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Processi di polimerizzazione - Treccani

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ASPETTI PROCESSISTICIfrequente in cui si voglia realizzare in un reattore <strong>di</strong>scontinuoun polimero con una <strong>di</strong>stribuzione dei pesi molecolari moltostretta, cioè con la minima poli<strong>di</strong>spersità possibile, si può scomporrequesto problema in due fasi successive. In primo luogosi identificano le con<strong>di</strong>zioni necessarie a realizzare una CLDistantanea con poli<strong>di</strong>spersità minima, e successivamente ci siassicura che durante il processo venga prodotta sempre la stessaCLD istantanea. È infatti chiaro che, cumulando porzioni<strong>di</strong> polimero con CLD tra loro <strong>di</strong>verse, benché a bassa poli<strong>di</strong>spersità,si ottiene un prodotto finale fortemente <strong>di</strong>suniforme,come schematicamente illustrato dalla fig. 6. Nel seguito sonoriportati due esempi <strong>di</strong> questo approccio.Si consideri il caso della <strong>polimerizzazione</strong> in sospensione delcloruro <strong>di</strong> vinile, in cui il processo <strong>di</strong> terminazione dominante èil trasferimento <strong>di</strong> catena al monomero. Dalle relazioni [36] e[37] si osserva che in questo caso è gb e pertanto i valori me<strong>di</strong>della CLD istantanea [39-41] si semplificano come segue:1 2[44] n = n = σ = 2NWγγConsiderando inoltre che in questo caso gk fmk p, ne derivache tale parametro è sostanzialmente una funzione della solatemperatura. Poiché la poli<strong>di</strong>spersità istantanea è un valorefisso, volendo minimizzare la poli<strong>di</strong>spersità della CLD cumulataci si dovrà dunque semplicemente assicurare che durantel’intero processo venga prodotta la stessa CLD istantanea. Ciòpuò essere ottenuto, con buona approssimazione, mantenendocostante il valore me<strong>di</strong>o della CLD istantanea che, come in<strong>di</strong>catodalle relazioni precedenti, in questo caso è funzione solodella temperatura. Sulla base <strong>di</strong> questa analisi semplificata èdunque possibile concludere che mantenendo il reattore <strong>di</strong>scontinuoisotermo durante il processo è possibile ottenere la piùstretta CLD cumulata possibile, a cui corrisponde in particolareun valore <strong>di</strong> poli<strong>di</strong>spersità pari a due.Un altro caso <strong>di</strong> interesse è quello che si riferisce ad alcuniprocessi <strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> dello stirene, in cui il meccanismo<strong>di</strong> terminazione dominante è la terminazione per combinazione.In questo caso è gb e pertanto i valori me<strong>di</strong> dellaCLD istantanea [39-41] si semplificano come segue:2 3 3[45] n = n = σ =NWββ2dove il parametro cinetico b è definito dalla relazione [36],che utilizzando la [32] porta a: b 14422k tcR Ik pM. Si noti cheanche in questo caso la poli<strong>di</strong>spersità istantanea è minore <strong>di</strong>f N (n)istantanea, t 2istantanea, t 3cumulata, t 3istantanea, t 1nfig. 6. Rappresentazione schematica delle CLD istantaneea tre <strong>di</strong>versi tempi, t 1t 2t 3(curve tratteggiate)e la corrispondente CLD cumulata (non normalizzata)al tempo t 3(curva continua).quella corrispondente al caso in cui dominino i processi <strong>di</strong> terminazioneche compaiono nel parametro g. Ciò è conseguenzadel fatto che il processo <strong>di</strong> combinazione comporta un’operazione<strong>di</strong> me<strong>di</strong>a sulla lunghezza delle catene morte, la qualeprovoca una maggiore uniformità nella <strong>di</strong>stribuzione delle stesse.Tale operazione non avviene nel caso in cui dominino glialtri processi <strong>di</strong> terminazione.In questo caso è dunque