Il Nuovo News - Maggio '14 (Castelnuovo di Porto)
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’ACQUA<br />
E quella privata…<br />
Discorso a parte deve essere fatto per tutte le aree non<br />
servite dagli acquedotti pubblici e che utilizzano per il consumo<br />
umano le acque dei pozzi.<br />
Situazioni critiche, infatti, possono emergere allorché<br />
utenze private (condomini, abitazioni isolate: nel caso <strong>di</strong><br />
Riano, ad es., un’intera zona del paese non servita dall’acquedotto)<br />
si servono <strong>di</strong> pozzi artesiani, spesso non autorizzati<br />
o segnalati, laddove non <strong>di</strong> rado si riscontrano valori<br />
fuori norma in particolare per quanto concerne contaminazioni<br />
da arsenico (i valori <strong>di</strong> arsenico nei <strong>di</strong>stretti vulcanici<br />
sabatino e vicano è in me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 17 microgrammi/litro, arrivano<br />
a 170 nelle acque termali <strong>di</strong> Viterbo), fluoruri e metalli<br />
pesanti.<br />
Nella nostra area le analisi chimiche <strong>di</strong> cui siamo entrati in<br />
possesso <strong>di</strong>mostrano un <strong>di</strong>ffuso inquinamento da arsenico,<br />
fluoruri e metalli pesanti, <strong>di</strong> origine naturale perché si tratta<br />
<strong>di</strong> acquiferi ospitati in rocce vulcaniche. Disgraziatamente,<br />
in molti casi, queste acque presentano la presenza <strong>di</strong> batteri<br />
e carica microbica ed in alcuni casi un preoccupante inquinamento<br />
da colibatteri fecali, dovuto alla mancanza <strong>di</strong><br />
un’adeguata rete fognaria e relativi depuratori.<br />
A conferma ufficiale <strong>di</strong> quanto sopra, anche se solo con riferimento<br />
al territorio <strong>di</strong> Riano, l’11 aprile scorso presso il<br />
comune <strong>di</strong> Riano è stato nuovamente illustrato il rapporto<br />
già ivi presentato il 21 febbraio del 2013 sui risultati dell’indagine<br />
idrogeologica effettuata dal CNR sul territorio comunale<br />
prossimo ai siti <strong>di</strong> Quadro Alto e Pian dell’Olmo,<br />
cofinanziata dalla provincia <strong>di</strong> Roma. Quello stu<strong>di</strong>o, oltre<br />
ad evidenziare numerosi fattori escludenti con riferimento<br />
all’ipotesi <strong>di</strong> collocare in quelle cave una <strong>di</strong>scarica per rifiuti<br />
soli<strong>di</strong> urbani, ha preso in esame campioni <strong>di</strong> acqua estratti<br />
da pozzi della zona (sono stati esaminati per la precisione<br />
30 pozzi/piezometri, 3 fra sorgenti e fontanili, 4 piezometri<br />
all’interno del piazzale <strong>di</strong> Quadro Alto), che hanno mostrato<br />
in <strong>di</strong>versi casi abbondanza e vitalità <strong>di</strong> cellule batteriche<br />
e presenza in un limitato numero <strong>di</strong> casi, in pozzi in<br />
prossimità <strong>di</strong> nuclei abitativi e del piano <strong>di</strong> cava <strong>di</strong> Quadro<br />
Alto, <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori fecali (dovuti verosimilmente a per<strong>di</strong>te<br />
da reti fognarie, pozzi settici o allevamenti), che per inciso<br />
hanno confermato le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> vulnerabilità della falda,<br />
oltre al problema della presenza dell’arsenico a concentrazioni<br />
superiori a quelle massime consentite dalla legge, per<br />
tutti i pozzi campionati, con valori ad<strong>di</strong>rittura tre volte superiori<br />
al massimo consentito per alcuni <strong>di</strong> essi. Tra le possibili<br />
cause dell’alta presenza <strong>di</strong> questa sostanza nelle acque<br />
sotterranee nel Lazio, anche il CNR segnala un fenomeno<br />
naturale dovuto al rilascio dalle rocce vulcaniche. seguito In<br />
tutti questi casi si evidenziano, dunque, valori dei parametri<br />
non conformi alla tabella <strong>di</strong> riferimento e quin<strong>di</strong> l’acqua <strong>di</strong><br />
questi pozzi non è potabile.<br />
Per questo motivo coloro che usano acqua <strong>di</strong> pozzo non<br />
solo per cucinare, ma anche per le docce o lavarsi I denti,<br />
o magari per innaffiare l’orto, dovrebbero far analizzare le<br />
loro acque presso un laboratorio <strong>di</strong> analisi, per evitare rischi<br />
