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Sulle tracce della Grande Guerra Sulle tracce della Grande Guerra

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I luoghi <strong>della</strong> <strong>Grande</strong> <strong>Guerra</strong> a Valstagna tra storia, memoria e abbandono 65<br />

Si andava nelle gallerie, si andava a visitare dentro le gallerie… lunghe, scure, luce<br />

non ce n’era… non si stava dentro, perché erano lunghe e là si sapeva che erano<br />

morti in tanti, che c’erano le munizioni, le bombe. Si aveva paura perché c’era pericolo<br />

che ci fosse anche qualche bomba [GS].<br />

Anche questo fu un modo, tuttavia, per mantenere una capillare conoscenza<br />

di luoghi e segni, per alimentare il legame e l’appartenenza tra abitanti<br />

e territorio, negli ultimi decenni invece allentatasi e messa in crisi in<br />

molti casi dopo il definitivo abbandono dei versanti.<br />

5. L’abbandono e la crisi del radicamento<br />

Come si è potuto comprendere dalle testimonianze raccolte, la relazione<br />

che si è venuta a creare nel corso dei decenni dopo il conflitto tra la popolazione<br />

e i «segni di guerra» è stata una relazione forte, una coesistenza di cui<br />

gli abitanti hanno saputo far tesoro con ingegno, adattando quanto lasciato<br />

Galleria nei pressi di Cima del Cimo: molti anfratti (soprattutto quelli più vicini ai paesi)<br />

furono riutilizzati come riparo dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale.

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