong> una catenapuò strappare un atomo <strong>di</strong> idrogeno all’interno della stessacatena. Nel caso più frequente ciò avviene attraverso una reazione<strong>di</strong> backbiting nella quale la catena, ripiegandosi su se stessa,consente l’estrazione <strong>di</strong> un atomo <strong>di</strong> idrogeno da un’unitàmonomerica <strong>di</strong>stante poche unità dall’estremità ra<strong>di</strong>calica. Ilnumero <strong>di</strong> tali unità e il fatto stesso che tale reazione possa omeno avvenire <strong>di</strong>pendono dalla specifica struttura chimica dellacatena che ne determina la mobilità intramolecolare. In ognicaso questa reazione produce rami corti che si contrad<strong>di</strong>stinguonodai lunghi rami tipici della reazione <strong>di</strong> trasferimento intermolecolaredescritta precedentemente. Un tipico polimero incui i rami corti prevalgono su quelli lunghi è il polietilene abassa densità (Low Density PolyEthylene, LDPE). In questocaso i rami corti sono costituiti da non più <strong>di</strong> quattro o cinqueunità monomeriche e hanno una concentrazione superiore aquella dei rami lunghi <strong>di</strong> almeno un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza.Reazione <strong>di</strong> b-scissione. La reazione <strong>di</strong> b-scissione si verificaa partire da un ra<strong>di</strong>cale localizzato in un qualche puntolungo la catena polimerica. Essa implica la scissione del legameCC in posizione b rispetto al ra<strong>di</strong>cale, e porta alla formazione<strong>di</strong> una catena polimerica morta con doppio legameterminale e una catena ra<strong>di</strong>calica attiva <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni inferioria quelle della catena originaria:[18]RnkRnConsiderando che la b-scissione avviene sempre dopo laformazione <strong>di</strong> un ra<strong>di</strong>cale interno alla catena, e dunque dopouna reazione <strong>di</strong> trasferimento a polimero o <strong>di</strong> backbiting, l’interoprocesso può essere visto come una reazione <strong>di</strong> trasferimento<strong>di</strong> catena, con la peculiarità <strong>di</strong> comportare la rotturadella macromolecola trasferita.Questa reazione presenta ovviamente un’elevata energia<strong>di</strong> attivazione e risulta determinante solo a temperature moltoelevate. Tipico è il caso della <strong>polimerizzazione</strong> in massa ad altatemperatura dello stirene, in cui la <strong>di</strong>stribuzione dei pesi molecolaridegli oligomeri prodotti risulta controllata dalla reazione<strong>di</strong> backbiting seguita da b-scissione.Polimerizzazione ra<strong>di</strong>calica controllata o pseudoviventeCome visto precedentemente, la caratteristica fondamentaledella cinetica della <strong>polimerizzazione</strong> a catena rispetto a quella ak374 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROCESSI DI POLIMERIZZAZIONEsta<strong>di</strong> è che nella prima il tempo <strong>di</strong> vita delle catene ra<strong>di</strong>calicheè assai minore della durata del processo <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>.Ciò implica che alcune catene polimeriche vengono prodotteall’inizio e altre alla fine del processo, dove molte delle con<strong>di</strong>zionioperative, quali la concentrazione delle <strong>di</strong>verse specie reagenti,la viscosità e la temperatura, possono essere molto <strong>di</strong>verse.Ciò può causare delle <strong>di</strong>fferenze tra le varie catene polimerichein termini <strong>di</strong> lunghezza o <strong>di</strong> composizione, che comportano<strong>di</strong>suniformità indesiderate nel prodotto finale. Questa situazionenon si verifica nelle polimerizzazioni a sta<strong>di</strong> viste in precedenzanelle quali le catene, cosiddette viventi, crescono tutteinsieme durante l’intero processo e risultano pertanto più uniformi.Il fatto che le catene siano viventi, e dunque rimangano reattiveanche dopo il processo <strong>di</strong> sintesi, può comportare importantivantaggi nelle loro successive applicazioni, per esempioattraverso la realizzazione in situ <strong>di</strong> reticolazioni tra macromolecolee soprattutto la produzione <strong>di</strong> copolimeri a blocchi. Pertutti questi motivi risulta interessante poter condurre anche lereazioni ra<strong>di</strong>caliche a catena in queste con<strong>di</strong>zioni.Poiché le reazioni <strong>di</strong> terminazione tra ra<strong>di</strong>cali sopra illustratesono irreversibili e certamente non eliminabili, l’obiettivoè in realtà raggiungere con<strong>di</strong>zioni controllate o pseudoviventi,in cui cioè le reazioni <strong>di</strong> terminazione siano fortementeridotte anche se non del tutto eliminate. Ciò viene ottenutointroducendo nel sistema reazioni <strong>di</strong> terminazione reversibilicon una specie capping, in<strong>di</strong>cata con X, attraverso le quali lecatene ra<strong>di</strong>caliche in crescita formano delle catene cosiddettedormienti, cioè non più in grado <strong>di</strong> propagare ma neppure <strong>di</strong>terminare. In questo caso ciascuna catena ra<strong>di</strong>calica R puòseguire tre <strong>di</strong>verse reazioni: propagare con una molecola <strong>di</strong>monomero, terminare in modo irreversibile con un altro ra<strong>di</strong>caleR o reagire in modo reversibile con la specie X per formareuna catena dormiente. Poiché la terminazione bimolecolareè l’unica <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne due rispetto alla concentrazione deira<strong>di</strong>cali, è possibile ridurne la velocità rispetto alle altre dueabbassando la concentrazione totale <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali nel sistema. Ciòcomporta una concentrazione <strong>di</strong> catene dormienti, e dunqueviventi, superiore a quella delle catene morte e consente <strong>di</strong>approssimare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> vivente.Tali con<strong>di</strong>zioni vengono raggiunte scegliendo la concentrazionee la reattività della specie X in modo da portare lamaggior parte dei ra<strong>di</strong>cali nel sistema sotto forma <strong>di</strong> speciedormienti. In questo caso il processo è molto lento, essendobassa la concentrazione <strong>di</strong> catene ra<strong>di</strong>caliche che consumanomonomero, ma in compenso la formazione <strong>di</strong> catene morterisulta molto ridotta. Ciascuna catena cresce dunque durantenumerosissimi intervalli <strong>di</strong> tempo <strong>di</strong>stribuiti all’interno del processo<strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>. Durante ciascuno <strong>di</strong> essi questaad<strong>di</strong>ziona poche unità monomeriche per poi tornare nello statodormiente dove la terminazione non può avvenire.È opportuno osservare che questo meccanismo funzionasolo per ridurre l’effetto delle terminazioni bimolecolari, mentrerisulta inefficace nel ridurre le catene morte prodotte dallareazione <strong>di</strong> trasferimento a monomero.La <strong>polimerizzazione</strong> vivente viene normalmente iniziataintroducendo nel sistema un iniziatore che contiene anche laspecie X, in<strong>di</strong>cato con RX. Attraverso varie attivazioni e <strong>di</strong>sattivazioniquesta specie inserisce <strong>di</strong>verse (n) unità monomericheM dando luogo alle specie dormienti che hanno formaR(M n)X.Diversi sistemi chimici possono essere selezionati per realizzarele con<strong>di</strong>zioni sopra descritte, dando luogo a vari meccanismi<strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> vivente.Polimerizzazione me<strong>di</strong>ata da nitrossido (Nitroxide Me<strong>di</strong>atedPolymerization, NMP). Questo meccanismo <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>vivente consiste nella combinazione reversibile dellacatena vivente in crescita, R n, e della cosiddetta specie ra<strong>di</strong>calicapersistente, X (per esempio il gruppo ra<strong>di</strong>calico nitrossido),per formare la catena polimerica dormiente, R nX:[19] Rn+ X RnXVarie possibilità per realizzare questo processo sono oggi<strong>di</strong>sponibili, basate su <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali persistenti. Tra questiil più usato è certamente il 2,2,6,6-tetrametilpiperi<strong>di</strong>nil-1-ossi (TeMPO), che soffre peraltro della limitazione <strong>di</strong> essere<strong>di</strong>fficilmente applicabile a monomeri <strong>di</strong>versi dallo stirene e <strong>di</strong>richiedere temperature <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> relativamente elevate(120-140 °C).Polimerizzazione ra<strong>di</strong>calica per trasferimento atomico(Atom Transfer Ra<strong>di</strong>cal Polymerization, ATRP). Questo meccanismoè basato sulla reazione <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione ra<strong>di</strong>calica per trasferimentoatomico ed è catalizzato da un metallo (tipicamenteil rame): la rottura omolitica del legame in un alogenuroorganico avviene attraverso il trasferimento dell’alogeno alcomplesso metallico accompagnato dall’ossidazione del metallo.Il ciclo catalitico viene chiuso dalla restituzione dell’alogenoal prodotto finale da parte del metallo <strong>di</strong> transizione. Èchiaro che, se il ra<strong>di</strong>cale prodotto può effettuare alcune reazioni<strong>di</strong> propagazione prima <strong>di</strong> dare luogo alla reazione inversa<strong>di</strong> trasferimento e se questo prodotto è ancora in grado <strong>di</strong>dare luogo a un ciclo <strong>di</strong> trasferimento, questa reazione puòessere usata per produrre lo stesso scambio tra specie attive edormienti visto nel meccanismo precedente. La reazione reversibilerisultante può essere rappresentata come segue:nn[20] R n+ X6888 ( + 1) ( )Me / L RnX + Me / Ldove X in<strong>di</strong>ca l’alogeno, Me (n) il metallo con stato <strong>di</strong> ossidazionen e L il legante.Il meccanismo ATRP deve il suo successo al fatto <strong>di</strong> essereapplicabile a un’ampia gamma <strong>di</strong> monomeri, quali per esempiolo stirene, gli acrilati, i metacrilati, le acrilammi<strong>di</strong> e l’acrilonitrile,che consentono a questa tecnica <strong>di</strong> produrre varitipi <strong>di</strong> polimeri a blocchi <strong>di</strong> notevole interesse applicativo. Lapresenza nel sistema <strong>di</strong> un metallo e <strong>di</strong> un legante relativamentecomplesso necessario a portare lo stesso in soluzione, nonchéla forte colorazione normalmente impartita da questo complessoal polimero, rappresentano i maggiori svantaggi <strong>di</strong> questoprocesso.Trasferimento degenerativo (Degenerative Transfer, DT).In entrambi i meccanismi visti precedentemente lo scambio tralo stato attivo e quello dormiente è basato su una reazione(peraltro <strong>di</strong>versa) <strong>di</strong> terminazione reversibile. Conseguentementela reazione <strong>di</strong> scambio influisce sulla concentrazionetotale <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali. Nelle polimerizzazioni ra<strong>di</strong>caliche viventiper trasferimento degenerativo, la reazione <strong>di</strong> scambio avvieneinvece per trasferimento <strong>di</strong>retto del gruppo terminale tra lacatena attiva e quella dormiente. Nel caso in cui venga utilizzatolo io<strong>di</strong>o come terminale <strong>di</strong> catena la reazione <strong>di</strong> scambiopuò essere schematizzata come segue:[21] R+ R I ➤ R+ R I|n m m nPoiché questa reazione non cambia la concentrazione totale<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali attivi, la concentrazione totale <strong>di</strong> catene terminateper terminazione bimolecolare è uguale alla metà della concentrazioneiniziale <strong>di</strong> iniziatore. Pertanto la concentrazione inizialedelle specie che contengono io<strong>di</strong>o (nel seguito chiamateVOLUME V / STRUMENTI375


