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Sulle tracce della Grande Guerra Sulle tracce della Grande Guerra

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Un paesaggio nascosto: il rilevamento dei “segni di guerra” tra Valstagna e il Col d’Astiago 73<br />

sul crinale Cima del Cimo-Salto dei Cavalli-Col del Vento, con due manufatti<br />

annessi.<br />

In sintesi, la cartografia a disposizione all’inizio dell’indagine ha fornito<br />

pochi «indizi»: l’indicazione sommaria del percorso dello sbarramento di<br />

Carpanè, da Londa a Col d’Astiago; 10 grotte e 1 trincea sul Col d’Astiago; 1<br />

trincea da Cima del Cimo alla Val Scaùsse, 1 grotta in prossimità <strong>della</strong> Calà del<br />

Sasso, per un totale complessivo di 13 manufatti.<br />

Dalle indicazioni <strong>della</strong> Comunità Montana del Brenta ha preso avvio nel<br />

2003 il Progetto operativo di ricerca, recupero e valorizzazione dei «segni di<br />

guerra» di Busa del Cimo, in cui si è inserito il presente lavoro di documentazione<br />

destinato ad ampliare notevolmente il numero di manufatti segnalati, al<br />

punto che la trincea di Busa del Cimo non sarà che un filo di una smisurata<br />

ragnatela. L’obiettivo era quello non solo di documentare i numerosi segni<br />

ancora visibili e dimenticati, ma di ri-significare le opere disseminate sul terreno<br />

e cogliere il disegno globale che permettesse di comprendere il perché <strong>della</strong><br />

presenza di certe opere in determinati luoghi.<br />

2. L’indagine sul terreno<br />

Per ovviare alla scarsità di notizie nelle fonti scritte e nella cartografia,<br />

fondamentale è stata dunque la ricognizione sul terreno, che non sarebbe tuttavia<br />

stata così efficace se non accompagnata dalla interazione con la gente<br />

del luogo, che ha fornito importanti indicazioni sull’ubicazione dei manufatti<br />

e ha messo in evidenza i significati altri assunti dai segni, fuori dal contesto<br />

puramente bellico.<br />

I sopralluoghi per il censimento dei manufatti bellici in territorio di<br />

Valstagna sono stati realizzati prevalentemente nei mesi di ottobre-dicembre<br />

2004, come principale attività di uno stage offerto dall’Amministrazione<br />

Comunale. Il lavoro è stato facilitato dalla presenza di un volontario accompagnatore<br />

locale 5 , profondo conoscitore dell’area, che ha fornito preziose<br />

indicazioni. La stagione tardo autunnale ed invernale, grazie all’assenza di<br />

vegetazione e alla presenza rivelatrice <strong>della</strong> neve, ha favorito l’identificazione<br />

di molti manufatti. Ciò non sarebbe stato possibile nel periodo primaverile-estivo,<br />

data l’abbondante vegetazione che tende a ricoprire le opere<br />

ormai prevalentemente in situazioni di abbandono.<br />

5<br />

Ringrazio qui Giacomo Perli per il tempo dedicato a questa ricerca sin dai primissimi<br />

passi tra i versanti.

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