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MODA UOMO / FATTURATI 2011<br />

2011: LA RISCOSSA DEL FORMALE, LO<br />

SPORTSWEAR CONTINUA A CORRERE<br />

di M<strong>il</strong>ena Bello<br />

Kiton A/I 2011-12<br />

Secondo lo studio condotto<br />

da Pambianco Strategie<br />

di Impresa sulle principali<br />

realtà italiane di abbigliamento<br />

formale e sportswear, nell’anno<br />

appena concluso le aziende hanno<br />

accelerato <strong>il</strong> trend di crescita avviato<br />

nel 2010. Ma le incognite degli<br />

ultimi mesi generano nervosismo<br />

tra i player italiani. Chi ha saputo<br />

crearsi una nicchia di mercato in<br />

Europa considera quest’area ancora<br />

interessante e con potenzialità non<br />

del tutto espresse. Ma sono i Paesi<br />

emergenti ad essere l’ancora di<br />

salvezza per <strong>il</strong> made in Italy.<br />

Il 2011 sarà l’anno della rivalsa delle<br />

aziende di moda, si diceva a gran voce<br />

un anno fa, quando sportswear e formale<br />

cominciavano a tirare un sospiro di sollievo<br />

dopo <strong>il</strong> tracollo del 2009. A dodici<br />

mesi di distanza l’augurio si è rivelato<br />

profetico, incoronando quest’esercizio<br />

fiscale come uno dei migliori per crescita<br />

percentuale. La prima metà dell’anno, in<br />

particolare, ha replicato l’ottimo andamento<br />

dell’esercizio precedente con fatturati<br />

in crescita a doppia cifra. Una performance<br />

che ha permesso di chiudere<br />

l’anno in territorio ampiamente positivo,<br />

nonostante <strong>il</strong> rallentamento dell’ultimo<br />

semestre. Secondo un’analisi condotta da<br />

Pambianco Strategie di Impresa sui fatturati<br />

delle 15 principali aziende italiane<br />

di sportswear, i ricavi sono aumentati del<br />

12,8% passando da 1,24 a 1,4 m<strong>il</strong>iardi<br />

di euro. Ancora meglio hanno fatto le<br />

realtà di formalwear, che negli anni scorsi<br />

avevano accusato la crisi in modo più<br />

pesante. Le nove aziende prese in considerazione<br />

hanno realizzato ricavi per<br />

689 m<strong>il</strong>ioni di euro, in crescita del 15,6%<br />

rispetto al 2010.<br />

Nonostante i risultati ampiamente positivi<br />

quel che emerge però è un clima di<br />

tangib<strong>il</strong>e tensione. Al di là dei consumi<br />

di abbigliamento in Italia, che permangono<br />

stagnanti, anche l’Europa suscita una<br />

certa dose di preoccupazione. La crisi<br />

macroeconomica e le incognite sull’euro<br />

stanno già cominciando ad incidere sulle<br />

vendite nel Vecchio Continente, che per<br />

molte aziende italiane è, anche solo per<br />

motivi geografici e culturali, <strong>il</strong> naturale<br />

mercato di sbocco delle esportazioni. Il<br />

made in Italy è di fronte all’ennesima<br />

crisi dopo quella del 2009? La situazione<br />

non sembra così negativa.<br />

20 PAMBIANCOWEEK 10 gennaio 2012

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