ASPETTI PROCESSISTICIsemplicemente trasferitori <strong>di</strong> catena) determina il grado finale<strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>, nell’ipotesi in cui la concentrazione iniziale<strong>di</strong> iniziatore sia piccola rispetto alla concentrazione iniziale<strong>di</strong> trasferitore <strong>di</strong> catena.Polimerizzazione per trasferimento reversibile <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione-frammentazione(Reversible Ad<strong>di</strong>tion-Fragmentation Transfer,RAFT). Il processo RAFT può essere visto come un casoparticolare <strong>di</strong> trasferimento degenerativo. Il cosiddetto trasferitoreRAFT ha la struttura generale QYC(Z)Y, doveY è lo zolfo, C il carbonio, Z è normalmente un gruppo fenilicoe Q è il gruppo vivente. La reazione procede attraversol’interazione tra una catena ra<strong>di</strong>calica e una dormiente con laformazione <strong>di</strong> un interme<strong>di</strong>o <strong>di</strong> reazione dal quale la reazionepuò tornare in<strong>di</strong>etro al ra<strong>di</strong>cale iniziale o procedere attraversoil trasferimento del gruppo YC(Z)Y dalla specie dormientealla catena attiva:[22] R+ YC( Z) YR R YC•( Z) YR ➤ |n m n mLa scelta corretta del gruppo Q è <strong>di</strong> fondamentale importanzanon solo perché questo risulta poi essere un gruppo terminale<strong>di</strong> catena (essendo l’altro terminale occupato dal gruppoRAFT), ma soprattutto perché esso determina la reattivitàiniziale dell’agente RAFT, influenzando in modo significativola stabilità del ra<strong>di</strong>cale interme<strong>di</strong>o rispetto alla catena ra<strong>di</strong>calicaattiva.Sebbene i risultati più significativi siano stati ottenuti nelcaso della <strong>polimerizzazione</strong> RAFT dello stirene, il processorisulta assai efficiente per <strong>di</strong>verse altre specie monomeriche,come gli acrilati e i metacrilati. Inoltre questo processo risultaefficace a temperature moderate e può essere applicato consuccesso a sistemi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> in emulsione, nei qualiè possibile sfruttare la segregazione dei ra<strong>di</strong>cali in particellaper migliorare la produttività del processo. Un notevole svantaggio<strong>di</strong> questo processo è la necessità <strong>di</strong> eliminare lo zolfodal prodotto <strong>di</strong> reazione, in quanto questo conferisce spesso alprodotto finale colorazioni non desiderate.Catene non lineariIl meccanismo principale per la realizzazione <strong>di</strong> catenepolimeriche non lineari è basato sulla formazione <strong>di</strong> un ra<strong>di</strong>calelungo una catena polimerica morta, dalla cui propagazionesi forma una cosiddetta ramificazione lunga. Ciò si verificaattraverso la reazione <strong>di</strong> trasferimento a polimero (la reazione<strong>di</strong> backbiting produce solo rami corti, non considerati in questocaso), la cui importanza aumenta al procedere della conversionee dunque della concentrazione <strong>di</strong> catene morte. Un meccanismoalternativo è legato alla propagazione del doppio legameterminale che sfrutta la reattività residua lasciata all’interno della➤ | R+ R YC(Z)Y mncatena morta da alcune reazioni <strong>di</strong> terminazione, e in particolarela terminazione per <strong>di</strong>sproporzionamento, il trasferimentoa monomero e la b-scissione. Anche in questo caso si realizzalungo la catena un punto da cui si <strong>di</strong>partono tre rami <strong>di</strong>lunghezza confrontabile, illustrati nella fig. 3 A.Come già nel caso della <strong>polimerizzazione</strong> a sta<strong>di</strong>, la procedurapiù efficace per produrre catene fortemente non lineariè basata sull’utilizzazione <strong>di</strong> monomeri che abbiano più <strong>di</strong>una funzionalità reattiva, come nel caso dei <strong>di</strong>eni o dei monomeri<strong>di</strong>vilinici. In questo modo si ottengono catene polimerichemorte che contengono però al loro interno svariati doppilegami, che possono propagare con altre catene ra<strong>di</strong>caliche increscita attraverso reazioni <strong>di</strong> reticolazione. Come illustrato infig. 3 B, ciascuna <strong>di</strong> tali reazioni crea un punto <strong>di</strong> reticolazione,cioè un centro da cui si <strong>di</strong>partono quattro rami <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioniparagonabili.La reazione <strong>di</strong> reticolazione è molto efficace nel far crescereil peso molecolare delle macromolecole e porta dunquefacilmente alla formazione <strong>di</strong> gel. Questo sistema si comportain modo assai simile ai sistemi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> a sta<strong>di</strong>,in quanto le catene polimeriche rimangono reattive anche dopola reazione <strong>di</strong> terminazione a seguito della presenza dei doppilegami interni. Tuttavia la reticolazione in fig. 3B non è l’unicareazione che possa portare alla formazione <strong>di</strong> gel nell’ambitodella <strong>polimerizzazione</strong> ra<strong>di</strong>calica. Per ottenere un gel èinfatti necessario che le macromolecole crescano in modo esponenzialee dunque assai più rapido che non semplicementead<strong>di</strong>zionando unità monomeriche, come nella propagazione.Questa con<strong>di</strong>zione viene realizzata dalla reazione <strong>di</strong> reticolazione,ma può essere raggiunta anche accoppiando due reazioni:una che riattivi le catene morte, come la reazione <strong>di</strong> trasferimentoa polimero, e l’altra che le accoppi, come la terminazionebimolecolare per combinazione. Se la seconda vienesostituita dalla terminazione per <strong>di</strong>sproporzionamento si possonoottenere polimeri anche con elevatissimi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> ramificazionema non geli, in quanto viene a mancare il contributoalla crescita dato dalla reazione <strong>di</strong> terminazione per combinazione.6.4.4 Cinetica della <strong>polimerizzazione</strong>ra<strong>di</strong>calicaNel seguito viene considerato un processo <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>ra<strong>di</strong>calica con lo scopo <strong>di</strong> derivare opportune espressionicinetiche che ne descrivano l’evoluzione temporale in termini<strong>di</strong> composizione e caratteristiche del polimero prodotto. Consideriamoun generico sistema in cui siano presenti tutte le reazionielencate <strong>di</strong> seguito (insieme alle rispettive espressionidella velocità <strong>di</strong> reazione):fig. 3. Schematizzazionedelle reazioni<strong>di</strong> propagazione del doppiolegame terminale (A)e <strong>di</strong> reticolazione (B).A monomeroB monomero376 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROCESSI DI POLIMERIZZAZIONE[23] iniziazione: I R 1r2fk dIR ➤|Ipropagazione: R nM R n1rk pMR ➤|nR nM R 1P nrk fmMR ➤|ntrasferimentik fs<strong>di</strong> catena: R nS ➤ R 1P nrk fsSR |nR nR m P nmrk tcR nR ➤|mterminazioni: R nR m P nP mrk tdR nR ➤|mdove n, m1,…,Si noti che con la lettera maiuscola si in<strong>di</strong>cano sia il simboloche (in corsivo) la concentrazione molare delle speciecoinvolte. In particolare, R ne P nrappresentano macromolecolecontenenti n unità monomeriche ra<strong>di</strong>caliche e morte, rispettivamente,M è il monomero, I l’iniziatore e S un trasferitore<strong>di</strong> catena. Le reazioni riportate sono state <strong>di</strong>scusse in precedenza;si sono qui omesse le reazioni che portano alla formazione<strong>di</strong> ramificazioni, in modo da mantenere la trattazionelimitata al solo caso <strong>di</strong> catene lineari.Le cinetiche <strong>di</strong> tutte le reazioni considerate sono del secondoor<strong>di</strong>ne, con l’unica eccezione della decomposizione dell’iniziatoreche è del prim’or<strong>di</strong>ne. Per ciascuna <strong>di</strong> tali reazioniè possibile valutare un tempo caratteristico, significativodell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza del tempo necessario alla reazioneper svilupparsi completamente nelle con<strong>di</strong>zioni tipiche deiprocessi in esame. La valutazione <strong>di</strong> tali tempi consente <strong>di</strong>inquadrare in modo semplice e intuitivo le caratteristiche peculiaridella cinetica dei processi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> ra<strong>di</strong>calica.Risulta infatti che tali processi si svolgono attraverso reazionicaratterizzate da tre <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> tempi caratteristici,i cui valori relativi determinano non solo la cineticadell’evoluzione del processo ma anche le caratteristiche delpolimero prodotto, come per esempio lunghezza e composizionedelle catene.Il tempo caratteristico del processo in<strong>di</strong>ca il tempo necessarioal suo completamento, che nel caso in esame corrispondeal consumo completo della specie monomerica. La velocità<strong>di</strong> consumo del monomero è data da:dM[24] =−kRMpdtdove R è la somma delle concentrazioni <strong>di</strong> tutti i ra<strong>di</strong>cali presentinel sistema, R n1R n. È così possibile definire cometempo caratteristico <strong>di</strong> questo processo del secondo or<strong>di</strong>ne lagrandezza:[25] τ M= 1kRpdove k pR rappresenta la costante cinetica <strong>di</strong> pseudoprim’or<strong>di</strong>neper la reazione <strong>di</strong> consumo del monomero. Nelle con<strong>di</strong>zionitipiche <strong>di</strong> questi processi il tempo caratteristico t Mè dell’or<strong>di</strong>ne<strong>di</strong> 10 3 -10 4 s.Il tempo caratteristico t Idella decomposizione dell’iniziatore,che è un processo del prim’or<strong>di</strong>ne, è semplicementedato dall’inverso della costante cinetica del primo or<strong>di</strong>ne, k d:[26] τ I= 1kdPoiché, come in<strong>di</strong>cato precedentemente, il processo <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>per potersi sviluppare ha bisogno <strong>di</strong> una continuaproduzione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali, questo tempo caratteristico devek pk fmk tck tdessere superiore, anche se non <strong>di</strong> molto, a quello del processo,cioè t It M.Di un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza assai inferiore sono invece itempi caratteristici <strong>di</strong> tutte le reazioni che portano all’interruzionedella crescita della macromolecola per terminazione oper trasferimento. Questi sono i tempi caratteristici della reazione<strong>di</strong> terminazione per combinazione, t tc, e per <strong>di</strong>sproporzionamento,t td, e delle reazioni <strong>di</strong> trasferimento <strong>di</strong> catena amonomero, t fm, e al trasferitore <strong>di</strong> catena, t fs, che sono tuttidefiniti come i reciproci delle costanti cinetiche <strong>di</strong> pseudoprim’or<strong>di</strong>nedelle corrispondenti reazioni:1 1 1 1[27] τ = τ = τ = τ =tctdfmfsk R k R k M k Stctdfmf sPer ogni specifico sistema <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> solo alcune<strong>di</strong> queste reazioni possono avvenire e con frequenze <strong>di</strong>versea seconda della chimica del sistema. In generale la reazioneche domina il processo <strong>di</strong> terminazione è quella che ha iltempo caratteristico più basso, che nei sistemi <strong>di</strong> più comuneinteresse è dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 1 s. Questo determina il tempo cheme<strong>di</strong>amente ciascun ra<strong>di</strong>cale ha a sua <strong>di</strong>sposizione per propagaree ad<strong>di</strong>zionare monomeri prima che si verifichi la terminazionedella catena. Ciò corrisponde dunque al tempo <strong>di</strong> vitadella catena che risulta, come precedentemente in<strong>di</strong>cato, assaiinferiore al tempo caratteristico del processo, t M.Il terzo livello <strong>di</strong> tempi caratteristici corrisponde ai processipiù veloci, cioè quelli <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione da parte del ra<strong>di</strong>caledella singola unità monomerica. Come nel caso del tempo caratteristicodel processo, si fa riferimento alla reazione <strong>di</strong> propagazione,ma in questo caso si considera il processo <strong>di</strong> scomparsadella specie ra<strong>di</strong>calica. Il corrispondente tempo caratteristicoè dunque definito da[28] τ p= 1k Mpche è dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza <strong>di</strong> 10 3 -10 4 s.L’evoluzione cinetica <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>ra<strong>di</strong>calica è basata sull’interazione <strong>di</strong> questi tre processi e inparticolare sui rapporti dei loro tempi caratteristici. Ciò determinaanche le caratteristiche delle catene polimeriche prodotte.Per esempio, il numero <strong>di</strong> unità monomeriche me<strong>di</strong>amentecontenuto in una catena polimerica è dato dal rapporto tra iltempo caratteristico del processo <strong>di</strong> terminazione dominante,che come sopra menzionato è dell’or<strong>di</strong>ne del secondo, e iltempo caratteristico del processo <strong>di</strong> propagazione. Affinché sipossa parlare <strong>di</strong> polimeri è necessario che tale rapporto siaalmeno dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 100 o 1.000.Tuttavia per una descrizione quantitativa più precisa dellacinetica del processo è necessario ricorrere ai bilanci materialidelle specie reagenti, considerando per ciascuna specie tuttele reazioni in cui essa è coinvolta. La forma che tali bilanci assumono<strong>di</strong>pende però dal tipo <strong>di</strong> reattore che viene considerato eciò <strong>di</strong>laterebbe notevolmente la trattazione. Nel seguito si faràdunque riferimento ai più comuni reattori <strong>di</strong>scontinui (batch)in cui i reagenti vengono introdotti tutti all’inizio del processo,senza ulteriori aggiunte o prelievi durante la reazione.Consumo del monomeroIl monomero viene principalmente consumato dalle catenera<strong>di</strong>caliche in crescita presenti nel reattore. Il primo passo è dunquela valutazione della concentrazione globale R <strong>di</strong> tali catene,in<strong>di</strong>pendentemente dalla loro lunghezza. Tale concentrazione puòessere valutata dal bilancio materiale globale delle catene attive:VOLUME V / STRUMENTI377