inutili.<br />
I controlli su questo tipo <strong>di</strong> utenze, peraltro non complessi e<br />
facilmente eseguibili presso laboratori d’analisi sia pubblici<br />
che privati, sono a carico del titolare dell’utenza e purtroppo<br />
sono spora<strong>di</strong>ci forse anche perché poi non vi è possibilità alcuna<br />
<strong>di</strong> deroga per questo tipo <strong>di</strong> approvvigionamento.<br />
Pertanto, il suggerimento che ci sentiamo <strong>di</strong> dare ai privati<br />
è <strong>di</strong> provvedere a controlli perio<strong>di</strong>ci dell’acqua privata destinata<br />
a consumo umano, introducendo accorgimenti per<br />
rendere l’acqua potabile qualora i parametri siano fuori<br />
norma: spesso è sufficiente una spesa relativamente modesta<br />
per rendere l’acqua potabile.<br />
Ai Sindaci, invece, qualora non operino già in tal senso, suggeriamo<br />
<strong>di</strong> agire anzitutto in termini preventivi, ad es. stipulando<br />
convenzioni con centri <strong>di</strong> analisi e quin<strong>di</strong> invitando<br />
i proprietari <strong>di</strong> abitazioni non servite dalla rete idrica (case<br />
in campagna, case isolate, ecc.) a sottoporre ad analisi la propria<br />
acqua proveniente dai pozzi, trasmettendo copia dei risultati<br />
al Comune: questo consentirebbe verosimilmente ai<br />
proprietari dei pozzi <strong>di</strong> abbattere il costo delle analisi da circa<br />
100 euro fino a 30 euro; a quel punto, in caso <strong>di</strong> valori fuori<br />
norma, occorrerebbe <strong>di</strong>sporre il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> utilizzo per consumo<br />
umano dell’acqua emunta fino a rientro dei parametri<br />
entro i valori <strong>di</strong> legge; al minimo, i Sindaci dovrebbero emettere<br />
Or<strong>di</strong>nanze tese a <strong>di</strong>sporre che l’utilizzo per consumo<br />
umano dell’acqua emunta da pozzi privati da parte <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni<br />
privati ovvero da pubblici esercizi sia subor<strong>di</strong>nato al<br />
rilascio da parte della ASL del giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità per l’uso<br />
dell’acqua medesima.<br />
SACROFANO E IL PROBLEMA<br />
DI BORGO PINETO<br />
L’intero territorio <strong>di</strong> Sacrofano è servito dall’Acquedotto del<br />
Peschiera gestito <strong>di</strong>rettamente da Acea ATO 2, ad eccezione<br />
della zona <strong>di</strong> Borgo Pineto, dove da <strong>di</strong>versi anni è sorto il<br />
problema dell’eccessiva concentrazione <strong>di</strong> arsenico nell’acqua<br />
servita tramite l’Acquedotto Rurale Camuccini (<strong>di</strong><br />
proprietà dell’ARSIAL).<br />
Proprio per questo, nel 2008, fu emessa un’or<strong>di</strong>nanza da parte<br />
del Sindaco in cui veniva <strong>di</strong>sposto “il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> utilizzo dell’acqua<br />
ad uso potabile/alimentare <strong>di</strong>retto ed in<strong>di</strong>retto”.<br />
Successivamente, nel 2012 e nel 2013 sono state emesse<br />
due ulteriori or<strong>di</strong>nanze ancora più restrittive riguardo all’uso<br />
dell’acqua (<strong>di</strong>vieto d’uso per l’igiene personale, per<br />
lavare stoviglie, per pulire frutta e verdura), ampiamente<br />
pubblicizzate.<br />
In merito a tale situazione, dopo una serie <strong>di</strong> incontri con<br />
l’Amministrazione comunale, l’Acea ATO 2 ha installato dei<br />
serbatoi per la <strong>di</strong>stribuzione dell’acqua.<br />
Ora sembra che la situazione sia in via <strong>di</strong> soluzione strutturale:<br />
ACEA ATO ha infatti iniziato i lavori per la realizzazione dell’acquedotto<br />
definitivo per tutta la zona e, in attesa della conclusione<br />
dell’opera, proprio in queste settimane sta<br />
provvedendo a realizzare un allaccio provvisorio con una <strong>di</strong>ramazione<br />
dell’Acquedotto del Peschiera. Al momento in cui<br />
questo giornale va in stampa resta comunque in vigore l’or<strong>di</strong>nanza<br />
del sindaco <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto dell’uso dell’acqua, come sopra<br />
specificato.<br />
R. B.<br />
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