Anno 0 â Numero 3 â Ottobre 2009 - Il Giullare
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20<br />
ai confini della vita<br />
“Gian Luca sogna ancora<br />
lo snowboard”<br />
L<br />
Servizio di<br />
Andrea Spadoni<br />
Foto di Cristiano Bianchi<br />
Gian Luca è finito in<br />
coma due anni fa. Era<br />
appassionato di snowboard.<br />
I medici non ci<br />
davano speranze, per aiutarlo<br />
abbiamo fatto tutto con<br />
le nostre forze, ma ora non<br />
abbiamo più soldi<br />
per andare avanti.<br />
a sua passione era lo snowboard. E con<br />
quella “tavola magica”, volteggiava sui pendii<br />
dell’Appennino toscano. Tutti gli amici lo<br />
chiamano ancora “Faggiano”, il suo nome<br />
di battaglia. Oggi, insieme a loro, Gian Luca<br />
Ferraro, 23 anni, ama riguardare i video delle<br />
sue spettacolari evoluzioni. Seduto, immobile,<br />
con le gambe che non si muovono più e<br />
quella voce che resta soffocata in gola. Gian<br />
Luca, però non ha perso il sorriso e la voglia<br />
di continuare a vivere. La sua felicità sono<br />
proprio loro, gli amici. E poi papà, mamma<br />
e il fratello Luigi, 31 anni, che non lo abbandonano<br />
mai. Da quel terribile<br />
14 agosto 2007, è rimasto<br />
inchiodato su una sedia a rotelle,<br />
dopo esser stato diversi<br />
mesi tra la vita e la morte.<br />
Non parla, non cammina e i<br />
medici lo davano per spacciato<br />
per le gravissime lesioni<br />
celebrali riportate dall’incidente<br />
stradale. “Era la sera di<br />
Ferragosto - racconta la madre<br />
Giovanna, 52 anni - noi<br />
eravamo andati a cena da<br />
parenti, mentre Gian Luca<br />
era rimasto a casa per uscire<br />
con i suoi amici”. Qualche<br />
chilometro percorso dall’abitazione<br />
di famiglia nella frazione di Borgano,<br />
nel comune di Lamporecchio, e improvvisamente<br />
Gian Luca perde il controllo dell’auto.<br />
I fari di un’altra vettura che viaggiava in senso<br />
opposto lo hanno abbagliato e lui si è ribaltato.<br />
Nessuno lo soccorre all’istante. E quando<br />
arriva l’ambulanza le sue condizioni sono<br />
disperate. “Lo hanno ricoverato all’ospedale<br />
di Empoli con la diagnosi di coma di terzo<br />
grado. Non ci davano speranze - prosegue<br />
il padre Antonio - anzi, i medici dicevano<br />
che non era cosciente, invece io mi rendevo<br />
conto che seguiva i movimenti<br />
con gli occhi, come<br />
se ci riconoscesse e non<br />
riuscisse a parlare”. E infatti<br />
i genitori hanno avuto<br />
ragione. Dopo alcuni<br />
mesi Gian Luca si è risvegliato<br />
ed è stato trasferito<br />
al centro specializzato di<br />
Camaiore, per inziare un<br />
periodo di riabilitazione. I<br />
suoi progressi sono stati<br />
eccezionali, ma non è più<br />
riuscito ad avere la paro-<br />
la. Oggi comunica con gli amici grazie al computer e Facebook e<br />
parla con chi va a trovarlo, toccando con le dita le lettere dell’alfabeto<br />
scritte su un cartoncino plastificato. Sorride, è felice quando gli amici<br />
lo passano a salutare a casa. “Stiamo facendo tutto da soli - affermano<br />
Antonio e Giovanna - quando Gian Luca era ricoverato a Lido<br />
di Camaiore abbiamo preso un appartamento in affitto in Versilia per<br />
stargli vicino. Ci siamo sempre occupati di seguirlo quotidianamete<br />
dal giorno che è tornato a casa. <strong>Il</strong> programma di riabilitazione di 40<br />
ore che ci passava l’Asl non è sufficiente per queste persone, che invece<br />
hanno bisogno di assistenza continua e di muoversi. Da soli non<br />
ce la facciamo, com’è possibile che questi ragazzi, con gravissime<br />
disabilità vengano abbandonati? Se non li aiuta lo stato, chi può dare<br />
la speranza che ci possano essere miglioramenti?”. <strong>Il</strong> padre Antonio,<br />
che lavora come venditore ambulante di stoffe, aggiunge: “In questi<br />
due anni abbiamo fatto quasi tutto da soli. Anche economicamente<br />
la nostra situazione è difficile, quello che avevamo lo abbiamo già<br />
speso e andare avanti è sempre più complicato, perché Gian Luca<br />
ha bisogno di assistenza continua, di strumenti, medicinali, riabilitazione.<br />
Finché potremo, noi faremo il possibile, ma non è facile lottare<br />
da soli, senza aiuti”. La madre, che giorno dopo giorno, sta vicina<br />
al figlio, sottolinea un particolare: “Gian Luca ha amici meravigliosi.<br />
Loro sono la sua gioia di vivere, non lo hanno mai abbandonato. Li<br />
ringraziamo”.