ASPETTI PROCESSISTICIdR2[29] = R −k RI tdtdove k tk tck tdè la costante cinetica complessiva delle reazioni<strong>di</strong> terminazione bimolecolare e R Irappresenta la velocità<strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali. Nel caso in cui questi siano prodottidalla decomposizione <strong>di</strong> un iniziatore I come in<strong>di</strong>cato dallaprima delle reazioni [23], si ha:[30] R = 2 fk II dLa concentrazione dell’iniziatore, I, viene a sua volta ottenutada un bilancio materiale che nel caso più semplice <strong>di</strong> reattoreisotermo porta all’espressione analitica[31] I = I exp −k t0 ( d )dove I 0rappresenta la concentrazione iniziale <strong>di</strong> iniziatore.Come già evidenziato, l’aspetto fondamentale dei processi<strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> ra<strong>di</strong>calica a catena è che il tempo caratteristico<strong>di</strong> terminazione delle catene è molto breve rispetto a quellodella loro produzione, che è confrontabile con quello <strong>di</strong> decomposizionedell’iniziatore, t I. Ciò consente <strong>di</strong> applicare al lorobilancio [29] l’approssimazione <strong>di</strong> pseudostazionarietà secondola quale il termine <strong>di</strong> accumulo, corrispondente alla derivatatemporale, può essere trascurato rispetto ai termini <strong>di</strong> generazionee consumo. Ciò riduce la [29] a una relazione algebricache consente <strong>di</strong> valutare la concentrazione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali comeRI[32] R =ktdove k tk tck td. A questo punto è possibile considerare il bilanciomateriale per la specie monomerica che, facendo sempreriferimento a un reattore batch isotermo, si riduce adM[33] =−k MRpdtConsiderando che la velocità <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali R Isi mantenga costante durante il processo e che pure le costanticinetiche k tce k pnon varino, la relazione precedente può essereintegrata analiticamente portando alla tipica espressioneesponenziale per la concentrazione del monomero:RI[34] M = M exp⎛ kk t⎞−0 ⎜ p ⎟⎝t ⎠dove M 0rappresenta la concentrazione iniziale <strong>di</strong> monomero.Da questa relazione risulta che, per un assegnato sistema<strong>di</strong> iniziazione (e dunque del valore <strong>di</strong> R I), la cinetica <strong>di</strong>consumo del monomero è determinata unicamente dal rapportok p 1 k t. Ciò implica altresì che dalla misura della velocità<strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> monomero è possibile stimare al più ilvalore <strong>di</strong> tale rapporto, ma non il valore assoluto delle singolecostanti cinetiche. Conseguentemente è frequente trovarein letteratura i valori del rapporto k p 1 k tper varie speciemonomeriche. I valori assoluti delle costanti cinetichepossono essere stimati con tecniche più complesse, come peresempio la <strong>polimerizzazione</strong> a laser pulsato, che richiede lacaratterizzazione della lunghezza delle catene polimericheprodotte.L’espressione [34] rappresenta nella pratica solo un’approssimazione,in quanto i termini del bilancio [33] variano neltempo. Particolarmente sensibile è l’effetto della variazionedella viscosità del sistema che, attraverso l’effetto Trommsdorff,produce una <strong>di</strong>minuzione della costante <strong>di</strong> terminazione percombinazione e dunque un rapido aumento della concentrazione<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali e quin<strong>di</strong> della velocità <strong>di</strong> consumo del monomero.A questo effetto può sommarsi quello dovuto alla <strong>di</strong>minuzionedel coefficiente <strong>di</strong> scambio termico del reattore, causatadall’aumentare della viscosità del sistema reagente, cheporta a una <strong>di</strong>minuzione della velocità <strong>di</strong> smaltimento del caloreprodotto e dunque a un aumento della temperatura, che acceleraulteriormente il processo <strong>di</strong> consumo del monomero. Inconclusione i profili <strong>di</strong> concentrazione <strong>di</strong> monomero all’internodel reattore deviano dalla forma esponenziale ideale,come illustrato nella fig. 4.Distribuzione della lunghezza delle cateneLe caratteristiche applicative <strong>di</strong> un polimero sono determinatedalla composizione e dalla struttura delle macromolecoleche lo compongono. Come si vedrà <strong>di</strong> seguito, le macromolecolenon sono tutte identiche ma costituiscono in generaleuna popolazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui con caratteristiche <strong>di</strong>verse;è la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> tali caratteristiche, e non solo i relativivalori me<strong>di</strong>, che definisce le caratteristiche applicative <strong>di</strong> unmateriale polimerico. Risulta pertanto particolarmente interessantedescrivere la cinetica attraverso cui tali <strong>di</strong>stribuzionievolvono in funzione delle particolari con<strong>di</strong>zioni operativedel processo <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>. A questo scopo siutilizzano particolari bilanci materiali, detti bilanci <strong>di</strong> popolazione,che sono riferiti a specifici in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> queste popolazionie in particolare a quelli caratterizzati da un particolarevalore dell’elemento caratteristico considerato. Nel casoin cui quest’ultimo sia la lunghezza della catena polimerica(detto anche grado <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>, che rappresenta ilnumero <strong>di</strong> unità monomeriche contenute nella catena), i corrispondentibilanci <strong>di</strong> popolazione consentono <strong>di</strong> valutare la<strong>di</strong>stribuzione della lunghezza della catena (Chain LengthDistribution, CLD).La CLD delle catene polimeriche morte presenti in un reattore<strong>di</strong>scontinuo a fine processo può essere valutata attraversoi seguenti passi: valutazione della CLD istantanea, cioè laCLD delle catene prodotte a un certo istante durante il corsodel processo <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>, e cumulazione <strong>di</strong> tutte leCLD istantanee, pesate sulle corrispondenti quantità <strong>di</strong> polimeroprodotto, per valutare la CLD cumulata, cioè quella relativaal prodotto finale (v. anche cap. 8.1).È opportuno ricordare che tale procedura è possibile graziealla caratteristica peculiare <strong>di</strong> questi processi per cui le catenevengono prodotte in intervalli <strong>di</strong> tempo brevissimi rispettoalla durata del processo.1conversioneeq. [34]effetto Trommsdorfftempofig. 4. Ruolo dell’effetto Trommsdorff sull’andamentodella conversione in funzione del tempo in un reattore batch.378 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROCESSI DI POLIMERIZZAZIONELa <strong>di</strong>stribuzione istantanea numerale delle lunghezze <strong>di</strong>catena, f N(n), tale per cui f N(n)dn rappresenta la frazione numerica<strong>di</strong> catene polimeriche <strong>di</strong> lunghezza n prodotte a un certoistante, è data dalla relazione⎡1α γ + ( n −1)αβ⎤2[35] f nN ( )= ⎢⎥n1( 1+α ) ⎣⎢γ + β2 ⎦⎥dove sono stati introdotti due nuovi parametri cinetici a<strong>di</strong>mensionali,definiti come rapporti tra tempi caratteristici:k R τtc p[36] β = =k M τp tck R k k S τ τ τ[37]td fm fs p p pγ = + + = + +k M k k M τ τ τpp p td fm fscon abg. Dalle relazioni sopra riportate è possibile osservareche i parametri cinetici b e g influenzano in modo <strong>di</strong>versola CLD istantanea, pur essendo verificato che all’aumentare <strong>di</strong>entrambi si ottengono catene me<strong>di</strong>amente più corte. Ciò è ragionevolein quanto valori più elevati <strong>di</strong> tali parametri corrispondonoa valori più elevati delle terminazioni rispetto alla propagazione.È interessante osservare che i parametri b e g raggruppanoi tempi caratteristici <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> terminazione che sonoqualitativamente <strong>di</strong>versi tra loro. Nel primo si trova la terminazioneper combinazione in cui le catene che terminano perdonola propria identità attraverso il processo <strong>di</strong> terminazione, formandoun’unica catena che ha per lunghezza la somma <strong>di</strong> quelledelle due originarie. In g invece sono compresi tre processi <strong>di</strong>terminazione che sono simili tra loro in quanto mantengono inalteratal’identità della catena attraverso la terminazione. Tale <strong>di</strong>fferenzastrutturale delle terminazioni fa sì che queste agiscanoin modo <strong>di</strong>fferente sulla CLD e che dunque i rispettivi parametricinetici compaiano in <strong>di</strong>versi parametri a<strong>di</strong>mensionali.Nelle applicazioni pratiche si utilizza anche un altro tipo<strong>di</strong> CLD, la cosiddetta <strong>di</strong>stribuzione ponderale delle lunghezze<strong>di</strong> catena, in<strong>di</strong>cata con f w(n). Questa rappresenta la frazione <strong>di</strong>unità monomeriche presenti in catene <strong>di</strong> assegnata lunghezzae può essere ricavata <strong>di</strong>rettamente dalla corrispondente <strong>di</strong>stribuzionenumerale attraverso la relazione:nf nN ([38] f nW ( ))=∞nf n∑n=1A titolo esemplificativo le due <strong>di</strong>stribuzioni sono illustratein fig. 5 per uno stesso polimero. Si osserva che la <strong>di</strong>stribuzioneponderale tende a far pesare maggiormente le catene piùlunghe e conseguentemente è caratterizzata da un valore me<strong>di</strong>opiù elevato. Utilizzando le espressioni [35] e [38] è possibilericavare le seguenti espressioni analitiche per il peso molecolareme<strong>di</strong>o numerale n Ne me<strong>di</strong>o ponderale n W:1[39] n N= +1γ β232( γ + β2 )[40] n W=2γ + β( )N( )Da tali relazioni, attraverso una semplice moltiplicazioneper il peso molecolare del monomero, è possibile ottenere ilpeso molecolare me<strong>di</strong>o numerale e me<strong>di</strong>o ponderale, che rappresentanole me<strong>di</strong>e delle <strong>di</strong>stribuzioni dei pesi molecolari(Molecular Weight Distribution, MWD) rispettivamente numeralee ponderale.Nel caso ideale <strong>di</strong> una popolazione <strong>di</strong> catene polimerichetutte <strong>di</strong> uguale lunghezza, le CLD numerale e ponderale coincidonoe sono entrambe date da una <strong>di</strong>stribuzione del tipo delta<strong>di</strong> Dirac. Se si aumenta ora l’ampiezza <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>stribuzione ledue CLD si <strong>di</strong>fferenziano sempre <strong>di</strong> più. È quin<strong>di</strong> naturale introdurreun particolare parametro, detto poli<strong>di</strong>spersità della <strong>di</strong>stribuzione,definito come rapporto tra i pesi molecolari me<strong>di</strong>oponderale e numerale:[41]che assume valore unitario per <strong>di</strong>stribuzioni tipo delta <strong>di</strong> Dirace aumenta all’aumentare dell’ampiezza della <strong>di</strong>stribuzione.Questo parametro viene ampiamente utilizzato nella praticacome misura della larghezza della <strong>di</strong>stribuzione.Attraverso le relazioni [35-41] è possibile ottenere unabuona descrizione della CLD istantanea, cioè delle caratteristichedella quantità infinitesima <strong>di</strong> polimero prodotta in unassegnato istante <strong>di</strong> tempo durante il processo <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>.In generale però, come sopra menzionato, si è interessatia valutare le caratteristiche del prodotto finale, cioè dell’interapopolazione <strong>di</strong> catene polimeriche che si trovano all’internodel reattore al termine del processo. Nel caso <strong>di</strong> un reattore<strong>di</strong>scontinuo ciò corrisponde a valutare la cosiddetta CLD cumulata,f N c (n,t), che corrisponde alla me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> tutte le CLD istantaneepesate sulle corrispondenti quantità <strong>di</strong> polimero prodottedall’inizio del processo fino a un particolare tempo, t:[42]f(n)nWσ = =nfcNNt1 Pn, t f n,tN ( ) ⎛ d ⎞Pt∫⎝ ⎜ dt⎠⎟ dt0( ) = ( )f N (n)1( γ + β) γ + β2 ( 2 )2( γ + β)23numero <strong>di</strong> catene lungheprodotte per unità <strong>di</strong> tempo nf W (n)n N n W nfig. 5. Confronto tra <strong>di</strong>stribuzione istantanea numerale, f N(n),e ponderale, f W(n), delle lunghezze <strong>di</strong> catena.numero <strong>di</strong> catene lunghe nprodotte fino al tempo tdove il termine dPdt rappresenta la velocità <strong>di</strong> produzione globale<strong>di</strong> catene polimeriche <strong>di</strong> qualsiasi lunghezza. Questa vieneottenuta sommando la corrispondente quantità relativa a unaspecifica lunghezza <strong>di</strong> catena data dalla relazione [35] su tuttii possibili valori <strong>di</strong> tale lunghezza, ed è data dall’espressione:dP[43] = Rdtp ( γ + )1 β2Il proce<strong>di</strong>mento sopra riportato per valutare la CLD delprodotto finale è anche un utile strumento concettuale per definirele con<strong>di</strong>zioni operative ottimali per realizzare un polimerocon determinate caratteristiche. Per esempio nel caso assaiVOLUME V / STRUMENTI379


