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Sulle tracce della Grande Guerra Sulle tracce della Grande Guerra

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I luoghi <strong>della</strong> <strong>Grande</strong> <strong>Guerra</strong> a Valstagna tra storia, memoria e abbandono 63<br />

Numerosi gli aneddoti che si raccontano su di lui, che ne sottolineano la<br />

schiettezza e l’estrema fierezza, anche nel momento <strong>della</strong> difficoltà e del bisogno.<br />

Non aveva studiato, era pratico, semplice, spontaneo e leale. Aveva bisogno<br />

di tutto ma non accettava nulla se non sapeva di poter pagare o ricambiare,<br />

prima o poi in qualche modo.<br />

D’intesa con l’Amministrazione comunale di Valstagna si è deciso di titolare<br />

a lui il nuovo percorso escursionistico lungo i segni <strong>della</strong> grande guerra<br />

(segnavia CAI 775) tra Londa e il Col d’Astiago, pur non essendo questa una<br />

zona in cui il nostro recuperante si trovò ad operare. L’intento è però quello di<br />

ricostituire idealmente quel legame tra abitanti e rovine <strong>della</strong> guerra recentemente<br />

smarrito; peraltro, la biografia del Vu, come il percorso in oggetto, collegano<br />

Canale di Brenta e Altopiano in un sistema unitario fatto di caratteri<br />

naturali e vicende storiche. Il Sentiero del Vu intende infine ricordare che questa<br />

terra conserva memoria anche delle vicissitudini successive dei suoi abitanti,<br />

legate all’epopea dei recuperanti, alla miseria, all’emigrazione: momenti<br />

difficili in cui tuttavia non sono mancati i valori del rispetto, <strong>della</strong> lealtà, del<br />

radicamento ai propri luoghi e alle proprie montagne, incarnati nella vicenda<br />

umana di Albino Celi.<br />

Fonti:<br />

Archivio dell’Anagrafe comunale del Comune di Valstagna.<br />

M. RIGONI STERN, Le stagioni di Giacomo, Einaudi, Torino 1995.<br />

ERMANNO OLMI, I recuperanti, film-documentario, 1970.<br />

G. SANTINO, Il “Vu” ovvero l’anonimo “recuperante”, in «L’eco del Brenta.<br />

Unità Pastorale»<br />

R. CAPOZZO, El Vu, in ID., Personaggi e storie dell’Altipiano, 2005.<br />

4.3. La seconda guerra mondiale: il ritorno alle gallerie<br />

Durante il secondo conflitto mondiale, anche a Valstagna si assistette ad un<br />

“ritorno” a ricoveri e gallerie <strong>della</strong> <strong>Grande</strong> <strong>Guerra</strong>, che significarono per molti stavolta<br />

un’àncora di salvezza come rifugio dai bombardamenti aerei. La funzionalità,<br />

originariamente offensiva, si tramuta in difensiva, come si desume dalle parole di<br />

Giuditta Smaniotto, in cui gallerie e ricoveri diventano efficaci ripari per la popolazione<br />

di Valstagna e contrade attigue:<br />

C’erano tutti campi, e in ogni campo c’era una galleria. (…) Al Tovo, su per lo<br />

Spisso, ci sono gallerie dappertutto. Quelle gallerie erano la nostra casa!<br />

Tutti andavano a nascondersi, perché passavano e bombardavano. Bombardavano la<br />

stazione e lo spostamento d’aria arrivava fino alle gallerie. E si era sempre dentro

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