possibile realizzare una CLD cumulatacon poli<strong>di</strong>spersità pari a 1,5, a patto <strong>di</strong> realizzare con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong> tali da mantenere costante la CLDistantanea, e cioè il valore del parametro b. Ciò non è certamentebanale in quanto, come appare dall’espressione soprariportata <strong>di</strong> tale parametro, esso risulta <strong>di</strong>pendere da variabilicome la concentrazione <strong>di</strong> monomero e come la velocità <strong>di</strong>produzione dei ra<strong>di</strong>cali. Risultati sod<strong>di</strong>sfacenti almeno dalpunto <strong>di</strong> vista pratico sono ottenibili utilizzando <strong>di</strong>verse tecniche<strong>di</strong> <strong>polimerizzazione</strong>, come quelle basate su reattori semi<strong>di</strong>scontinuicon aggiunta nel tempo <strong>di</strong> iniziatore e <strong>di</strong> monomerio su processi in emulsione.6.4.5 <strong>Processi</strong> <strong>di</strong> co<strong>polimerizzazione</strong>ra<strong>di</strong>calicaLa necessità <strong>di</strong> realizzare materiali polimerici con caratteristichesempre più mirate ad applicazioni specifiche comporta spessol’introduzione lungo la catena <strong>di</strong> specie monomeriche <strong>di</strong>verse,che contribuiscono a impartirle specifiche proprietà chimico-fisiche.Ciò fa nascere una nuova <strong>di</strong>mensione nellacaratterizzazione della popolazione delle catene polimeriche,che si riferisce alla composizione delle stesse. Vengono in particolareintrodotti due tipi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione. La <strong>di</strong>stribuzione dellacomposizione delle catene (Chain Composition Distribution,CCD), che descrive la frazione <strong>di</strong> catene che hanno una certacomposizione monomerica globale, in<strong>di</strong>pendentemente da comei monomeri si susseguono lungo la catena stessa, e la <strong>di</strong>stribuzionedelle sequenze lungo le catene (Chain Sequence Distribution,CSD), che descrive la probabilità <strong>di</strong> trovare lungo la catenauna determinata sequenza <strong>di</strong> unità monomeriche. La possibilità<strong>di</strong> controllare tali <strong>di</strong>stribuzioni è un elemento fondamentaleper un buon processo <strong>di</strong> co<strong>polimerizzazione</strong>, poiché queste determinanole caratteristiche applicative dei copolimeri prodotti.La <strong>di</strong>stribuzione delle unità monomeriche lungo una catenapolimerica è controllata dalle reazioni <strong>di</strong> propagazione, il cuinumero <strong>di</strong>pende dalle specie monomeriche coinvolte. Adottandoil modello cinetico terminale, si ipotizza che la reattività <strong>di</strong>una catena ra<strong>di</strong>calica sia determinata unicamente dall’ultimaunità ad<strong>di</strong>zionata, quella cioè su cui si trova l’attività ra<strong>di</strong>calica.In questo quadro, nel caso <strong>di</strong> una co<strong>polimerizzazione</strong> tradue monomeri, A e B, si possono avere due tipi <strong>di</strong> catene ra<strong>di</strong>caliche.In<strong>di</strong>cando in particolare con A ne B ndue catene contenentiglobalmente n unità monomeriche ma che hanno l’attivitàra<strong>di</strong>calica su un’unità <strong>di</strong> tipo A e B, rispettivamente, poichéciascuna <strong>di</strong> tali catene può reagire con un’unità monomerica<strong>di</strong> tipo A o B, si avranno in totale quattro reazioni <strong>di</strong> propagazione,due delle quali sono dette <strong>di</strong>rette e due incrociate:[46] A+ A ➤ A r = k AA|[47][48]n n+1pAA nB+ B ➤ B r = k BB|n n+1pBB nA+ B ➤ B r = k AB|n n+1pAB n[49] B+ A ➤ A r = k BA|n n+1pBA n380 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI

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