ASPETTI PROCESSISTICIfrequente in cui si voglia realizzare in un reattore <strong>di</strong>scontinuoun polimero con una <strong>di</strong>stribuzione dei pesi molecolari moltostretta, cioè con la minima poli<strong>di</strong>spersità possibile, si può scomporrequesto problema in due fasi successive. In primo luogosi identificano le con<strong>di</strong>zioni necessarie a realizzare una CLDistantanea con poli<strong>di</strong>spersità minima, e successivamente ci siassicura che durante il processo venga prodotta sempre la stessaCLD istantanea. È infatti chiaro che, cumulando porzioni<strong>di</strong> polimero con CLD tra loro <strong>di</strong>verse, benché a bassa poli<strong>di</strong>spersità,si ottiene un prodotto finale fortemente <strong>di</strong>suniforme,come schematicamente illustrato dalla fig. 6. Nel seguito sonoriportati due esempi <strong>di</strong> questo approccio.Si consideri il caso della <strong>polimerizzazione</strong> in sospensione delcloruro <strong>di</strong> vinile, in cui il processo <strong>di</strong> terminazione dominante èil trasferimento <strong>di</strong> catena al monomero. Dalle relazioni [36] e[37] si osserva che in questo caso è gb e pertanto i valori me<strong>di</strong>della CLD istantanea [39-41] si semplificano come segue:1 2[44] n = n = σ = 2NWγγConsiderando inoltre che in questo caso gk fmk p, ne derivache tale parametro è sostanzialmente una funzione della solatemperatura. Poiché la poli<strong>di</strong>spersità istantanea è un valorefisso, volendo minimizzare la poli<strong>di</strong>spersità della CLD cumulataci si dovrà dunque semplicemente assicurare che durantel’intero processo venga prodotta la stessa CLD istantanea. Ciòpuò essere ottenuto, con buona approssimazione, mantenendocostante il valore me<strong>di</strong>o della CLD istantanea che, come in<strong>di</strong>catodalle relazioni precedenti, in questo caso è funzione solodella temperatura. Sulla base <strong>di</strong> questa analisi semplificata èdunque possibile concludere che mantenendo il reattore <strong>di</strong>scontinuoisotermo durante il processo è possibile ottenere la piùstretta CLD cumulata possibile, a cui corrisponde in particolareun valore <strong>di</strong> poli<strong>di</strong>spersità pari a due.Un altro caso <strong>di</strong> interesse è quello che si riferisce ad alcuniprocessi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> dello stirene, in cui il meccanismo<strong>di</strong> terminazione dominante è la terminazione per combinazione.In questo caso è gb e pertanto i valori me<strong>di</strong> dellaCLD istantanea [39-41] si semplificano come segue:2 3 3[45] n = n = σ =NWββ2dove il parametro cinetico b è definito dalla relazione [36],che utilizzando la [32] porta a: b 14422k tcR Ik pM. Si noti cheanche in questo caso la poli<strong>di</strong>spersità istantanea è minore <strong>di</strong>f N (n)istantanea, t 2istantanea, t 3cumulata, t 3istantanea, t 1nfig. 6. Rappresentazione schematica delle CLD istantaneea tre <strong>di</strong>versi tempi, t 1t 2t 3(curve tratteggiate)e la corrispondente CLD cumulata (non normalizzata)al tempo t 3(curva continua).quella corrispondente al caso in cui dominino i processi <strong>di</strong> terminazioneche compaiono nel parametro g. Ciò è conseguenzadel fatto che il processo <strong>di</strong> combinazione comporta un’operazione<strong>di</strong> me<strong>di</strong>a sulla lunghezza delle catene morte, la qualeprovoca una maggiore uniformità nella <strong>di</strong>stribuzione delle stesse.Tale operazione non avviene nel caso in cui dominino glialtri processi <strong>di</strong> terminazione.In questo caso è dunque possibile realizzare una CLD cumulatacon poli<strong>di</strong>spersità pari a 1,5, a patto <strong>di</strong> realizzare con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> tali da mantenere costante la CLDistantanea, e cioè il valore del parametro b. Ciò non è certamentebanale in quanto, come appare dall’espressione soprariportata <strong>di</strong> tale parametro, esso risulta <strong>di</strong>pendere da variabilicome la concentrazione <strong>di</strong> monomero e come la velocità <strong>di</strong>produzione dei ra<strong>di</strong>cali. Risultati sod<strong>di</strong>sfacenti almeno dalpunto <strong>di</strong> vista pratico sono ottenibili utilizzando <strong>di</strong>verse tecniche<strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>, come quelle basate su reattori semi<strong>di</strong>scontinuicon aggiunta nel tempo <strong>di</strong> iniziatore e <strong>di</strong> monomerio su processi in emulsione.6.4.5 <strong>Processi</strong> <strong>di</strong> co<strong>polimerizzazione</strong>ra<strong>di</strong>calicaLa necessità <strong>di</strong> realizzare materiali polimerici con caratteristichesempre più mirate ad applicazioni specifiche comporta spessol’introduzione lungo la catena <strong>di</strong> specie monomeriche <strong>di</strong>verse,che contribuiscono a impartirle specifiche proprietà chimico-fisiche.Ciò fa nascere una nuova <strong>di</strong>mensione nellacaratterizzazione della popolazione delle catene polimeriche,che si riferisce alla composizione delle stesse. Vengono in particolareintrodotti due tipi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione. La <strong>di</strong>stribuzione dellacomposizione delle catene (Chain Composition Distribution,CCD), che descrive la frazione <strong>di</strong> catene che hanno una certacomposizione monomerica globale, in<strong>di</strong>pendentemente da comei monomeri si susseguono lungo la catena stessa, e la <strong>di</strong>stribuzionedelle sequenze lungo le catene (Chain Sequence Distribution,CSD), che descrive la probabilità <strong>di</strong> trovare lungo la catenauna determinata sequenza <strong>di</strong> unità monomeriche. La possibilità<strong>di</strong> controllare tali <strong>di</strong>stribuzioni è un elemento fondamentaleper un buon processo <strong>di</strong> co<strong>polimerizzazione</strong>, poiché queste determinanole caratteristiche applicative dei copolimeri prodotti.La <strong>di</strong>stribuzione delle unità monomeriche lungo una catenapolimerica è controllata dalle reazioni <strong>di</strong> propagazione, il cuinumero <strong>di</strong>pende dalle specie monomeriche coinvolte. Adottandoil modello cinetico terminale, si ipotizza che la reattività <strong>di</strong>una catena ra<strong>di</strong>calica sia determinata unicamente dall’ultimaunità ad<strong>di</strong>zionata, quella cioè su cui si trova l’attività ra<strong>di</strong>calica.In questo quadro, nel caso <strong>di</strong> una co<strong>polimerizzazione</strong> tradue monomeri, A e B, si possono avere due tipi <strong>di</strong> catene ra<strong>di</strong>caliche.In<strong>di</strong>cando in particolare con A ne B ndue catene contenentiglobalmente n unità monomeriche ma che hanno l’attivitàra<strong>di</strong>calica su un’unità <strong>di</strong> tipo A e B, rispettivamente, poichéciascuna <strong>di</strong> tali catene può reagire con un’unità monomerica<strong>di</strong> tipo A o B, si avranno in totale quattro reazioni <strong>di</strong> propagazione,due delle quali sono dette <strong>di</strong>rette e due incrociate:[46] A+ A ➤ A r = k AA|[47][48]n n+1pAA nB+ B ➤ B r = k BB|n n+1pBB nA+ B ➤ B r = k AB|n n+1pAB n[49] B+ A ➤ A r = k BA|n n+1pBA n380 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROCESSI DI POLIMERIZZAZIONEA fianco <strong>di</strong> ciascuna delle reazioni <strong>di</strong> propagazione è in<strong>di</strong>catala corrispondente espressione della velocità <strong>di</strong> reazione.In accordo al modello cinetico terminale le velocità sono descritteda cinetiche del secondo or<strong>di</strong>ne, le cui costanti cinetichesono identificate esclusivamente dal tipo <strong>di</strong> unità in cui si troval’attività ra<strong>di</strong>calica sulla catena reagente e dal tipo <strong>di</strong> speciemonomerica coinvolta.Oltre alle reazioni <strong>di</strong> propagazione in questi processi sonopresenti anche le reazioni <strong>di</strong> iniziazione, terminazione e trasferimento<strong>di</strong> catena, che sono analoghe a quelle presenti nellaomo<strong>polimerizzazione</strong> ma in numero superiore in ragione delpiù elevato numero <strong>di</strong> tipi <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali presenti.Un modello cinetico più accurato, il cosiddetto modellocinetico penultimo, consente <strong>di</strong> tenere conto dell’effetto dellapenultima unità monomerica sulla reattività del ra<strong>di</strong>cale. Ciòcomporta naturalmente un aumento del numero <strong>di</strong> reazioni <strong>di</strong>propagazione possibili, in quanto ciascuna delle reazioni [46-49] avviene con velocità <strong>di</strong>versa a seconda che l’unità monomericache precede quella su cui si trova l’attività ra<strong>di</strong>calicasia <strong>di</strong> tipo A o B. Questo modello viene scarsamente utilizzatoin pratica, anche in considerazione dei buoni risultati generalmenteforniti dal modello cinetico terminale.Distribuzione della lunghezza delle cateneLa prima informazione necessaria per descrivere la cinetica<strong>di</strong> crescita delle catene <strong>di</strong> copolimero riguarda la composizionedella miscela reagente in termini <strong>di</strong> catene ra<strong>di</strong>calicheattive. In particolare è necessario conoscere la frazione <strong>di</strong> cateneche terminano con ciascuna delle unità monomeriche presentiin quanto, secondo il modello cinetico terminale adottato,questa ne definisce la reattività.A questo scopo è necessario considerare i bilanci materialidelle specie ra<strong>di</strong>caliche, <strong>di</strong>fferenziandole solo sulla base deltipo <strong>di</strong> unità ra<strong>di</strong>calica. In questi bilanci dovranno essere presein considerazione tutte le reazioni che comportano la scomparsao la produzione <strong>di</strong> un ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong> un certo tipo. Oltre allereazioni <strong>di</strong> iniziazione e terminazione, che causano la formazioneo la eliminazione <strong>di</strong> una specie ra<strong>di</strong>calica, dovranno dunqueessere considerate anche le reazioni <strong>di</strong> propagazione incrociata,in quanto queste mo<strong>di</strong>ficano il tipo <strong>di</strong> unità ra<strong>di</strong>calica.Considerando anzi che tali reazioni sono generalmente assaipiù veloci <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> terminazione e iniziazione, queste ultimevengono generalmente trascurate nell’ambito della cosiddettaapprossimazione <strong>di</strong> catena lunga. Si consideri a titoloesemplificativo il caso <strong>di</strong> una <strong>polimerizzazione</strong> con tre monomeri,A, B e C. In<strong>di</strong>cando con A, B e C la concentrazioneglobale <strong>di</strong> catene ra<strong>di</strong>caliche che terminano con ciascuna delletre unità monomeriche, i bilanci <strong>di</strong> cui sopra assumono la forma[50][51][52]( )dA= k BA+ k CA− k B+k C ApBA pCA pAB pACdt( )dB= k AB+ k CB− k A+k C BpAB pCB pBA pBCdt( )dC= k AC + k BC − k A+k B CpAC pBC pCA pCBdtSommando le equazioni precedenti membro a membro siottiene che la variazione temporale della concentrazione totale<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali, RABC, è uguale a zero. Ciò non è ovviamentecorretto e riflette il fatto che questi bilanci sono stati scrittinell’ambito della approssimazione <strong>di</strong> catena lunga. Essi consentonoinfatti <strong>di</strong> valutare solo la composizione della miscela <strong>di</strong>ra<strong>di</strong>cali e non i valori assoluti delle loro concentrazioni. Introducendole frazioni molari p i<strong>di</strong> catene ra<strong>di</strong>caliche <strong>di</strong> ogni tipo:A B C[53] p = p = p =A B CR R Re sostituendo nelle equazioni [50] e [51], in cui i termini <strong>di</strong>accumulo vengono trascurati secondo la approssimazione <strong>di</strong>pseudostazionarietà, si ottiene[54][55]k Bp + k Bp − k A+k C ppAB A pCB C pBA pBC B[56] p + p + p =1A B CSi noti che l’ultima relazione <strong>di</strong> consistenza viene aggiuntaper chiudere il sistema, la cui soluzione fornisce la desideratacomposizione del sistema reagente in termini <strong>di</strong> catene con <strong>di</strong>versaattività ra<strong>di</strong>calica. Tale sistema può essere facilmente generalizzatoa un numero qualsiasi <strong>di</strong> specie monomeriche e in particolarenel caso binario produce la seguente soluzione:k Ak BpBApAB[57] p =p =ABk A+k Bk A+k BpBA pABpBA pABQueste relazioni sono valide nell’ambito dell’approssimazione<strong>di</strong> catena lunga che può essere applicata con ottima accuratezzaa tutti i copolimeri con esclusione dei copolimeri a blocchi.Questi sono costituiti da poche lunghissime sequenze omopolimeriche,che corrispondono al fatto che le propagazioniincrociate sono molto più lente <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong>rette, tanto da essereconfrontabili a terminazioni e iniziazioni. In questo caso nonè evidentemente possibile trascurare queste ultime nei bilanci[50-52].La descrizione del comportamento cinetico <strong>di</strong> un sistemache coinvolga molte specie monomeriche appare certamenteassai complicata per l’elevato numero <strong>di</strong> specie reagenti coinvolte.Tuttavia, nell’ambito delle approssimazioni sopra descritte,è possibile derivare una soluzione analitica molto sempliceche viene in<strong>di</strong>cata come approccio pseudocinetico. Essoconsiste nell’utilizzare le stesse relazioni derivate precedentementeper descrivere la cinetica del processo <strong>di</strong> omo<strong>polimerizzazione</strong>,sostituendo le costanti cinetiche delle reazionicoinvolte con opportune costanti pseudocinetiche. Quest’ultimesono ottenute a partire dalle costanti cinetiche reali delprocesso <strong>di</strong> co<strong>polimerizzazione</strong> attraverso opportune me<strong>di</strong>epesate sulle frazioni molari delle <strong>di</strong>verse specie ra<strong>di</strong>calichenel sistema.Tali me<strong>di</strong>e sono <strong>di</strong>verse a seconda dell’or<strong>di</strong>ne della reazionerispetto alle specie ra<strong>di</strong>caliche. In particolare, con riferimentoa un sistema ternario, si ha per la reazione <strong>di</strong> propagazionedei monomeri A, B e C:[58] k ∗ = k p + k p + k ppA pAA A pBA B pCA C[59] k ∗ = k p + k p + k ppB pAB A pBB B pCB C[60] k ∗ = k p + k p + k ppC pAC A pBC B pCC Cda cui si ricava la costante pseudocinetica globale <strong>di</strong> propagazione,k* p, attraverso una me<strong>di</strong>a pesata sulle frazioni molari deimonomeri, x A, x Be x C:[61] k∗ = k∗ x + k∗ x + k∗xp pA A pB B pC C( ) = 0( ) = 0k Ap + k Ap − k B+k C ppBA B pCA C pAB pAC APer le reazioni <strong>di</strong> trasferimento <strong>di</strong> catena si hanno le seguentiespressioni delle costanti pseudocinetiche:VOLUME V / STRUMENTI381


ASPETTI PROCESSISTICI[62][63]che sono <strong>di</strong>verse per le reazioni <strong>di</strong> terminazione in quanto questesono <strong>di</strong> secondo or<strong>di</strong>ne rispetto alle specie ra<strong>di</strong>caliche:[64] k ∗ 2 2 2= k p + k p + k p[65]Nell’ambito del modello pseudocinetico è possibile dunquevalutare la concentrazione totale R <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali utilizzandola stessa equazione [32] ma sostituendo le costanti cinetiche<strong>di</strong> omo<strong>polimerizzazione</strong> con quelle pseudocinetiche corrispondenti:[66]k ∗ = k p + k p + k pfm fmA A fmB B fmC Ck ∗ = k p + k p + k pfs fsA A fsB B fsC Ctc tcAA A tcBB B tcCC C+ 2ktcABp Ap B+ 2k tcACp Ap C+ 2k tcBCp Bp Ck ∗ = k p + k p + k p2 2 2td tdAA A tdBB B tdCC CR =Da questa è poi possibile valutare la velocità <strong>di</strong> consumodella singola specie monomerica, come per esempio quellarelativa al monomero A:[67] R = k ∗ ARpA+ 2ktdABp Ap B+ 2k tdACp Ap C+ 2k tdBCp Bp CRIk∗+k∗tcpAtdAnche la CLD <strong>di</strong> un copolimero può essere valutata me<strong>di</strong>antele stesse relazioni [35-41] valide per l’omopolimero, utilizzandoper la valutazione dei parametri b e g le corrispondenticostanti pseudocinetiche. In questo caso la variabile M rappresentala concentrazione totale <strong>di</strong> tutte le specie monomerichenel sistema.Distribuzione della composizione delle cateneLa <strong>di</strong>stribuzione delle <strong>di</strong>verse specie monomeriche lungola catena polimerica è determinata dalla probabilità che il singolora<strong>di</strong>cale ha <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zionare l’una o l’altra delle specie monomerichepresenti. A sua volta questa probabilità è definita dallareattività intrinseca del singolo monomero e dalla sua concentrazione.In generale i <strong>di</strong>versi monomeri hanno reattività<strong>di</strong>versa e dunque si consumano in modo <strong>di</strong>verso durante il processo<strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>, con la conseguenza che la composizionemonomerica varia nel tempo. Poiché il tempo <strong>di</strong> vitadelle catene è molto più breve <strong>di</strong> quello del processo, si avrannocatene prodotte a istanti <strong>di</strong>versi lungo il processo, e quin<strong>di</strong>presumibilmente con composizione <strong>di</strong>versa in quanto prodottea partire da <strong>di</strong>fferenti composizioni della miscela monomerica.Questo processo, che viene chiamato usualmente deriva(o drift) compositiva, rappresenta spesso un problema importantedal punto <strong>di</strong> vista applicativo, in quanto dà luogo a prodottifinali molto <strong>di</strong>suniformi, nel senso <strong>di</strong> catene aventi composizionemolto <strong>di</strong>versa tra loro.Per stu<strong>di</strong>are quantitativamente questo processo è necessariovalutare la composizione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> una catena polimerica.Poiché durante la vita <strong>di</strong> una catena polimerica il consumo <strong>di</strong>monomero e quin<strong>di</strong> gli eventuali cambiamenti <strong>di</strong> composizionesono trascurabili, possiamo valutare la composizione dellacatena a partire dalla velocità istantanea <strong>di</strong> consumo delle singolespecie monomeriche. Così, per esempio nel caso <strong>di</strong> duespecie monomeriche A e B, la frazione molare F A<strong>di</strong> monomeroA, presente all’interno <strong>di</strong> una catena copolimerica prodottaa un certo istante, è data dal rapporto:RpA[68] F =AR + RpA pBdove R pAe R pBrappresentano le velocità <strong>di</strong> consumo delle <strong>di</strong>versespecie monomeriche valutate me<strong>di</strong>ante la [67] a quello stessoistante. Attraverso opportune rielaborazioni è possibile riscriverela [68] nella forma( rx + x xA A B)A[69] F =A( rx + x x rx x xA A B) +A ( +B B A)BTale relazione in<strong>di</strong>ca che la composizione istantanea dellacatena polimerica è determinata dalla frazione molare dellespecie monomeriche, x Ae x B, e da due parametri cinetici a<strong>di</strong>mensionali:kkpAApBB[70] r = r =ABkkpABpBAche vengono detti rapporti <strong>di</strong> reattività e rappresentano per ciascuntipo <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cale il rapporto tra la costante cinetica <strong>di</strong> propagazione<strong>di</strong>retta e incrociata.Della relazione [69] viene normalmente data una rappresentazionegrafica in termini del <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Mayo e Lewis.Come illustrato in fig. 7 questo <strong>di</strong>agramma rappresenta la composizioneistantanea delle catene polimeriche F Ain funzionedella composizione monomerica x Adella miscela da cui questevengono generate. La <strong>di</strong>agonale corrisponde al caso in cuii monomeri hanno uguale reattività, cioè r A1 e r B1 nella[69], e dunque le catene polimeriche hanno la stessa composizionedella miscela monomerica da cui provengono, cioèF Ax A. In generale però i monomeri hanno reattività <strong>di</strong>versa eil corrispondente <strong>di</strong>agramma può assumere vari andamenti,come quelli illustrati dalle <strong>di</strong>verse curve in fig. 7. Per esempionel caso in cui il monomero A sia più reattivo nei confronti <strong>di</strong>entrambe le specie ra<strong>di</strong>caliche, si ha r A1 e r B1 e dunque lecatene polimeriche sono più ricche nel monomero A dellamiscela monomerica da cui derivano. Al contrario, nel caso sia1F AIIIIII00x A 1fig. 7. Diagramma <strong>di</strong> Mayo e Lewis che rappresentala frazione molare istantanea F Adel monomero Anel polimero in funzione della frazione molare x Adello stessonella miscela reagente <strong>di</strong> monomeri per tre <strong>di</strong>versecoppie <strong>di</strong> valori dei rapporti <strong>di</strong> reattività: r A1 e r B1 (curva I),r A1 e r B1 (curva II) e r A1 e r B1 (curva III).382 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROCESSI DI POLIMERIZZAZIONEr A1 e r B1, si ha un arricchimento delle catene polimerichein termini del monomero B. Queste due situazioni sono illustratein fig. 7 dalle curve I e II, rispettivamente.Nel caso invece in cui siano r A1 e r B1, le reazioni <strong>di</strong>propagazione incrociata prevalgono su quelle <strong>di</strong> propagazione<strong>di</strong>retta. In questo caso, a seconda della composizionemonomerica può essere più reattivo il monomero A o il monomeroB. Si ottiene dunque la curva III in fig. 7, caratterizzatada un punto caratteristico, detto azeotropo, in cui le catenepolimeriche e la miscela monomerica da cui queste derivanohanno la stessa composizione. Analogo è il caso in cuile propagazioni <strong>di</strong>rette prevalgono su quelle incrociate, cioèr A1 e r B1.Utilizzando il <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Mayo e Lewis è possibileseguire anche in modo quantitativo il processo <strong>di</strong> deriva compositivaprecedentemente descritto. Si consideri un sistema<strong>di</strong> co<strong>polimerizzazione</strong> il cui <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Mayo e Lewis siaquello illustrato in fig. 8 e si supponga <strong>di</strong> introdurre inizialmentenel reattore una miscela monomerica avente composizionex A0. La prima quantità infinitesima <strong>di</strong> polimero prodottoha la composizione F A0in<strong>di</strong>cata in figura; essendoF A0x A0, ciò implica che alla miscela monomerica viene sottrattauna porzione più concentrata nel monomero A dellamiscela originaria. La conseguenza è che la frazione molare<strong>di</strong> A, x A, nel reattore <strong>di</strong>minuisce, e con essa <strong>di</strong>minuisce la frazionemolare dello stesso monomero nel polimero. Poichéperò la frazione molare <strong>di</strong> A nel polimero rimane superiorea quella nel monomero, entrambe continuano a <strong>di</strong>minuiredando luogo al processo <strong>di</strong> deriva compositiva. L’ampiezza<strong>di</strong> tale variazione può essere apprezzata in modo qualitativoosservando che al termine del processo, quando i monomerihanno reagito completamente, la frazione molare me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Aglobalmente presente in tutte le catene polimeriche non puòche essere uguale a quella inizialmente presente nella fasemonomerica, cioè x A0. Dall’osservazione del <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong>fig. 8 è facile dedurre che affinché il valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> F Asiauguale a x A0, avendo le prime catene composizione F A0, è necessarioche le ultime catene prodotte abbiano una composizionein A assai bassa.1F A F A0x A000 x A01x Afig. 8. Rappresentazione schematica del processo<strong>di</strong> deriva compositiva in un reattore<strong>di</strong> co<strong>polimerizzazione</strong> chiuso, con composizione inizialedella miscela monomerica pari a x A0.Controllo della composizione del copolimeroNella maggior parte dei casi le caratteristiche applicative<strong>di</strong> un copolimero richiedono un’elevata uniformità delle catenepolimeriche, particolarmente in termini della loro composizione.Come visto precedentemente, tale risultato non è realizzabileutilizzando un reattore <strong>di</strong>scontinuo a causa del processo<strong>di</strong> deriva compositiva. Risulta pertanto necessario ricorrerea reattori semi<strong>di</strong>scontinui nei quali vengono introdotte duranteil processo opportune quantità <strong>di</strong> monomeri, in modo damantenere costante nel tempo la composizione della miscelamonomerica reagente e conseguentemente delle catene prodottedurante il processo. Esistono due <strong>di</strong>verse strategie checonsentono <strong>di</strong> realizzare questo obiettivo.Processo controllato dall’alimentazione. Questa modalitàoperativa si basa sul rallentamento del processo fino al puntoda consentire allo stesso <strong>di</strong> porsi, per la maggior parte deltempo, in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> pseudostazionarietà, cosicché le velocità<strong>di</strong> consumo dei singoli monomeri siano uguali a quelle <strong>di</strong>alimentazione degli stessi, e dunque facilmente controllabili.Questa situazione viene raggiunta adottando un tempo <strong>di</strong> alimentazionet fmolto elevato rispetto al tempo caratteristico <strong>di</strong>consumo del monomero:τ f[71] >> 1 k*RpIn questo modo il tempo caratteristico del processo coincidecol tempo <strong>di</strong> alimentazione e il processo <strong>di</strong> consumo delmonomero, il cui tempo caratteristico risulta a questo puntoassai inferiore, è rispetto a esso in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> pseudostazionarietà.Il processo controllato dall’alimentazione si realizza dunquesemplicemente alimentando una miscela monomerica cheabbia la stessa composizione <strong>di</strong> quella del polimero desiderato,ma in modo sufficientemente lento da rispettare la con<strong>di</strong>zione[71], senza necessariamente conoscere né la cinetica delprocesso né il relativo <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Mayo e Lewis. Si ottienecosì che per la maggior parte del processo vengono prodottecatene con la composizione desiderata, ma con lo svantaggio<strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione della produttività, in quanto il processoviene rallentato attraverso un’alimentazione molto lentarispetto alla velocità con cui i monomeri sarebbero in grado<strong>di</strong> reagire; da qui la denominazione <strong>di</strong> processo starved (letteralmente,affamato) usualmente utilizzata per questa modalitàoperativa.In questi processi la concentrazione <strong>di</strong> monomero nel reattoresi mantiene sostanzialmente costante per l’intero processo.Ciò può risultare particolarmente positivo in <strong>di</strong>verse situazioni,come per esempio quella <strong>di</strong>scussa nel contesto dell’equazione[45], in cui si intende produrre una <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong>pesi molecolari molto stretta (per un omo- o un copolimero)nel caso in cui domini la terminazione bimolecolare per combinazione.Altre caratteristiche rilevanti <strong>di</strong> questi processi sono lafacilità del controllo termico, che deriva dalla bassa velocità<strong>di</strong> consumo dei monomeri, e il fatto che la conversione all’internodel reattore è sempre molto elevata. Ciò significa che laconcentrazione <strong>di</strong> polimero prevale decisamente su quella <strong>di</strong>monomero e dunque tendono a prevalere le reazioni <strong>di</strong> trasferimentoa polimero e le cinetiche controllate dall’effettoTrommsdorff.Processo ad alimentazione forzata. Questa seconda modalitàoperativa, usualmente denominata power feed, è piùambiziosa della precedente in quanto si propone non solo <strong>di</strong>VOLUME V / STRUMENTI383


ASPETTI PROCESSISTICImantenere uniforme nel tempo la composizione delle cateneprodotte, ma anche <strong>di</strong> mantenere elevata la produttività del processo.La sua realizzazione richiede però maggiori conoscenzesulla cinetica della <strong>polimerizzazione</strong>, e in particolare sullarelazione <strong>di</strong> Mayo e Lewis che determina la composizionemonomerica necessaria per realizzare una desiderata composizioneistantanea della catena polimerica. La procedura richiedequin<strong>di</strong> <strong>di</strong> porre nel reattore una certa quantità iniziale <strong>di</strong>monomeri avente tale composizione e alimentare poi una correntedegli stessi in modo da mantenerla costante durante l’interoprocesso. In definitiva tale portata viene valutata in mododa alimentare la quantità necessaria a riequilibrare lo sbilanciamento<strong>di</strong> composizione dovuto alla <strong>di</strong>versa reattività deimonomeri. Attraverso opportuni bilanci materiali si ottiene laseguente relazione:[72] N Q k RN N Q k RNB( − *A pA A) =A( − *B pB B)dove Q Ae Q Bsono le portate molari dei due monomeri chedevono essere alimentate, N Ae N Bsono le moli dei due monomeripresenti all’interno del reattore a un certo istante e i terminicoinvolgenti le costanti pseudocinetiche <strong>di</strong> propagazionek* pAe k* pBrappresentano le moli dei due monomeri consumatedalle reazioni <strong>di</strong> propagazione per unità <strong>di</strong> tempo.Poiché l’equazione [72] rappresenta un legame tra le dueportate <strong>di</strong> alimentazione dei monomeri, rimane a questo punto<strong>di</strong>sponibile ancora un grado <strong>di</strong> libertà per l’ottimizzazione delprocesso. Questo può essere saturato per esempio richiedendoche il processo abbia la massima produttività, cioè la massimaquantità <strong>di</strong> polimero prodotto nell’unità <strong>di</strong> tempo. È possibile<strong>di</strong>mostrare che questo obiettivo viene raggiunto semplicementeintroducendo il monomero meno reattivo interamente all’iniziodella reazione e alimentando quin<strong>di</strong> durante il processosolo il monomero più reattivo in modo da sod<strong>di</strong>sfare la con<strong>di</strong>zione[72], dove la portata del monomero meno reattivo vieneposta uguale a zero.In questo caso insieme alla produttività aumenta la velocità<strong>di</strong> produzione del calore, e pertanto il reattore deve essereequipaggiato in modo opportuno per consentirne lo smaltimentoed evitare pericolosi fenomeni <strong>di</strong> aumento incontrollatoo runaway della temperatura.Un’ultima osservazione riguarda l’applicazione pratica dellarelazione [72]. Questa richiede infatti che a ogni istante duranteil processo siano noti tutti i termini che in essa compaiono.Ciò comporta, essendo coinvolti parametri cinetici, una buonaconoscenza della cinetica della reazione <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>,ma anche <strong>di</strong> variabili <strong>di</strong> processo, quali per esempio le quantitàdei due monomeri presenti nel reattore. È pertanto richiestal’utilizzazione in linea e in situ <strong>di</strong> opportuni sensori che consentanoun monitoraggio affidabile <strong>di</strong> tali variabili. I sensoripiù spesso adottati a questo scopo sono basati sul bilancio termicodel reattore o su misure <strong>di</strong> altre grandezze in<strong>di</strong>rettamentecollegate alla conversione, come la densità o la velocità <strong>di</strong>propagazione <strong>di</strong> ultrasuoni. È evidente che l’applicazione <strong>di</strong>questa metodo<strong>di</strong>ca operativa richiede uno sforzo maggiore delprocesso controllato dall’alimentazione, che deve dunque esserericompensato dalla aumentata produttività del reattore.6.4.6 Caratteristiche operativeLe reazioni <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> ra<strong>di</strong>calica possono essere condotteutilizzando processi con <strong>di</strong>verse caratteristiche operative.Uno dei problemi più rilevanti si riferisce alla rimozionedel calore generato dalle reazioni <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>. Questesono infatti reazioni fortemente esotermiche, paragonabili inquesto senso alle reazioni <strong>di</strong> combustione, e al crescere dellaconversione la miscela <strong>di</strong> reazione tende ad aumentare <strong>di</strong> viscosità,con conseguente rallentamento dei processi <strong>di</strong> trasportotermico. Questa situazione rende <strong>di</strong>fficile il controllo dellatemperatura del reattore causando indesiderate <strong>di</strong>suniformitànel prodotto finale o ad<strong>di</strong>rittura processi <strong>di</strong> aumento incontrollatodella temperatura con conseguenze che possono essererilevanti anche sotto il profilo della sicurezza. In questi casiinfatti la temperatura aumenta in modo autoaccelerato in conseguenzadel fatto che un aumento <strong>di</strong> temperatura produce,attraverso una maggiore velocità <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>, unaumento della velocità <strong>di</strong> produzione del calore, che a suavolta causa un ulteriore aumento <strong>di</strong> temperatura e così via. Aciò si aggiunga che al procedere della reazione la rimozionedel calore può essere rallentata dall’aumento <strong>di</strong> viscosità dellamiscela reagente, rendendo la temperatura del reattore ancorameno controllabile.I processi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> si classificano in generalecome omogenei o eterogenei con riferimento alla miscela reagente.Questa si mantiene omogenea nei processi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>in massa e in soluzione. Nel primo caso vengonointrodotti nel reattore esclusivamente il monomero e l’iniziatore.Si ottiene dunque un prodotto a elevata purezza, particolarmenteapprezzabile in varie applicazioni. Il problema stanello smaltimento del calore <strong>di</strong> reazione, particolarmente <strong>di</strong>fficilequando, con l’aumentare della conversione, la viscositàdel sistema aumenta. Questi processi vengono comunque adottatiper esempio nella produzione in continuo <strong>di</strong> vari tipi <strong>di</strong>gomme, evitando <strong>di</strong> raggiungere nel reattore con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> conversionecompleta e procedendo alla devolatilizzazione delmonomero che non ha reagito in opportune unità <strong>di</strong> separazione.Un altro esempio è la produzione <strong>di</strong> cere, basate su oligomeridello stirene, che viene condotta a temperature moltoelevate con viscosità simili a quelle dei liqui<strong>di</strong>.Per evitare l’aumento <strong>di</strong> viscosità della miscela reagente èpossibile utilizzare la <strong>polimerizzazione</strong> in soluzione. Questarichiede l’impiego <strong>di</strong> un solvente che <strong>di</strong>sciolga sia il monomerosia il polimero, in modo da mantenere omogenea la <strong>polimerizzazione</strong>per l’intero processo. Oltre alla <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> identificareun tale solvente, che sia sod<strong>di</strong>sfacente in termini economicie normativi, questi processi richiedono elevati volumiper far circolare importanti quantità <strong>di</strong> solvente, il che non contribuiscealla loro produttività.I processi eterogenei, in sospensione e in emulsione, sibasano sull’idea <strong>di</strong> fare avvenire la <strong>polimerizzazione</strong> in piccoleparticelle <strong>di</strong>sperse in una matrice acquosa. Le particellesono caratterizzate da un elevatissimo rapporto superficie/volumeche consente un rapi<strong>di</strong>ssimo trasporto del calore <strong>di</strong> reazionedal loro interno alla massa acquosa, da cui il calore vienepoi facilmente rimosso me<strong>di</strong>ante elementi <strong>di</strong> raffreddamentotra<strong>di</strong>zionali, poiché la viscosità della fase continua si mantieneovviamente assai modesta. Il risultato è una <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong>particelle <strong>di</strong> polimero in acqua che richiede opportuni processi<strong>di</strong> coagulazione ed essiccamento da condursi a valle del reattore.Questi processi vengono realizzati partendo da una <strong>di</strong>spersione<strong>di</strong> gocce <strong>di</strong> monomero in acqua, stabilizzate con meccanismi<strong>di</strong> tipo ionico o sterico da opportuni emulsionanti.All’interno <strong>di</strong> tali <strong>di</strong>spersioni viene quin<strong>di</strong> introdotto l’iniziatore,che può essere solubile nella fase monomerica <strong>di</strong>spersao in quella acquosa, dando luogo rispettivamente al processo<strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> in sospensione o in emulsione.384 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROCESSI DI POLIMERIZZAZIONENel primo caso le gocce <strong>di</strong> monomero e <strong>di</strong> iniziatore si comportanocome dei piccoli reattori segregati, ben controllati termicamente,all’interno dei quali avviene una normale reazione<strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> in massa. In questo caso si ottiene una<strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> particelle <strong>di</strong> polimero finale che è molto similea quella iniziale <strong>di</strong> gocce <strong>di</strong> monomero, con <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>edell’or<strong>di</strong>ne dei 100–1.000 mm. Il comportamento cinetico è pertantoanalogo a quello dei processi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> omogenea,per i quali valgono le relazioni e le considerazioni svolteprecedentemente. Diversa è la situazione della <strong>polimerizzazione</strong>in emulsione. In questo caso i ra<strong>di</strong>cali prodotti in faseacquosa devono nucleare le particelle <strong>di</strong> polimero che poi cresconodurante il processo. Conseguentemente la <strong>di</strong>spersionefinale <strong>di</strong> particelle <strong>di</strong> polimero è assai <strong>di</strong>versa da quella iniziale<strong>di</strong> gocce <strong>di</strong> monomero, con <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>e che sono inferiori<strong>di</strong> tre o quattro or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> grandezza, cioè sono dell’or<strong>di</strong>ne<strong>di</strong> 100 nm. In particelle così piccole le reazioni <strong>di</strong> terminazionebimolecolare <strong>di</strong>ventano rapi<strong>di</strong>ssime, tanto da consentire allimite la presenza <strong>di</strong> non più <strong>di</strong> una catena ra<strong>di</strong>calica per particella.Ciò dà luogo al fenomeno della segregazione dei ra<strong>di</strong>cali,che rende la cinetica della <strong>polimerizzazione</strong> in emulsione ele caratteristiche del polimero finale completamente <strong>di</strong>verse daquelle dei precedenti processi, come <strong>di</strong>scusso <strong>di</strong> seguito.6.4.7 Cinetica della <strong>polimerizzazione</strong>in emulsioneIl meccanismo cinetico alla base della <strong>polimerizzazione</strong> inemulsione è stato identificato da W.V. Smith e R.H. Ewart esuccessivamente approfon<strong>di</strong>to e descritto in termini matematicida <strong>di</strong>versi ricercatori. Il processo viene <strong>di</strong>viso in tre fasifondamentali. Nella prima, detta <strong>di</strong> nucleazione, vengono formatele particelle <strong>di</strong> polimero. Esistono due tipi <strong>di</strong> nucleazionepossibili. La nucleazione micellare avviene quando l’emulsionanteè inizialmente presente nella miscela reagente inconcentrazione superiore alla sua concentrazione critica micellare.In questo caso nel sistema sono presenti delle micelle <strong>di</strong>emulsionante <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni assai ridotte, tipicamente dell’or<strong>di</strong>ne<strong>di</strong> alcuni nanometri. Rispetto alle gocce <strong>di</strong> monomero,dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> almeno 100 mm, queste hanno dunque un rapportosuperficie/volume superiore <strong>di</strong> almeno quattro or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>grandezza. Conseguentemente, nonostante il monomero siapresente in quantità assai superiore rispetto all’emulsionantenella miscela <strong>di</strong> reazione, la superficie totale delle micelle è <strong>di</strong>almeno due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> grandezza superiore a quella delle gocce<strong>di</strong> monomero. Ciò giustifica il fatto che la maggior parte deira<strong>di</strong>cali prodotti nella soluzione acquosa <strong>di</strong>ffonde nelle micelle,dove inizia la <strong>polimerizzazione</strong> utilizzando le molecole <strong>di</strong>monomero solubilizzate all’interno delle micelle, che da questomomento costituiscono particelle <strong>di</strong> polimero. Un meccanismoalternativo, che è dominante per esempio nelle polimerizzazionicondotte in assenza <strong>di</strong> emulsionante, è il meccanismo<strong>di</strong> nucleazione omogenea. In questo caso sono le stessemolecole <strong>di</strong> polimero prodotte in acqua che si aggregano a formaremicelle eventualmente stabilizzate dall’emulsionante presente.È da notare che, avendo spesso i prodotti <strong>di</strong> decomposizionedell’iniziatore natura ionica o comunque idrofila, lestesse catene polimeriche possono comportarsi come molecole<strong>di</strong> emulsionante.In questo processo, il numero <strong>di</strong> particelle N pcresce neltempo secondo una legge che deriva dal sovrapporsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>versiprocessi chimico-fisici. Per esempio, nel caso <strong>di</strong> nucleazionemicellare a mano a mano che nuove particelle vengono nucleate,queste cominciano a crescere e per mantenersi stabili adsorbonosulla loro superficie le molecole <strong>di</strong> emulsionante presentiin acqua. Ciò causa la <strong>di</strong>ssoluzione delle micelle presentiper mantenere la concentrazione <strong>di</strong> emulsionante in soluzioneuguale alla concentrazione critica micellare e conseguentementeil rallentamento della velocità <strong>di</strong> nucleazione. Quest’ultimatermina quando tutte le micelle vengono consumateo per <strong>di</strong>ssoluzione o perché trasformate in particelle polimeriche.Un’analisi matematica semplificata <strong>di</strong> questi processiporta a una <strong>di</strong>pendenza del numero <strong>di</strong> particelle finale dalleconcentrazioni iniziali <strong>di</strong> emulsionante e iniziatore che non èlineare, caratterizzata da un esponente pari a 0,6 per il primoe 0,5 per il secondo.Al termine della nucleazione, la concentrazione <strong>di</strong> emulsionantein acqua E wscende al <strong>di</strong> sotto della concentrazionecritica micellare (c.m.c.) e da questo momento le particelle increscita non possono più adsorbire quantità significative <strong>di</strong>emulsionante dalla fase acquosa. Ciò può rendere le stessemeno stabili dal punto <strong>di</strong> vista colloidale e portare a fenomeni<strong>di</strong> coagulazione parziale. Attraverso la formazione <strong>di</strong> aggregatipiù grossi la superficie da stabilizzare infatti si riduce edunque i problemi <strong>di</strong> stabilità si riducono. Per evitare coagulazionie mantenere la <strong>di</strong>spersione stabile, è opportuno aggiungereemulsionante durante la reazione. Una buona regola inquesto senso è l’introduzione <strong>di</strong> emulsionante in modo proporzionalealla crescita della superficie totale delle particelle.È opportuno notare che aggiunte eccessive potrebbero portarealla formazione <strong>di</strong> nuove micelle e quin<strong>di</strong> alla produzione<strong>di</strong> una nuova generazione <strong>di</strong> particelle; si potrebbe cosìavere una <strong>di</strong>spersione finale con <strong>di</strong>stribuzione bimodale, ocomunque molto ampia, delle <strong>di</strong>mensioni delle particelle polimeriche.In questo contesto è opportuno notare che in alcune applicazioniè desiderabile produrre <strong>di</strong>spersioni con <strong>di</strong>stribuzionimonomodali e molto strette delle <strong>di</strong>mensioni delle particelle.Ciò può essere ottenuto rendendo la fase <strong>di</strong> nucleazione moltobreve rispetto alla durata del processo, in modo che tutte leparticelle abbiano sostanzialmente lo stesso tempo a <strong>di</strong>sposizioneper crescere. Secondo la trattazione <strong>di</strong> Smith ed Ewart,in presenza <strong>di</strong> nucleazione micellare la durata del periodo <strong>di</strong>nucleazione è proporzionale alla potenza 0,6 della concentrazioneiniziale <strong>di</strong> emulsionante e inversamente proporzionalealla stessa potenza della concentrazione iniziale <strong>di</strong> iniziatore.Prima <strong>di</strong> procedere alla descrizione delle successive duefasi del processo <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> in emulsione è opportunoconsiderare il fenomeno della segregazione dei ra<strong>di</strong>cali inparticella che, come in<strong>di</strong>cato precedentemente, ne rappresental’elemento <strong>di</strong>stintivo. Nel seguito è riportata una descrizionesemplificata <strong>di</strong> questo processo (per una <strong>di</strong>scussione piùdettagliata, v. cap. 8.1).Si consideri una particella <strong>di</strong> polimero che non contengainizialmente alcun ra<strong>di</strong>cale e all’interno della quale dunque nonavviene alcuna reazione. Si in<strong>di</strong>chi con t el’intervallo <strong>di</strong> tempome<strong>di</strong>o necessario affinché un ra<strong>di</strong>cale proveniente dalla soluzioneacquosa entri in una particella. Come illustrato in fig. 9,dopo un tempo t ela particella riceve un ra<strong>di</strong>cale, che essendosolo può dare luogo unicamente a reazioni <strong>di</strong> propagazione (sitrascurano al momento le reazioni <strong>di</strong> trasferimento), fino a che,dopo un nuovo intervallo t e, entra nella particella un secondora<strong>di</strong>cale. A questo punto i due ra<strong>di</strong>cali oltre che alla propagazionepossono dare luogo a una terminazione bimolecolare,il cui tempo caratteristico sia t t. Ne segue che i due ra<strong>di</strong>caliVOLUME V / STRUMENTI385


ASPETTI PROCESSISTICInumero <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali in particellapropagano insieme per un tempo t t, dopo <strong>di</strong> che ha luogo laterminazione e, come in<strong>di</strong>cato in fig. 9, la particella torna nellasituazione iniziale <strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali. Trattandosi evidentemente<strong>di</strong> un processo perio<strong>di</strong>co, si può valutare il valore me<strong>di</strong>odel numero <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali per particella, n¯, che, facendo riferimentoa un periodo del grafico in figura, è dato da[73]210t eτ + 2τe tn =2τ+ τettempofig. 9. Numero <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali in una particellain funzione del tempo.t et tA causa della <strong>di</strong>mensione molto ridotta delle particelle <strong>di</strong>polimero, la cinetica <strong>di</strong> incontro dei due ra<strong>di</strong>cali è estremamenteelevata; ciò si riflette in un valore del corrispondentetempo caratteristico molto ridotto, cosicché t tt e, e la relazioneprecedente porta a[74] n¯ 0,5cioè me<strong>di</strong>amente in questo processo a ogni istante metà delleparticelle ha un ra<strong>di</strong>cale e cresce, mentre l’altra metà rimaneinerte.La seconda fase del processo, detta <strong>di</strong> crescita, è caratterizzatada una velocità globale <strong>di</strong> consumo del monomero, R p,che rimane sostanzialmente costante nel tempo. Tale andamentopuò essere giustificato analizzando il comportamento del monomero.Questo si trova inizialmente <strong>di</strong>sperso in forma <strong>di</strong> grossegocce all’interno della fase acquosa che, come visto precedentemente,rimangono sostanzialmente inerti e in minima partesolubilizzate in fase acquosa, che risulta infatti satura <strong>di</strong> monomero.Le particelle <strong>di</strong> polimero che si formano durante il processocontengono anch’esse monomero ed è in particolare questomonomero che partecipa alla reazione <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>,essendo questo il luogo dove è preponderante la concentrazione<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali. Poiché le specie monomeriche sono in generalescarsamente solubili in acqua, in questo sta<strong>di</strong>o del processo lamaggior parte del monomero è presente nelle gocce <strong>di</strong> monomeroe nelle particelle <strong>di</strong> polimero, che viene rigonfiato in proporzionidell’or<strong>di</strong>ne del 50% in volume. Il monomero vieneconsumato solo in queste ultime e si rende dunque necessarioun continuo trasporto del monomero dalle gocce (che dunqueagiscono come un serbatoio) alle particelle, dove viene consumato,attraverso la fase acquosa. Poiché entrambe le fasi <strong>di</strong>spersehanno rapporti superficie/volume estremamente elevati, ilfattore controllante del processo è la reazione <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>e dunque la concentrazione <strong>di</strong> monomero si mantienecostante sia in soluzione acquosa che in particella e uguale aicorrispondenti valori <strong>di</strong> saturazione. La velocità con cui il monomeroviene trasportato all’interno <strong>di</strong> una particella può dunquet et et tessere valutata attraverso la velocità <strong>di</strong> consumo del monomeroall’interno della singola particella, R pp, che è data da[75] R = k M nVN Vpp p ppp Adove M pè la concentrazione <strong>di</strong> monomero in particella, V pilvolume <strong>di</strong> particella e il termine n¯(V pN) rappresenta la concentrazione<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali in particella, dove N è il numero <strong>di</strong> Avogadro.È facile notare che, poiché il volume <strong>di</strong> particella si eliminanell’equazione [75], il termine R pptende a mantenersicostante in questo sta<strong>di</strong>o del processo, implicando che le particellecrescono con velocità sostanzialmente costante. Considerandoche il numero <strong>di</strong> particelle, N p, in questo sta<strong>di</strong>o è costante,se ne conclude che la velocità globale <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>R pN pR ppè anch’essa costante.Lo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> crescita del processo si estende fino al momentoin cui tutto il monomero contenuto nelle gocce iniziali vieneconsumato e le gocce spariscono dunque dal sistema. A questopunto inizia il terzo e ultimo sta<strong>di</strong>o, detto <strong>di</strong> consumo, duranteil quale il monomero in particella continua a essere consumatodalla reazione <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> e, poiché non può piùessere rimpiazzato, la sua concentrazione M p<strong>di</strong>minuisce neltempo, al <strong>di</strong> sotto del valore <strong>di</strong> saturazione, M sat p, fino a esaurimentodella reazione.Dall’esame della cinetica del processo <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>in emulsione emergono alcune caratteristiche che lo rendonoparticolarmente interessante ai fini applicativi, al <strong>di</strong> làdegli aspetti <strong>di</strong> controllo della temperatura precedentementemenzionati.In un processo classico <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> ra<strong>di</strong>calica omogenea(inclusa la <strong>polimerizzazione</strong> in sospensione) in cui dominanole terminazioni bimolecolari, si è visto in precedenza chela velocità complessiva R p<strong>di</strong> consumo del monomero è data da[76] R = k MRp pmentre la lunghezza me<strong>di</strong>a delle catene è data, secondo la[45], dakMp[77] n = 2NkRtConfrontando tali relazioni si osserva che la velocità <strong>di</strong><strong>polimerizzazione</strong> e la lunghezza delle catene polimeriche sonolegate attraverso la concentrazione dei ra<strong>di</strong>cali. In particolareaumentando quest’ultima migliora la produttività del processoma si producono catene più corte. Risulta pertanto impossibileprodurre catene ad alto peso molecolare e avere contemporaneamenteun’elevata produttività.Questo legame non è presente nella <strong>polimerizzazione</strong> inemulsione a causa della presenza del fenomeno della segregazionedei ra<strong>di</strong>cali. Come appare infatti dalla <strong>di</strong>scussione fattanel contesto della fig. 9, nel caso <strong>di</strong> terminazioni bimolecolarimolto veloci, la catena polimerica ha un tempo <strong>di</strong> vita me<strong>di</strong>osostanzialmente uguale a t e, cioè il tempo che me<strong>di</strong>amente trascorretra l’entrata <strong>di</strong> due ra<strong>di</strong>cali in una particella. La lunghezzame<strong>di</strong>a delle catene così prodotte può dunque esserevalutata <strong>di</strong>videndo tale termine per il tempo caratteristico <strong>di</strong>ad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un’unità monomerica, dato da t p1k pM p, ottenendocosì[78] n = k M τN p p edove il tempo caratteristico t eè proporzionale alla concentrazionedei ra<strong>di</strong>cali in fase acquosa e alla superficie della particellapolimerica. D’altro canto, utilizzando la relazione [75] si386 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


PROCESSI DI POLIMERIZZAZIONEosserva che la velocità globale <strong>di</strong> consumo del monomero,R pN pR pp, è data da[79]R = k M n N Np p pConfrontando le relazioni [78] e [79] appare chiaro che ledue grandezze sono ora <strong>di</strong>saccoppiate: la <strong>polimerizzazione</strong> inemulsione consente infatti <strong>di</strong> ottenere pesi molecolari più altidei processi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> omogenei (inclusa la <strong>polimerizzazione</strong>in sospensione) a parità <strong>di</strong> produttività.Un’altra peculiarità della reazione in emulsione è che perla maggior parte del processo (esclusa la terza fase) la concentrazione<strong>di</strong> monomero in particella si mantiene costante;dunque la reazione si svolge a concentrazione costante <strong>di</strong> monomerorendendo più facile il controllo dell’architettura dellecatene prodotte e quin<strong>di</strong> più uniforme il prodotto finale. Ciòappare evidente per esempio dalla relazione [78], che in<strong>di</strong>cacome il peso molecolare istantaneo delle catene prodotte siaproporzionale alla concentrazione <strong>di</strong> monomero in particella.Bibliografia generaleApBiesenberger J.A., Sebastian D.H. (1983) Principles ofpolymerization engineering, New York, John Wiley.Cooper W. (1976) Kinetics of polymerization initiated by Ziegler-Natta catalysts, in: Bamford C.H., Tipper C.F.H. (e<strong>di</strong>ted by)Comprehensive chemical kinetics, Amsterdam, Elsevier, 1968-1976, 18v.; v.XV.Fitch R.M. (e<strong>di</strong>ted by) (1971) Polymer colloids. Procee<strong>di</strong>ngs of anAmerican chemical society symposium on polymer colloid held inChicago, 13-18 September 1970, New York, Plenum Press.Flory P.J. (1953) Principles of polymer chemistry, Ithaca (NY), CornellUniversity Press.Gilbert R.G. (1995) Emulsion polymerization. A mechanistic approach,London, Academic Press.Gupta S.K., Kumar A. 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(1954) Pearl polymerization, «MakromolekulareChemie», 13, 76-89.Elenco dei simboliAAA nBBB nCCE wff N(n)f W(n)f N c (n,t)F iIk dk fmk fpk fsk pk pijk tk tck tdk tcij,k t<strong>di</strong>jMM pn¯n Nn WNN(r)N iN pp iPP nQ ir iconcentrazione del monomero Aconcentrazione totale <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali <strong>di</strong> tipo Aconcentrazione <strong>di</strong> catene contenenti globalmente nunità monomeriche con l’attività ra<strong>di</strong>calicasu un’unità <strong>di</strong> tipo Aconcentrazione del monomero Bconcentrazione totale <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali <strong>di</strong> tipo Bconcentrazione <strong>di</strong> catene contenenti globalmente nunità monomeriche con l’attività ra<strong>di</strong>calicasu un’unità <strong>di</strong> tipo Bconcentrazione del monomero Cconcentrazione totale <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali <strong>di</strong> tipo Cconcentrazione <strong>di</strong> emulsionante in fase acquosaefficienza dell’iniziatore<strong>di</strong>stribuzione istantanea numerale delle lunghezze<strong>di</strong> catena<strong>di</strong>stribuzione istantanea ponderale delle lunghezze<strong>di</strong> catena<strong>di</strong>stribuzione cumulata numerale delle lunghezze<strong>di</strong> catenafrazione molare del monomero i nel polimeroconcentrazione <strong>di</strong> iniziatorecostante cinetica <strong>di</strong> decomposizione dell’iniziatorecostante cinetica <strong>di</strong> trasferimento al monomerocostante cinetica <strong>di</strong> trasferimento al polimerocostante cinetica <strong>di</strong> trasferimento al trasferitore<strong>di</strong> catenacostante cinetica <strong>di</strong> propagazionecostante cinetica <strong>di</strong> propagazione del ra<strong>di</strong>cale icol monomero jk tck tdcostante cinetica <strong>di</strong> terminazione bimolecolareper combinazionecostante cinetica <strong>di</strong> terminazione bimolecolareper <strong>di</strong>sproporzionamentocostante cinetica <strong>di</strong> terminazione del ra<strong>di</strong>cale icol ra<strong>di</strong>cale jconcentrazione <strong>di</strong> monomeroconcentrazione <strong>di</strong> monomero in particellanumero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali in particellame<strong>di</strong>a numerale del numero <strong>di</strong> unità monomerichein catename<strong>di</strong>a ponderale del numero <strong>di</strong> unità monomerichein catenanumero <strong>di</strong> Avogadro<strong>di</strong>stribuzione numerale delle catene <strong>di</strong> lunghezza rmoli <strong>di</strong> monomero inumero <strong>di</strong> particelle per unità <strong>di</strong> volumefrazione molare dei ra<strong>di</strong>cali <strong>di</strong> tipo iconcentrazione totale <strong>di</strong> catene morteconcentrazione <strong>di</strong> catene morte contenenti n unitàmonomericheportata molare del monomero irapporto <strong>di</strong> reattività relativo al ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong> tipo iVOLUME V / STRUMENTI387


ASPETTI PROCESSISTICIRRR nR pR piR ppR IStTV pW(r)X iX Aconcentrazione totale <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>calicostante dei gas idealiconcentrazione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali contenenti n unitàmonomerichevelocità globale <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>velocità globale <strong>di</strong> consumo del monomero ivelocità globale <strong>di</strong> consumo del monomero in unaparticellavelocità <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>caliconcentrazione del trasferitore <strong>di</strong> catenatempotemperaturavolume della particella<strong>di</strong>stribuzione ponderale delle catene<strong>di</strong> lunghezza rfrazione molare del monomero i nella miscelareagenteconversione del monomero ALettere grechea bgb parametro cinetico a<strong>di</strong>mensionale t 12pgst et fparametro cinetico a<strong>di</strong>mensionale t 12pt t 12ptdt t 12pfmt fspoli<strong>di</strong>spersità n Wn Ntempo caratteristico <strong>di</strong> entrata <strong>di</strong> un ra<strong>di</strong>cale inparticellatempo caratteristico dell’alimentazionet tct fmt fst pt It tt tct tdt Mtempo caratteristico della reazione <strong>di</strong> trasferimentoa monomerotempo caratteristico della reazione <strong>di</strong> trasferimentoal trasferitore <strong>di</strong> catenatempo caratteristico della reazione <strong>di</strong> propagazionetempo caratteristico della reazione <strong>di</strong>decomposizione dell’iniziatoret tct tdtempo caratteristico della reazione <strong>di</strong> terminazioneper combinazionetempo caratteristico della reazione <strong>di</strong> terminazioneper <strong>di</strong>sproporzionamentotempo caratteristico del processo <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>Apicisat con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> saturazione* costante pseudocineticaPe<strong>di</strong>ciA monomero AB monomero BC monomero C0 valore inizialeMassimo MorbidelliInstitut für Chemie- und BioingenieurwissenschaftenEidgenössische Technische Hochschule-ZürichZurigo, Svizzera388 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI

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